Rabbia repressa da molti anni

Salve,
vi racconto la mia storia...
per eccesso di perbenismo, prima di ammalarmi, quando subivo un torto, rimanevo passivo e non mi arrabbiavo, reprimevo la rabbia, covavo rancore, mi arrabbiavo solo con due persone, mio padre e mia madre e con loro credo che scaricassi anche parte della rabbia repressa, l'altra la somatizzavo con mal di testa e problemi alla colonna vertebrale. Nel 2008 mi sono fidanzato con una ragazza, anche con lei, una volta entrati in confidenza, mi arrabbiavo. Queste 3 persone erano le uniche mie valvole di sfogo e così sono riuscito a tirare avanti fino al 2003, anno in cui mio padre è morto, io ho confessato a mia madre di sentirmi in colpa per essermi a volte accanito cosi ferocemente contro mio padre in passato, lei mi ha risposto su tutte le furie che io gli avevo avvelenato il fegato e che lo stesso stavo facendo e avrei continuato a fare ancora di più con lei. In me scattarono dei fortissimi sensi di colpa, verso mio padre e verso mia madre, mio padre non c'era più e comunque avrei sicuramente smesso di arrabbiarmi con lui, con mia madre ho smesso, sono diventato passivo, situazione che lei ha sfruttato per vendicarsi e infierire su di me facendomi sentire sempre di più uno straccio. Mi rimaneva solo la mia ragazza, ma dopo poco tempo mi confessò di avermi tradito e tra le varie motivazioni ci mise che io ero aggressivo verbalmente con lei, altro senso di colpa, altro stop ad ogni manifestazione di rabbia, altra posizione di passività, altra ritorsione.
L'ansia saliva sempre di più e l'umore ondulava sempre più pericolosamente, finchè nel 2005 spontaneamente non finisco in psichiatria.
Oggi sono in cura per un Disturbo Bipolare e Fobia Sociale, ma quello che non è cambiato è che da allora io non ho mai più ripreso a manifestare la rabbia con nessuno, tranne in un paio di episodi maniacali.
Adesso l'umore è stabile e sufficientemente elevato, l'ansia è contenuta, ma io sento il bisogno di sfogare tutta questa rabbia che ho accumulato dentro e che in questo momento sento ai muscoli della schiena, in generale si manifesta con forte tensione muscolare, ansia, fobie o sentimenti di odio immotivato verso qualcuno.
Se non trovo il sistema di scaricare la rabbia repressa e il modo di manifestarla sempre civilmente, io non posso riprendere la mia vita sociale, è questa la causa della mia fobia sociale, a volte odio troppo gli altri per volerci stare insieme, a volte ne ho troppa paura.
L'umore è apposto e anche l'ansia, sono ben compensati dalla terapia farmacologica.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,
Per la problematica che descrive è seguito anche attraverso la psicoterapia? I problemi di gestione della rabbia abbisognano di una relazione terapeutica costante, che vada oltre i farmaci.

A questo, se il/la terapeuta sarà d'accordo, potrà accompagnare qualche tipologia di attività fisica , che Le permetta di scaricare in modo socialmente accettabile la pressione interiore.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro Signore,
Il disturbo bipolare e' uno dei piu' penosi da vivere e posso capire la Sua sofferenza.
Senza dubbio fare attivita' fisica aerobica regolare l'aiutera' a scaricarsi.
Ma soprattutto dovra' trovare degli stabilizzatori dell'umore che andranno dosati e controllati spesso perche' il viraggio della depressione in agitazione e ansia non la colga impreparato.
Un sostegno psicoterapeutico dovrebbe essere molto personalizzato al fine di potervi Lei ricorrere al bisogno.
Abbia comprensione per la reazione dolorosa di Sua mamma, che non ha senz'altro voluto ferirla ma forse solo sfogare il dolore per la scomparsa del marito.
Ecco, forse cercare di "imparare ad avere comprensione" della sensibilita' altrui potrebbe davvero essere utile anche a Lei, senza rifugiarsi nella "fobia sociale"!
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
dopo
Utente
Utente
Si Dottoressa Brunialti, faccio anche un po di psicoterapia, ma poca, una o due sedute al mese perchè di più non mi posso permettere.

Ci avevo pensato anche io, ho bisogno quanto meno di andare a passeggiare a passo svelto in campagna per scaricare la tensione che si accumula dai pensieri.

Per quanto riguarda gli stabilizzatori dell'umore, con il mio mi trovo abbastanza bene, non ho oscillazioni rilevanti dell'umore.

Si, non ho rancori verso mia madre per quello che ha detto in quel momento di estremo dolore.

Le assicuro che la sofferenza mi ha fatto sviluppare un'elevata sensibilità anche nei confronti degli altri e li aiuto spesso e volentieri.

Vorrei aggiungere una cosa
Quello che mi provoca dolore e rabbia non è la sensazione che gli altri non mi stimino professionalmente o sportivamente o sessualmente o che so io, ma la sensazione di non essere mai stato amato da nessuno e di essere incapace di raggiungere l'affetto di qualcuno
Ovviamente questa sensazione è solo una sensazione ed è falsa! ma io me la porto dentro fin dall'infanzia e forse è questa la causa di tutti i miei problemi
Io cerco di evitare gli altri perchè con gli altri sono sempre alla disperata ricerca d'affetto con la convinzione che non lo avrò mai, quindi mi comporto da zerbino rinunciando a me stesso
Un'altro motivo per il quale sto lontano dagli altri è che vivo tra paranoie e odio, ossia pensieri che mi disprezzino come persona e di conseguenza odio
Sono cosciente che è solo una mia sensazione ma è davvero doloroso ed è faticoso recitare.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro signore,

La diagnosi di Disturbo Bipolare dove e' stata fatta?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

ci scrive:
<<non essere mai stato amato da nessuno e di essere incapace di raggiungere l'affetto di qualcuno<<.

E' proprio questa "sensazione" che ha da elaborare, per aprire la strada verso la possibilità di essere amato. Una o due sedute al mese possono essere efficaci, se opportunamente indirizzate. Parli con il/la Suo/a terapeuta di questo, concordate degli obiettivi e un percorso.

Saluti cordiali.

[#6]
dopo
Utente
Utente
La diagnosi di Disturbo Bipolare risale solo al 2013, è stata fatta nello studio privato di uno psichiatra, confermata presso il Centro di Salute Mentale, anche se una psichiatra aveva dubbi tra questa e quella di Depressione Ricorrente, poi è stata confermata nella comunità dove sono stato ospite da Aprile 2014 a Maggio 2015 e dove è stata aggiunta la diagnosi di Forte Stato D'Ansia con Fobia Sociale, anche qui lo psichiatra aveva qualche dubbio tra Disturbo Bipolare e Depressione Agitata. Prima di questa diagnosi ne ho avute diverse dal 2005 ad oggi, ma prevalentemente si è sempre parlato di Depressione e Disturbo del Cluster B di Personalità.
Per quanto ne possa capire io di psichiatria, il mio all'inizio era uno stato oscillatorio di tipo II poi piano piano si è cronicizzato in uno Stato Misto, avevo sia sintomi depressivi che sintomi ipomaniacali. Solo in seguito ad un ricovero in psichiatria nel 2013 e ad una diagnosi molto veloce e superficiale di depressione maggiore, con overdose di antidepressivi, ho avuto un episodio maniacale con poca euforia e molta disforia, agitazione e iperattività, poi sono andato dallo psichiatra privato che mi ha fatto per la prima volta la diagnosi di Disturbo Bipolare e finalmente, a parte gli antidepressivi e gli ansiolitici, ho cominciato ad assumere stabilizzanti dell'umore e antimaniacali. Nel giro di 2 anni, anche grazie alla psicoterapia e alla comunità sono tornato una persona normale. Sono uscito dalla comunità con tutti i sintomi del Disturbo Bipolare rientrati, ma con ancora problemi di Fobia Sociale, Adesso sono in cura presso lo stesso psichiatra-psicoterapeuta responsabile sanitario della comunità, una persona che io ritengo ingambissima.

Si Dottoressa. questa sensazione che mi porto dentro da tutta la vita di non essere degno di affetto, a volte anche di stima e spesso neanche di rispetto, è il nodo cruciale della mia vita, mi ha sempre fatto vivere in ansia, in angoscia e in disagio, rinunciando ad essere me stesso per paura di non piacere, rinunciando a provarci con questa o quella ragazza per paura del rifiuto, rinunciando a giocare a pallavolo per paura delle figuracce, rinunciando a fare il rappresentante d'istituto per paura di parlare in pubblico, rinunciando ad andare alle feste per la paura del giudizio degli altri. in realtà non ho rinunciato a vivere completamente, ho fatto tante cose, ma sempre recitando la parte che pensavo piacesse agli altri... e poi mi ritrovo ore ed ore a riflettere da solo di notte, unico momento in cui entro in contatto con me stesso.

Ne parlerò con il mio terapeuta per me è fondamentale capire da dove viene questa paura che cosi come sono non vado bene ma soprattutto è fondamentale convincermi fino nel profondo dell'inconscio che devo essere quello che sono, a chi vado bene, ben venga, a chi no, pazienza, non si può piacere a tutti.
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,
La Vedo ben informato sugli aspetti psichiatrici; ma accenna poco alla psicoterapia, quella che ci vorrebbe per
<<capire da dove viene questa paura che cosi come sono non vado bene ma soprattutto è fondamentale convincermi fino nel profondo dell'inconscio che devo essere quello che sono, a chi vado bene, ben venga, a chi no, pazienza, non si può piacere a tutti. <<.
Forse il suo Psichiatra non è anche lo Psicoterapeuta con cui effettua 1/2 sedute al mese?
In ogni caso innanzi tutto ne parli con lui, considerato che c'è un buon rapporto di stima e fiducia. Anche perché non è una problematica che si possa risolvere qui, online.

Saluti cordiali.





[#8]
dopo
Utente
Utente
In realtà ho fatto un periodo di psicoanalisi prima della comunità, ho rivisto la mia infanzia.
Non ho rancori verso i miei genitori, li comprendo,
ma mio padre era uno che per cultura non manifestava mai il suo affetto, in più avevva il brutto vizio di divertirsi prendendoci in giro (infatti una delle mie paure più grandi è quella di essere deriso).
Neanche mia madre manifestava granchè affetto, anche lei aveva un po il vizio di deridere per divertimento, lei ci andava giù più pesante, ma soprattutto era una ipercritica rabbiosa, aveva sempre da dire su tutto ed era sempre arrabbiata, aveva una morale troppo rigida (l'altra mia grande paura è quella di essere criticato).

Quindi all'origine della mia fobia sociale ci sono arrivato in analisi in realtà, ma non è bastato per risolvere il problema, forse perchè poi ho interrotto la psicoterapia analitica per entrare in comunità...
O semplicemente perchè l'analista non mi ha suggerito modi più funzionali di vivere il presente e come superare i traumi dell'infanzia, non lo so.
[#9]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Penso che Lei abbia "lavorato" sulle sue dimensioni disfunzionali in Comunita', con altre metodologie rispetto all'analisi individuale.
Una volta "fuori" pero' credo che Lei possa e debba riprendere a lavorare per gestirsi meglio possibile.
La Comunita' e' una dimensione sociale, ma la Sua dimensione individuale continua e continuera' ad esistere e ad accompagnarla sempre.
Quindi abbia fiducia in e si prenda cura di Lei.
I migliori saluti.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Si certo, adesso mi ritrovo io nella società e non più io nella comunità, perciò il lavoro che stiamo facendo col mio terapeuta di adattamento è necessario.

Grazie mille!

A rivederci!
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Un buon percorso!

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Utente,
per quanto riguarda la rabbia credo le sarebbero molto utili degli esercizi di bioenergetica ne parli con il suo psicoterapeuta, un intervento di tipo corporeo mirato potrebbe integrare, anche se con un altro psicoterapeuta, il percorso attuale.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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