Problemi di coppia che influiscono sul mio umore e carattere

Salve, sono una ragazza di 21 anni e sto insieme al mio ragazzo da quasi 6 anni (e' mio coetaneo, ci siamo conosciuti a scuola). Da due anni a questa parte, da quando abbiamo finito il liceo e iniziato entrambi l'universita', in seguito anche alla nostra prima rottura (voluta da parte di lui 2 anni fa, con motivi 'forse non ti amo piu', e poi dopo 1 mese 'ho capito che sei la donna della mia vita'), hanno portato ad analizzare il mio comportamento sempre, come se fossi sempre sotto analisi, un po' perche' lui mi addossa sempre la maggior parte delle colpe. Ora vorrei concentrarmi sulla seconda avvenuta 8 mesi dopo (durante la quale sono stata molto ma molto male). Ci siamo lasciati per un futile motivo: entrambi alla frutta, abbiamo trovato un piccolo pretesto per non sentirci piu. Lui mi ha fatto innamorare a 16 anni per la sua intelligenza, simpatia. e' sempre stato un ragazzo diverso dagli altri, molto timido, amorevole e ancora adesso a distanza di anni la fiamma non si e' spenta, anche e soprattutto dal punto di vista sessuale: io vi giuro facciamo l'amore anche con gli occhi. Ha pero' un caratterino: mi ricordo nei primi anni, entrambi adolescenti, lui si alterava e ti attaccava il telefono in faccia e magari non ti richiamava. Ed ero io a richiamarlo sempre, anche quando stavo dalla parte della ragione, per fare subito pace. Sono una gran chiacchierona, ma devo dire che ho sempre avuto problemi ad affrontare i litigi, e forse anche i problemi: ci passo sopra. Con il passare degli anni, ci siamo invertiti. Da due anni a questa parte, non so se la colpa sia della prima rottura che mi ha destabilizzato, ma ho cominciato a vivere un passo indietro. Ero sempre io, sempre presa, sempre innamorata, sicura del suo amore nei miei confronti (anche se a volte lo reputo ossessivo, mi vuole controllare e molte volte sono arrivata a chiedergli piu aria!) E' diventato tranquillo e io, se prima pensavo di stare zitta per non litigare adesso tiro fuori tutto il fuoco e la rabbia repressa, senza piu nemmeno ragionare. Non mi riconosco piu, non riesco ad avere il controllo di me, scoppio in una crisi isterica,piango, urlo e mi manca l'aria (non abbiamo mai discussioni vis a vis, quando stiamo insieme va tutto bene: il problema persiste quando parliamo per messaggi nelle giornate in cui non possiamo vederci (lui questa cosa l'ha risentita molto, il non potermi vedere piu tutti i giorni, forse perche' non puo controllarmi?). A maggio altra rottura definitiva, da molti mesi e' depresso:non sa cosa fare nella vita, l'universita' non gli piace, io ho provato a stargli accanto e aiutarlo ma sono arrivata alla conclusione che non vuole essere aiutato. Ha avuto crisi di pianto davanti a me che mi hanno spaventato, ed e' andato dalla psicologa. Continua a farmi capire dove sbaglio ma addossandomi tutte le colpe sempre, e arrivo pensare che sia veramene inutile e nasce in me una voglia di scappare. Ho paura che stare con lui mi faccia male, ho queste crisi ingestibili
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> lui si alterava e ti attaccava il telefono in faccia e magari non ti richiamava. Ed ero io a richiamarlo sempre, anche quando stavo dalla parte della ragione, per fare subito pace
>>>

>>> Ho paura che stare con lui mi faccia male, ho queste crisi ingestibili
>>>

E questo, anche se dici di essere cambiata nel frattempo, cosa dice su di te?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Mi scusi, non capisco cosa intende dire..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Limitiamoci alla prima frase che hai scritto:

>>> lui si alterava e ti attaccava il telefono in faccia e magari non ti richiamava. Ed ero io a richiamarlo sempre, anche quando stavo dalla parte della ragione, per fare subito pace
>>>

Cosa dice ciò di te? Che sei una persona sicura di te stessa oppure non così sicura?
[#4]
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Utente
Utente
Ho sempre pensato di essere una persona sicura, ma stando ai fatti (con lui, mi succede solo con lui) non lo sono. Ho questa convizione che io non sono cosi, ma lo divento soltanto nella coppia, non posso fare paragoni con altre relazioni perche' ho avuto solo lui..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Ho questa convizione che io non sono cosi, ma lo divento soltanto nella coppia
>>>

Infatti, guarda caso, le relazioni sono cartine di tornasole perfette per far venir fuori i punti deboli delle persone. Uno pensa di avere tutto a posto e sotto controllo, ma nella relazione con quella persona speciale perde le difese e tutto il controllo che credeva di avere.

Perciò, come spesso suggerisco, per risolvere i problemi di coppia quasi sempre è necessario risolvere prima le questioni individuali. Si fa prima, si cresce e si evita il reciproco e sfiancante addossarsi di colpe.

Se tu senti voglia di scappare perché una parte di te riconosce che questa relazione potrebbe non essere più funzionale, ma non riesci a farlo, significa che c'è qualcosa che ti sta bloccando. Potrebbe trattarsi di insicurezza o paura di restare da sola, ma in ogni caso non ti sta permettendo di capire se la parte che "ha ragione" è quella che vuole andarsene o quella che vuole restare.

Ti ritrovi in quest'ipotesi?
[#6]
dopo
Utente
Utente
Assolutamente si.

Il problema è che lui mi ha sempre lasciato (tre volte in tutto in sei anni), io ho sempre trovato la forza di andare avanti (anche se la lontanza si trattava di un mese, o di quattro come quest'estate). Riuscivo ad andare avanti sia perchè mi voglio veramente bene e infatti essere così in questo momento mi destabilizza e arrivo quasi ad odiarmi per questo, per essere così.. così che non riesco a controllarmi neanche io. Quindi, si, andavo avanti però non l'ho mai dimenticato: quest'estate nonostante è stato lui a lasciarmi, io mi sentivo con la coscienza a posto.. però a tutte le mie amiche dicevo "Beh, questo non è il momento per noi.. forse dobbiamo crescere uno distante dall'altro, ci ritroveremo un giorno chissà.. adesso non posso stare con lui? Bene, starò da sola.. nel frattempo crescerò, maturerò e lo farà pure lui, poi saremmo finalmente pronti" ora, non so se questi pensieri sono frutto del mio amore, o mi servivano per andare avanti: fatto sta che io non sono mai riuscita a guardare un altro uomo, per me c'è stato, c'è .. sempre e solo lui! Però ecco, mi porta all'esasperazione, mi porta ad urlare, sclerare ad avere crisi di pianto che durano un'intera giornata.. e io le attribuisco a lui, perchè non mi capitano con nessuno! Ecco perchè dico: io non sono così. Quindi lui mi ha sempre lasciato (o magari sono stata io incosciamente a portarlo a lasciarmi, non lo so) però poi è sempre tornato e nonostante il mio cervello dica sempre NO! il mio cuore quando lo vede, esplode. Ed è una sensazione bellissima che io mi lascio trasportare, ma sono arrivata al punto di mettere sulla bilancia: da una parte, questa sensazione... da una parte le parole cattive, tutte le colpe che mi da sempre, il fatto che evidenzia sempre i miei difetti, mi sta vicino mi aiuta mi supporta.. ma è sempre lì a giudicarmi o ad aspettarsi qualcosa da me e io gliel'ho detto, gliene ho parlato.. lui dice "Non è così, sei tu che fai i film", quindi questo suo etichettarmi come una "malata" mi sta portando veramente a pensare che ho seri problemi a: dimostrare il mio amore, dimostrare affetto, essere presente nella vita di coppia, capire, aiutare, parlare.. insomma mi sento una fallita. A caldo, sento che sono io la colpevole, ma a freddo.. quando ci ragiono con calma sento e vedo che è lui che mi ci fa sentire così, perchè io in realtà non sono così! Da quattro mesi a questa parte ha sempre sottolineato i miei difetti: egoista, superficiale e si elogiava dicendo "Lo vedi, con tutti i tuoi difetti sono qui". Credo veramente che il suo sia un amore ossessivo, maniacale e che entrambi non riusciamo a lasciarci perchè siamo molto insicuri, deboli e siamo i primi per tutte e due.. sarebbe come finire una storia d'amore di un film.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Mi sembra che ad un certo punto bisogna accettare che cambiamo, si cresce, la vita ci trasforma, lei non è più la ragazza disposta a colpevolizzarsi , a spianare la strada..ora lui " si aspetta che io sia sempre lì a spianargli la strada, e'lì ad aspettarsi qualcosa da me".. e questo lei non lo sopporta più ed ha ragione..
potreste prendervi una pausa di riflessione , come si suol dire , e riflettere sulle vostre aspettative in amore e nella vita e riparlarne tra un pò, a bocce ferme,, dopo aver fatto entrare altro, amici, letture, distrazioni, studio, nei vostri pensieri, continuando così vi fate solo del male..
E potreste anche decidervi a farvi aiutare individualmente.. comprendere i propri bisogni e la propria storia è di grande aiuto..
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#8]
dopo
Utente
Utente
Di pause di riflessione ce ne sono state 3 negli ultimi due anni, e la più lunga quest'estate durata 4 mesi. Ci siamo lasciati a maggio perchè io ho scoperto di dover partire a settembre per l'estero (motivi di studio) e non siamo riusciti ad affrontare la cosa: io molto euforica ho dato poco peso all'argomento, lui che voleva da me che gli stessi vicino, perchè questa cosa l'ha destabilizzato.
Se vogliamo parlare del perchè già a marzo io feci richiesta per l'anno all'estero non lo so, l'ho fatta di getto, per scherzo, forse volevo evadere? No, volevo mettermi alla prova: vediamo se mi prendono. E mi hanno preso. E ci siamo lasciati. Non so se perchè ero molto euforica per l'esperienza che sarei andata a fare, ma l'adrenalina m ha fatto vivere quest'estate con mille propositi, sogni e speranze.. anche per quanto riguarda la mia storia "Ora non era il momento, cresceremo, matureremo, capiremo, e ci rincontreremo". Lui si è rifatto vivo due settimane prima che partissi (grande gesto di egoismo?) dicendomi: io ti voglio dire che ci sono, se hai bisogno sono qui. L'ho rifiutato, la prima volta.. Poi non ce l'ho fatta. L'ho visto, ci siamo parlati, di quello che era successo a Maggio, abbiamo avuto la nostra bellissima notte d'amore. E poi sono partita, con lui nel mio cuore (anche se mi sentivo scombussolata, sia per la paura del viaggio, sia perchè lui c'è, ma non c'è stato per un po'...), Mi aveva detto di essere cambiato, allora io ho cominciato a comportarmi come io volevo. Non gli andava bene. Gli dovevo scrivere sempre, "vado a fare la spesa", "ora vado in biblioteca", "ora vado a casa".. perchè, lui diceva, così si sentiva più vicino a me. Io l'ho sempre visto come un comportamento ossessivo e possessivo, e ne ero stufa dopo venti giorni. E gliel'ho detto, sbagliando come al solito, perchè sono molto impulsiva e ho fatto uno scazzo. Lui capisce, ammette, e cerchiamo una via di mezzo (Io vorrei evitare anche questi scazzi, perchè qui amplifico tutto e non riesco ad autogestirmi, comincio a piangere istericamente, urlare e passare intere giornate al computer a scrivergli, senza azionare il cervello!). Ma dopo un mese, altra sfuriata per un altro motivo. E io di nuovo a mille, io che dico: allora mettiamo fine a tutto, basta non ce la faccio più. Poi mi placo, e lui che mi sottolinea il fatto "Lo vedi, sono ancora qui". Apprezzabile? Si, ma penso anche che deve sempre sottolineare il fatto che lui fa tutto, tanto, troppo.. e io niente. Io sono la matta che scazza, che non gli da certezze, che non lo capisce... Quindi ogni mese, di routine. Io non voglio dare la colpa a questa mia partenza, lui mi ha convinto che sarebbe stato in grado... ma per anni ne abbiamo parlato: io non credo alle storie a distanza. è un ragazzo che solo per il fatto di essersi trasferito 8km lontano dal nostro quartiere d'infanzia (dove io ancora vivo) e quindi non potermi più vedere ogni giorno, l'ha traumatizzato. Lui è arrivato ad odiare i suoi per averlo fatto trasferire li 4 anni fa (aveva 17 anni, ora 21), ancora non ci è passato sopra, odia la casa. E ogni volta che io tocco il punto, si chiude o reagisce in modo da non tenere più il controllo, come in quelle sfuriate che faccio io. Lui è un ragazzo molto timido, riservato e ammetto che ha dei problemi: insoddisfatto della vita che fa, paga le tasse all'università ma non studia, vuole lavorare per evadere da casa e ha trovato un lavoro di una volta la settimana, si rifugia in me.. e quando io lo deludo, o non ci sono..lui crolla! Forse non mi attrae più da quel punto di vista, io mi sento che sto crescendo.. lui lo vedo maturo sotto certi punti di vista, ma ancora immaturo sotto altri. Lui mette in cima alla lista "Problemi da risolvere": la mia relazione. Io più e più volte ho cercato di fargli capire che, innanzitutto non dovrebbe essere un problema, ma che dovrebbe metterci l'università, il lavoro. Tant'è che quando a settembre ci siamo rivisti e mi ha raccontato che quest'estate ha conosciuto molta gente, anche ragazze (non mi importava niente!!! Io lo so quanto mi ama!!) sono stata super contenta e devo dire questa cosa mi intrigava molto! Il fatto che lui passi le giornate intere a casa, sul letto.. a me fa male. Ho provato a essere forte, l'ho ferito e lui si è chiuso in sè, ho provato ad elogiarlo per ogni minimo sforzo (ho fatto un capito oggi! domani me la merito una pausa dallo studio e io: bravo amore! sei bravissimo!), alla fine ho detto: ce la deve fare da solo, io gli sto vicino qui in silenzio. Però se manca il dialogo, se siamo veramente incompatibili non lo so.. so solo che i numeri parlano chiaro, ma il mio cuore pure. Non lo sento da un paio di giorni, mi manca, vorrei fare pace, ma a che pro? Possibile che mi appoggio su di lui? Che fino a che mi dice: Brava amore, amore sono con te.. va tutto bene? E poi quando non mi dice niente e la sua assenza mi porta sconforto, attacchi di ansia, di panico, tachicardia e respirazione veloce?
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dopo
Utente
Utente
Io sento che è l'unica persona che mi può tirare su, lo chiamerei perchè so che se facciamo pace io sto bene, ritorno alla mia tranquillità. E adesso che sto male non mi interessa se poi tra 20 giorni sto nella stessa situazione di adesso, perchè come sto adesso non ci voglio stare. Sento che lui è l'unica persona in grado di capirmi, aiutarmi, tirarmi su..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> mi porta all'esasperazione, mi porta ad urlare, sclerare ad avere crisi di pianto che durano un'intera giornata [...] perchè qui amplifico tutto e non riesco ad autogestirmi, comincio a piangere istericamente, urlare e passare intere giornate al computer a scrivergli, senza azionare il cervello
>>>

Questi a me sembrano segni di un problema che riguarda innanzitutto te e che solo incidentalmente si riferiscono a un'altra persona.

Ti capita solo con lui, ma pensa che se al suo posto ci fosse stato un altro, forse sarebbe stata la stessa cosa. Perché il problema non è lui, è come reagisci tu a lui.

>>> Possibile che mi appoggio su di lui?
>>>

Se fosse così, dato che stiamo parlando di un ragazzo problematico, vorrebbe dire che staresti messa peggio di quanto sei disposta a riconoscere. Purtroppo non basta mettere insieme due malesseri per fare un benessere.

Tuttavia è possibile che tu non ti stia appoggiando su di lui, ma sul forte piacere che ricavi da questa passione.

Esistono persone che hanno difficoltà a gestire le passioni e questo ne fa il loro punto debole. Per certi versi potresti essere - perdonami il paragone - come una drogata, che non riesce a rinunciare alla sua sostanza preferita, neanche sapendo che si sta facendo del male con le proprie mani.

Ecco quindi che si torna al punto di partenza: forse dovresti distogliere per un po' l'attenzione da lui, e metterti a riflettere su di te.

Magari cercando l'aiuto di uno psicologo che ti aiuti a riprendere in mano le leve del comando di te stessa.
[#11]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimi dottori,
vi ringrazio entrambi per il supporto che mi avete dato.
Sono arrivata ad una conclusione dolorosa, netta, ma estremamente convinta che sia quella migliore: l'ho lasciato. Io penso veramente di amarlo, ma non sono più disposta a combattere, a sentirmi male e a mettermi in secondo piano: non riusciamo a stare insieme. Ce ne siamo accorti entrambi, lui è molto intelligente da capirlo e me l'ha anche detto "So che è la scelta migliore, ma non trovo il coraggio". Ecco, l'ho trovato io. Sono fiduciosa e sento che questo allontanamento da questa persona che io amo, mi potrà solo che far star meglio, posso solo uscire più grande, più forte e più matura (me lo auguro!) da questa situazione. Ci stavamo cibando non di un amore puro, ma di un amore malsano. E non ce lo possiamo permettere entrambi.

Vi ringrazio ancora,
tante care cose.
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dopo
Utente
Utente
è passato solo un giorno, un lungo interminabile giorno. Ieri quando Le ho risposto mi ero appena alzata e avevo convinto a me stessa che ce l'avrei fatta. Durante la giornata ho avuto momenti di demoralizzazione, tristezza, pianto. Fino a che non si è verificato quello che io chiamo "attacco d'ansia/panico" (non vorrei abusare di questa parola, ma è quello che ho sentito): stomaco chiuso, tachicardia, gambe che mi tremano nonostante stia seduta. Sono entrata in un vortice, di nuovo. Non è la prima volta. La prima e ultima volta che mi era capitato è esattamente un anno fa, quando per un motivo litighiamo e ci attacchiamo il telefono in faccia. Non ci sentiamo e io sto bene, almeno è quello che mi ricordo, mi ricordo che mi sentivo forte, che dicevo 'vabbè sono passati dieci giorni, non mi richiama, vuol dire che doveva andare a finire così', camminavo a testa alta. Poi lui si è fatto avanti e mi ha detto 'Io vorrei una spiegazione del perchè sei sparita', mi ha spiazzato perchè quello arrabbiato che ha detto 'Sparisi, cresci da sola' è stato lui (motivo del telefono attaccato!), quindi non capivo. Lui mi ha dato la colpa di essere sparita, che voleva capire se avevo capito che doveva finire, che cosa volevo fare. Ecco, nel momento in cui sono stata messa nella condizione di dover decidere, ho cominciato a traballare. Gli ho detto: Io aspettavo solo te. Però poi ho cominciato a pensare, a farmi domande esistenziali del tipo Lo amo? Mi fa bene questa relazione? è quello che voglio?, ho pensato per un mese, ma non pensieri tranquilli. Lui faceva quello che stava li ad aspettarmi che mi decidessi, 'io sono qui, ti aspetto' e io mi sentivo nel panico, perchè non sapevo che fare, mi sentivo sotto pressione. In questo mese lunghissimo ed interminabile ho avuto quelli che chiamo attacchi di ansia/panico (palpitazioni, tachicardia, il cervello che sembra scoppiare da un momento all'altro) e un unico pensiero: Oddio che faccio? Oddio è passato un altro giorno. Oddio la mia vita è uno schifo, posso passare una settimana così male e non essere felice? Poi un giorno un'illuminazione: voglio lui, lui mi farà stare bene. E così è stato. L'ho rivisto dopo un mese, i suoi occhi, le sue braccia mi sono sentita amata, confortata, protetta. Sono spariti!!!! Tutti di un colpo e non sono più tornati, nonostante abbiamo avuto piccoli screzi. A maggio quando ci siamo lasciati e io ero convinta di non avere colpe, ho reagito come l'anno scorso: spavalda, fiera, lo amo ma doveva andare così. sono forte, ce la farò. Adesso invece ho messo fine io dopo litigate forti almeno una volta al mese, e quest'ultima durata una lunga settimana durante la quale io ho pianto ininterrottamente, un pianto isterico e non so come altro descriverlo. Ero a pezzi e volevo scappare via, non vedevo aiuto da parte sua e non vedevo che volevamo chiarire, perchè era un continuo addossarsi di colpe. Tant'è che lui mi ha detto che non riesco a gestire l'ansia, che non riesco a gestire lo stress e a risolvere i problemi, che la litigata è scoppiata per colpa mia e che non c'è soluzione se non lasciarci perchè siamo incompatibili, però lui non ha il coraggio. Allora non c'ho visto più e ho pensato fosse davvero la via d'uscita. Non ci sentiamo da venerdì e mi sento morire. La sera stessa mi sono sentita sollevata (lui mi chiedeva costantemente di aggiornarlo spesso su cosa facevo, dove andavo; poi io mi trovo da sola all'estero e dopo questa settimana di fragilità mi sono accorta che mi stavo appoggiando a lui e io sono molto severa con me stessa appena l'ho capito che il mio umore e la mia vita qui è condizionata da lui solo ed esclusivamente da lui ho pensato 'bene così'. Adesso invece ho letteralmente paura, perchè è un giorno e mezzo che sto veramente male, e sto rivivendo le stesse sensazioni di un anno fa. Stamattina mi sono svegliata con la tachicardia e mi sono messa paura, sto sola in una stanza che mi sembra una cella (ma quando stavo bene e parlavo con lui e le cose erano tranquille io non l'ho mai detto che era una cella la mia stanza). Sento che per uscire da questo vortice ho bisogno di lui, ma questo mio essere rigida con me stessa dice che ce la devo fare da sola.. ma è come se non mi sentissi più padrona del mio cervello. Non so che fare, le amiche non capisco questo mio malessere, ho paura di esagerare tutto, ma sto davvero tanto male e mi odio per questo.
[#13]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
E quindi, alla luce di tutto ciò, ti sembra ora più probabile aver bisogno di un aiuto professionale, o aver bisogno ti continuare la tua storia con questa persona, per stare bene?

Ricorda che anche i drogati credono di stare bene, quando possono farsi della loro sostanza preferita.

L'amore non dovrebbe essere una stampella rispetto a qualcosa che ci manca, ma un'occasione per crescere insieme.

Leggi anche questo:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3520-equilibrio-psichico-ed-equilibrio-in-amore-vanno-di-pari-passo.html
[#14]
dopo
Utente
Utente
Mi trovo in questo momento all'estero e non posso essere aiutata da nessuno al di là di me stessa, mancano 10 giorni al mio rientro in Italia e ho da affrontare due esami (e non sto studiando, ho paura ad aprire i libri perchè se mi accorgo che non ce la faccio a studiare mi sentirei ancora di più uno schifo). Sto in Italia meno di un mese e devo tornare qui a studiare, servirebbe una terapia di un mese a cavallo tra Natale e Capodanno? Basterebbe? Servirebbe iniziarla ed interromperla bruscamente? Devo tornare qui a Gennaio e rimanere fino a Maggio..
[#15]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
In tal caso la cosa più adatta sarebbe cercare un aiuto nel paese dove stai risiedendo. Ritengo che per il tuo caso servirebbe a poco iniziare e smettere dopo solo un mese.
[#16]
dopo
Utente
Utente
Immaginavo. Se le dico che a maggio mi sentivo fortissima, sebbene ci fossimo lasciati, stavo solo nascondendo la mia fragilità, che ho sempre avuto? Non è la prima volta che finisce ma la quarta. E nelle due volte in cui mi ha lasciato lui, o comunque dove lui ha fatto l'ultimo passo e non sono stata messa all'angolino a scegliere, stavo bene: sapevo di poter uscire a testa alta da sola. Nelle altre due volte dove ho il coltello dalla parte del manico mi faccio mille domande, ho molte paure e mi succede tutto quello che le ho raccontato precedentemente (da stamattina il dolore al petto, il battito accelerato, lo stomaco chiuso, il tremolio alle gambe nonostante mi trovi seduta a letto da stamattina, non vanno via). Mi sento che questo bestia nera dell'ansia mi sta mangiando il cuore e mi sta portando via tutto. So che sentirlo mi farebbe stare meglio, perchè so che lui sta li se lo chiamo a sentirmi e mi tranquilizzerebbe, ma non posso perchè non posso giocare con lui, perchè anche lui ha i suoi problemi e non posso chiamarlo solo per essere salvata. Perchè poi penso che sono io che devo salvare me stessa, ma non ci riesco.
[#17]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Se le dico che a maggio mi sentivo fortissima, sebbene ci fossimo lasciati, stavo solo nascondendo la mia fragilità, che ho sempre avuto?
>>>

Secondo te?

Risponditi in tutta sincerità.

>>> Perchè poi penso che sono io che devo salvare me stessa, ma non ci riesco
>>>

Ed è proprio questa la convinzione che ti frega.

Come tutti gli ansioso/ossessivi sei convinta di dovercela fare da sola. Ecco perché trovi motivi per i quali ti è impossibile andare in terapia.

Leggi qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
[#18]
dopo
Utente
Utente
Non so rispondere alla prima domanda che le ho posto. Penso e mi contraddico. Stando qui da sola all'estero mi sono sentita più fragile e dopo 3 mesi mi sto accorgendo che questa esperienza mi sta facendo essere quella che realmente sono. E' come se fosse il mio psicologo. Quando il mese scorso, non avendo mai litigato, essendo stimolata dal mio ragazzo, vedevo questa città non come un diavolo ma come una grande opportunità che avevo per migliorare me stessa.. ecco nonostante io stessi tutto sommato bene (ora mi chiedo se veramente era tutto finto, se ero solo adagiata sul fatto del 'non litighiamo, va bene') ero consapevole e ne ho parlato con un'amica che nel momento in cui si sarebbe ripresentato di nuovo un litigio non so se sarei stata in grado di gestirlo. Ed eccolo lì, detto-fatto. Consapevole di tutto, ma incapace di gestirmi e di fare qualcosa. Stare qui, litigare con lui (se settimana scorsa gli ho dato tutte le colpe, ora me le do tutte io: vedo tutti i suoi sforzi, il suo amore anche se lo reputo un po' troppo possessivo, però mi vuole veramente bene e ci tiene a me) avere questi attacchi di panico che durano un'intera giornata, non veder l'ora di tornare a casa in Italia con la consapevolezza che non scappo stavolta, che se sto male io starò male dappertutto però vorrei adesso tornare in Italia per essere coccolata, perchè ho bisogno di affetto fisico e lui era in grado di darmelo, dovevo reggere soltanto venti giorni in più. Adesso mi viene da urlare 'voglio mamma', un abbraccio di qualcuno che mi vuole bene, ecco per me che sono molto sensibile, serve! Infatti mi sento bene (relativamente, e dura veramente molto poco massimo un'ora) quando parlo con mia zia o con la mia migliore amica (solo perchè non posso parlare con lui). Stare qui mi ha fatto capire che mi lascio trasportare dagli eventi, che accetto tutto e non agisco mai.

Non penso ci siano psicologi italiani che esercitano questa professione qui, mi informerò ma preferirei rinunciare alla terapia se devo andare da un terapista che non parla la mia stessa lingua, non riuscirei a farmi capire e capire.
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Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117 6
Gentile ragazza le allego qualche lettura che spero le sia utile per allargare il suo punto di vista.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4133-dipendenza-affettiva-love-addiction.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4015-non-riesco-piu-a-liberarmi-dal-pensiero-dell-ex.html

Cordialmente Dr.ssa Silvia Rotondi
www.silviarotondi.it
338-26 72 692