Non so più che fare

Salve,

mi serve un consiglio perché mi sento perso.

Premetto che da sempre mi sembra di vivere una vita artificiale, non autentica, non vissuta da protagonista, come se la mia mente fosse sempre li a calcolare, a giudicare, a sperare.

Ho 31 anni ma mi sento come se fossi un bambino, sento piangere dentro. In teoria non mi manca nulla: sono laureato, ho un lavoro stabile, una casa ma sono solo. Mi mancano i rapporti autentici con le persone, da adolescente non ne ho avuti ed adesso non riesco ad averne.

Non ho amici veri e propri, forse non mi interessa averne, mi mancavano le donne, mi sono dato da fare ma è stato peggio.

Ho dovuto interrompere una relazione con una ragazza perché non sapevo come rapportarmi con lei. Sul piano fisico non è mancato nulla, ma io mi sentivo inadeguato, non sapevo come far crescere la relazione, mi sentivo sfigato, non ero sereno, la paura di perderla per inadeguatezza mi ha fatto stare male, ho resistito 1 anno poi l'ho lasciata. Ma è come lasciare una cosa a metà, rimasta appesa, non risolta, come aver aggiunto l'ennesimo peso alla mia vita, che non riesco a vivere serenamente. Non la vedo da 6 mesi ormai.

Cosi adesso sto vivendo una relazione con una donna più grande. Speravo che, proprio il fatto di frequentare una donna piu grande mi avrebbe messo in guardia da crisi affettive, visto che non la vedo come una potenziale partner ma solo una donna con cui passare dei bei momenti, ma mi rendo conto che mi sto illudendo, che non riesco a godermi nulla con la dovuta serenità.

Mi sento inferiore, non riesco a godermi le cose belle, il lavoro non mi piace ma non saprei come sostituirlo, non sono soddisfatto della mia vita e con le donne rischio quindi di entrare in dipendenza per quello che mi danno. Ora non vorrei abbandonare anche questa donna solo perche quando non c'è sto male.

Vorrei trovare una soluzione perche se continuo su questa strada, non costruirò mai nulla nella vita.

Sono stato da uno psicologo, poi in psichiatria ed ho preso antidepressivi (sertralina) e gabapentin proprio per uscire dalla depressione che ho avuto con la ragazza che ho lasciato.

Adesso non prendo piu medicinali, non mi servono, mi serve capire che senso ha la vita, che cosa significa essere soddisfatti di se stessi e non dipendere emotivamente da nessuno.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Adesso non prendo piu medicinali, non mi servono, mi serve capire che senso ha la vita, "

Ecco, cominci ad esempio con il lasciar perdere questo atteggiamento chiuso. Il medico le dice se secondo lui servono.
Porsi domande serve a porsi domande.
Le risposte si trovano meglio ponendosi "un po' di meno" le domande.

Da quel che descrive invece si direbbe proprio, quasi a stampo, che possa beneficiare della cura che fece all'epoca. Verifichi col suo psichiatra se così è, evitando di separare artificiosamente il piano umano e esistenziale da quello cerebrale.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve e grazie per la rapida risposta.

Il medico ha detto che le medicine fanno il 50%, il resto si risolve con la psicoterapia.
Peccato che lui si è rifiutato di farmi psicoterapia in quanto mi ha prescritto medicinali, non l'ho capita questa cosa, e comunque non posso più permettermelo uno psichiatra.

Ora, ho sofferto per togliere quelle medicine e non ne voglio piu prendere, mi hanno ridato forza quando ero "con la testa cotta", adesso fisicamente sto bene, ma i problemi di fondo sono rimasti li.

Domande sarà che me ne sono poste tante, ma non è servito a nulla, fatto sta che sono sempre insoddisfatto.
Non riesco ad accettare la vità, mi sembra tutto una delusione, non ho piacere in nulla.
Mi sento diverso dagli altri, non li capisco, come fanno ad andare avanti? Che cosa ho di diverso? Dove trovano la motivazione?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Il medico ha detto che le medicine fanno il 50%, il resto si risolve con la psicoterapia. "

Così non si fa torto a nessuno....


Sta facendo però dei ragionamenti, anche Lei, poco utili e paradossali. Non vuole curarsi perché ha sofferto nel togliere le medicine, probabilmente perchè riteneva questo un traguardo finale. Sbagliato. Il traguardo è star bene, se mai.
Ora sta ragionando come se dovesse seguire una strada che "deve" esistere. Segua invece quella che esiste e conosce, che almeno il 50% della situazione è ridimensionata, tanto per usare il modo di dire del suo psichiatra.

Non mi pare che seguire una cura psichiatrica, specie in un centro pubblico, debba comportare grossi esborsi.

La psicoterapia non gliel'ha indicata subito forse perché la sequenza vuole che prima migliori con la terapia farmacologica.