Ematoma sottodurale cronico sx

L'altro giorno mia madre di 84 anni, dopo aver mangiato ha perso conoscienza svenendo per circa 30 minuti. Dopo l'arrivo del 118 ha iniziato a riprendersi senza riportare gravi deficit. Portata in ospedale, è stata sottoposta a elettroencefalogramma con la seguente diagnosi: " attività elettrica di base nella norma su cui si iscrivono anomalie lente ad espressione sullemisfero di sx con sporadica tendenza di diffusione.". Successivamente la tc cranio + angio tc riferiva: "falce ipodensa falciforme extracerebrale a maggior spessore di circa 4 mm , avvolge a cuffia parte dell'emisfero sinistro come da ematoma sotto durale cronico. Sostanza bianca periventricolare sfumatamente ipodensa come da sofferenza ipossicocronica con chiazza di sfumata densità anche in sede nucleo basale e sottocorticale insulare bilateralmente. Calcificazioni delle pareti dei sifoni carotisei ed attualmente non evidenti aree di impregnazioni patologica endocranica dopo mdc ev. Lo studio angio tac delle principali arterie intracraniche non evidenzia alterazioni significative del loro calibro e decorso."
Preciso he mamma ha avuto un solo episodio del genere, ma i medici hanno diagnosticato e trattato l'avvenimento come "EPILESSIS FOCALE SINTOMATICA IN PAZIENTE CON EMATOMA SUBDURALE CRONICO PARIETALE SINISTRO"
La mia domanda è la seguente: è giusto trattare tale episodio di perdita di coscienza ( senza irrigidimento ma molto simile ad un sonmo profondo di incoscienza) come un episodio epilettico alla luce dei risultati diagnostici? INoltre visto che la mamma sta bene ed ha riprezo completamente la sua normale vita quotidiana deve essumere medicinali per epilettici ( TOLEP)? Sono molto preoccupato per la sua salute. Grazie per le vostre risposte.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Non si può dare una valutazione della terapia in atto, così a distanza e senza aver visto nemmeno l'ammalata.
Sicuramente, quella raccolta extra-cerebrale va tenuta d'occhio con controlli periodici (ad es. fra qualche mese) tacgrafici.
Se la raccolta tende ad ingrandirsi o, peggio ancora, se le strutture mediane tendono a spostarsi lateralmente, vi potrebbe essere pericolo anche per la vita, per cui andrebbe valutata urgentemenete la opportunità di eseguire un intervento di craniectomia per evacuazione della raccolta cronica.
Cordialmente

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta, comunque vorrei sapere se alla luce di quanto riferito in merito ai referti tacgrafici la perdita di coscienza per ben mezz'ora possa essere compatibile con l ematoma descritto. Ed inoltre stabilire se mamma vada trattata con terapia riferibile a epilessia. In base alla sua luminare esperienza lematoma è molto grave per posizione, dimensioni e condizioni descritte? Grazie.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
No, non è molto grave. Per questo dico di tenerlo solo sotto controllo periodico, per verificare che non si ingrandisca e, soprattutto, che non svolga una funzione compressiva su altri settori endocranici (anche una paresi controlaterale dovrebbe essere un segno d'allarme).

Per quanto concerne la terapia anticomiziale di cui mi parla, non sono in grado (a distanza) di chiarire il Suo dubbio. Caso mai ritornerei in argomento col Medico che la ha prescritta. Tenga, in ogni caso, presente che una terapia anticomiziale in corso non può essere sospesa di colpo nè può essere eseguita con irregolarità (quindi, non può farlo autonomamente il paz.), in quanto possono insorgere delle temibili complicanze.

A mio avviso, potrebbe essere utile eseguire, a breve, un controllo neuroradiologico e sentire il Medico che ha controllato la mamma fino ad adesso.
Rivisitando la paz., vedendo le più recenti immagini tac e rivalutando l'EEG si possono avere i necessari elementi per decidere anche in merito alla terapia prescritta.
Tenga presente che non è inusuale, per prudenza, tenere sotto copertura anti-epilettica paz. potenzialmente a rischio di crisi anche se, in passato, non hanno mai subito un attacco. In questi casi, quello che finisce per essere dirimente sulla condotta successiva è la presenza o meno di effetti collaterali per la terapia effettuata.
Credo di essere stato chiaro.
Auguri cordiali e, se ritiene, dia pure ulteriori informazioni.
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dopo
Utente
Utente
Grazie infinite per la sua esaudiente risposta, mi sono tranquillizzato un po di più in merito alla terapia anticomiziale e fra un mese e mezzo le farò sapere come saranno le indagine tacgrafiche ed esami.