Attacchi di panico e tcc

Buongiorno,
Sono un ragazzo di 29 anni che da qualche mese ha sviluppato un disturbo da attacchi di panico.
I sintomi che mi affliggono spaziano dalla tachicardia alla sensazione imminente di perdita di coscienza con relative vertigini. Questi sintomi mi impediscono di vivere serenamente in quanto azioni di routine come lavorare, guidare o anche solo guardare un film mi provocano ansia estrema e panico.
A causa di questa situazione tre mesi fa ho deciso di rivolgermi ad un professionista. Lo psicologo in questione ( non sono sicuro che sia anche psicoterapeuta) afferma di praticare la TCC.
Durante il percorso però ho notato che il suddetto approccio si limita solo ad esercitare la mente a distrarsi durante il panico (per esempio contando le auto rosse o controllando il respiro) e all'abitudine rispetto alle situazioni temute (un approccio molto più "comportamentale" che cognitivo secondo me) senza dedicare più di tanto tempo al dialogo. Il problema é che dopo un periodo in cui effettivamente potevo constatare il miglioramento, mi ritrovo ora in una ricaduta che gli esercizi messi in atto finora non riescono a controllare completamente.
Chiedo a Voi quindi se questa é la terapia cognitivo comportamentale corretta.
Nel caso fosse il percorso giusto, mi consigliate di rivolgermi anche ad uno psichiatra per un eventuale terapia farmacologica?
Grazie molte
Cordiali saluti
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
solo uno psicoterapeuta può fare psicoterapia, può controllare qui se il suo curante sia abilitato, trova specidica annotazione sull'albo on line
www.psy.it

In merito ai suoi dubbi rispetto alla terapia legga qui
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html

Ha parlato delle sue perplessità a chi la segue?
Per quanto riguarda la terapia farmacologia può essere abbinata al trattamento psicoterapeutico o viceversa, ma solo dopo valutazione specialistica diretta (psichiatra).

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro ragazzo,

accolgo la riflessione di confrontarsi con il professionista che la segue e nel momento in cui si rende conto di non soddisfare le sue aspettative, può sempre in suo diritto volgere il suo sguardo altrove.

La psicoterapia appare d'obbligo, perché necessita di ascoltare i suoi bisogni e le sue emozioni... individuare l'origine dei suoi disagi, chiarificare, elaborare e ristrutturare il suo spazio vitale.

Attraverso un percorso di confronto riuscire, così, ad attivare un percorso di cambiamento...

Rimaniamo in ascolto


Un caro saluto
[#3]
Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta 123 2
Gentile Utente,
la psicoterapia cognitivo-comportamentale, oltre alle tecniche di stampo comportamentale (come ad es. l'esposizione enterocettiva) si avvale di tutto un lavoro da fare sulle cognizioni, quindi sui contenuti e sulle modalità di pensiero che alimentano e mantengono il disturbo di panico. In genere si condivide con il paziente il modo in cui i suoi pensieri e le sue emozioni tendono ad influenzarsi a vicenda, scatenando l'ansia acuta tipica del panico. Lei ha fatto questo tipo di lavoro con il suo terapeuta?

Le tecniche della quali parla lei (distrarsi contando le auto rosse) non sono tipiche dei protocolli TCC per il disturbo di panico. Possono servire al limite per placare l'ansia del momento ma non mi risulta che abbiano il potere di favorire un reale cambiamento nella persona.

Cordiali saluti,

Dr. Andrea Epifani - Bologna
http://BolognaPsicologo.net

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentili signori, vi ringrazio per le risposte celeri.
Per quanto riguarda la terapia che sto seguendo é presente una fase di esposizione enterocettiva(abituazione alle situazioni temute) con esercizi(iperventilazione, respiro tramite cannuccia esercizi fisici vari) oltre che alle tecnichee di distrazione. Purtroppo però non é presente la parte di dialogo. Fino a qualche giorno fa riuscivo a gestire bene il mio problema distraendomi durante le crisi(tant'è che con il mio curante si parlava di "mantenimento" con il prossimo appuntamento fra due mesi), ma oggi sono ricascato in una situazione che non riesco a gestire. So che può succedere ma io vorrei risolvere il problema alla radice eliminando i pensieri scatenanti, non solo essere capace di gestire l'ansia ed il panico. É possibile fare questo?
Infine, per rispondere alla vostra domanda, non ne ho parlato con il mio terapeuta in quanto ho il prossimo appuntamento a fine dicembre.
Grazie infinite
[#5]
Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissimo,

si può confrontare con il suo terapeuta e chiedere un incontro (un po' troppo tardo fine dicembre?!) e rivedere il contratto terapeutico, eventualmente, per riuscire a comprendere se può procedere nel suo percorso.

Ogni terapeuta, così come ogni cliente, è unico nella sua specificità e anche se i vari approcci possono essere "generalizzati", nella pratica non è realmente così.

Importante è quella fiducia incondizionata (alleanza terapeutica), che permette di attivare un processo di cambiamento, grazie al confronto delle dinamiche che si scatenano...

Se sente l'esigenza di andare nel profondo del suo disagio... ascolti i suoi bisogni e inizi a prendersi cura di se' !


Un caro saluto
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto