La mia ipocondria

Buongiorno, ho da qualche anno un problema che mi affligge, e più che farmi vivere mi sta facendo sopravvivere. Prima di sposarmi abitavo con i miei, che a causa dei loro vari problemi di salute, ero sempre in ansia. La notte per me era un problema, perché non potevo gestire nulla, ed ero preoccupata che poteva succedere qualcosa di irreparabile e io nn me ne accorgessi. Poi mi sono sposata, andavo a casa dei miei tutti i gg, così avevo la situazione sotto controllo...finché non sono nate le mie gemelline, e l'ansia verso i miei genitori è notevolmente diminuita. La mia ipocondria, verso me stessa, prima non me ne importava nulla, anzi....è nata dopo aver cambiato casa, quindi prima della gravidanza. Ho passato un anno bruttissimo, credendo di avere sla, sclerosi multipla, ecc...In realtà non avevo nulla di ciò. La mia gravidanza nn ha avuto nessun problema, nonostante fosse una gemellare, eppure io l'ho vissuta malissimo. La situazione sta peggiorando, qualsiasi cosa mi fa pensare al peggio. Vado da più specialisti, non riesco neanche più ad aspettare, quindi a volte vado dal primo che capita. Finisco di preoccuparmi per una cosa che dopo una settimana, sto in ansia per un'altra. Poi non parliamo di internet, potrei diventare medico con tutta la cultura che mi sono fatta. Mio marito è così, e quando lui mi parla di un suo problema io lo somatizzo. Ora le mie bambine sono piccole, non voglio che loro diventino come me o mio marito, quindi è giunto il momento di dare una svolta. Solo che vorrei sapere che è successo, cosa mi ha fatto diventare così? Non ho avuto un'infanzia facile, mia sorella soffre di schizofrenia e ce l'aveva sempre con me. Più volte minacciava di uccidere me o mio padre. L'estate non la passavo mai a casa, ma nascosta dai miei zii, che oltrettutto abitavano nel palazzo affianco. Ricordo che quando lei era ricoverata io non volevo mai uscire di casa, perché mi mancava la mia casa! Non so se tutto questo ha influito a farmi diventare la persona che sono ora, voglio uscirne fuori, che devo fare?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
La storia che ci narra appare complessa e dolorosa. E non stupisce che Lei si sia rifugiata nella ipocondria. Per scegliere il male del corpo anziche' quello dell'anima.
Penso che la cosa migliore per Lei sia consapevolizzare i disagi che la riguarano e cercare di analizzarli a fondo.
Per fronteggiarli almeno. Per risolverli occorrera' impegno e coraggio.
Ha mai pensato di iniziare una analisi o una terapia analitica seria su tutti i Suoi vissuti?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la celere risposta. Si ci ho pensato ogni volta che avevo paura di avere qualcosa, mi dicevo che passata questa avrei fatto psicoterapia, poi però non l'ho mai fatta. Il lavoro poi non mi aiuta, sono infermiera, quindi con le malattie non stacco mai :(
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

partendo dalla situazione

<<La situazione sta peggiorando, qualsiasi cosa mi fa pensare al peggio. Vado da più specialisti, non riesco neanche più ad aspettare, quindi a volte vado dal primo che capita.<<

Lei ci chiede cosa La ha fatta diventare così.

Mi chiedo se questa sia veramente la Sua domanda,
oppure se la domanda vera sia
"Come posso cambiare?"

Anche per questa domanda, l'indicazione di un percorso psicologico approfondito nel quale elaborare il passato e rendere il presente migliore credo sia l'indicazione più pertinente.

Per Lei, e per le Sue figlie.


















Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Marta Stentella Psicologo 355 5
Gentile utente,
Purtroppo internet soddisfa bene la voglia di catastrofismo al punto che, soprattutto le persone ansiose, essendo facilmente suggestionabili, non di rado iniziano a "sentire" determinati sintomi.
Una prima cosa da fare è quella di interrompere questo circolo vizioso perciò da sola con la sua volontà, dovrebbe imporsi di non fare più ricerche mediche né diagnosi virtuali. Già sarebbe qualcosa eliminare questo fattore di rischio.
Se non si lavora adeguatamente sull'ansia, essa cambierà di volta in volta contenuti ma rimarrà sempre presente fino e si potrebbe assistere ad un eventuale peggioramento.
La terapia cognitivo comportamentale lavora inizialmente sul sintomo fornendole le strategie adeguate al fronteggiamento.

Cordialmente

Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it

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