Trattasi di disturbi dell'umore?

Buonasera, sono una ragazza di 28 anni. Sto insieme ad A. da 9 mesi. La conoscenza è abbastanza elevata per essere soli 9 mesi, visto che quasi conviviamo. Inizialmente si comportava come il fidanzato perfetto, poi dopo all'incirca 5 mesi hanno cominciato le litigate, che si ripetono circa ogni 10-15 giorni e hanno tutte alla base motivi più che futili. Lui esplode in crisi di rabbia (dove, tengo a precisare, si limita ad urlare, o tenermi il broncio per una- due ore) ogni qual volta crede che gli voglia meno bene (ad esempio, non mi ha rivolto la parola per un'ora quando gli ho detto che non sarei rimasta a dormire da lui, erano già alcune sere che vi restavo). Tengo a precisare che si tratta di una persona piuttosto inquieta mentalmente e fisicamente, ansiosa, insicura, tendente a una visione pessimistica della realtà esterna e delle persone, indecisa, afflitta da dubbi su qualsiasi cosa e che aspira alla storia d'amore perfetta, a sposarsi e ad avere dei figli, il tutto secondo una visione eccessivamente utopistica. Insomma è come se avesse un problema nella gestione della rabbia. Ha scatti d'ira e tendenze al vittimismo eccessivi rispetto alla causa scatenante. Quando poi ha sbollito tutta la rabbia, prova sicuramente dei sensi di colpa, riconosce che sono reazioni eccessive, il suo atteggiamento diviene remissivo e dolce, e tenderebbe ad evitare di parlare del litigio avuto. Di fatti ci riesco male perchè anche forzandolo un po' a parlare con calma e con dolcezza ottengo nulla o quasi, se non promesse secondo le quali cercherà di migliorare, che si sforzerà di controllarsi.. ma puntualmente dopo al massimo 15 giorni si ripresenta il problema.
La mia domanda è: ho a che fare con una persona con qualche disturbo psicologico in particolare? E nel caso, come devo comportarmi?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

se il suo ragazzo ha scoppi di rabbia dei quali poi si pente, chiedendole scusa, è probabile che abbia molta rabbia repressa e che i motivi di contrarietà anche più banali siano semplicemente delle occasioni nelle quali questa rabbia emerge. Sarebbe importante che capisse prima di tutto da cosa nasce questa emozione, per poter riconoscere cosa lo fa soffrire e quindi intervenire di conseguenza.

Il fatto che la rabbia emerga quando lei non è disponibile come lui vorrebbe ("non mi ha rivolto la parola per un'ora quando gli ho detto che non sarei rimasta a dormire da lui, erano già alcune sere che vi restavo") mi fa pensare che possa avere una certa paura dell'abbandono, dal momento che teme che lei non gli voglia più bene non appena si allontana da lui.

Sa che rapporti ha con la madre e il padre?
Da bambino ha subito degli abbandoni o dei lutti? Si è sentito solo?
Sa se veniva minacciato di abbandono per ottenere che ubbidisse?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta! Non sono a conoscenza di eventuali traumi o abbandoni infantili sia perchè sono solo nove mesi di conoscenza sia perchè è una persona molto introversa. Ogni volta che voglio farlo parlare è uno sfozo sovrumano sia per me che per lui. So però che il rapporto con i genitori è ora come ora abbastanza buono (soprattutto quello con la madre) ma che non lo hanno seguito particolarmente (in particolare il padre) ed era un po' lasciato a se stesso. Vive da solo dall'età di 25 anni e ora ne ha 29.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Forse si è sentito un po' abbandonato, al di là del fatto che questo fosse o non fosse del tutto vero, ma in ogni caso da come lo descrive mi sembra particolarmente sensibile alla paura dell'abbandono e tendente a reagire con rabbia quando si sente messo da parte, anche se ha avuto tutte le attenzioni fino a un attimo prima: questo mi fa pensare che abbia delle carenze affettive che non gli consentono di tollerare la distanza e che lo portano ad identificare allontanamento/abbandono e perdita dell'affetto come se fossero automaticamente dei sinonimi.

In questa situazione non dev'essere facile agire in modo tale da non risvegliare in lui le emozioni negative e probabilmente gli dovrà dare ancora tantissime dimostrazioni del fatto che non lo sta abbandonando e che non smette di volergli bene se si allontana temporaneamente.

Probabilmente è una persona che necessiterebbe di psicoterapia e se si creassero i presupposti per parlargliene le consiglierei sicuramente di farlo, per la serenità di entrambi.
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
"La mia domanda è: ho a che fare con una persona con qualche disturbo psicologico in particolare? E nel caso, come devo comportarmi?"
Cara ragazza,
che dirle. Davvero non è facile in un servizio on line dirle come si deve comportare con un ragazzo che a 29 anni ha ancora così tanta sete di attenzioni e, nel caso sente che gliene vengano elargite troppo poche, non sa ben reggre alla frustrazione e scoppia in attacchi d'ira.
Non sappiamo cosa lo spinge a comportarsi in quel modo e possiamo solo leggere che il suo comportamento, secondo come lei ce lo riporta, non è dei più equilibrati.
Sta a lei decidere se e per quanto tempo tollerare un simile suo modo di porgersi rispetto alla relazione ancor più se, una volta invitato a recarsi in terapia, dovesse rifiutare.
Provi. Con delicatezza, ma ci provi magari coinvolgendo la sua famiglia.
Non si aspetti salti di gioia però. Da nessuno di loro.
Le faccio tanti auguri.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

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Dr. Francesco Pietrini Psichiatra, Psicoterapeuta 59 4
Le consigli un percorso psicoterapeutico.

Dr. Francesco Pietrini - medico psichiatra