Disturbo di tipo evitante.

Salve, sono un ragazzo di 21 anni e sto soffrendo di depressione. Sto frequentando la triennale di psicologia ma ormai sto vivendo un periodo di profondo disagio psicologico. Vorrei tanto fare delle sedute con professionisti ma, paradossalmente, non dispongo delle risorse economiche per fronteggiare i costi che una terapia richiederebbe. Fondamentalmente la mia depressione è legata a diversi disagi e disturbi che sto riscontrando, quasi tutti legati alla bassa autostima. Sono cresciuto in un contesto famigliare fortemente apprensivo e limitante. Non sono riuscito a diventare indipendente: non so cavarmela da solo, non so cucinare, non sono bravo in niente. Facevo teatro ma poi per le difficoltà nello studio e per demoralizzazione ho mollato. Non ho mai fatto sport e perciò non ho esteso la mia rete di amicizie, non sono a mio agio con il mio corpo, non sono a conoscenza di ciò che riguarda lo sport: regole di base, giocatori ecc. Tutto ciò non ha fatto altro che alimentare un senso di forte disagio che mi ha portato a sviluppare una sorta di fobia sociale, specie con il sesso maschile: non so di cosa parlare! Ora ne risento notevolmente perchè mi ritrovo solo, con una piccola rete di amicizie, che per vari motivi frequento poco. Non ho avuto la possibilità di andare a studiare fuori o di frequentare molti compagni dell'università perchè sono lontani e non sono motorizzato. (tra l'altro ho preso tardi la patente perchè non mi sento a mio agio a guidare! Ho paura ad andare sulle strade a scorrimento veloce o a parcheggiare, tutto ciò perchè sono insicuro). Inoltre tutta questa autoanalisi mi ha portato a reputarmi una persona incapace, noiosa e priva di interessi.. mi sto sforzando di cercare di informarmi, ma sento che sto solo cercando di piacere agli altri e ciò mi provoca grande frustrazione. Per non parlare della sfera sessuale! Non ho esperienze, se non qualche recente esperienza omosessuale che mi ha portato ad un ulteriore e profonda crisi d'identità tra chi voglio essere e chi sono. Non mi accetto, perchè sono timido e ho paura che i miei pochi amici etero non mi accetterebbero e a quel punto mi ritroverei completamente solo. E anche perchè non mi trovo a mio agio con gli omosessuali che ho conosciuto: eccentrici ed esuberanti, completamente opposti al mio essere riservato e timido. Tutto ciò mi porta a mentire e ad un ulteriore malessere perchè odio deludere gli altri. Non riesco neanche a concentrarmi più nello studio, tra poco ho un esame e perdo le giornate a non far niente, a piangere e a meditare sul suicidio. Ma non è tanto il voler morire, è un voler essere salvato perchè mi reputo troppo debole per riuscirci da solo, troppo debole per vivere. Ormai tutti questi sentimenti negativi mi hanno portato, oltre che ad un feedback negativo sulla sfera relazionale, anche a dubitare fortemente sulla scelta del mio percorso di studi, chiedendomi "ma chi potrei aiutare se non riesco ad aiutare me stesso?"... Grazie per l'attenzione.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile ragazzo,

intanto facciamo una riflessione su cosa stai facendo: se tu eviti occasioni sociali e relazionali, come puoi pensare di diventare sicuro, indipendente e modificare la situazione?
Ok capire cosa sta succedendo ma indugiare troppo in analisi, come puoi ben vedere, non ti aiuta a cambiare. Paradossalmente ti sta facendo sentire ancora più a disagio.
Quindi, ora che hai la tua idea in mente, rivolgiti a uno psicologo di persona, presso lo Spazio Giovani della zona: è gratuito e puoi accedere senza chiedere parere a nessuno.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"chiedendomi "ma chi potrei aiutare se non riesco ad aiutare me stesso?"... Grazie per l'attenzione."

Gentile Ragazzo,
Uno degli errori più frequenti che motivano la scelta di studiare psicologia è quello di pensare di studiare, o curare, se stessi.

Certo che potrà aiutare gli altri, il percorso è lungo e faticoso e passa anche attraverso la cura di se, ma non da solo, affidandosi a validi ed empatici Colleghi che la prenderanno per mano verso la risoluzione dei suoi disagi.

Autostima, quindi rapporto con se stesso
Famiglia d'origine.
Scarsa autonomia.
Orientamento sessuale
Sfera affettiva/relazionale...
Ecc...sono soltanto alcuni degli ambiti su cui riflettere prima e lavorare dopo.

L'aspetto economico e spesso una vera esistenza, gli psicologi può trovarli anche in convenzione...

Non butti la spugna, anche e soprattutto dai disagi vengono fuori delle vere risorse.
coraggio.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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