Stress e malessere

Gentile staff,
Ho quasi 28 anni e sono diversi giorni che soffro di ansia continua e tensione, che per diverso tempo se ne va e poi ritorna. Il problem e flusso di pensieri che non riesco a gestire. La mia situazione è la seguente. In 5 mesi ho cambiato 3 lavori, ora sono in un posto che non mi piace per niente, il lavoro neanxhe ma ci sono possibilità di crescita e inserimento definitivo. Spinta da famiglia, amici e ragazzo ho accettato e da allora ogni giorno vivo una situazione di pesantezza. In realtà è molto oscillante, ma all'inizio è stata dura perché appena arrivata mi hanno subito messo sotto giudizio, facendomi pesare la mia personalità applicata al lavoro ma senza prove oggettive. Ho deciso di restare nell'attesa di un'opportunità migliore. qualche sera fa ho Avuto dei pensieri molto brutti, negativi sulla mia personalità, ho cominciato a dubitare della mia relazione affettiva, del fatto che ho difficoltà a fare nuove amicizie (nel precedente lavoro avevo stretto dei buoni rapporti, ma per tanti timori non ho coltivato, ad esempio con un ragazzo che avrei visto benissimo come amico per un sacco di pregiudizi ho lasciato perdere). Appurato il fatto che poi queste persone non si sono rivelate proprio il massimo, ho cominciato a sentirmi in colpa nei confronti del mio ragazzo perché mi manca l'affetto ogni tanto degli amici e il suo unico non mi basta, mi sento continuamente oppressa da mia madre che hasempre influenzato i miei pensieri senza aiutarmi ad avere un'idea mia al 100% della vita. Ha sempre avuto da ridire su qualunque cosa, da quando sono ero piccola. Ho fatto un ciclo di psicoterapia di 3 anni, sono migliorata tantissimo e questi momenti si sono nettamente ridotti. Ora sto meglio ma ogni tanto ricado in questa trappola. Aggiungo inoltre che avverto la frustrazione da diverso tempo di non poter costruirmi una vita con il mio ragazzo, con cui sto da 5 anni, e fare progetti e in questo lasso di tempo in particolare. Avete qualche suggerimento da darmi? Grazie mille
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Da quanto dice di se' sembra che Lei stia compiendo un normale sviluppo verso una identita' matura.
Gli ambiti lavorativi ci confrontano con le dimensioni individuali in modo netto: vi regnano regole precise, di comportamento, di rendimento. Ci si deve confrontare con le difficolta' e superarle.
Non e' cambiando lavoro che tale "habitat" svanisce. Puo' modificarsi di poco tutt'al piu'.
Si confronti con i Suoi genitori per comprendersi. E abbia disponibilita' verso l'esterno soprattutto.
Che ne pensa? Le crea disagio?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
< Il problem e flusso di pensieri che non riesco a gestire>

Gentile Ragazza,
certamente lo stress per il lavoro ha un suo peso, così come la precarietà, il bisogno per ora frustrato di affrancarsi dalla sua famiglia e dalle interferenze materne, nel concorrere a slatentizzare/amplificare probabilmente una certa quota d'ansia.

Nella psicoterapia svolta che le ha apportato a quanto dice significativi benefici ha appreso tecniche per gestire l'ansia?
Ha lavorato sui rapporti familiari?
Come reagisce alle interferenze di sua madre?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Gentile dottoressa,
Ha fatto un'osservazione che non avevo ancora valutato. La ringrazio!
Di esperienze lavorative ne ho avute diverse, ma mi sono sempre
Trovata relativamente bene. Parlare con i miei genitori non porterebbe a niente, perché mia madre è a sua volta una persona molto insicura e avendo capito che gran parte dei miei "problemi" me li ha trasmessi lei, sarebbe forse dannoso. Il disagio che provo io in questi casi è legato ad una mia incapacità di andare oltre questi miei pensieri distruttivi, ma ho notato che spesso se ne vanno senza che io me lo imponga. Sono una persona a cui basta poco crollare, ma a cui basta poco anche ritirarsi su. E in questi momenti mi agito perché li per li non riesco a fermarli. La cosa assurda, cara dottoressa, è che questi pensieri spesso non hanno fondamenta, o ce l'hanno in minima parte: cose che mi sono sempre piaciute fare, in questi momenti non mi piacciono più o le metto in discussione. Quindi io credo sia un discorso di insicurezza che non so quando riuscirò a sconfiggere. Lei che ne pensa?
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Utente
La mia psicoterapia si è basata sul linguaggio della pnl, quindi sull'applicaZione di alcune tecniche legate alla sfera visitava e uditiva. L'ansia in certi casi la gestisco concentrandomi sull'obiettivo che ho in quel momento, cerco di visualizzarlo e capire i potenziali effetti. I rapporti familiari ho imparato a gestirli con più razionalità, è nello specifico con mia madre cercando un dialogo è un confronto maggiore, maturando una tranquillità che comunque viene messa a dura prova. Se non riesco nell'impresa, o mi chiudo a piangere oppure mi metto a fare altro, ma comunque cerco di mantenere un atteggiamento maturo.
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Utente
Utente
Il problema è che non sempre ci riesco. Per esempio, il fatto di non riuscire a godermi il weekend, perché magari sono molto stanca, il fatto di non sentire stimoli (tipo anche sessuali) mi spaventa. Con il mio ragazzo c'è sempre stata una complicità unica e il sesso è tra le cose più belle con lui. Sabato però mi è successo che ho provato un senso di inadeguatezza quando lui si è approcciato a me, avrei voluto un approccio diverso, qualcosa mi frenava. Poi scacciato il pensiero, è andato tutto bene. Il problema mio è che se qualcosa non va nel modo in cui desidero io comincio ad arrovellarmi il cervello e mi vengono pensieri brutti. Io credo che una correlazione con questo attuale lavoro ci sia, tant'è vero che ieri la prima cosa che ho pensato quando mi sono svegliata è stata: che brutto domani devo andare li, oggi è domenica e che faccio?
Voi cosa mi consigliate? Come posso frenare certi pensieri? Ad ogni modo a settembre tornerò dalla psicologa per fare il punto della situazione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Fa bene a ritornare dalla psicologa psicoterapeuta perché da come lei descrive la problematica ma pare che quei pensieri, i dubbi che le vengono per questioni di poco conto e che non riesce a lasciare andare sono in realtà sintomi ossessivi.
La pnl per queste problematiche non è così adeguata ma dovrebbe chiedere alla psicologa delle specifiche tecniche per fare in modo che lei riesca ad abituarsi all' ansia.
La psicologa che la segue è anche psicoterapeuta?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Si, è anche psicoterapeuta. Tecniche di abitudine al l'ansia non credo di averle mai praticate, ma sempre di freno o di distorsione di questa ansia. Il fatto è che sono una persona molto vulnerabile, cambio umore molto facilmente è appena sento l'insorgere del l'ansia o di una tensione dentro di me comincio subito a cercarne le cause. Preciso che in questo nuovo lavoro nei miei confronti hanno avuto subito un atteggiamento brusco, dì scoraggiamento, professionale è umano, e quindi credo che questa sii azione abbia riaperto dentro di me la questione del l'inadeguatezza, che credevo aver risolto con la psicoterapia. Secondo lei è possibile arrivare ad un esito positivo?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Con i limiti della distanza posso dire che la psicoterapia serve proprio per modificare comportamenti, convinzioni disfunzionali e a lavorare sulle insicurezze e problematiche di autostima.

Cordiali saluti
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Utente
Cara dottoressa, ogni mio disagio e difficoltà parte dalla mia insicurezza cronica, che spesso mi condiziona. Credevo di aver terminato la psicoterapia, ma in questo periodo che mi ha alquanto scombussolato le giornate, credo mi manchi ancora un po', anche se sono sulla buona strada perché le cause almeno le ho appurate. Il mio ragazzo dice che io sono molto fragile perché non riesco a gestire l'ansia, ma altrettanto tenace nel raggiungere gli obiettivi. Lui per esempio è l'opposto, infatti su questo ci compensiamo. È stato lui ad incoraggiarmi nel percorso della psicoterapia, che mi ha capito e dato la forza per affrontare il problema. Invece mia madre, essendo anche psicologa, ha sempre pensato che bastava parlare con lei ma capisce bene che non è la stessa cosa. Poi fortunatamente tre anni fa ha capito che ne avevo bisogno e ho iniziato. Però poi dopo un paio di anni ha cominciato a chiedermi quando avrei finito, e a mettermi pressione perché teoricamente è una psicoterapia a breve termine. Forse è anche questo che mi ha indotto ad allentare la frequenza, anche se pure la mia stessa psicologa mi disse che ero sulla buona strada. Grazie del consulto!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Sicuramente è sulla buona strada, ma mi permetterei di osservare che la sola consapevolezza non basta.
Conoscere le cause potrebbe essere importante ma a volte non lo è neppure perché se lei conosce tutte le cause del disturbo ma non conosce come fare per cambiare partendo proprio dai comportamenti attuati e che non funzionano, allora sarà difficile imparare a modulare l ' ansia.
Invece ora è arrivato il momento di passare all' azione.
Basta parlare ma si faccia aiutare a fare ciò che ancora non riesce a fare.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Ha ragione, farò così infatti. La ringrazio tanto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Bene. Poi mi aggiorni pure se vuole.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa. La aggiornerò sicuramente, non appena andrò . Intanto però volevo dirle che non so come ma sto riuscendo nell'impresa di gestire e accettare la mia ansia. Stanotte per esempio ho sognato che un ragazzo che conosco stava su una notizia di un giornale, e mentre la leggo un ragazzo che viene con me in palestra viene da me e mi dice che mi deve parlare, molto seriamente è preoccupato. Ma nel momento in cui mi dice la cosa mi sveglio, e a quel punto inizio ad agitarmi perché non riuscivo a capire cosa volesse dirmi, ho cominciato a fare supposizioni e a chiedermi il nesso con quell'altro ragazzo. Mi sono calmata, ho lavorato su quello stato di agitazione e mi sono riaddormentata tranquilla. Mi sono risvegliata verso mattina dopo aver sognato che mio padre mi suggeriva gli alberghi per questa estate e guarda un po' uno di quelli combacia con uno che ho effettivamente prenotato. Non era un sogno che mi ha recato ansia, ma non sono riuscita più ad addormentarmi, avevo molto caldo e sentivo la stessa pressione bassa di quando poi mi sono alzata. Ho avuto tachicardia, fiacchezza e disturbi intestinali. Premetto che di questi ultimi ci soffro da diverso tempo infatti sto facendo una cura apposita. La cosa però che mi chiedo è che le chiedo è se secondo lei ci sia una connessione comunque con il mio stato psichico, perché comunque quando mi sono alzata non avevo penseri, preoccupazioni. È qualche giorno che appena ho l'ansia me la gestisco e poi i sintomi classici passano e non tornano più. Tuttavia Mi sentivo semplicemente molto fiacca. Lei che ne pensa? Questa mia apparente capacità ovviamente non mi impedirà di tornare dalla psicologa a settembre. Grazie in anticipo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

dipende da molti fattori, ma certamente non individuabili da qui.
Da qui potremmo avanzare solo delle ipotesi, vale la pena infatti sentire direttamente un Collega.

Cordiali saluti,