Morte da carcinoma polmonare

Buongiorno,
faccio seguito al consulto richiesto sabato 19 gennaio avente ad oggetto "Cancro polmonare" e da allora rimasto senza risposta con più di centinaio di visualizzazioni da parte dei medici. Dentro di me avevo le risposte ma la mancanza anche di una sola da parte vostra mi ha dato la conferma... e consapevole della difficoltà di espimersi in certe situazioni rispetto la scelta. Chiedevo solo approfondimenti sugli esami effettuati... perchè in ospedale non davano alcuna risposta e in certi momenti la disperazione si unisce alla volontà di avere chiarezza.
In merito al quesito posto non mi faccio più domande...la risposta è arrivata ieri quando il mio compagno è deceduto... Carcinoma squamoso non a piccole cellule con espansione all'aorta e metastasi celebrali. Se ne è andato in soli 20 giorni. Le uniche domande che mi torturano ora e alle quali chiedo per pietà di rispondermi sono le seguenti:

1) due giorni prima di morire il mio compagno è stato dimesso dall'ospedale e tornato a casa l'emissione di sangue misto ad escrezioni è diventato una fuoriscita di sangue vivo di sempre di maggior quantità ad ogni colpo di tosse. Dopo due giorni di nuovo il ricovero e il giorno seguente la morte. I medici ci hanno solo detto che nella notte erano peggiorate le condizioni del paziente. Vorrei sapere se con questa di pologia di carcinoma la morte può essere stata causata da un'emorragia interna (la sera prima avevano aspirato i polmoni) o da problemi celebrali provocati dalle metastasi.
2) questo tipo di carcinomo in quanti mesi/anni si sviluppa prima di dare sintomi?
3) Chiamati dall 'ospedale abbiamo raggiunto immediatamente il nostro familiare aiutato dall'ossigeno che respirava a fatica con gli occhi semichiusi ma le pupille fisse. In questa situazione ha potuto sentire la nostra presenza e le mie mani sulle sue o era in stato di coma assoluto? Ci hanno detto che era stato sedato...

Scusate... sembreranno dmande sciocche ma è importante per me sapere se alle mie domande ci possono essere risposte di tipo medico. Cioè, se sulla base della medicina si può sapere di più su questi ultimi momenti.

Grazie di cuore
[#1]
Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57 1
Gentile Utente,
non capita spesso, ma questa prima risposta ad un consulto inizia purtroppo con l'esprimere le condoglianze per la dolorosa perdita che ha subito.
Posso premetterle che la diagnostica delle neoplasie polmonari può richiedere del tempo, particolarmente per organizzare ed eseguire una biopsia sulla sede più opportuna e poi stabilire, se le condizioni del paziente lo permettono, una terapia quanto più personalizzata possibile.
Consideri la difficoltà legata alla disponibilità delle sole informazioni che lei può fornire e la situazione di inferiorità rispetto a chi ha avuto il paziente in cura ed ha potuto valutarlo in tutta a globalità diagnostica da ogni reperto clinico a tutti gli esami laboratoristici e strumentali esaminabili da vicino. Nonostante tutto questo cerco di dare le risposte possibili ai suoi quesiti:
1. I carcinomi epidermoidi polmonari possono più facilmente di altri escavarsi e sanguinare per cui un sanguinamento improvviso, anche a livello di una metastasi cerebrale, può essere causa di morte.
2. questo tipo di tumore si sviluppa nell'arco di molti mesi ma può non dare sintomi fin quando le dimensioni o il contatto con strutture critiche non arriva a manifestarli.
3. è la risposta più difficile da dare. Solo i medici che lo avevano in cura in quel momento possono rispondere, avendo avuto sotto occhio tutti i paramentri clinici e le terapie in corso.
Mi spiace non si possa dire di più

Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Gentile Dottore,
ha la mia più profonda gratitudine per la risposta e l'umanità delle sue parole.
Il carcinoma primitivo era di tipo squamoso non a piccole cellule al polmone sinistro ed aveva invaso quasi l'intero polmone ed era esteso all'aorta. Le metastasi celebrali avevano provocato crisi epilettiche e condotto alla corsa al pronto soccorso. Sono state effettuate tac, tac total body, risonanza magnetica e biopsia tramite agoaspirazione al torace. Unica strada da intraprendere, se ce ne fosse stato il tempo, la chemioterapia (ora immagino solo palliativa) o in sostituzione, dopo esame delle piastrine, una pillola da assumere tutti i giorni.
I sintomi sono stati: tosse prima stizzosa poi con catarro striato di sangue, fastidio sotto alla scapola (sensazione di livido, di pisto, bruciore), afonia prima lieve poi grave. Avendo sofferto di reflusso l'abbassamento di voce e gli sporadici sangunamenti sono stati imputati a questo, la tosse al fumo e il dolore alla scapola alla professione (operava nel campo della ristrutturazione edilizia). Era una persona molto restia ad andare dal medico e aveva il terrore di diagnosi impietose...come poi è stato purtroppo senza avere il tempo di metabolizzare il verdetto.
Al momento della morte aveva ossigeno ed era sedato...solo in un attimo ha mosso la testa, ma ho sperato tanto che la voce e le mani potesse sentirle... Mi creda, è la sola speranza che resta a chi vede un angeo volare via. Dal monitor ho visto confusamente dei parametri... uno di questi da 120 aha iniziato ad abbassarsi e un altro da 40 è sceso a 20...subito dopo le macchine sono state spente. Non ho fatto domande ai medici ho solo chiesto se aveva soferto e mi hanno detto che poichè sedato non si è accorto di nulla. La sera prima avevano effettuato aspirazione dal polmone... possibile che tutto sia degenerato così tanto la notte? Mi scusi, mi rendo conto che tutto ormai è inutile ma le domande si affollano in un cuore disperato. Mi è stato riferito che questo tipo di tumore è il peggiore, ha un tempo di sviluppo di anni e si manifesta almeno dopo 4 o 5 anni dando sintomi subdoli quando ormai è troppo tardi per tutto... Può confermare questa informazione? Il mestiere, oltre al fumo, può aver contribuito?
Un ultima domanda Dottore, forse la più difficile per chi è stato accanto a quest'angelo... Se fosse stato diagnosticato 6-7 mesi fa ci sarebbe stata una speranza di intervenire e combatterlo?

Grazie ancora per la risposta, utilizzo internet per tutto ma quando si tratta di malattie ritengo più giusto chiedere a chi ha competenza che catturare diverse informazioni facilmente mal interpretabili.
[#3]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Buongiorno gentili medici, capisco che di fronte ad un decesso ormai anche le domande sembrano inutili e sciocche, ma sento tanto il bisogno di chiarezza...ho delle domande che mi perseguitano.
Se possibile chiedo solo di sapere se un carcinoma a cellule squamose diagnosticato a stato terminale quando ormai era esteso all'intero polmone, diffuso all'aorta e alla gabbia toracica e con presenza di secondarismi al cervello poteva essere preso in tempo se diagnosticato un anno prima.
Purtroppo qesto rimorso mi accompagnerà a vita... non essere riuscita a convincere il mio compagno a farsi vedere all'esordio di sintomi predittivi (tosse, male alla spalla e presenza di sangue nell'espettorato).

Vi chiedo la massima sincerità...non posso tornare indietro purtroppo e sono consapevole che non potevo costringerlo ma vorrei conoscere le modalità e i tempi di progressione di questa bestia di male in assenza di terapie.

Un ultima domanda... c'è una minima probabilità che un morente sedato e ormai in coma senta le voci o la presenza o le carezze i chi gli sta accanto nei suoi ultimi minuti di vita?

Grazie se vorrete rispondere.
[#4]
Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57 1
Gentile Utente,
i sintomi che hanno portato al riconoscimento di questa neoplasia erano già di quelli che corrispondono ad una malattia molto avanzata.
E' difficile dire quale sarà stato il momento in cui la malattia presente poteva essere ancora trattata in modo guaribile, non essendo disponibili, credo, esami radiologici dei mesi o anni precedenti. Forse se avesse fatto una radiografia (ma con quale motivazione?) un anno prima si poteva trovare il tumore circoscritto di pochi centimetri e quindi operabile. Devo sottolineare che anche tra le persone con un riconoscimento precoce, come quello che ho descritto, almeno metà, pur subendo, un'asportazione radicale, recidivano ed arrivano a morire per questa malattia.
Riguardo allle cause, il fumo è quella predominante, soprattutto nei carcinomi squamosi.
Sulle percezioni in prossimità di morte non mi sento competente ad esprimermi. In teoria dovrei rispondere di no, ma non so quanto il paziente fosse sedato e quali riflessi fossero presenti.
[#5]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
La ringrazio infinitamente...mi rendo conto della difficoltà di rispondere alle mie rdomande, pertanto apprezzo con gratitudine la sua umanità.
Un anno fa iniziarono dolori sotto la scapola, tosse stizzosa e presenza di sangue nell'escreato...questo poteva essere un buon motivo per una radiografia, ma per lui invece ha rappresentato un motivo per scegliere di non sapere. Forse visti i sintomi, che mi sembra di aver capito si presentano già a malattia avanzata in caso di carcinoma polmonare, non sarebbe già stato operabile... o forse si... questo resterà sempre il mio rimorso...non essere riuscita a convincerlo e non averlo portato con la forza a fare controlli. Ma è un peso solo mio che nessuno potrà alleviare... quindi posso solo rinnovare la mia più sentita gratitudine per la sua disponibilità.

Con stima
[#6]
Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57 1
Apprezzo ciò che scrive ma, riguardo il suo stato mi sento di dirle che non possiamo mai sapere come sarebbe stata la nostra vita se avessimo fatto qualcosa di diverso in un certo momento. Nella maggior parte dei casi queste riflessioni sono dettate dal trauma emotivo e dal classico "senno del poi" che tuttavia non è giusto applicare a queste vicende torturandosi, soprattutto alla storia di una neoplasia che cresce sempre in modo talmente subdolo da rendere troppo spesso vani gli sforzi di tutti per combatterla.
Cordiali Saluti
[#7]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Sono consapevole che ha ragione... ma a volte la razionalità è in conflitto con la sofferenza di un dolore lacerante.

La ringrazio molto per la cortesia che ha dimostrato.

Cordiali saluti.
[#8]
Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57 1
La capisco bene.
[#9]
Dr. Chiara Lestuzzi Cardiologo 1.5k 64 3
Forse posso aggiungere qualcosa sulle sensazioni dei pazienti sedati. Un mio collega che dopo un incidente stradale è stato a lungo in terapia intensiva, in stato soporoso per il trauma e in parte sedato, mi ha riferito che -nonostante gli anestesisti pensassero che non aveva alcuna percezione- in realtà sentiva molto chiaramente certe sensazioni (per esempio il freddo) e anche dei discorsi.
Mio fratello -aveva un tumore al cervello- a un certo punto si è aggravato e sembrava in coma; ma quando gli ho preso la mano e gli ho chiesto di stringermela se mi sentiva lo ha fatto. e siamo riusciti a comunicare.
Mio suocero è morto con un tumore diffuso al polmone, è stato sedato pesantemente negli ultimi due giorni per non farlo soffrire, ma io ho avuto la netta impressione che standogli vicino e stringendogli la mano lui avvertisse la mia presenza. Spesso la sedazione induce un sonno profondo ma -come nel sonno talvolta sognamo e se avviene qualcosa all'esterno senza svegliarci lo incorporiamo nel sogno- certe percezioni molto primordiali (il senso di calore e di protezione di una mano amica, per esempio) possono arrivare a dare degli stimoli non completamente avvertiti dalla coscienza ma comunque rasserenanti.
Quindi, credo sia possibile che il suo Angelo abbia avvertito l'affetto e la vicinanza di chi gli voleva bene.
Vorrei aggiungere una cosa che forse lei ha scritto nell'altro consulto (quello in area psicologica, dove non posso scrivere -infatti ho dovuto scrivere in privato alla dott.ssa Massaro chiedendole di pubblicare): perché lui l'ha allontanata negli ultimi giorni.
Io penso che non le volesse lasciare come ultimo ricordo quello di un uomo che tossiva, di un corpo in disfacimento, con un odore diverso... credo che da parte sua sia stato l'ultimo atto di amore nei suoi confronti.

Sono felice -e penso di poter parlare a nome anche degli altri colleghi che le hanno risposto, a partire dal dott. Barbieri fino a quelli che sono intervenuti nell'altra conversazione- che le nostre parole le abbiano dato un po' di conforto e di stimolo a ripartire.
Io paragono i pazienti a dei ciclisti che stanno scalando una dura strada a tornanti, in salita. Noi medici siamo come la squadra tecnica possiamo cercare di dare loro la bicicletta migliore, una spinta, la borraccia dell'acqua, il nostro incoraggiamento, risollevarli se cadono... ma a pedalare e faticare e soffrire sono sempre loro. E l'unico modo di andare avanti qualche volta è porsi piccoli obiettivi successivi: arrivare al prossimo tornante, poi fino al rettilineo... e ogni tanto guardarsi indietro e farsi i complimenti "Però! Non ci credevo, ma ho ghià fatto un bel po' di strada!".

Un passo alla volta... e -per quel che mi riguarda- può sempre mantenere il contatto.

Dr. Chiara Lestuzzi
Cardiologia, Centro di Riferimento Oncologico (CRO), IRCCS, Aviano (PN)

[#10]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Grazie grazie grazie! Le lacrime che cadono in questo istante sono di emozione, gioia, speranza. In quegli ultimi indimenticabili istanti avevo la netta sensazione (che i medici hanno definito solo come effetto di una mia illusione) che lui il calore della mia manao, la dolcezza delle mie parole sussurrate all'orecchio , le carezze sulle gambe, i baci sul viso li sentisse...non potevo sapere in che modo e in che entità... ma le sentiva ... tanto che in un gesto repentino ha mosso solo per un istante la testa... un movimento non determinato dalla coscienza? Forse no ... ma da uno stimolo sensoriale... questo forse si. Mi è sembrato che per un attimo cambiasse anche il suo modo di respirare...che forse è naturale in quegli ultimi momenti...ma voglio mantenere salda l'idea che in piccola percentuale quei riflessi e quel respiro erano determinati da altri sensi che non dipendono dalla coscienza "cerebrale".
Voglio restare illusa....perchè l'ho amato come mai ho amato prima...e fino alla fine.

Non smetteva mai di chiedermi come lo vedevo, se era troppo magro, se era diventato un mostro... E invece era bello come il sole e non glie l'ho mai detto tanto come nei suoi ultimi giorni.
Avrò sempre il dolore del pensiero che negli ultimi giorni ha preferito non vedermi...perchè è stata per me (che ho rispettato sempre la sua volontà) una sofferenza ulteriore...ma il mio meraviglioso Angelo mi ha protetta dal primo giorno che l'ho conosciuto all'ultimo giorno che i miei occhi hanno potuto godere della vista del suo splendido viso. Ha mantenuto la dignità che sempre lo ha distinto e ha pensato a me anche a un passo dalla morte. Questo era Lui.

Grazie Dottoressa...sento in Lei una vicinanza fortissima...e in Lei il mio dolore non è ignoto...mi dispiace per quello che ha vissuto...spero abbia la consapevolezza di quanto Lei sia ricca dentro se nonostante tanti dolori ha la capacità di alleviare quelli di una sconosciuta. GRAZIE

[#11]
Dr. Chiara Lestuzzi Cardiologo 1.5k 64 3
>>spero abbia la consapevolezza di quanto Lei sia ricca dentro se nonostante tanti dolori ha la capacità di alleviare quelli di una sconosciuta. <<

Io non credo di essere così NONOSTANTE abbia avuto i miei problemi, ma proprio PERCHE' questi mi hanno insegnato e quindi arricchito. Anche la vicinanza con i pazienti e i loro parenti mi hanno insegnato molte cose.

Io mi sono iscritta ai donatori di organi a 20 anni, assieme a mio padre che era una persona molto generosa. L' abbiamo fatto pensando di fare cosa utile agli altri. Quando mio padre è morto di emorragia cerebrale, non hanno voluto prelevargli gli organi perché era troppo anziano. A noi parenti è dispiaciuto, perché se dalla sua morte qualcuno avesse avuto la vita per noi sarebbe stata una consolazione.

Certe volte la generosità non è altro che sano egoismo. Ci sentiamo bene perché abbiamo fatto qualcosa di utile.

Leggendo i suoi messaggi, più di una volta ho pensato che lei deve essere una bella persona, generosa, partecipe. Il fatto di assumersi la cura dei suoceri per mantenere il suo legame d'amore, per sostituire il figlio, lo testimonia. In questo momento di dolore invece che CHIUDERSI nel suo dolore si fa carico anche di quello di altri.

Io credo ( e spero per lei) che questa esperienza dolorosa le servirà in futuro comunque per diventare una persona ancora migliore, che verrà ancora più apprezzata per le sue doti innate. E probabilmente un giorno si sentirà dire anche lei parole simili a quelle che ha detto a me. E con più merito, visto che per me essere in un certo modo è parte anche del mio lavoro. Dal male può nascere del bene, questa dura prova la sta portando su una nuova strada, le sta insegnando cose a cui prima forse non pensava. Ha scoperto persone estranee che hanno scelto di dedicare un po' del loro tempo a darle un po' di conforto; magari tra qualche anno (non certo a breve) le verrà il desiderio di entrare in un'associazione di volonatriato per mettere a frutto la sua esperienza aiutando altri che si troveranno nella situazione in cui lei è adesso. Comunque, quando incontrerà qualcuno che ha subito un lutto saprà d' istinto trovare le parole giuste, e questo la consolerà. Penserà "Il mio dolore si è rivelato utile".

Piano piano, un tornante dopo l'altro, arriverà a un altopiano, e pedalare sarà più facile.
[#12]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Ha ragione...ho letto e riletto il suo messaggio e posso affermare consapevolmente che la cura degli altri, oltre ad essere istintiva in me dall'età della ragione, in questo momento è anche frutto di un sano egoismo... l'impotenza che si prova davanti non tanto alla morte di una persona cara, quanto alla sua sofferenza fisica e psicologica, cerca e in parte trova un pò di alleviamento nel dedicarsi a ciò e a chi si sarebbe dedicato il nostro caro... Il suo pensiero costante e doloroso era per i genitori anziani... la sua preoccupazione le situazioni lasciate in sospeso...
Lui ora è in pace...chi resta deve andare avanti (così dicono) ... e io voglio andare avanti muovendo le mie e le sue gambe...
I suoi genitor li ho conosciuti in ospedale...ma un qualcosa di inspiegabile, un amore istintivo, ci ha uniti all'istante...e ora siamo una famiglia, della quale unica componente che può alleviare un minimo il dolore di una mamma sono io...trascorro il tempo a raccontarle aneddoti, frasi, pensieri di suo figlio...tutto ciò che una mamma non vede della vita di un figlio... e insieme stiamo imparando e conoscendo qualcosa in più di Lui...
Tutti i rimorsi di una mamma convinta che poteva fare di più se solo si fosse resa conto prima del male che mangiava il corpo del figlio si sono attenuati con ore di racconti sulle scelte di un uomo che non ha voluto vivere da malato...un uomo che ha fuggito il male finchè ha potuto...un uomo che con la facoltà e il diritto di scegliere ha scelto di godere dell'inconsapevolezza.

Ammetto che spesso per me è difficile questo ruolo...nei racconti rivivo quei momenti, nella testa risuona la sua voce, negli occhi le sue espressioni...gli sguardi terrorizzati dal presentimento... ma questo lo tengo per me...al dolore di una mamma posso dare conforto solo se con il sorriso le trasmetto i vissuti più rasserenanti e ciò che più possa lenire il rimorso. Lei non conosce il mio ....unica a sapere che da tempo non si sentiva bene, ma senza riuscire a convincerloa curarsi (se mai avrebbe potuto curarsi...). Ma io lo conoscevo forse più di chiunque altro e come ha scritto lei...vivere da malato avrebbe significato vivere un'agonia prolungata.

Quando ero in ospedale con lui osservavo i malati...i familiari...e avrei dato qualsiasi cosa per cancellare una ruga di dolore disegnata sui loro volti.
Le sarei infinitamente grata se potesse indicarmi un'Associazione di volontariato che opera a Roma e a lei nota. Da tanti anni ho adottato bambini a distanza...ma non mi basta più...ho tanto bisogno di dare un senso alla mia vita ora più che mai. Il dolore non potrò mai combatterlo...e non voglio combatterlo...perchè è giusto viverlo...posso soltanto prenderne la parte migliore.
[#13]
Dr. Chiara Lestuzzi Cardiologo 1.5k 64 3
Cara signora,
sempre più mi convinco che lei sia una persona speciale, molto ricca interiormente.
Non si senta forzata a impegnarsi subito in opere di assistenza (a parte i suoceri, che sono anche un modo per continuare a far vivere il suo compagno nei vostri cuori), e si ricordi che deve trovare prima di tutto qualcuno che si prenda cura di lei. In questo momento non credo che abbia ancora metabolizzato abbastanza il suo dolore, e non vorrei che nell' ansia di dare agli altri consumasse le sue ultime energie.
Soprattutto, non le consiglio assolutamente in questa fase di frequentare ambienti che le ricordino troppo da vicino quello che che le è appena successo. Quindi, non si butti a fare volontariato in un ospedale oncologico o con malati gravi.
Comunque, se vuole cominciare a pensare a cosa fare, innazitutto può scegliere se scegliere un' associazione religiosa (non so quale sia la sua posizione in materia) o laica.
Visto che io vivo molto lontano da Roma, ho chiesto informazioni a una mia cara amica che lavora al S. Camillo, la dott. Bisceglia, e che è molto attiva nel sociale (religioso). Mi ha detto che al Bambin Gesù c'è un'associazione di volontariato coordinata da don Luigi Zucaro e che lì potrebbe trovare qualcosa da fare con i bambini.
Se non se la sentisse di frequentare -almeno per il momento- ospedali e malati, potrebbe informarsi da Medici Senza Frontiere: cercano sempre volontari per vari lavori organizzativi, e a Roma c'è la sede più grande. Potrebbe rendersi utile senza dover affrontare personalmente le persone sofferenti, ma sarebbe più gratificante del limitarsi a spedire i soldi di un ' adozione a distanza.
Se volesse scrivermi in privato, può farlo quando vuole, visto che si sente così in sintonia con me!
[#14]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Cara Dottoressa, sempre più mi convinco di aver fatto una felice scoperta...che condividere i propri pensieri con qualcuno, ma qualcuno che può capire con cognizione di causa, è un gran conforto e non una debolezza.
Quanto all'opportunità di scegliere un'associazione quella religiosa è senz'altro vicina alle mie idee...senza la mia fede non sò come avrei fatto ad andare avanti soprattutto ora. E' la mia fede a consentirmi di avere l'immagine serena di Lui che mi sorregge ogni minuto della giornata.
I bambini sono la mia passione ... non ho figli ma è come se li avessi...ho dei nipoti che amo oltre ogni umana immaginazione. Solo l'idea di trascorrere del tempo con i bambini che hanno più bisogno mi fa sentire viva. Potrei fare tante cose...già le immagino... preparare giochi e spettacoli...cucire vestitini...insegnargli cose utili...Si Dottoressa...vorrei tanto dedicarmi a loro. Il mio cuore ha bisogno di impulsi. DEVO e VOGLIO prendere qualcosa di buono da questo dolore... che mi sta mangiando viva silenziosamente. Non posso deludere chi anche alla fine della vita ha pensato e agito per il mio bene...non posso buttarmi via senza aver provato a reagire. Lui vive in me e attraverso me...
Se le fa piacere non appena prenderò contatti con il Bambin Gesù (al più presto) la informerò subito. Mi emoziona molto l'idea di intraprendere questa strada. Mi piacerebbe condividerla, almeno nei racconti, con Lei.
Non ho metabolizzato ancora...me ne accorgo da tante cose...prima fra tutte che molto spesso durante la giornata prendo il telefono pensando di chiamarlo e realizzo di nuovo...in quel momento mi sembra di impazzire e penso "cavolo ma possibile che hai dimenticato che non c'è più? Chi chiami????" E comincio a sentirmi fisicamente male....lo stomaco mi brucia, tachicardia improvvisa, voglia di tirare tutto quello che ho davanti per aria...
Ieri sera ho accettato di cenare fuori con due mie amiche e di farmi coccolare...ho passato due ore a sentirmi in colpa perchè ero li... ho odiato tutto ciò che mi circondava e me stessa. Mi odio anche perchè mangio mentre Lui non può più farlo. Sto meglio in compagnia delle mie amiche ma riesco solo a parlare di Lui e dopo poco ho bisogno di restare sola e chiudermi nei pensieri che di giorno cerco di soffocare sul lavoro.
Io devo trovare un senso a questa vita... a me stessa... che da quel giorno sento divisa a metà...una parte è qui e l'altra non tornerà più.

[#15]
Dr. Chiara Lestuzzi Cardiologo 1.5k 64 3
Questa sera sono andata al rosario (si usa anche da voi?) per la mamma di una mia amica e collega, morta improvvisamente due giorni fa mentre faceva degli accertamenti, dopo poche settimane di malattia. Dopo la funzione, siamo andati a casa della mia amica (che, vedova da molti anni, senza figli, viveva con la mamma), e -appena entrati in casa- lei ha detto: "Sai, mi veniva da tenere la porta aperta per lei..." e io le ho detto che per anni dopo la morte di mia madre mi è capitato di prendere in mano il telefono per chiamarla e dirle "Guarda Rai3!" o "Inizia Passepartout" quando alla TV c' era qualche programma che a lei piaceva.
E poi siamo stati lì (figli, generi, nipoti) a mangiare pane, formaggio e salame in cucina, rivolgendoci alla poltrona dove la mamma della mia amica era solita stare seduta (camminava a fatica), ricordandola a ogni gesto, ma anche chiacchierando del più e del meno ma sempre citando quello che avrebbe detto lei. La poltrona era vuota, ma non lo era.

Sono contenta che il suggerimento del Bambin Gesù le sia piaciuto.
Chiami anche la dott. Irma Bisceglia all' ospedale S. Camillo Forlanini (cardiologia) o al n. 3355391721 a nome mio. Vedrà che le potrà dare un aiuto concreto e ne sarebbe felice. Lei si occupa anche di una comunità di giovani. Ed è una persona molto speciale, con cui ho molte affinità.
Poi, se vuole scrivermi in privato, può scrivere o a clestuzzi@cro.it (la mail dell'ospedale) o a chiaralesta@gmail.com

[#16]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Grazie Dottoressa...se non la disturbo allora le scriverò in privato...non vorrei approfittare di questo portale per coltivare quello che ormai rappresenta per me un piacere...parlare con lei. Non si senta obbligata a rispondermi la prego...io le scrivo, quando lei vorrà o potrà mi risponderà. E' già tanto quello che ha fatto e sta facendo. Leggo le sue parole e mi rivedo...e mi aiuta tanto, soprattutto a capire che non sto impazzendo ma che anzi alcune reazioni (parlare con Lui e di Lui ad esempio) possono essere considerate normali per il momento che vivo.
[#17]
Dr. Chiara Lestuzzi Cardiologo 1.5k 64 3
Non ho ancora ricevuto messaggi privati. Come va? Sarei felice di essere aggiornata: non mi disturba affatto, e così non approfitto neanche io del portale.

Si faccia viva!
[#18]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Gentili Dottori,
vorrei ringraziarvi con tutto il cuore per la gentilezza e l'umanità che dimostrate nel rispondere gratutitamente e con sollecitudine alle richieste, spesso sfoghi, di tutti noi utenti sconosciuti.
Ho trovato su questo portale tanta professionalità e altrettanta cordialità.

Sto cercando di andare avanti, facendomi forza su quel che resta di bello nella mia vita, sulle persone che mi vogliono bene e che amo e su quello che di buono potrei costruire... cercando di mettere a frutto il cammino che era iniziato in due, con l'aiuto e l'amore che ora più che mai mi proviene dal cielo.

Grazie a tutti.

Buon lavoro
[#19]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
... e da dentro se stessi, da quella parte di noi fatta di ricordi, di emozioni e di esperienze vissute insieme.

Grazie per la condivisione della sua storia, e buona elaborazione!

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?

Leggi tutto