Psicologia: farmaci ed effetto nocebo, uno studio italiano sulla Finasteride 5 mg

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Dr. Alberto Migliore Psicologo, Psicoterapeuta

Alcuni ricercatori dell’Unità Operativa dell’Ospedale S. Maria Annunziata di Firenze hanno voluto comprendere la discrepanza tra le percentuali di effetti collaterali relativi alla sfera sessuale: disfunzione erettile (DE), perdita della libido, disturbi dell'eiaculazione presenti in letteratura e quelle molto più elevate rilevate durante la comune pratica clinica.

Lo studio ha coinvolto 120 pazienti con diagnosi clinica di iperplasia prostatica benigna (BPH), sessualmente attivi e con un Indice Internazionale della Funzione Erettile-funzione erettile (IIEF-EF) > = 25, di conseguenza con una funzione sessuale normale. Tutti i pazienti hanno ricevuto 5 mg al giorno di finasteride per 1 anno, la differenza è stata sulle informazioni date ai pazienti. Al gruppo 1 è stata data la seguente informazione: "Composto X di comprovata efficacia per il trattamento di BPH” al gruppo 2 "... può causare disfunzione erettile, riduzione della libido, problemi di eiaculazione, ma questi sono rari". La stima sugli effetti collaterali del farmaco sono stati fatti a 6 e 12 mesi usando un questionario autosomministrato sulla funzione sessuale.

I risultati sono stati che 107 pazienti hanno completato lo studio, i pazienti del gruppo 2 (n = 55) hanno riportato una percentuale significativamente superiore di uno o più effetti collaterali sessuali rispetto al gruppo 1 (N = 52) (43,6% vs 15,3%) (P = 0,03).

L'incidenza di disfunzione erettile, diminuzione della libido, disturbi dell'eiaculazione sono 9,6,7,7, e 5,7% per il gruppo 1 e 30,9,23,6 e 16,3% per il gruppo 2, rispettivamente (P = 0.02, P = 0.04 e P = 0,06).

In conclusione i ricercatori rilevano che la somministrazione di finasteride è stata associata ad una percentuale significativamente maggiore di disfunzioni sessuali nei pazienti informati sugli effetti collaterali sessuali (gruppo 2) rispetto a quelli in cui è stata omessa la stessa informazione (gruppo 1) (P = 0,03).

Uno scenario simile al gruppo 2 del presente studio è probabile che si verifichi nella pratica clinica, dove il paziente viene avvertito dei possibili effetti collaterali dal medico e ha accesso alla scheda di informazione sui farmaci. Il peso di questo effetto nocebo (un effetto collaterale negativo che non è un risultato diretto della specifica azione farmacologica del farmaco) deve essere preso in considerazione quando il paziente assume farmaci che hanno effetti collaterali sulla delicata sfera sessuale.

Sitografia:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17655657

Data pubblicazione: 12 agosto 2012

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