Una fiamma che mi brucia la vita

Salve psichiatri.

Questo è il mio terzo consulto in questo sito (sarà perché non ho niente da fare e vi rompo le scatole).
I primi due li ho messi in psicologia, ma qualcosa mi dice che adesso sia meglio provare qui.

Purtroppo devo dire che certe giornate ho l'impressione di giungere quasi al limite (oggi non è una di queste): irritabilità, umore depresso, disperazione, confusione, rabbia e stanchezza, della vita, della società, di me stesso, della mia famiglia, delle mie sventure, di ogni cosa, ma soprattutto si tratta di una immensa fatica tangibile a livello fisico: cammino come uno zombie, a volte le gambe cedono su se stesse e tendo a inchinarmi; sento come se dovessi sostenere il mio peso triplicato. Ogni movimento sembra che risucchi una gran quantità di energie.
La brutta sensazione di questa stanchezza è davvero indescrivibile.

La cosa peggiore è che mi sento vecchio. Parlo come un vecchio, penso come un vecchio. Vedo la mia fine vicina come farebbe un vecchio.


Mi sento inutile. Mi sento male. Mi sento anche sprecato. Sarei potuto essere molto diverso se le cose fossero andate per il verso giusto. E visto che sono così, quelle poche fortune che ho, sarebbero potute apparterere ad altri e mi sarei anche risparmiato la pena della vita.

Il futuro me lo immagino tinto di nero. Vedo un triste passato e un doloroso presente.


Sono anche furioso; nella mia mente si avvia una reazione a catena di pensieri violenti e rabbiosi; uno tira l'altro e pensiero dopo pensiero mi sento consumare dentro come una fiamma che mi brucia la vita.


Sono stanco di vivere soffrendo. Vorrei essere veramente felice almeno una sola volta.
Oppure se è impossibile, vorrei semplicemente scomparire.




Mhh, ora che ci penso, non so perché vi ho scritto qui. Sono intollerante ai farmaci quindi una terapia farmacologica è categoricamente esclusa.
Forse perché l'ultima volta non sono rimasto soddisfatto dall'altra parte.
Comunque, ho capito che non ci sono consulti che tengono. Devo cavarmela da solo in questo postaccio inospitale.
Aspetterò Settembre quando dovrò cambiare vita, anche se già so che finirò dalla padella alla brace.
Se così davvero fosse, dovrò inventarmi un modo per farla finita.
E' impossibile essere me. Non riesco più a sopportarmi.

Sono stanco.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Probabilmente la sua situazione andrebbe valutata da uno specialista direttamente, ma lei appare essere refrattario sia a ricevere consigli che applicare ciò che le può essere utile per risolvere la condizione che sta vivendo in questo momento.

Dovrebbe prendere la giusta decisione di farsi visitare direttamente.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Grazie per la risposta.

Ha modificato il titolo perché al posto di "sono stanco" forse è comparso solo "sono".
Non ha importanza, ha fatto bene.


Ci sono una serie di motivi per cui trovo difficile chiedere aiuto ad uno specialista:
* un brutto passato con i dottori;
* ho una ossessione nei confronti del denaro;
* dovrò andare all'università, quindi, anche per il motivo precedente, non trovo molto corretto spendere altri soldi per questi motivi quando poi in realtà la mia vita si metterà praticamente in pausa per diversi anni.

Ciò che sto andando a studiare mi distruggerà il cervello, ammesso che io sia in grado.
Anche se per miracolo dovessi stare bene dall'oggi al domani, avrebbe poca importanza durante quel periodo perché, come ho detto, l'unico passatempo della mia giornata dovrà essere quello di studiare come un cane.

Senza contare che ho avuto diversi anni in cui mi sarei potuto divertire, ma a causa delle mie sventure (e quando ci penso mi sale una rabbia feroce) sono rimasto chiuso e asociale.

Dentro di me c'erano delle potenzialità anche in questo senso: ricordo che quando ero bambino ero "il vero me". Poi qualcosa è cambiato...


In ogni caso, lei dice che non voglio applicare ciò che mi può essere utile, ecc... Mi può fare un esempio, per favore?
Lei ha ragione, comunque, le troverò subito una scusa (come ho già fatto adesso per la visita da un professionista). Ma non lo faccio apposta.


Mi rendo conto, e mi hanno fatto anche notare, che sono in grado di analizzare lucidamente la situazione, ma nel momento di agire sono zero totale (qui però mi riferisco ad altri problemi).
[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
La mia sfiga diventerà leggendaria un giorno.


Sono in grado di comprendere il mio errore quando tiro in ballo l'ossessione per il denaro (ho una personalità moderatamente ossessiva, non solo per questo oggetto), ma quando si tratta delle mie esperienze passate, sono stato vittima di ogni cosa di terribile senza che io potessi fare granché.

A cominciare da un carattere infantile troppo particolare: molto monello e agitato, ma nonostante questo troppo debole; ho assorbito come una spugna le esperienze negative e a causa di queste ho costruito una corazza d'acciaio dalla quale non sono in grado di liberarmi per vivere una vita vera.

Ho "imparato" a essere asociale perché "ero strano" e i miei compagnetti mi trattavano da tale.
Mio cugino mi rimproverava per come mi comportavo con gli altri e in particolare con le ragazze; adesso le ragazze costituiscono la difficoltà più grande dell'ansia sociale.

Intanto da piccolissimo sono iniziati i primi "giochi sessuali" infantili che sono diventati più gravi del dovuto.
Quel momento mi ha distrutto la vita per tutti i giorni a venire. Ci penso e dalla rabbia vorrei quanto meno strapparmi la faccia.

E mio padre che era (ed è) eccessivamente nervoso mi ha trasmesso questo umore e la paura nei suoi confronti e la debolezza nei confronti delle persone.

Poi vado dai dottori e non ce n'è stato uno che, non dico mi facesse stare meglio, ma che almeno non mi facesse stare peggio!!!


(senza contare i problemi dell'alimentazione)


Mi perdoni, ma secondo lei non ho il diritto di essere assolutamente incazzàto per come si sono svolti i fatti giorno dopo giorno nella mia vita inutile dal maledetto istante in cui mia madre ha avuto la brillante idea di farmi nascere?
Mia madre mi racconta che ho rischiato di morire per delle complicazioni post-parto; si figuri, così sfigato che ho mancato anche quell'occasione per togliermi di mezzo!

Sembra destino, devo vivere e soffrire fino alla fine.
[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Sentite, sarebbe carino ricevere qualche risposta e qualche suggerimento.

Io HO intenzione di cercare aiuto da parte di qualcuno, ma non qui e non ora. A settembre parto ed è inutile rivolgersi ad uno psicoterapeuta in questo posto: innanzitutto perché nei miei dintorni questo genere di "professionisti" fanno impallidire dallo loro ignoranza; e poi perché al massimo farei 4 sedute prima di dover partire.

Cercherò là, ne ho davvero intenzione, ma ho bisogno di tenermi a bada per il momento.


Quando ho iniziato a scrivervi oggi, non stavo male, ma dopo che ho raccontato alcune cose ho iniziato a sentirmi pessimamente!
In genere quando la cosa peggiora ancora di più, inizio ad avere pensieri suicidi e mi faccio del male (mi metto le mani intorno al collo, a volte mi do pugni sulla faccia), mi sdraio nel letto e succedono delle cose strane che non riesco neppure a raccontare.
E' come se la disperazione volesse uscire dal mio corpo e inizio a soffrire e risvoltarmi nelle lenzuola, a contorcermi da un dolore forse immaginario, piangendo.

E' orribile; non succede da un po' e vorrei che non succedesse più.

Quando sono così irritabile creo tensioni in famiglia e poi si viene a creare un circolo vizioso di nervosismo tra me e i miei genitori.
In questi casi basta una banalità per provocare il pandemonio: io che vado fuori di testa e inizio a urlare, divento isterico e incontrollabile. Anche questo, per fortuna, non succede da un po' (da prima del matrimonio di mia cugina a Maggio per il quale litigai con mia madre che non volevo andarci).

Ogni giorno mi sento abbastanza depresso e ho la sensazione che se succeda una sciocchezza, possa accadere tutto quello che ho raccontato.



Mi sento triste, solo e incompreso. Credo che partire in un certo senso possa giovarmi, cambiare ambiente, persone, ecc.... Voglio cogliere le opportunità (altrimenti avrei deciso di marcire dove sto ora, invece di scassarmi il cervello per tentare di costruirmi un futuro).

Io voglio stare bene davvero.
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Intanto potrebbe iniziare con una visita psichiatrica.

Potrebbe essere utile per capire quali siano le eventuali patologie presenti, potrebbero essere già trattate e poi potrebbe continuare nel posto dove andrà per studiare una cosa che le distruggerà il cervello perché dovrà studiare tanto e troppo.

Il problema è che potrebbe non giungere a nessun obiettivo se non decide di curarsi.

P.S. non ho cambiato io il titolo in quanto non ne ho la funzione, il sistema può selezionare alcuni titoli troppo corti per variarne il contenuto.
[#6]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Grazie davvero per l'ulteriore intervento.


Io non vorrei che lei creda che voglia insistere, però notando il fatto che oltre che essere psichiatra è anche psicologo, mi chiedo cosa la porti a "preferire" una visita psichiatrica rispetto ad una psicologica (forse la possibilità di ""spostare"" la terapia? sto capendo).

Purtroppo le esperienze più gravi le ho avute con i primi che non con gli ultimi.

Come ho detto, credo di essere intollerante ai farmaci e mi è capitato che il medico non ascoltasse i problemi che questi mi provocavano man mano che la dose venisse aumentata.
Considero normale che io adesso abbia paura di cadere nuovamente nella stessa trappola; se è vero che magari un altro farmaco possa farmi bene, con quale coraggio posso prendermi ancora dei rischi?
Purtroppo a causa della terapia ho rischiato di mandare in fumo l'anno scolastico (senza contare gli altri tipi di guai ben peggiori) ed ho addirittura preso un anno sabatico.
Non può succedere di nuovo, specialmente adesso.

Studiare mi piace per fortuna, ma non con una crisi maniacale, oppure mentre devo sentirmi stordito da altri tipi di medicine.

Queste rovinano il mio "equilibrio naturale" che sarà sì patologico, ma sempre meglio, ad esempio, di tutto quello che mi successe allora.


Sono convinto che tutti i miei sintomi, che sono in gran numero (sì, sono tanti, e si figuri che armonia tra di loro) siano così sufficientemente lievi, si fa per dire, da lasciare aperta la possibilità ad un percorso di guarigione meno pericoloso e magari più efficiente (anche se forse più difficoltoso).


Senza contare che, nei limiti delle mie conoscenze in materia, posso dirle di considerare l'approccio medico/psichiatrico sui disturbi mentali molto svantaggioso per motivi che non sto qui a spiegarle perché lei giustamente con le sue abilità certificate potrà facilmente contestare ed io, dal canto mio, non mi trovo in condizioni adeguate per poterle descrivere chiaramente le mie idee sull'argomento.


Grazie ancora per la risposta.
[#7]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Come vede non mi ero sbagliato già dalla risposta #1
[#8]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Sono disposto a ricevere ogni sorta di consiglio; ma questi vanno poi discussi.
Lei mi consiglia di fare una visita da uno psichiatra ed io le ho detto la ragione per la quale non lo ritengo adeguato.
Se dice, possiamo vedere come superare questi ostacoli. Mi sembra il passo iniziale.


Comunque oggi sto ancora male; a volte sembra che io abbia solo bisogno di un po' di compagnia per calmare il malessere. Questo strumento "compagnia" non lo ho, quando ce l'ho non riesco ad usarlo al meglio, forse la qualità di quello che posso usare è scadente.
Vorrei non sentirmi solo; ho l'impressione che la solitudine stia spegnendo la mia vita (che ogni tanto tende ad alimentarsi leggermente quando sto con qualcuno).

Mi sento vuoto, quasi morto. E stanco (anche fisicamente).


Potrebbe anche non essere questo. E' possibile che "realizzando i desideri" attuali io trovi un altro motivo per stare di merda.
Vedo che le persone sono infelici per tutte le ragioni del mondo: chi perché ha problemi veramente gravi (economici o di salute), chi è ricco perché vuole essere più ricco ancora, oppure al contrario perché vorrebbe fuggire momentaneamente dal proprio status. Chi non ha un lavoro, e chi ce l'ha perché guadagna troppo poco.
Sto iniziando a credere che la soddisfazione personale sia solo un miraggio per certe categorie di persone.

Se faccio parte di questa categoria, non ho intenzione di vivere inseguendo un miraggio.
Voglio inseguire qualcosa di concreto; un futuro e una buona salute mi sembrano attualmente un miraggio.
[#9]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Quella cosa che ho descritto ieri, che quando ero a letto mi venivano delle cose strane, una specie di attacco non-so-come-descriverlo.
E' successo di nuovo e adesso mi sento praticamente esausto.

Non voglio neppure provare a descriverlo; prima di chiudere totalmente con questa richiesta di aiuto on line desidero togliermi dalla coscienza una cosa che è rimasta sin da quando ho scritto la prima volta in quest'ultimo consulto. Una sciocchezza.


"Comunque, ho capito che non ci sono consulti che tengono. Devo cavarmela da solo in questo postaccio inospitale."
Ho l'impressione che questa frase sia susciettibile di fraintendimenti (soprattutto se letta velocemente) e non sarebbe giusto che venisse creduto che, non solo usufruisco gratuitamente del servizio, ma che anche dovrei considerarlo un "postaccio inospitale".

Infatti mi riferivo al mondo.
Un mondo che a quanto sembra non ha posto per le persone come me.
[#10]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La fa più difficile di quanto è realmente.

Deve affidarsi alle cure di uno specialista seguendone le indicazioni e rapportandosi periodicamente ad egli.
[#11]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Sono state due giornate parecchio difficili quelle di ieri e di oggi con questi nuovi avvenimenti.
Ho fatto molto preoccupare i miei genitori, ma comunque adesso mi sento abbastanza bene.

Avevo un misto di sensazioni abbastanza brutte, come ad esempio la morte che era vicina (o che la desiderassi) e di più sentivo come se stessi impazzendo, dato anche quello che combinavo mentre ero su quel letto.
Troppo dolore e sconforto.


Io la ringrazio per il tempo perso qui; prenderò il suo ultimo consiglio come "generico" e non come "deve trovare uno psichiatra che le prescriverà dei farmaci adeguati".

Se succede di nuovo, ho seria intenzione di rivolgermi a qualcuno.
[#12]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Succederà di nuovo e lei eviterà nuovamente di farsi curare.
[#13]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
La sua sembra quasi un profezia. Ma in realtà credo che sia la sua esperienza da medico a suggerirle un ritorno di questo stato (che ripeto, è abbastanza raro).

In realtà ora che ci penso non ho mai avuto modo di spiegare episodi del genere ai miei precedenti dottori. Ricordo, ad esempio, che quando ero eccessivamente nervoso succedevano delle cose abbastanza strane; una persona che vedrebbe da fuori direbbe semplicemente "è pazzo", "è fuori di testa" e probabilmente lo sono davvero in quelle circostanze.


Io desidero capire ed essere capito. Per questo motivo non sono d'accordo sul metodo psichiatrico per fronteggiare i disturbi mentali (alcuni, i più lievi diciamo).
La persona va analizzata nella sua interezza perché altrimenti si può incorrere in errori (e per favore, non dica che i medici non sbagliano perché, in quanto esseri umani, anche questi sono suscettibili di errori più o meno gravi).
Il secondo psichiatra al quale mi sono rivolto, considerato uno dei migliori della mia zona, mi ha veramente mostrato l'inferno con la sua "terapia".

Ho letto poco fa un articolo che dice che può essere pericoloso un antidepressivo ad un paziente bipolare. Io non so se soffro di quale forma strana di questa patologia, ma posso dirle che più mi sentivo male, più egli aumentava la dose (e più quindi mi sentivo male)...
Per la prima volta in tutta la mia vita ho iniziato a fumare gli spinelli (e a fumare), a tagliarmi le braccia, a pensare di volermi buttare dai ponti.
Non posso parlarle delle conseguenze nell'ambito sessuale. Cercavo sempre di litigare, desideravo dare botte, ma anche di riceverle. Ho litigato con tutti i miei compagni di classe. Ho rischiato diverse denuncie. Entravo di notte al cimitero a fare passeggiate. Ho speso tanti soldi a sciocchezze (forse per questo sono adesso ossessionato dall'evitare le spese inutili, tipo dei dottori che fanno perdere solo tempo).
E come è abbastanza chiaro, ho rischiato più volte di morire. Sacchi in testa, gas di scarico dell'automobile, siringa di aria o di altri liquidi, ecc...
Ho rubato. E desideravo ardentemente di punire e uccidere il prossimo. Regnava solo l'odio profondo dentro di me in quel periodo: odiavo me stesso e odiavo tutto.
E come se non bastasse, non mi è stato revocato il permesso di guidare durante questa fase. Una negligenza senza limiti!

Tutto questo è sparito quando ho deliberatamente diminuito e sospeso i farmaci. Sarà rimasto lo shock, sicuramente in qualche parte nascosta del mio carattere c'era una predisposizione a tutto questo.


Le ripeto: come devo fare a fidarmi ancora dei medici? Forse lei non crede totalmente alle mie parole? Pensa che stia "modificando" gli avvenimenti solo per portarli a mio favore?

Ho bisogno di capire e di essere capito. La soluzione (nel mio caso non gravissimo) può essere ricercata facendo appello agli strumenti che la mia stessa mente mi mette a disposizione.
Non ho bisogno di farmaci finché la situazione non diventi eccessivamente grave.


Mi serve un supporto di altro tipo, però purtroppo anche con gli psicologi ho avuto brutte esperienze, ma questa è un'altra storia...


Grazie.
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