Ernia l5 s1 (1)

Buongiorno!
La mia storia clinica di problemi alla schiena inizia più di dieci anni fa. A causa di un dimagramento piuttosto intenso e successivamente attività' sportiva di palestra eseguita in malo modo inizio ad avvertire dolori a livello lombare; a seguito di ciò' eseguo i miei primi esami che consistevano all epoca in lastra e successivamente risonanza. Gli esami fatti confermavano la presenza di modeste protusioni a livello di D11 D12, L4 L5 e, più marcata in L5 S1. Effettuo alcune sedute da osteopata provandone beneficio e i successivi 5/6 anni si susseguono abbastanza bene con alcuni episodi di lombalgia controllati con il modesto uso di FANS e altre sedute da osteopatia/fisioterapisti. Nel frattempo sospendo definitivamente la palestra e la mia attività' fisica prosegue con camminate in montagna, qualche sciata l inverno e l alternanza nel resto dell anno durante la settimana di nuoto, corsa e bici da strada. Due anni e mezzo fa anche a seguito di un sinistro stradale sul lavoro, inizio ad avvertire nuovi dolori a livello dorsale e lombare. Proprio a seguito di tale sinistro, e più precisamente nel marzo 2013 e dopo aver passato un inverno con diversi episodi in cui avvertivo intensa lombosciatalgia alla gamba sinistra in particolare nella posizione da seduto, effettuo una nuova risonanza che riporta la seguente diagnosi :
a livello D12 L1 è presente discopatia caratterizzata da ipointensità del segnale del disco interposto per fenomeni di degenerazione E disidratazione con minuta ernia sub legamentosa mediana non compressiva.
A livello L4 L5 disco degenerato con protrusione concentrica Del disco senza effetti compressivi sul contenuto E degenerazione artrosica del comparto articolare posteriore.
A L5 S1 anche questo livello disco degenerato con minuta ernia sub legamentosa posteriore non compressiva che impronta nettamente la faccia anteriore del Sacco durale E i recessi laterali bilateralmente .
Effettuo visita presso neurochirurgo il quale dopo visita e consulto della risonanza mi riferisce di non ravvisare indicazioni chirurgiche prescrivendomi terapia antinfiammatoria, antidolorifica e ciclo FKT. Dopo aver trascorso un anno relativamente tranquillo, mi imbatto in un nuovo autunno e inizio inverno con sporadici episodi di lombosciatalgia sinistra...comunque sopportabile, riferita solamente a alcune posizioni (seduto e in posizione eretta da fermo per lungo tempo) fino ad arrivare a Febbraio 2014. Da questo mese fino a fine Aprile si susseguono due crisi acute consecutive di lombosciatalgia sinistra che mi costringono quasi tutto il periodo a letto. Effettuo cicli di cortisone fiale (Bentelan) , terapia di supporto antinfiammatoria orale con FANS (Dicloreum) e antidolorifici (Coefferalgan e al bisogno Tramadolo gocce). La risonanza di controllo prescritta da neurochirurgo presso il quale mi sottopongo ad altra visita così' cita :
-continua-
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
attendiamo la seconda puntata
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dopo
Utente
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-continua dalla precedente-
A L4 L5 permane protrusione discale ad ampio raggio con impronta sul sacco durale senza segni
di coinvolgimento radicolare.
L5 S1 degenerazione discale assottigliamento nello stesso soprattutto sul versante posteriore E modesta ernia sub legamentosa mediana paramediana bilaterale con maggior focalità sul lato sinistro Dove il disco determina compressione sul segmento Intracanalare della radice S1.
Anche in questo caso il neurochirurgo consiglia di attendere, di proseguire con la terapia e mi consiglia di proseguire con la fisioterapia. Tale periodo infernale termina ai primi di maggio, periodo nel quale ricomincio a lavorare e a svolgere seppur moderatamente le mie attivita’ sportive seppur limitate in nuoto e qualche camminata in quanto non mi fidavo a correre e la posizione in flessione della bicicletta mi procurava fastidi a livello lombare.
Dopo aver passato un estate tranquilla, a parte ogni tanto qualche episodio di lombalgia, ma più nessun episodio di sciatalgia, il 22 settembre con uguale sintomatologia della primavera, mi blocco nuovamente.
Tutt’ora sono costretto a casa; solo da qualche giorno ho ricominciato a camminare seppure con busto e a riprendere una leggera fisioterapia.
Torno nuovamente dal neurochirurgo il quale mi prescrive altra risonanza che cosi’ cita :
Si confronta con risonanza del 18 febbraio corrente anno.
A L4 L5 invariata la protrusione discale mediana paramediana bilaterale che impronta il sacco durale.
A L5 S1 si conferma ernia discale posteriore ad ampio raggio che impronta il sacco durale con aumento di volume della componente molle posteriore mediana sn migliorata in basso per circa 12 millimetri nel recesso laterale sn di S1 Dove entra in conflitto con la radice nervosa S1.
Il neurochirurgo mi prescrive terapia antidolorifica con Lyrica 75 mg e Palexia 100 mg; dopo dieci giorni di uso di tali farmaci, a causa di continui episodi di giramenti di testa e vomito ho dovuto procedere a sospensione degli stessi. Ho effettuato nuovo ciclo di Bentelan fiale e ora come sostitutivo antidolorifico sto assumendo Targin 5 mg. Il medico questa volta mi riferisce che sebbene l indagine RMN non giustifichi più di tanto l intervento, tale e’ da considerarsi per la frequenza degli episodi nel corso dell anno. Pertanto vengo inserito in lista operatoria con aspettativa di chiamata intorno al 20 Dicembre!!! Il neurochirurgo stesso mi riferisce che se, a tale epoca in dolori scompaiono, dovremo rinviare l intervento a successivo episodio.
La fisioterapista dalla quale mi reco da ormai due anni è dello stesso avviso del neurochirurgo e lo stesso un fisiatra da me interpellato.
Le dimensioni e l ubicazione dell ernia in quasi due anni non sono cambiate, anzi, addirittura ora una parte della stessa e’ migrata. Mi si continua a dire che puo’ essere che prima o dopo la stessa si disidrati ma cio’ quest’ anno non è mai accaduto. E’ vero che i miei episodi acuti hanno una durata relativamente breve come intensita’ (da uno a tre mesi)…..gia in questi giorni ho ricominciato seppur col busto a camminare un poco…. ma se a Dicembre staro’ bene come quest estate (come probabile che sia…) devo aspettare ancora un altra crisi? Sono gia’ 4 i mesi di malattia questo anno e di assenza da lavoro cosa devo aspettare ancora? Quando arrivano questi episodi, anche se non ho mai avuto insensibilita’ a gamba e piede o particolare perdita di forza, i dolori sono lancinanti e non c’è farmaco che abbia un effetto positivo….nonostante abbia provato un po di tutto…alcuni come gli ultimi, pure con effetti collaterali disastrosi! Ora la mia domanda è la seguente. E’ possibile effettuare comunque l intervento anche se non in presenza di un quadro sintomatologico acuto o bisogna essere per forza in quella fase per poter rientrare nei “canoni” di intervento? Ringrazio anticipatamente per eventuali risposte.
Ugo Piardi
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. sigbnor Piardi,
per risponderLe con "cognizione di causa" dovrei visitarLa e visionare le RM effettuate.
Personalmente non sono d'accordo nel somministrare per periodi più o meno lunghi, farmaci antidolorifici, soprattutto quando la causa del dolore è nota.
Inoltre sappiamo (o dovremmo sapere) che i farmaci non curano la causa di una malattia, ma il suo sintomo, per cui la cosa più logica è intervenire sulla causa.

Inoltre la valutazione se intervenire o meno (e quando) scaturisce dall'attento esame del paziente,poiché l'assenza del dolore non sempre è un segno di guarigione o di remissione, in quanto può invece essere espressione di un danno della sensibilità e può preludere al danno motorio.

Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Egregio dottor Migliaccio,

mi trova assolutamente d accordo in ogni parola.
Infatti fosse per me, arrivati a questo punto, non vedrei l ora di farmi operare....
Vediamo come proseguono i prossimi giorni e se mi chiamano per l intervento; dal momento che comunque sono in lista, speriamo sia quanto prima..
La aggiornerò sui prossimi sviluppi...

La ringrazio per la celerità nella risposta .

Distinti saluti

Ugo Piardi