Antidepressivi e cancro

Egregi Dottori, sono una paziente che ha fatto uso da anni a fasi alterne di farmaci antidepressivi per problemi di ansia e ipocondria, ora sono di nuovo in un periodo di forte crisi e avrei bisogno di cominciare di nuovo a prendere farmaci, ma sono molto impaurita perché ho letto in un articolo da archivio del Corriere dal titolo "farmaci che aiutano i tumori" (del lontano 95) che una ricerca seria canadese dimostrava che nei topi la somministrazione di antidepressivi a basse dosi aveva fatto aumentare molto la massa tumorale, inoltre anche la dott. Lisa Cosgrove ha raccolto ben 61 studi che fanno sospettare una pericolosità in senso cancerogeno degli antidepressivi. insomma pare che il sospetto sia fondato, e non in siti fasulli, ma su articoli seri.
Purtroppo in internet non sono riuscita a trovare una sola ricerca che sostenga invece il contrario, anche il mio psichiatra, nonostante mi avesse detto dell'esistenza di molti studi che dimostravano la non pericolosità, non mi ha fatto leggere proprio niente di niente in proposito e ultimamente ha ammesso che non sono state fatte ricerche che dimostrano la non cancerogenità perché non sono ritenute necessarie, Aiutatemi, vi prego, sono molto impaurita e forse leggere anche solo qualche articolo di smentita mi aiuterebbe ad assumere con maggior tranquillità un farmaco di cui ammetto di aver bisogno.
Grazie
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Se l'articolo del '95 fosse stato confermato da altri studi e dai fatti gli antidepressivi sarebbero oggi fuori commercio, le garantisco che nessuno di noi desidera provocare una grave patologia ai propri pazienti. Non ha trovato smentite perché raramente questi vengono eseguiti per mostrare cosa un farmaco NON fa. D'altro canto molti antidepressivi hanno attività anti-infiammatoria e la cura della depressione permette una miglior difesa dell'organismo dagli agenti patogeni.
Non mi risultano agenti cancerogeni tra i comuni antidepressivi, in ogni caso potrebbe selezionarli in base alla "anzianità di servizio", da più tempo vengono utilizzati e più siamo sicuri di conoscerne effetti positivi e negativi.
Sono stato per anni consulente psichiatra dell'IEO, l'istituto oncologico di Veronesi, e gli antidepressivi erano tutt'altro che malvisti nei pazienti che ne avevano bisogno.

Con ossequio

MS

Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

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dopo
Utente
Utente
Mi scusi la replica, ma esistono almeno dati raccolti su un certo numero di pazienti che hanno utilizzato gli a ntidepressivi da cui si può concludere che non aumentano il rischio di cancro? Altrimenti devo tristemente concludere che le uniche ricerche eseguite ipotizzano che siano cancerogeni, e tali ricerche non sono state confermate ma nemmeno smentite, lei poi mi parla di "fatti" che non le hanno confermate, ma quali sarebbero questi fatti? io comunque dovrei assumere entact, che ne pensa?
Grazie di nuovo
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Comprendo i suoi dubbi. La non cancerogenicità viene verificata PRIMA di mettere in commercio un farmaco. Da venti anni gli attuali serotonergici non sono stati mai "incriminati" in tal senso (non conosco le fonti di quell'articolo del Corriere). Al contrario il capostipite degli SSRI, il Prozac, è ritenuto utile nel trattamento del cancro e non solo come antidepressivo (Dr Dan Peer del Department of Cell Research and Immunology della Tel Aviv University).

Detto questo, tutto è possibile ma al momento non esistono prove della cancerogenicità degli antidepressivi ed io continuo a prescriverli ai miei familiari quando necessario.

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Utente
Utente
Provi per favore a leggere l'articolo di cui parlo ecco il link

;http://archiviostorico.corriere.it/1995/gennaio/30/ANTIDEPRESSIVI_CHE_AIUTANO_TUMORI_co_0_9501307052.shtml,

si parla proprio del Prozac come farmaco (stranamente se somministrato a basse dosi, e non a dosi alte come nelle ricerche fatte prima di mettere in commercio il farmaco, è sconvolgente!) che faceva aumentare in breve tempo la massa tumorale nei topi, a me sembra una ricerca seria tanto è vero che è stata pubblicata anche su riviste scientifiche autorevoli, forse poi è stata "affossata" dalle case farmaceutiche per evidenti interessi

mi scusi ma questi studi sulla non cancerogenità che Lei dice vengano fatti prima di mettere in commercio il farmaco, ovviamente sono condotti dalla casa farmaceutica stessa credo, o no?


scusi ma non ha risposto alla mia domanda sui quali siano i "fatti" che non hanno confermato tale ricerca, io pensavo di aver inteso il fatto che la gente non si sia ammalata di cancro prendendo psicofarmaci, mi dica per favore se ho inteso male o se ci sono dati in tal senso
Grazie e scusi di nuovo



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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
ha inteso bene, anche quello è un "fatto". Con questa conversazione mi sta un po' tramutando in un paladino delle case farmaceutiche :)
mi creda, non lo sono. Leggerò volentieri l'articolo
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Utente
Utente
Sarei lieta di conoscere il suo parere riguardo all'articolo, grazie
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Conosco molto bene Cesare Peccarisi che è giornalista e neurologo, ne parlerò con lui, lavora al Besta qui a Milano, abbiamo anche pubblicato insieme.
L'articolo sembra ben fatto ma credo che sia unico, si tratta di topi (ma comunque questo non esclude un possibile effetto simile sull'uomo) e, soprattutto, l'effetto si verificherebbe su tumori già sviluppati. Quindi i farmaci (fluoxetina e amitriptilina) non vanno definiti cancerogeni, semmai pro-cancerosi.

Che dirle, approfondirò senz'altro la cosa, in vent'anni di professione, letture e congressi il problema non mi è mai stato presentato ma colmerò comunque la lacuna

un caro saluto

[#8]
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Utente
Utente
La ringrazio molto per aver preso in considerazione seria l'articolo, il mio psichiatra non l'ha fatto, mi permetto di segnalarLe anche questo
:http://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/5464-antidepressivi-e-tumori-quale-relazione

e Le chiedo se posso sapere qualcosa su eventuali ricerche o smentite che hanno seguito quella pubblicazione dopo che avrà parlato con l'autore dell'articolo

Io nel 2007 ho assunto per pochi mesi Mutabon che contiene amitriptilina e proprio in quel periodo un fibroadenoma mammario che non avrebbe dovuto aumentare di volume vista la mia età (ora 50) è cresciuto in breve tempo fino a rendersi necessario l'intervento di asportazione che ha rivelato essere un fibroadenoma ma con atipie. Secondo Lei può esserci relazione?


Poi ho assunto per diversi anni sereupin (anche per lunghi periodi a basse dosi, secondo quella ricerca le più pericolose) e ultimamente efexor, ora dovrei iniziare terapia con entact ma, pur stando molto male, continuo a rimandare per la forte paura
che anche altri antidepressivi possano avere relazione con il cancro, La prego mi dia un suo parere su cosa dovrei fare.
Grazie infinite
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
star male, non curarsi, non è una condizione innocua, comporta spesso anche una minor efficienza immunitaria e quindi il rischio di varie patologie. Inizierei l'entact senz'altro
Nel frattempo le prometto di raccogliere notizie aggiornate e pubblicare i risultati nellenews del blog di Medicitalia, se non addirittura un articolo Minforma

Cordialmente



MS


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Utente
Utente
Infatti sono molto impaurita anche perché ho letto di molti studi che ipotizzano una relazione tra ansia-depressione e cancro, ho letto però anche delle smentite, Lei che è stato anche consulente allo ieo (che frequento per patologia mammaria benigna )cosa pensa? Io che che ho vissuto circa 5 mesi di ansia pesante sommati ad altri brutti e lunghi periodi negli anni passati, sono veramente a rischio?
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Io non credo, lo stesso Umberto Veronesi anni fa era parecchio scettico sulla associazione diretta tra depressione e tumori... ora mi sembra sia più possibilista :)
Tuttavia tenga presente che l'associazione c'è ma solitamente occorre uno stress di una certa entità che si prolunghi molto a lungo, inoltre occorrono verosimilmente altri fattori predisponenti.

Non si preoccupi e mi stia bene, anzi benissimo


PS non ho scordato la mia promessa e mi sto informando nella maniera più attendibile possibile. Nella vita le certezze assolute sono poche, meglio parlare di rischio più o meno elevato.

Lunedi inoltre conto di chiamare il Dr P.A: dello IEO per avere un parere anche dal punto di vista oncologico
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Utente
Utente
Grazie Dottore per l'ascolto che mi dà, se approfondirà l'argomento e scriverà articoli che non vedo l'ora di leggere, gradirei
un Suo parere anche su quell'altro articolo che Le avevo segnalato, perché non si parla di topi, ma di donne:

p:http://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/5464-antidepressivi-e-tumori-quale-relazione

Inoltre ho fatto un'altra scoperta proprio in medicitalia: mettendo come titolo "zoloft e cancro" nei motori di ricerca appare un consulto dove si parla del rischio cancro scritto nel bugiardino dello zoloft, al paziente i medici rispondono che si tratta di un
rischio legato all'aumento di prolattina e segnalano un articolo in inglese che io non sono in grado di leggere, anche questo mi
ha spaventata perché sapevo che questi farmaci potessero dare aumento di prolattina (come presumo mi sia successo in passato perché avevo secrezioni al seno), ma pensavo che ciò non fosse da mettere in relazione con il rischio cancro!

Lei dice che in 20 anni non ha mai trovato niente ma possibile che le trovo tutte io?

Grazie Cordiali SAluti
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Esatto, in 20 anni mai nessuna prova certa e tutt'ora i risultati definiscono due situazioni precise:

Il rischio sale con

- paroxetina durante il trattamento con Tamoxifene a causa dell'interferenza farmacologica che indebolisce l'efficacia di quest'ultimo

- iperprolattinemia prolungata (frequente con i neurolettici, meno frequente ma non rara con alcuni SSRI)

i valori della prolattina vengono controllati in terapia, alcuni psichiatri non lo fanno di routine ma solo quando si presentano sintomi di iperprolattinemia

In tutte le altre situazioni sostanzialmente non esiste certezza perché i pz sono in trattamento per depressione che, in quanto tale, può favorire le neoplasie.
Occorre uno studio che valuti il rischio in pazienti non depressi o ansiosi che assumano antidepressivi solo a fini di ricerca ma non ho ancora trovato niente.

Ho sentito il dr PA dello IEO come le avevo promesso, lui però non ha dati (è un chirurgo) ma mi ha promesso di informarsi chiamando gli Oncologi così avremo un parere loro a breve.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Dunque
gli oncologi dello IEO interpellati non ritengono che gli AD causino o facilitino le neoplasie e non danno indicazioni in tal senso ai pazienti (questo potrà verificarlo di persona, visto che conosce bene la struttura). L'ultima Dottoressa interpellata mi ha informato che (per quanto riguarda gli antidepressivi e il Ca mammario trattato con Tamoxifene in postoperatorio) loro preferiscono sostituire la paroxetina con la venlafaxina.

La letteratura è importante e continuerò ad informarmi ma, se una struttura di Ricerca (che quindi anche di letteratura scientifica vive) come lo IEO non ha alcun "warning" da trasmetterci sugli antidepressivi io sarei piuttosto tranquillo

La CERTEZZA ASSOLUTA, poi, non è comunque di questo mondo e quindi Lei sarà ovviamente liberissima di regolarsi secondo il suo giudizio

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Utente
Utente
Grazie per le risposte, ma ora oltre a tutti i fattori di rischio che già ho, mi preoccupa la prolattina, in effetti ricordo che il periodo
nel quale ho cominciato a notare aloni chiari sul reggiseno corrisponde all'inizio anni fa del trattamento con antidepressivi, non
ho mai verificato con analisi il valore della prolattina (so che sale anche per lo stress, quindi per me è un po' difficile sapere la causa) ma queste macchie le ho sempre notate e i medici dello ieo che mi controllano regolarmente non hanno mai dato importanza,
Lei sa se esistono antidepressivi che non danno il rischio di far aumentare la prolattina? Ora ho iniziato la terapia con entact e sul foglietto (come su tutti quelli che ho usato) c'è scritto.
Grazie di nuovo
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Gli AD vengono considerati in generale come possibili fattori di incremento della PRL e la risposta è soggettiva. Il metodo più sicuro è valutare la PRL (esame semplice) ogni 5-6 mesi durante la terapia

Ora, cerchi di ridimensionare il problema, gli stessi oncologi lo considerano un fattore molto marginale. Anche la nostra stretta corrispondenza non è così corretta professionalmente perché alimenta i suoi comprensibili spunti ipocondriaci. Ho preferito fin qui non sottrarmi al suo "pressing" per non sembrarle non interessato o superficiale.

Il consiglio ora è uscire da questo vortice che abbiamo "creato" e rivolgersi direttamente al suo specialista per ulteriori dubbi. La conosce e saprà fino a che punto sostenere le eventuali domande, dubbi etc.

Lei si sta curando con escitalopram e questo senz'altro le sarà d'aiuto, secondo me è la scelta migliore

Un caro saluto

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Utente
Utente
Lei ha perfettamente ragione e La ringrazio per La Sua infinita disponibilità, purtroppo lo specialista che mi cura non è per niente disponibile, Le chiedo solo due ultime domande per poter dormire un po' più serena:

-parlando del rischio prolattina Lei afferma che gli stessi oncologi lo considerano un fattore molto marginale, si riferisce agli oncologi da Lei interpellati?

-Se un paziente in terapia ha la prolattina alta confermata dalle analisi è opportuno sospendere gli AD?

(è vero che gli studi sulle donne in cura con ad che si sono ammalate di cancro più delle altre potrebbero essersi ammalate
per depressione, ma nello specifico del cancro al seno esiste una ricerca danese che ha riscontrato che stranamente lo stress
non aumenta il rischio di cancro al seno perché fa produrre meno estrogeni (fonte dott Catania su medicitalia)


Potrò leggere Suoi articoli in merito, dove eventualmente?
Grazie infinite e spero proprio di non doverla più disturbare, Ha fatto anche troppo
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
1- sì quelli interpellati, ma fra loro parlano tutti :)

2- non necessariamente, lo valuta il medico in base ai valori, alle condizioni dell'umore etc


cari saluti
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Utente
Utente
Scusi, lo so, avevo promesso di non scrivere più......ma ha poi sentito il Dott Cesare Peccarisi, autore del famigerato articolo sui
topi? Io continuo ad avere paura che con la terapia i numerosi fibroadenomi che ho al seno aumentino di volume...e chissà cos'altro, quell'articolo sui topi non riesco proprio a scordarmelo...
Mi perdoni di nuovo e se può mi risponda, grazie
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Mantenga le promesse, è terapeutico per il suo disturbo :)
Peccarisi è fuori in questo periodo ma lo vedo quando sono al Besta, se mi dovesse dare informazioni interessanti le farò sapere
I fibroadenomi non aumenteranno e non mi pare che le abbiano riscontrato una iperPRL
La smetta di tormentarsi e si curi con serenità

buona domenica

[#21]
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Utente
Utente
Chiedo di nuovo aiuto a Lei dott. Savino elencando in breve i miei sintomi, che ho cominciato a notare alcuni giorni dopo l'assunzione di efexor 75 mg

-mioclonie (in fase di relax)

-clono spontaneo (così ha definito un neurologo che mi ha visitato il movimento incontrollabile che gli ho riferito compare, a volte, alla gamba, specie dex ma a volte anche sinx, quando è in tensione, cioè sollevando un po' il tallone con appoggiato l'avampiede, (più costante e con maggior potenza nei giorni successivi all'inizio della terapia, ora molto più saltuario e lieve, sono sicura che prima dell'assunzione del farmaco non era presente

-tremori saltuari alle dita della mano (più dex, poco sinix)

-moderato sudore notturno accompagnato da leggeri brividi
(anche questi sembra vadano diminuendo)

-riflessi osteotendinei vivaci (rilevati alla visita neurologica)

Sia il neurologo che la psichiatra escludono la sindrome serotoninergica, affermando che se l'avessi starei molto male, ed in effetti le mie condizioni generali sono buone, ma allora come è possibile che i criteri per la tossicità da serotonina di
HUNTER richiedono che un paziente abbia assunto un agente serotoninergico e soddisfi UNA delle seguenti condizioni:

-CLONO SPONTANEO ( secondo tali criteri BASTA SOLO QUELLO PER DIAGNOSTICARE LA S.S.???????) dottore per pietà mi può spiegare se può trattarsi dello stesso clono che ho descritto io, (che peraltro anche molti miei familiari hanno in alcuni momenti)
ecc, non cito gli altri ....

Secondo i criteri di Sternbach, per la diagnosi ne bastano TRE: (io di questi ne avrei addirittura 5!!!!)
Agitazione, Alterazioni comportamentali (stati confusionali, ipomania), Mioclono, Iperriflessia, Sudorazione, Brividi, Tremore, Diarrea, Assenza di coordinazione dei movimenti, Febbre.”

Vi prego di aiutarmi spiegandomi :

-La comunità degli psichiatri ritiene validi i criteri suddetti?

-Si può avere la S.S. anche avendo SOLO uno (HUNTER) o tre (STERNBACH) di quei sintomi e niente altro, cioè stando in generale bene?

Vi chiedo la cortesia di non rispondermi che devo rivolgermi ai miei curanti perché l'ho fatto ma su questo discorso non ci intendiamo, loro insistono che se avessi la S.S. starei molto male, ma allora c'è un'evidente contraddizione con i criteri diagnostici che vi chiedo cortesemente di aiutarmi a comprendere
Grazie infinite, semplicemente vorrei capire
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Già le è stata data risposta in merito nei suoi lunghi consulti.

Sarebbe il caso che capisca che la sua terapia non riduce tutti i suoi sintomi incluse le sue fobie.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Utente
Utente
Tengo a precisare che i sintomi che ho elencato sono sicuramente comparsi dopo l'inizio della terapia (circa un mese fa) (escludendo la iperriflessia che mi rilevato alla visita il neurologo, non posso sapere se l'avevo anche prima) .
Sono stata definita fissata e fobica, mentre ho chiesto soltanto dei chiarimenti su un quesito scientifico al quale continuo a non ricevere risposta, mi appello di nuovo a un medico di buon cuore che vorrà avere la volontà di aiutarmi e non farmi soffrire ulteriormente.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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