Problema a rapportarsi con una donna che mi ha rifiutato in passato.

Ho difficoltà a rapportarmi con una donna che frequenta un ambiente in comune con me. Questo problema sta alterando la mia tranquillità psicologica, ma potrebbe avere anche delle conseguenze ben più gravi, perché l'ambiente che frequentiamo in comune non posso evitarlo, per la mia stessa sopravvivenza (Essendo disoccupato vado a mangiare in una mensa pubblica). Ho paura che se avessi un attacco di rabbia potrei essere cacciato.
Antefatto: Ho conosciuto questa donna nella mensa, in primavera. Mi piaceva e ho cercato di corteggiarla. Dopo circa due settimane mi ha chiaramente detto che lei "uomini non ne voleva". Dopo qualche giorno da questa sua dichiarazione, al tavolo durante la cena, lei faceva la scocciata e io già nervoso per i miei problemi, mi sono alzato dal tavolo ed ho cambiato posto, non sedendomi più con lei. Da allora, fino a Natale non mi ha più parlato. A un mio tentativo di chiarimento, mi ha detto: "Che si era sentita disprezzata come donna". Inutilmente io gli ho risposto che non disprezzo nessuno e che era stato solo un attacco di nervoso, ha continuato a non parlarmi e cambiare strada quando m'incontrava. Dopo 3 mesi gli ho scritto un biglietto in cui le comunicavo che "io in vita mia non ho mai disprezzato nessuno". Lei me lo ha ridato, sgridandomi davanti a tutti e dicendo di "stare lontano da lei". Suo desiderio che io ho rispettato, non parlandogli più e avendo l'accortezza di evitare qualsiasi contatto con lei, anche spostandomi quando era nelle immediate vicinanze. A Natale visto che lei mi ha rivolto gentilmente la parola, gli ho fatto gli auguri, e lei mi ha porto la guancia per il bacio d'auguri, dicendo "dai pace".
Io dopo, mi sono comunque limitato a salutarla, senza più spostarmi, ma senza andare oltre il saluto, per non infastidirla.
Problema: Ora lei sta facendo volontariato in questa mensa. Per cui quando entro è alla ricezione che saluta, e quando esco devo consegnarli il vassoio dove mangio. Per qualche settimana non ho avuto problemi, ma poi un giorno consegnando il vassoio l'ho salutata e lei mi ha risposto ironicamente, e ha detto ad un altro volontario in modo che io sentissi: "Io questo non lo posso vedere". Quindi io (infantilmente lo ammetto) non l'ho più salutata, e lei ha iniziato ad attaccarmi, facendo battute, quando consegno il vassoio tipo: "Quello lì non dirgli nemmeno grazie che è un maleducato", o "che gente", tant'è che il responsabile una volta gli ha detto: "Dai, non fare la cattiva". Io adesso quando entro non riesco più a salutarla. Lei continua a fare battute cattive e io patisco e m’innervosisco. Al punto che sono qui la sera a scrivervi. Ma oltre alla rabbia e la frustrazione, io ho paura di esplodere in un attacco d'ira, (che secondo me lei vuole provocarmi) che potrebbe avere come conseguenza grave l'esclusione dall'accesso alla mensa, unica la sera nella mia città. Cosa mi consigliate? Sia con me interiormente, ma anche in pratica (salutarla, no, reagire, ignorarla). Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Come mai da così importanza a questa donna?

Riesce nella vita, al di fuori di questo episodio, sa gestire le emozioni e soprattutto le frustrazioni?

Reagisce spesso con attacchi di rabbia?

Gestire queste emozioni così contrastanti solo per il tempo del pranzo, che tra l'altro ho capito essere obbligato, non dovrebbe essere così difficile.

Se nel tempo non dovesse risolvere, anche se senza lavoro, può usufruire di qualche colloquio psicologico presso una struttura pubblica, dove lavorare sulla sua gestione della frustrazione e comprendere più elementi sulle corde emotive che tocca questa donna

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile Signore,
Lei tra trascorrendo un periodo difficile della Sua vita? E' per questo che teme di aver difficoltà nel controllo dell'aggressività, oppure è un suo tratto caratteriale stabile?
Si sente umiliato dalla donna, o lo teme, specialmente ora che fa parte dei volontari?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Gli do importanza perché mi da fastidio che ha un’idea di me sbagliata. M’infastidisce che pensi che io la disprezzo, quando io invece l'ammiro, perché nonostante sia in questa condizione critica di povertà, ha la forza e la determinazione di andare avanti e seguire il figlio che è in carcere. Lo va a trovare una volta ogni due settimane, mentre altri genitori, che stanno magari meglio e con figli meno problematici, si disinteressano molto di più alla prole. Tant'è che anche se io non gli parlavo più, ho sempre ascoltato i suoi discorsi, riflettendoci sopra e a volte portandoli come esempio ad altri. Mi da fastidio che abbia un'opinione sbagliata su di me.
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Non sono mai stato iracondo, anche se da quando sono senza lavoro sono più incline al litigio (solo verbale) anche con i miei amici, che mi hanno fatto notare che sono diventato più aggressivo, anche se non me ne rendo conto (dicono loro).
In genere ho un modo di affrontare le frustrazioni, credo normale. Le provocazioni mi hanno fatto perdere le staffe solo se ripetute e ripetute, (come penso a tutti) cosa che per fortuna è successa raramente nella mia vita.
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Mi sono sentito umiliato da questa donna, quando mi ha ridato il biglietto sgridandomi davanti a tutti. Ma sul momento, perché a freddo ho capito che era una sua difesa, un po' ignorante, ma non per cattiveria. Ma ora, che sta palesemente aizzandomi, non mi sembra più una difesa, ma una chiara cattiveria. Questa sera, quando mi sono avvicinato per consegnarli il vassoio ha iniziato a dire ad alta voce: "Non ci sono più uomini, che uomini..", Al che un mio conoscente mi ha detto "dai dallo a me, lo consegno io" e lei fa "vai, vai". A questo punto non è più una difesa, ma un'evidente attacco. Specifico che la signora in questione non è una ragazzina, ha 60 anni.
Anche se io non la saluto, dovrebbe lasciare stare e capire. Ma se non lo fa, me lo spiego solo con il fatto che mi voglia danneggiare, o forse, è più infantile di me.
In ogni modo io adesso quando apro la porta di quella mensa per entrare, ho l’ansia. Passo davanti alla ricezione imbarazzato e quando arrivo al tavolo mi sento sollevato. Idem quando esco.


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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Non è possibile modificare il comportamento altrui, nemmeno la percezione che gli altri hanno di noi - a meno che si abbia una relazione protratta, nutrita da scambi e scontri- ma si può sicuramente prendere la distanza da ciò che ci ferisce.


Se l'incontro è circoscritto al tempo del pranzo, può trovare strategie di evitamento, questa donna capirà il suo risentimento e lei potrà pranzare serenamente, senza la compagnia di queste emozioni così contrastanti

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile Signore,
la situazione difficile che Lei sta attraversando ha modificato un pò, come dicono i Suoi amici, le sue reazione. E dunque, in generale, deve fare attenzione a sè.

Per quanto riguarda questa specifica mensa, considerato che è l'unica aperta la sera e che dunque Le è necessario andarci, tenga un "profilo basso" con questa donna, considerato che i suoi sentimenti vengono interpretati in una maniera non confacente; ma a questo Lei non ci può fare niente considerato che ci ha già inutilmente provato.
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dopo
Utente
Utente
Grazie dei consigli che seguirò sicuramente.
Continuerò ad ignorarla e non reagirò a le provocazioni, che mi auguro finiranno presto.
E' stato per me utile sentire parere di esperti, fuori dal mio contesto, che confermano la scelta del mio comportamento.
Saluti.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Saluti cordiali. Questo momento passerà.