Solitudine e controsensi

Buongiorno, sono una giovane donna di 26 anni.
Conduco una vita regolare dal punto di vista lavorativo e di studio, ma il mio vero cruccio è che non sono per nulla soddisfatta delle mie relazioni amicali, più che altro del mio approccio con le persone. Il mio problema è che solo all'idea di uscire la sera e fare quello che dovrebbe piacere ad una ragazza della mia età mi viene il magone:mi annoia tantissimo l'idea di vedermi con quelle pochissime persone che mi sono rimaste, a cui non rispondo neanche quelle, ormai rare, volte che mi cercano. Preferisco rimanere a casa a fare ciò che mi rilassa. Quindi, nei fatti, a parte il lavoro (dove comunque ho stretto dei legami abbastanza soddisfacenti con i colleghi), le uscite con i miei genitori (che sono le uniche uscite che mi piace fare) e la frequentazione con il mio pseudo-fidanzato con cui c'è un legame di amore/odio/amicizia, io non esco mai, passo le sere a casa e i weekend pure. Un po perchè non ho mai avuto un giro di amicizie solido, un po perchè quelle poche persone di cui ho il numero in rubrica sicuramente non vengono a cercare sempre me che manco rispondo agli inviti. In tutto ciò, il controsenso che mi fa dannare è che dentro la mia testa e il mio cuore c'è una grande sofferenza per la mia tendenza alla solitudine e per la mia incapacità di godermi la giovinezza e di sapermi divertire, ma al contempo ogni volta che qualcuno mi cerca mi sale proprio la noia, quasi come fosse un disturbo, con conseguenti silenzi, scuse per non uscire, frasi come "oggi no, facciamo domani"e puntualmente il domani non c'è mai. Per non parlare di quelle rare volte in cui accetto di uscire, esco, anche solo a bere qualcosa una sera, e mi sembra di star compiendo uno sforzo immane, di star adempiendo a un dovere, come se avessi il tesserino da timbrare. In parole povere, Il controsenso è che vorrei tanto fosse un piacere per me avere amicizie, mi piacerebbe molto essere circondata da affetti e da persone amiche, ma quando mi capita l'occasione mi invento di tutto per non coglierla, per non fare la fatica. Sono stanca di questa lotta interiore, non so chi sono: mi annoia stare in amicizia, eppure piango perchè non ne ho e sono sola. In certi periodi disperatamente mi metto a cercare nuove amicizie sul web, per darmi un'altra chance,ma ogni volta non va, non sono capace di coltivare i legami. Caratterialmente ammetto che da piccola ero molto timida, ma crescendo ho messo da parte la timidezza e se devo dire qualcosa il più delle volte la dico perchè non temo il giudizio delle persone e perchè non ritengo di dire cavolate, ma di fondo rimango una persona molto riservata, che ascolta molto e parla poco, che non trova spunti per intromettersi nei discorsi, che comunque fa fatica a entrare in confidenza. Questa sono io,confusa. Sogno un pò di leggerezza, sogno di imparare l'arte del divertimento. mi sembrano cose così lontane da me...
Grazie dell'attenzione.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, sembra che questa sua sostanziale ritrosia, quasi una fuga dall'uscire, parlare , mettersi in contatto , sia difensiva , per paura di starci male, di sbagliare, essere delusa , resta a casa e per lo meno si rilassa.. Forse uscire , così , a vuoto non le piace , non è soddisfacente.. Di lei sappiamo che è stata una bambina timida , ma com'erano i suoi genitori, affettuosi, esigenti, o no .. Ci parli di Lei, della bambina che è stata , forse della scolara, della studentessa centrata più sui doveri che sulle compagnie.. Provi a pensare se anzichè cercare di uscire per fare cose che non sono nelle sue corde, non sia possibile uscire con gente con cui può avere degli interessi comuni e perciò qualcosa da dire, da scambiare, qualcosa di cui informarsi: lo studio di una lingua, la scoperta di posti spendidi e ce ne sono molti di questi gruppi, visitare mostre di quadri con gruppi motivati a questo aspetto della cultura.., insomma ci vuole un obbiettivo perchè uscire per sentire battutine e pettegolezzi non le piace, è normale , che non è adolescente.. insomma cerchi di cambiare target ed orizzonti, così conosce gente diversa più interessante e fa delle cose stimolanti..
Perchè, mia cara , vuole appiattirsi sulla mediocrità ? certo che non ha voglia.. non avrei voglia neppure io..
Coraggio, cambiamo..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile ragazza,
qual è il suo "immaginario" degli altri? come se li rappresenta?
Mi sembra plausibile che un'analisi delle sue contraddizioni e e lamentele dovrebbe partire da una domanda del genere, anche se ovviamente può essere il punto di inizio di ulteriori approfondimenti.

Uno psicologo psicoterapeuta potrebbe aiutarla.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Concordo con la Dott.a Muscara' nell'esortarLa a cercare alternative ai "modelli" che conosce, e che non L'attraggono.
Spesso l'insoddisfazione' e' una luce che puo' illuninarci nel cercare intorno a noi qualcosa che non sia "noioso". E non e' detto che questo "qualcosa" debba essere fatto "con altri". I gusti sono molteplici e, a parte casi di estrema omogeneita', molto individuali.
Percio' non "si chiuda" in se' pensando di essere "confusa", forse deve solo trovare la Sua dimensione!
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile utente,

dalle sue parole sembra di capire che ci sia un'unica idea di divertimento, di quello che dovrebbe piacere a una ragazza della sua età (uscire, bere qualcosa insieme, ..) e che lei sembra non condividere e da qui forse il suo sentirsi "estranea" perché non corrisponde a questa idea di divertimento.

A lei cosa piace davvero fare, cosa la fa sentire davvero bene, cosa la rilassa? Fosse anche stare sul divano a leggere, perché no?

E poi, non meno importante, sarebbe cercare di capire cosa si aspetta dagli altri e perché, pur desiderando delle relazioni amicali, cerca di "sabotarle"?
Parla di noia, di non fare fatica, ma è proprio noia?
Forse questa "noia" nasconde invece una parte di sè vulnerabile, che vuole proteggere?

Un caro saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova