Programmazione di un suicidio

buongiorno. cercherò di essere breve ma abbastanza chiara. ho 26 anni e da novembre 2013 sono in cura presso il csm del mio paese; sono stata ricoverata 4 volte e ho fatto un mese circa all'interno di una casa di cura privata. il mio disturbo è di personalità in borderline. spesso ho pensato al suicidio ed è proprio per questo che mi ricoveravano ogni volta. uscita dalla casa di cura privata le cose sono tornate a peggiorare; sono seguita da una psicologa,alla quale ho detto chiaramente delle mia intenzione di uccidermi ad una data precisa( che a lei ovviamente non ho riferito) e le ho detto che comunque continuo ad andare da lei per vedere se mi scatta qualcosa che mi fa cambiare idea prima di quella data.
pensavo che mi potesse aiutare invece mi da come l'impressione che di quello che dico in realtà non lo prenda in considerazione e non ci creda e quindi mi sto chiedendo se abbia senso continuare ancora per poco un percorso con lei o se lasciar stare, tanto comunque non credo ne avrebbe senso.
con lai psichitra ci ho litigato tempo fa e non sono più andata al colloquio che mi aveva fissato, dopodichè non l'ho più sentita( psicologa e psichiatra lavorano e stretto contatto).
sinceramente non so proprio che fare; la mia idea e il mio piano ci sono mi sto chiedendo cosa posso fare prima. se lasciar perdere tutto o cosa.
grazie comunque se qualcuno mi darà retta e mi risponderà.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

dopo aver comunicato alla psicologa la data in cui ha intenzione di suicidarsi, avete parlato anche delle motivazioni che La portano ad attuare un gesto del genere?
Vuole dirci qualcosa di più su di Lei?
Come mai ha litigato con lo psichiatra?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
grazie per la risposta tempestiva.alla psicologa non ho comunicato la data ma solamente il fatto che ho deciso che giorno compiere tale atto. le motivazioni le sa dato che è da circa due mesi forse che ho iniziato la psicoterapia con le lei e sa benissimo che mi sento semza speranza di continuare a vivere.
qualcosa in più di me non saprei cosa dire... ho avuto un infanzia molto difficile sai dal punto di vista familiare che personale. da molto tempo non esco più di casa e ho perso qualsiasi contatto con chiunque. ho sofferto anche di DCA ed ho ora è rientrata la bulimia( giusto per aiutare il mio stato d'animo); è da anni che ci vado avanti e da poco sto assumendo fluoxetina da 20mg. dovrei aver iniziato a dose basse ma dopo 4 gg ho gia iniziato a prendere 40mg. il dottore mi aveva detto di aumentare di 20mg ogni sett fino ad un massimo di 60mg però ho voluto provare a velocizzare le cose sempre per il fatto che mi sono data una scadenza in testa anche se sinceramente non credo che ora che il farmaco agisca io ci sia ancora.
non saprei che altro dire... mi sento molto inutile e solamente un peso per la mia famiglia ( non laovro da circa 2 anni); non sento nessun scopo di vita e nessuna volgia di continuare a soffrire. non vedo altre soluzione anche se la mia psicolga logicamente continua a dirmi che gli strumenti per uscirne c sono perchè mi sn stati dati dal CSM ma io sinceramente mi sento arrivata al limite, solo che nessuno sembra crederci, però sono convinta che quando succederà potranno capire che le mei parole non erano solo un tentativo di attira l'attenzione perchè ho spiegato più volte che non è così.
con la psichiatra ho litigato molte volte ma l'ultima è stata l'apice; meentro ero a colloquio sono uscita perchè avevo paura mi stesse venendo un attacco di panico li con lei e volevo prendere aria, dopo sono rientrata ma non ha più voluto finire il colloquio dicendomi che mi ero bruciata la mia occasione. e da li con me ha chiuso.
grazie mille comunque...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

ha ragione: il livello di sofferenza che descrive sembra essere molto alto e la storia mi pare molto dolorosa.
Però bisogna anche dire un'altra cosa: Lei ha perso le speranze di poter stare bene e di poter essere felice, mentre la Sua psicologa vorrebbe aiutarLa a cambiare la prospettiva da cui sta guardando tutto.
E se fosse un momento di sconforto in cui pare non ci sia uno scopo nella vita nè speranze?
E' vero che una delle molte possibilità potrebbe essere farsi fuori, ma è una scelta che lascerei per ultima, perchè incontrovertibile.
Perchè prima di questa scelta non ne prova altre con l'aiuto della psicologa?
Lei stessa dice di aver iniziato la farmacoterapia da poco tempo: non vuole neppure attendere di vedere dei risultati?
Ha provato a riflettere con la psicologa sulle conseguenze di un tale gesto?
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Utente
Utente
grazie ancora per la risposta. sembrerà forse banale, ma non ho nessuna voglia e speranza che si siano alternative. è logorante vivere così e la mia non è voglia di mrire ma voglia di non soffrire più e la mia testa ormai è troppo persa per pensare a soluzioni positive o a strade che ci possono essere. ogni volta che la mia psicologa me le propone io penso e dico sempre di no, che non ne ha più senso perchè realmente mi sento stanca. ho già affrontato una psicoterapia di due anni circa quando avevo 18-19 anni ma non mi è servita a niente.
ora sono consapevole della mia rassegnazione e non me ne dispiace almeno smetto di lottare per cose che comunque poi non mi portao a pensieri o svolte positive. resta comunque il pensiero che allora ormai tanto vale che la prossima volta ci vada dalla psicologa anche perchè fatalità la data che mi ha dato era proprio il giorno che mi ero fissata io. come orario ce la farei ad andare perchè il MIO orario sarebbe poco dopo l'incontro ma sinceramente non ci vedo nessuna motivazione. pensavo che dandomi delle volte in più andando da lei mi sarebbe scatato qualcosa e invece niente. il pensero di farla finita è presente tutto il giorno, notte compresa dato che da un mese abbondante dormo circa 2 3 ore.
grazie ancora
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
"non ho nessuna voglia e speranza che si siano alternative."

Infatti è proprio questo il problema :-)
Uno dei primi step nelle terapie con persone che soffrono di un disturbo borderline della personalità è proprio -dopo aver fatto un "patto" di non prendere decisioni drastiche come quella di cui ci parla- quello di lavorare sul problem solving, nel senso che Lei potrebbe imparare a vedere che ci sono anche altre possibilità per risolvere il problema, oltre a quella del suicidio.


"pensavo che dandomi delle volte in più andando da lei mi sarebbe scatato qualcosa e invece niente"
Se Lei non dice molto chiaramente alla psicologa tutto, non può attendersi soluzioni magiche, solo perchè si concede del tempo in più. Dica alla psicologa che ha fissato la data per il suicidio e dica anche che non vede altre possibilità per risolvere il problema.

Poi, però, Lei scrive anche: "...ora sono consapevole della mia rassegnazione e non me ne dispiace almeno smetto di lottare per cose che comunque poi non mi portao a pensieri o svolte positive"
E se sbagliasse?
Vede che, ancora una volta, fatica a vedere altre soluzioni?
Questa sensazione di rassegnazione può capitare nella vita, ma è importante farsi aiutare e vedere che potrebbero esserci altre soluzioni.
Magari con la psicologa potrebbe fare un elenco di alternative da seguire per cercare di risolvere il problema.

Cordiali saluti,
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Utente
Utente
alla mia psicologa ho detto che ho deciso la data di quando la farò finita, ma ovviamente non le ho detto quando è il giorno.
comunque grazie se ceca do convincermi che ci sono altre soluzioni, ma sono fermamente convinta di ciò che ho deciso o meglio ho dovuto decidere. ho detto alla psicologa le cose che dovevo mettere a posto rpima di farlo e le ho detto anche che praticamente erano quasi tutte concluse.
le ho detto anche del fatto che non vedo altre possibilità ecc, le ho spiegato tutto anche del perchè non volevo assumere farmaci perchè comunque ormai era troppo tardi.
comunque mi scuso ma non mi sbaglio sulla rassegnazione; l'unica cosa di cui sono sicura è della scelta che ho preso.
l'insicurezza sta nel andare per l'ultima volta da lei perchè non ci troverei senso e sinceramente non saprei nemmeno che dirle dato che il giorno èer farla finita era proprio quello, ma ovviamente anche se andassi all'ultimo colloquio questo non potrei dirglielo.
grazie lo stesso dottoressa.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Se non parla con la psicologa della decisione che ha preso e che si tratta proprio del giorno scelto, di cosa pensa di parlare nella seduta?
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Utente
Utente
appunto...proprio per questo che non ci vedo senso nell'andarci.. se ci vado le dico che il giorno è proprio quello li ma comunque non mi farebbe cambiare idea anche perchè sinceramente non credo le interessi molto. se non ci vado non faccio perdete tempo a nessuno.
ecco..grazie perchè solamente scrivendo qui mi sono chiarita questo dubbio se andarci o no.
grazie mille ancora per le risposte
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
"sinceramente non credo le interessi molto."
Come mai pensa una cosa del genere?
Non ci sono persone cui importa di Lei?
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Utente
Utente
no affatto. a nessuno è mai interessato veramente di me. le uniche persone posso dire che sono mia mamma e mia sorella ma sono sicura che capiranno che l'ho fatto anche per loro e scusi molto ma non voglio sentirmi dire le solite cose, del tipo come ci staranno? non t'interessa se soffriranno? ecc ecc..
comunque no...sono convinta che a nessuno interessa realmente di me.. anche perchè comunque non ho nessuno apparte la mia famiglia, ma ho già spiegato che capiranno e comunque il tempo guarirà le loro ferite.
grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
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Utente
Utente
grazie dottoressa...ho letto... diciamo che mi rispecchio praticamente in tutto. ma questo non mi fa pensare che i miei pensieri più brutti siano normali e che fanno parte della malattia; coem il fatto di non avere speranza o pensare che ci siano vie d'uscite..o il fatto dei gesti impulisvi...è vero...è così... però tutte queste cose non mi fanno comunque cambiare idee.
però, se posso, mi sembra che anche lei reputi inutile e assurdo il fatto che vada all'appuntamento, in quanto è LOGICO che non potrei riferire alla mia psicologa le mie intenzioni uscita da li.
ho pensato di cambiare l'orario che mi ero messa in testa ma non è possibile perchè non voglio che niente vada storto; sinceramente a volte ho crteduto nel destino ma non saprei se anche stavolta è così.
grazie per il suo impegno.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
"mi sembra che anche lei reputi inutile e assurdo il fatto che vada all'appuntamento, in quanto è LOGICO che non potrei riferire alla mia psicologa le mie intenzioni uscita da li."

No, sono stata fraintesa...
Vede, può capitare di avere dei pensieri suicidari e di voler mettere in atto tali pensieri; può accadere di pensare per bene a sistemare tutto (es. lettera d'addio, sistemare il conto bancario, ecc...), ma spessissimo c'è nel pz. la chiusura e difficoltà a parlarne, dettate dalla convinzione che tanto lo psicologo non riuscirà a capire o comunque non è per niente interessato a questo momento di sofferenza nè alla persona che ha davanti.
Questo è un errore.
E se Lei pensa questo, da una parte potrebbe essere la patologia stessa che La porta a pensare in questa maniera, dall'altra potrebbe anche essere che la relazione terapeutica non sta funzionando bene...

Perchè pensa sia LOGICO non poter riferire alla terapeuta le Sue intenzioni?
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Utente
Utente
gentile dottoressa,
è logico che non ne potrò parlare per diversi motivi, esempio perchè non ne avrebbe senso, o perchè rischierei di farmi bloccare li e venire ricoverata e quindi i miei piani andrebbero in fumo, o perchè rischierei di passare solamente per quella malata e che ha bisogno d'attirare l'attenzione o perchè potrebbe ( dato che sa il modo in cui ho intenzione di farlo e dove di preciso) chiamare qualcuno e anche in questo caso fa andar diversamente i miei piani.
in pratica è un rischio che non posso e non volgio permettermi di correre.
anche perchè se io andassi al colloquio per parlare di quanto ho intenzione di fare dopo, sarei sicura che non sarei presa sul serio,in quanto il suo pensiero sarebbe:" se veramente aveva intenzione, non lo diceva e non veniva fino a qua per perdere tempo" e quindi vorrei evitare di uscire sentendomi ancora più banale di come già mi sento.
grazie
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Le persone che pensano al suicidio o hanno intenzione di metterlo in atto, in realtà non vogliono morire, vogliono semplicemente "uccidere" quella parte di loro che percepiscono come frustrante, cattiva, alienante, insomma quella parte di loro che non viene riconosciuta dall'altro. Ognuno di noi ha una componente "buona" e "cattiva", ma credo sia importante che queste due parti possano essere "integrate" e non scisse come ad es. avviene nel l'idea del suicidio.

Lei pensa che la Collega possa svalutare o banalizzare la sua richiesta di aiuto?
Le farebbe piacere invece essere presa sul serio perché in questo modo avrebbe la sensazione di "essere importante" per qualcuno?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Utente
Utente
gentile dottore,
è proprio questo che volgio evitare che pensi la mia psicologa; l'ha pensato anche lei ma io non voglio risultare importante per nessuno, anzi cerco sempre di stare nelle mie perchè non voglio farmi notare.
comunque grazie ma non ho avuto risposta ai miei dubbi.
grazie lo stesso per il tempo dedicatomi.
salve
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>anzi cerco sempre di stare nelle mie perchè non voglio farmi notare<<
comprenderà che è molto difficile parlare di suicidio con uno psicologo e sostenere allo stesso tempo: "non voglio farmi notare". Tengo a precisare che ogni qualvolta si parla di suicidio tutti i Colleghi sono tenuti a prendere sul serio l'argomento, perché liquidare il tutto con una semplice "ricerca di attenzione" non sarebbe corretto da un punto di vista deontologico.

E' chiaro che poi del tema suicidio bisogna parlarne, per cercare di comprendere come si innesca nella dinamica relazionale tra paziente e psicoterapeuta.

Lei si sente accolta dalla Collega che la segue?
Pensa di essere ascoltata e compresa fino in fondo?
Ci sono delle aree della vostra relazione che vorrebbe modificare?






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Utente
Utente
gentile dottore,
guardi..io non mi sento accolta da nessuno ne dalla mia famiglia ne da tutto il csm; da quest'ultimo sarà perchè da novembre ad oggi mi sono sentita diverse cose, tra cui che voglio attirare l'attenzione, che faccio scenata per niente, che ho perso di credibilità, che devo "abbassare le ali", che faccioo domande senza senso, che sbaglio nei miei comportamenti ( il tutto mi è stato detto dalle segretarie del centro e alcune cose dalla mia psichiatra).
la mia psicologa sa di tutto ciò ma comunque lei personalemente non mi ha mai detto niente di ciò che ho scritto sopra. per il fatto di essere compresa ed ascoltata nemmeno; non so se sia una mia sensazione o no, però non mi sento ascoltata, compresa e tanto meno voluta ma bensì solo una scocciatura e scusi ma non mi voglio sentire dire la solita cosa" ne parli con lei" perchè tempo fa le ho già detto come mi sentivo.
lei parla di punto di vista deontologico, ma quando le ho detto che avevo scelto la data apparte chiedermi di dirle quando e cosa avevo programmato di finire di fare e dirmi diverse strade che ci possono essere, oltre non c'è stato niente; anzi il g dopo l'avevo chiamata per un urgenza ma mi ha fatto riferire che era impegnata. quindi.. anche per questo mi chiedo se abbia senso andarci per un ultima volta e dopo 30 min farla finita, non c sarebbe senso e interesse credo.
forse sbaglio io non so.. non saprei proprio come si dovrebbe comportare una psicologa in questi casi, so che comunque quello che voglio e devo fare libererà più di qualcuno da un bel peso e soprattutto mi libererò io.
grazie delle risposte ricevute
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile ragazza
I miei colleghi Dr.ssa Pileci e Dr. Del Signore sono stati molto accoglienti, partecipi, generosi....si è sentita compresa da loro? Se è un si, come mi pare di aver compreso, questa è la dimostrazione che può trovare persone dalle quali si sente compresa e, in questo caso, nulla le vieta di cambiare psicoterapeuta (in accordo con lui/lei) anche mille volte fin quando non avrà trovato quella/o che percepisce essere adatta/o a lei. Questo rientra in un suo diritto, ma se, come dice il Dr. Del Signore la sua è una mancanza di integrazione fra le due parti, incominci ad ascoltare cosa dice a se stessa..Si auto-critica e auto-giudica in ogni frase, come se ci fosse sempre dietro un: dovrei essere così, dovrei essere cosà.....etc... mai una accettazione per ciò che lei è e per ciò che adesso ha. Questo le darebbe la forza di farsi accettare anche dagli altri. Non si misuri con gli stereotipi del momento e di una determinata cultura e provi semplicemente ad accettare se stessa. È quella parte iper critica che desidera uccidere, come le ha detto il Dr. Del Signore, non certo l'altra sua parte, fatta di sensibilità, di sogni, di possibilità che si leggono nei suoi post.
Come vede ci sono già due cose da fare per poter cambiare qualcosa sulla scia di quanto sopra suggeritole dai colleghi...
Ma se vuole gliene fornisco anche una terza in aggiunta; non so se lei ha fede o crede in Dio.
In base ai principi della religione cattolica, il suicidio conduce a dannazione eterna (raccontata in mille modi ma non certo gaudiosa) e poiché, anche se non si ha fede, il dubbio che ciò possa avvenire davvero resta, dal momento che tutti, scienziati compresi, sono concordi nell'attribuire alla meraviglia dell'Universo significati più profondi, lei che si ucciderebbe per non soffrire si troverebbe poi a soffrire in eterno! Non è paradossale? E badi bene non è una osservazione moralistica bensí realistica. Cerchi un padre spirituale, un intelligente teologo e ne parli anche con lui. Cerchi di avere qualche info in più, vedrà che troverà braccia aperte anche lì. Inoltre lei che pensa di non interessare a nessuno da viva, pensa di poter destare interesse quando, come accade sempre, il suo volto resterà sfumato nella memoria di tutti, a parte in sua madre. Questo per una umana legge della natura. Non vale la pena di fare qualche pianto in questa vita cercando di cambiare le cose?
Come vede a noi, in questo sito, lei ha destato interesse, eppure appena la conosciamo. La Dr.ssa Pileci ed il Dr. Del Signore l'hanno accolta ed ascoltata con interesse.
In ultimo voglio raccontarle la storia di una mia paziente che dopo aver perduto una persona molto cara ne ricordava l'ultima frase: "Questa vita è una valle di lacrime ma io piango volentieri e voglio starci!" Aveva un male incurabile e soffriva moltissimo, eppure amava la vita. Non fu possibile per la mia paziente fare nulla per trattenere in questa valle di lacrime il suo amore, ma davanti alle tristezze questo inno alla vita è per lei il dono più grande.
In ogni amore per qualsiasi cosa c'è un pizzico di nostalgia, qualche passione non corrisposta fino in fondo, qualche dolore, qualche fraintendimento, qualcosa in cui l'uno non si sente compreso e accolto dall'altro o dagli altri, ma proprio questa é la testimonianza che esiste l'altra parte. Il buio ci racconta la luce.
Porti dal parrucchiere la sua metaforica Medusa con le testa arruffata di serpenti ed incominci da qui per accettarsi, amarsi e cambiare ciò che non le piace.
Non intendo assolutamente interrompere la sua ultima comunicazione con il Dr. Del Signore, mi sono inserita soltanto perché anche a me ha destato interesse la sua storia.
Auguri

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

Disturbi di personalità

I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.

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