Acne psicosomatica

Gentili dottori,
sono una ragazza di 26 anni e soffro di acne (sul viso) da quando ne avevo 12.La causa è stata attribuita a ovaio microcistico e a squilibri ormonali e in questo periodo ho provato cure diverse: isotretinoina,pillola,creme,antibiotici farmaci omeopatici e fitoterapici,alimentazione a basso carico glicemico, con eliminazione di zuccheri raffinati,farine,ma anche latticini, carni rosse e affettati, ma il problema, dopo un lieve miglioramento, ritorna.Sono molto sfiduciata,dopo anni di sacrifici,soldi spesi inutilmente,mi sento ancora come quando ero adolescente. Visti gli insuccessi delle cure sto iniziando a chiedermi se la vera causa del problema fosse una componente psicologica, che non mi permette di guarire. Ho avuto tanti alti e bassi in questi anni,periodi di profondo sconforto,di solitudine,ma adesso mi sto chiudendo in me stessa sempre di più, rifiuto i contatti con l'esterno non voglio uscire per non dover incontrare la gente,usare chili di fondotinta (di uscire senza neanche a parlarne!), ben consapevole che era solo una copertura psicologica. Ho paura di dover affrontare il mondo, lo sguardo degli altri, preferisco privarmi delle uscite per non dovermi vergognare di me stessa, perché ogni volta che mi guardo allo specchio provo solo ribrezzo. Eppure,se penso al passato, non riesco a trovare il motivo dell'acne, riesco a vedermi solo con i brufoli, non nel periodo precedente, e questi sentimenti negativi ne sono stati la conseguenza. Sono nata in un paesino, da una famiglia cattolica, e a volte mi chiedo se questo potesse essere stata la vera causa, perché mi sento molto limitata nelle mie scelte, sopratutto nell'intimità. Però, prima di 4 anni fa, quando ho conosciuto il mio ragazzo, non avevo mai pensato al sesso. Anche appena fidanzata la vedevo come una cosa distante, e fino ad ora non ho mai voluto andare fino in fondo e avere un rapporto completo, anche se ci penso, lo vorrei, non riesco ancora a lasciarmi andare del tutto, a volte mi pento anche di quello che faccio. Eppure non ho sempre vissuto qui, ho studiato fuori,ma adesso mi rendo conto che non mi sono mai sentita veramente libera. Tranne mia madre,che mi dice di fare quello che sento,mio padre e tutta la famiglia vivono ovattati in un'idea che mi hanno trasmesso,e io,pur criticandola,mi sento in colpa a infrangerla e non voglio deluderli. Dopo la laurea sono tornata a casa, sono disoccupata e non faccio altro che pensare al mio problema tutto il giorno e anche se il mio ragazzo mi ama per come sono, io non riesco ad accettarmi: questo mi porta all'isolamento, non ho più la forza di combattere.Tutti mi dicono che non è grave ma per me è una malattia che mi ha corroso il viso e l'anima. Quella della repressione sessuale è una causa plausibile o potrebbero essercene altre? Credo di aver bisogno di uno psicologo ma non voglio più far spendere soldi ai miei inutilmente. Cosa mi consigliate?
Chiedo scusa per lo sfogo e ringrazio chi vorrà rispondermi,
Marina
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazza,

comprendo il suo sconforto e il suo " inguaribile " disagio e provo a fare delle riflessioni...

< Visti gli insuccessi delle cure sto iniziando a chiedermi se la vera causa del problema fosse una componente psicologica, che non mi permette di guarire. Ho avuto tanti alti e bassi in questi anni,periodi di profondo sconforto,di solitudine,ma adesso mi sto chiudendo in me stessa sempre di più, rifiuto i contatti con l'esterno non voglio uscire per non dover incontrare la gente,usare chili di fondotinta (di uscire senza neanche a parlarne!), ben consapevole che era solo una copertura psicologica. >

I suoi vissuti richiedono estrema attenzione, in quanto il disagio psicologico è " palpabile " e, a prescindere che ne sia la causa o no, ritengo sia opportuno una valutazione dei sintomi relativi alla solitudine e al rifiuto dei contatti sociali.


< Ho paura di dover affrontare il mondo, lo sguardo degli altri, preferisco privarmi delle uscite per non dovermi vergognare di me stessa, perché ogni volta che mi guardo allo specchio provo solo ribrezzo. >

La vergogna è un'emozione molto profonda, che lede il nostro Se' e la percezione di questa realtà...

< Sono nata in un paesino, da una famiglia cattolica, e a volte mi chiedo se questo potesse essere stata la vera causa, perché mi sento molto limitata nelle mie scelte, sopratutto nell'intimità. >

Il fatto di sentirsi "limitata" nelle scelte si aggancia alla poca o scarsa fiducia che si ha in se stessi e, di conseguenza, ad una bassa autostima.
Fondamenta del nostro percorso di vita, che ben va " indagato ", per le radici profonde ed arcaiche che sottiene.

< Però, prima di 4 anni fa, quando ho conosciuto il mio ragazzo, non avevo mai pensato al sesso. Anche appena fidanzata la vedevo come una cosa distante, e fino ad ora non ho mai voluto andare fino in fondo e avere un rapporto completo, anche se ci penso, lo vorrei, non riesco ancora a lasciarmi andare del tutto, a volte mi pento anche di quello che faccio >

Il suo racconto completa questa sua necessità di " essere " così come vorrebbe, ma che non riesce a concretizzare, perche' ancorata a "doveri", che le impediscono di rendersi automa e indipendente dal suo nucleo familiare.


Può rivolgersi ad un Consultorio della sua città, per un aiuto concreto ed, eventualmente, con un modesto ticket.

Provi, anche a confrontarsi con la sua famiglia ed il suo ragazzo, perché la sua sofferenza va "ascoltata" ed "accolta", affinché possa iniziare a vivere e a viversi l' esperienza di donna e riscoprire la sua tanto desiderata femminilità.


Di cuore,

luce in questo momento di buio...

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Causa ed effetto nei disturbi psicosomatici si intersecano e si confondono, infatti oggi in clinica si parla di approccio combinato.

Le malattie della pelle hanno tutte una notevole componente psicogena, la pelle è un "organo di confine" separa il nostro mondo interno da quello esterno.

Immagino il suo disagio e sconforto nel doversi obbligatoriamente truccare, anzi mascherare, per stare con la gente ...

In questi casi dermatologo e psicologo dovranno lavorare a braccetto

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it