Disturbo d'ansia

Gentile Staf Medico,
scrivo in quanto da quasi un anno soffro, a fasi alterne, di disturbi d'ansia. Sono una studentessa di 24 anni in procinto di laurearsi ed il mio problema si è acuito negli ultimi 6 mesi, fra stage, preparazione ultimi esami ecc. Dopo vari esami medici, ECG, esami del sangue, nonchè visite varie al pronto soccorso, con tutti i risultati nella norma, mi sono rivolta ad uno psicologo spiegando i miei disturbi. Mi ha prescritto una cura di 3 mesi con Xanax 0,25 (una pillola la mattina e una la sera) che terminerà fra circa 2 settimane e mezzo. Tuttavia continuo ad avere senso di oppressione al petto, sullo sterno, tic all'occhio sinistro e a tratti tachicardia. Adesso non sfocia più in attacchi di panico (lo xanax in quel senso aiuta). Non capisco però perchè persista questo senso di oppressione al petto senza alcuna ragione scatenante. Mentalmente sono serena....proprio non capisco. In più mi rendo conto che può essere solo un fattore psicologico, ed in tal senso non do mai fuori di matto, ma sono in un certo senso "arrabbiata" che il mio fisico non smetta di darmi questi fastidi. E' normale che, sia con la terapia seguita che con uno stato mentale non fuorviato da paure irrazionali, continui a stare così? Potreste gentilmente dirmi se questo disturbo al petto possa derivare da altre cause?
Vi ringrazio
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara ragazza, spero che oltre a prescriverle Xanax , cosa insolita perchè noi psicologi non prescriviamo farmaci, ci sia stato e ci sia un percorso con questo collega, che l'aiuti a chiarire, ricordare, momenti importanti della sua storia che possono essere irrisolti e spingerla a vivere con allarme , anche eccesso di impegno e timore questo momento di studi e di tensione immagino , in vista della sospirata laurea..Si dice.. mentalmente serena.. cioè serena sul piano razionale, ma l'ansia è appunto un timore irrazionale una tensione una paura di non farcela, un ingigantire le difficoltà.. tutto questo parte da lontano, per questo il passato va riletto perchè non colori di allarme i nostri giorni adulti,e non trovi sfogo in somatizzazioni... Per poterla aiutare dovremmo sapere di più della sua storia..
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
Cara Dottoressa, in realtà credo di aver fatto un classico errore terminologico...credo fosse psichiatra allora. In realtà con lui non ho fatto alcuna seduta in cui parlavo di me...in più questo medico esercita in Sicilia perchè mi ha condotto da lui mio padre quando ho finalmente ammesso anche alla mia famiglia di avere un problema. La mia storia è la classica storia di ogni studente universitario fuori sede. A 19 anni mi sono trasferita a Milano per studiare. Sono un tipo molto meticoloso e preciso in quello che faccio, e in più ho voglia di dare delle soddisfazioni alla mia famiglia. Ho una bellissima famiglia, che anzi mi supporta in tutto e mi spinge a non essere troppo esigente con me stessa. Purtroppo è il mio carattere, e fin'ora in realtà è andata sempre bene, ho preteso sempre molto e ho ricevuto molto dai miei sforzi. Ora invece sembra che ogni cosa che mi prefiggo di fare mi scateni delle preoccupazioni assurde, e il pensiero di non riuscire a raggiungere l'obiettivo mi crea ansia....sinceramente non lo so...non nego di essere anche molto sensibile come persona, ma allo stesso tempo sono una "maniaca" del ragionamento, quindi faccio anche molta introspezione su me stessa, e ho sempre pensato di potercela fare da sola (una volta calmata la parte incontrollabile del panico con le pillole) nell'autoregolarmi, calmarmi, e tornare come prima...mi sa che però non basta.
Finita la laurea, a breve per fortuna, penso proprio che mi rivolgerò ad un psicologo per "parlare"..alla fine credo mi serva solo quello.
La ringrazio comunque per la sua pronta risposta.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Finita la laurea, a breve per fortuna, penso proprio che mi rivolgerò ad un psicologo per "parlare" alla fine credo mi serva solo quello.>>

Gentile Ragazza,
io le suggerirei, se le è possibile, di non attendere il dopo laurea per contattare un nostro collega, proprio per poter affrontare con maggior serenità questa tappa importante del suo percorso non solo formativo, ma anche di vita.

Penso che ora potrebbe essere opportuno un sostegno psicologico, atto ad aiutarla a contenere le manifestazioni ansiose che ci ha ben descritto.

In un secondo momento, invece, si potrebbe valutare la possibilità di intraprendere una psicoterapia che le consenta di modificare la "prospettiva" da cui è abituata a guardare il mondo, così da superare certe rigidità che influiscono negativamente sulla sua quotidianità.
A questo proposito, ci tengo a sottolineare che da uno psicoterapeuta non si va solo per parlare (per quello può bastare un amico), ma per "lavorare" su di sé nell'ottica di un cambiamento positivo. Ciò però può significare, ad esempio, che non sempre dopo una seduta ci si sente sollevati come dopo uno sfogo con una persona cara:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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