Depressione maschile

Buongiorno, vi scrivo per chiedervi un aiuto. Il mio fidanzato ha 34 anni anni, è un musicista professionalmente molto bravo, ma ostacolato da molti fattori, il suo carattere, la sua insicurezza, il posto dove vive, e soprattutto la sua famiglia che non lo ha mai preso sul serio e supportato per il lavoro che fa, non riesce ad emergere.. è un ragazzo molto sensibile e col tempo e con le cattive esperienze ha diminuito sempre di più la fiducia negli altri, tanto da dubitare di chiunque... periodicamente,(da quando siamo fidanzati rispetto ai primi periodi la frequenza è diminuita notevolmente e anche le modalità)ha momenti in cui decide di allontanarsi da me, prendendo come "scusa" una qualsiasi cosa negativa io possa aver fatto nei suoi confronti..per giorni mi allontana, anche se mai del tutto..per poi ritornare alla "normalità" dopo circa una settimana-10 gg.
I suoi allontanamenti li ho sempre collegati ad un suo disagio interiore, non in modo esplicito ma mi ha fatto capire che soffre di depressione..per cui io, consapevole di ciò, cerco non opprimerlo,attaccarlo per le sue mancanze, ma solo di fargli sentire la mia presenza anche quando è nervoso con me..
È circa una settimana che questo suo allontanamento è un po' diverso. Si chiude nella sua stanza, non esce se non per lo stretto necessario come prove, lezioni, non parla, se dico qualcosa in più mi risponde male, non mostra alcun interesse nei miei confronti (anche se so che gli fa piacere avvertire la mia presenza), non dorme bene, avverte dolori fisici tipici della depressione e non va dal medico perché sa che le medicine generiche per quel dolore non sono il rimedio. So che la causa è dovuta al fatto che un suo stretto collega e amico è partito per un tour all'estero di 6 mesi e questo lo ha destabilizzato molto, sia professionalmente che emotivamente. Ho bisogno di un consiglio su come comportarmi in questo momento e in un futuro. A volte non so cosa fare e per non sbagliare sono capace anche di stare accanto a lui per ore senza dire una parola. Io cerco di dargli spazio e lasciarlo tranquillo continuando la mia quotidianità, senza mai trascurarlo. Ho bisogno però di qualche consiglio per non sbagliare e peggiorare il suo stato d'animo.
Grazie mille
Rossella
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Dr. Adriano Carità Psicologo, Psicoterapeuta 56 2
Gentile Rossella


La situazione che descrive relativa al Suo compagno lascia intuire una necessità di intervento nei confronti di quest'ultimo. I trattamenti psicologici necessitano una forte motivazione, anche perché spesso non sono percorsi né veloci, né indolori.

Il fatto che il Suo compagno non si sia rivolto a uno specialista è un fattore importante da non sottovalutare. Come il fatto che Le abbia esplicitamente fatto capire del suo malessere.

Ma è altrettanto importante capire come si sente Lei, le motivazioni profonde che La spingono a cercare un consulto qui e cosa si aspetta da questa consultazione on-line.

Rimango in attesa di un Suo riscontro per riuscire insieme a comprendere meglio la situazione e poterLe dare un parere più preciso..

Un saluto cordiale.

Dott. Adriano Carità
Psicologo, psicoterapeuta
Perfezionato in Psicologia Clinica, Counselling e mindfulness

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

Lei che scrive come si sente in una situazione del genere?
Chi ha diagnosticato la depressione al Suo fidanzato?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimi dott. Carità e Pileci,
Vi ringrazio della Vostra celere risposta. Il mio compagno non si è rivolto ad uno specialista, ma ad un centro medico dove il titolare è un suo amico che lo ha consigliato di rivolgersi ad uno specialista. Non esiste una vera e propria diagnosi. In qualche occasione, di sua iniziativa, mi ha detto di essere intenzionato a rivolgersi ad uno specialista, ma non lo ha mai fatto, e quando mi sono proposta di accompagnarlo come risposta ho ricevuto solo silenzio.
Non mi ha detto esplicitamente "sono depresso", ma mi ha fatto capire (nei diversi momenti di allontanamento) che non sta bene, che non vorrebbe stare così, che però non riesce a fare altro che starsene solo..
come mi sento io?! Impotente.. vorrei solo avere qualche consiglio su come gestire questi suoi momenti di isolamento senza peggiorare la situazione.
Nei primi periodi di frequentazione quando accadevano questi suoi allontanamenti (solitamente scaturivano da una rabbia nei miei confronti dovuta a stupide cose, anche solo il fatto che mi alzavo dal letto e mi allontanavo per fare qualcosa mentre lui dormiva), non riuscivo a capire i motivi del suo comportamento e mi affannavo a cercarlo per chiarire discutere inutilmente,fino a che all'improvviso da parte sua passava tutta la rabbia. Passato del tempo la situazione è migliorata e questi suoi momenti sono diminuiti nella frequenza, io ho acquisito consapevolezza del suo malessere, sono più razionale e meno impulsiva, cercando di non farmi coinvolgere dalla sua situazione.
Le spiego brevemente cosa è successo in questi ultimi giorni: tornata da un esame andato male, sono tornata a casa e siamo stati insieme, ma data la stanchezza e la delusione dell'esame si è sentito "rifiutato".. da questa cosa si è allontanato rinfacciandomi di averlo rifiutato. Premetto che erano 3-4 giorni che il collega era partito, che lamentava dolori fisici, che non aveva voglia di far nulla e stava a casa giornate intere, forse questa cosa ha accentuato il suo malessere.. ne abbiamo parlato nello specifico della nostra incomprensione, ed è finita lì.. ma il suo comportamento non è cambiato..

Spero di essere riuscita a spiegarmi..
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

si è spiegata molto bene, ma da questo quadro emerge un aspetto importante: Lei torna a casa dopo un esame andato male e nessuno ha la premura di starLe vicino...

Tutto è polarizzato attorno agli insuccessi professionali del Suo fidanzato e dai problemi che probabilmente sono legati anche al suo carattere.

Ma a Lei sta bene questa situazione? Le va bene una relazione nella quale Lei ha la mission di accudire, consolare, prendersi cura del Suo fidanzato, senza avere nulla per se stessa? Le va bene una relazione così tanto asimmetrica e sbilanciata?
[#5]
dopo
Utente
Utente
Dott.ssa ha perfettamente ragione a farmi riflettere su questa cosa perché sono stata io per prima a rifletterci.
Non posso dire che il mio fidanzato sia una persona assente e che il nostro rapporto sia unilaterale (ovviamente è difficile spiegare un rapporto in poche righe) quando non ha queste sue "crisi" è un'altra persona.. probabilmente se lui non mi avesse parlato di questo suo malessere, oggi non staremmo più insieme perché nei primi tempi non comprendevo le sue reazioni e lo giudicavo immaturo, egoista, insensibile, quando è tutto l'opposto.. ha un disagio, non posso lasciarlo per questo.
Per ciò che riguarda me, a differenza dei primi tempi in cui passavo le giornate a pensare e a cercare di capire, non mi lascio abbattere, cerco di essere comunque concentrata a lavoro, nello studio, dedico del tempo a me stessa, senza ovviamente trascurarlo e far finta che il problema non ci sia.
Ho bisogno di aiutarlo, non in quanto specialista perché non compete me, ma in quanto fidanzata, visto che la famiglia non gli è d'aiuto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
"Ho bisogno di aiutarlo, non in quanto specialista perché non compete me, ma in quanto fidanzata visto che la famiglia non gli è d'aiuto. "

Rifletterei anche su questo. Se lui ha un problema di questo tipo deve essere il primo ad occuparsene, non può farlo Lei al posto di qualcun altro.

Rifletterei anche sulla famiglia che sembra non accordarsi con il Suo fidanzato. Talvolta l'esame di realtà (la carriera di un musicista può essere davvero difficile...) potrebbe non collimare con i desideri di una persona, ma questo non significa aver qualcuno contro, né che Lei debba sacrificarsi.

Cordiali saluti,
[#7]
dopo
Utente
Utente
non voglio fraintendere, ma lei mi sta dicendo che devo lasciare che lui risolva i suoi problemi da solo e che devo pensare a me e a non farmi "trattare male"?
Le ripeto io non voglio "salvarlo" o "guarirlo", ne tantomeno essere "martire" di questa situazione, forse ho dato questa impressione. È proprio questo il motivo della mia richiesta di aiuto: credo si sia capito che tengo a lui e voglio stare con lui, ma dato il suo allontanamento nei miei confronti quando sta male, come devo comportarmi? Il mio istinto è la rabbia e il desiderio di confrontarmi (l'ho fatto il più delle volte anche in modo forte) anche quello di lasciarlo per "ottenere una reazione", ma a cosa potrebbe poi, dato il suo problema?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Non spetta a me dire che cosa deve fare con il Suo ragazzo.
Soltanto si può riflettere sulle dinamiche di coppia, e su cosa desidera Lei, se tutto ciò Le sta bene così...

Se vuole capire come relazionarsi meglio con il Suo ragazzo, potrebbe chiedere direttamente una consulenza ad uno psicologo psicoterapeuta. Da qui non si può sapere quali sono le cause di un disturbo depressivo senza conoscere direttamente il Suo ragazzo, ma potrebbe essere anche una reazione al fatto che sembra che tutto vada storto, almeno a livello lavorativo.

Cordiali saluti,
[#9]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dott.ssa della Sua disponibilità, considero preziosa la discussione avuta e i suoi suggerimenti
Cordiali saluti