Affettività insolita, non trovo un posto

Gentili medici,

non so come esporre la mia situazione perchè non è affatto semplice.

Comincio col dire che mi sento (anzi, so di essere) diversa.
Sono sempre stata una persona che sta molto bene con se stessa e tiene in modo vitale al proprio spazio e libertà. Non ho mai avuto grosse remore ad accettare quelle che reputo, appunto, le mie diversità. Le chiamo diversità perchè ad oggi, non ho ancora trovato un posto in cui sentirmi a mio agio, in ambito affettivo.

Da ragazza ho avuto esperienze sessuali come tutti, belle e brutte. Direi nella norma. Ma fatta eccezione per 2-3 ragazzi, non mi sono mai legata a nessuno. Di loro invece mi ero follemente innamorata. Poi è finita. E' passato del tempo ed è continuata anche la mia vita. Ma sempre nello stesso modo. Rapporti sessuali in calando, non che non abbia voglia, semplicemente sto bene anche senza, quindi se non trovo quella "persona speciale" che mi fa perdere la testa, posso anche evitare e ricorrere alla masturbazione, quanto necessario.

Il problema più grande per me è a livello affettivo, sempre in riferimento ad una eventuale coppia. Sono subentrate, non ricordo esattamente a che età, delle fantasie molto specifiche... che hanno qualche connotazione sessuale ma sono, per la gran parte, a livello affettivo. In poche parole: mi sento apprezzata e amata solo quando posso interpretare la parte di una cagnolina o gattina. Per me non è una recita perchè mi ci sento al 100% (non sempre! solo quando voglio stare bene con un uomo).

Ad un certo punto ho deciso quindi di attivarmi e cercare il modo di concretizzare queste fantasie, trovare qualcuno che mi apprezzasse in quella veste. Non sapevo dove cercare, infine sono approdata ai giochi di ruolo nel sadomasochismo. Ho conosciuto alcune persone che apparentemente avevano compreso il senso di ciò che dicevo ma poi, all'atto pratico, tutto è stato travisato e mi sono trovata in situazioni molto spiacevoli di cui avrei volentieri fatto a meno. Diciamo che ne sono uscita abbastanza traumatizzata perchè non era quello l'ambiente giusto.

Infine, ho anche conosciuto un uomo con il quale ho potuto sperimentare davvero questa situazione e dopo averla provata (qualche volta) posso dire di essermi sentita "realizzata". Ho potuto fare tutte quelle cose che farebbe una cagnetta vera, camminare a 4 zampe, mangiare e bere in ciotola, leccargli le mani... cosa che mi è piaciuta più di tutto. C'è stato anche del sesso che per me avrebbe anche potuto non esserci, almeno non in QUEL contesto. Ma va bene così.

Poi la frequentazione è finita, forse non era il top per quella persona.

Mi sento diversa ma non mi sento per niente malata. Vorrei solo trovare una persona che comprendesse questo mio modo sentirmi (ogni tanto) e manifestare e ricevere affetto (mi piace anche molto stare accucciata ai piedi ed essere accarezzata sulla testa). Ma odio la sottomissione e vorrei evitare quei contesti. Nè amo parlare di questo con chiunque.

Come potrei fare?

Grazie, saluti

[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
Abbiamo anche la sezione di "Psicologia" (dove rispondono gli psicologi), e, di primo acchito, ho pensato di reindirizzare la Sua richiesta a loro, ma Lei ha postato la Sua domanda nella sezione di "Psichiatria"... Perché Lei pensa che questa sia la sezione giusta ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,

ho optato per questa sezione perchè penso che uno psichiatra abbia una conoscenza più profonda, sia della mente che dei comportamenti.

Ho dovuto sintetizzare la conclusione del consulto per rientrare nei caratteri disponibili.

La mia reale difficoltà sta nel trovare il contesto in cui poter vivere questa "dimensione" nel modo in cui mi appartiene. Vale a dire in totale autonomia e libertà, senza alcun tipo di abuso da parte dell'altro (come ho avuto modo di sperimentare invece in ambito sadomasochistico a cui mi ero avvicinata tratta in inganno da alcuni annunci).

Faccio un esempio per chiarire meglio: per me sarebbe il massimo poter esternare questo modo di essere mentre l'altra persona è impegnata nelle sue cose, ad esempio mentre sta lavorando alla scrivania o mentre sta al pc o mentre sta guardando un film... un modo "alternativo" di manifestargli (e ricevere) affetto. Certe volte (perchè non sempre) preferisco stare accucciata (ma non in segno di sottomissione! piuttosto di "raccoglimento" ed essere accarezzata sulla testa piuttosto che stare accanto ed essere abbracciata. Mi piace anche questo ma se c'è solo questo, lo trovo un pò "freddo". Così come mi piace che ogni tanto lui mi preparasse le cose nella ciotola, non in segno di disprezzo!! Ma in segno di affetto, di premura, di cura... proprio come si ha cura del proprio animale domestico.

In ambito sadomasochistico vedono questi giochi come "sottomissione". Io mentre faccio quelle cose non provo alcuna sottomissione nè adorazione nei confronti di quella persona, mi sento semplicemente me stessa se posso manifestare/ricevere affetto in questo modo.

Fermo restando che non entrerò più in quegli ambienti perchè non c'entro niente, come faccio a spiegare ad un uomo qualsiasi, un uomo che mi piace, che ho bisogno di fare quelle cose per sentirmi amata da lui e per trasmettergli i miei sentimenti? Oltre che per stare bene insieme? Sono molto restia a parlare di questo dal vivo perchè ovviamente temo le prese in giro. Se devo essere presa in giro preferisco farne a meno.

Il fatto è che facendone a meno, devo fare a meno di una bella parte di me stessa, cioè devo tenerla per me... questo causa necessariamente un senso di frustrazione e infelicità. Esattamente "non realizzazione". Vedo lo stare in coppia come qualcosa di "distaccato" e allora il risultato è che preferisco stare da sola con me stessa.


Ciò che chiederei qui è una specie di "soluzione" o "modo" per coinvolgere una persona in questa situazione senza suscitare in lui voglia di prevaricarmi. Non si prevarica il proprio cane o gatto, questo in sintesi è il succo del discorso.


Grazie, buona giornata
[#3]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,

il punto cruciale è forse il modo di cercare il partner.

Lei scrive nella prima replica: "..ho avuto esperienze sessuali come tutti, belle e brutte. Direi nella norma."

Probabilmente si è trattato di un'epoca di sviluppo sessuale e sociale nella quale la fame (e/o la curiosità) sessuali sono fisiologicamente a picco, e forse centravano anche le necessità di accettazione e di essere "nella norma" come gli altri. Posso sbagliare più o meno, ma mi sto riferendo comunque non solo a Lei, bensì ad una certa epoca di sviluppo comune a tutti, che ha conosciuto anche Lei: l'epoca che, a proposito, non è realizzata da tutti e neanche dalla maggioranza allo stesso modo come lo ha fatto Lei, per cui "nella norma" è una caratteristica che potrebbe essere discutibile. Diciamo che nel Suo caso, secondo me, si è trattato di qualcosa più intensivo rispetto alla media (riflettendo forse alcuni bisogni che sono stati più intensi).

In ogni caso, adesso Lei si accorge di essere in una fase diversa, e anche questo è normale. La nuova fase, nella quale si fanno sentire le esigenze più individuali, il fattore "nella norma" con un gruppo d'età fisiologica è meno premente, la ricerca del partner è forse più attenta, e ci vuole una condivisione più reciproca e più comprensiva uno dell'altro.

Per molti versi, questa nuova fase è una fase di maggiore maturità.

La ricerca del partner deve essere effettivamente più attenta. Ma che cosa vuol dire questo ? Vuol dire che dobbiamo conoscere bene l'altra persona, capire e conoscere le esigenze di lui (e magari non già subito al lato pratico, ma parlando e osservandolo), capire lui, e anche valutando anche noi si è adatti reciprocamente o no.

Non voglio sminuire l'intelligenza degli animali domestici così evoluti come un cane o un gatto, tuttavia, rispetto agli esseri umani maturi loro hanno caratteristiche diverse:

dopo alcuni primi buoni incontri tendono a fidare dell'essere umano più di quanto un essere umano fiderebbe dell'altro essere umano, si adattano ai vari contesti meglio degli esseri umani, per cui la funzione di "scegliere" l'essere umano, in compenso, è meno evoluto, e, una volta "in casa", diventano dipendenti dalle cure che l'essere umano gli dà e dal rapporto con l'essere umano. Sicuramente hanno una capacità di accorgersi del carattere dell'essere umano, ma rimangono dipendenti da lui e difficilmente possono "sceglierlo". Possono rimanere "legati" affettivamente anche ad un essere umano che gli tratta male.. Ma dietro a questa fedeltà ci sono molto anche gli istinti di adattabilità e di sopravvivenza e meno la comprensione dell'altrui.. Un cane può essere affettivamente legato all'essere umano che lo tratta male senza capire perché lui lo tratta male..

Sebbene, certe caratteristiche appena descritte possono essere proprie anche degli esseri umani, caratterizzano una posizione umana più concentrata sui propri bisogni, una posizione più infantile, nella quale forse manca un po' la capacità di capire l'altro, di mettersi a conoscere l'altro, e di poter sceglierlo, mentre è proprio quello che ci vuole.

In sostanza, riassumendo,
è molto importante conoscere l'altro, capirlo, capire il suo carattere, le sue esigenze, e di poter scegliere.

Si tratta del processo di crescita personale. E' possibile che, se per alcuni versi Lei è ora più matura, per altri versi - ancora no.

Secondo me,
a Lei può giovare parlarne dal vivo con uno psicoteraeuta. Lui non dovrebbe scherzare di Lei, dovrebbe capirLa - questo è il suo mestiere. Ma anche la scelta dello psicoterapeuta funziona in modo simile alla scelta di un altro essere umano in generale. Non bisogna fidare ciecamente del ruolo di altrui. Bisogna conoscere lo specialista (nel corso di alcuni incontri preliminari). Nel Suo caso avverto anche qui un po' una tendenza alla fiducia cieca, quando scrive "penso che uno psichiatra abbia una conoscenza più profonda, sia della mente che dei comportamenti" - in realtà non è sempre così. Dipende anche dalla persona che esercita la professione, dalle sue esperienze.

... Il processo in sé della ricerca e della scelta di uno psicoterapeuta potrebbe allenare le Sue capacità di conoscere l'altro, di fare la scelta. E, a differenza della ricerca del partner, tale ricerca potrebbe essere meno connessa ai rischi, alle delusioni ecc, perché, bensì è una sfera dei vissuti intimi, non è una sfera dei rapporti intimi.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta esaustiva.

Circa il periodo precedente, diciamo "giovanile", mi muoveva sempre la stessa cosa... bisogno di trovare un ragazzo speciale che mi comprendesse totalmente. Nel farlo è chiaro che molte sono state le persone sbagliate (per me) o semplicemente davo senza ricevere nulla, perchè quel che desideravo non era sesso e basta ma intimità, affetto. Solo che mi davo con molta più disinvoltura perchè speravo aumentasse le possibilità di trovarlo, ma così non è stato. Poi ho capito che molte persone hanno le idee chiare, se fanno una cosa è perchè vogliono quella e basta, è raro che ci sia spazio per altre considerazioni.

Nella mia fantasia non c'è neanche bisogno di parlare, anzi, spesso parlare rovina l'atmosfera. C'è solo quel che ho scritto prima, in silenzio. Solo immaginarlo mi fa sentire bene.

Ho sempre avuto bisogno di un partner "idealizzato". Ma non significa che io sia una persona dipendente, perchè effettivamente questo partner idealizzato non lo vorrei vicino tutti i giorni. Può immagine come per me l'idea di una classica famiglia (matrimonio, figli) sia qualcosa di estremamente distante

Da un certo punto di vista mi sentivo molto più adulta prima, d'altra parte ho avuto fretta di diventarlo prima del tempo, poi è come se avessi avuto bisogno di tornare indietro, molto indietro.

Rifletterò sul suo consiglio, cordiali saluti.