Telepatia come negli ”X Men”? Esperimento di neuroscienziati sulla comunicazione tra cervelli

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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta

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È possibile una comunicazione “cerebrale” diretta tra due individui molto distanti tra loro e impossibilitati a osservarsi l’un l’altro?

Una recente scoperta scientifica ci dice: sì, tutto questo è già possibile oggi.

Anzi, questo tipo di comunicazione non è una semplice comunicazione "tra cervelli", ma è una comunicazione tra menti coscienti: si può affermare dunque che è possibile comunicare “mentalmente”.

Alvaro Pascual-Leone docente di neurologia ad Harvard ha diretto l’equipe scientifica che ha condotto questa ricerca formata da psicologi, neurologi e ingegneri, alla quale ha partecipato il nostro Giulio Ruffini, fisico che si occupa di robotica e sviluppo di tecnologie per le neuroscienze. I risultati dello studio sono stati pubblicati dopo un processo di revisione e validazione il 19 Agosto 2014 su “PLoS ONE” (Public Library of Science).

 Probabilmente non si tratta di vera e propria telepatia, poichè qui non vi è nulla di "paranormale", si tratta bensì della capacità umana di emettere, inviare e riconoscere, segnali che vanno molto al di là delle attitudini sino ad oggi attribuite al nostro cervello.

Il prof. Pascual-Leone, infatti, ha affermato: «Crediamo che questi esperimenti rappresentino un importante primo passo per esplorare la fattibilità di integrare o bypassare la comunicazione tradizionale basata sul linguaggio o sul non verbale».

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Questo studio segue altri recenti esperimenti sulle interfacce uomo-uomo attraverso il cervello. Nel 2013 i ricercatori dell’Università di Washington riuscirono a far muovere il dito di un soggetto grazie alla stimolazione prodotta dal cervello di un altro individuo, posto a distanza dal primo. La prima comunicazione diretta tra due cervelli però fu dimostrata su una coppia di ratti dall’equipe del prof. Lebedev della Duke University, il quale ha collaborato anche a questo ultimo studio.

 

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L'’importanza della ricerca attuale e la sua innovatività risiedono, invece, nel fatto che per la prima volta si sono messe in comunicazione diretta due menti umane utilizzando interfacce non invasive.

Inoltre i soggetti umani coinvolti nello studio erano coscienti e quindi consapevoli delle proprie intenzioni, comunicate attraverso l’elaborazione di “pensieri” che essi inviavano coscientemente l’uno all’altro.

Le parole “ciao” e “hola” sono state “pensate” da un soggetto in India e ricevute e comprese dall’altro soggetto in Francia.

Questo è stato possibile attraverso una sofisticata strumentazione che ha consentito di decriptare il pensiero umano servendosi di elettroencefalogramma (EEG) e stimolazione magnetica transcranica (TMS) mediate da computer collegati in rete. Emittente e ricevente umani non hanno avvertito in alcun la presenza dell’interfaccia elettronica, ma sono stati semplicemente in grado di far parlare le loro “menti”.

 

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Chissà cosa avrebbe detto Carl Gustav Jung che studiò da scienziato ma con le conoscenze della sua epoca fenomeni “non causali” come appunto la telepatia o alcune particolari coincidenze che chiamo “sincronicità”. Egli, infatti, collaborò con il premio Nobel per la fisica e padre della meccanica quantistica, l’austriaco Wolfgang Pauli, con il quale nel 1952 pubblicò il lavoro “sincronicità come principio di nessi tra eventi acausali”. La psicologia analitica junghiana ha da sempre cercato di fornire una spiegazione scientifica a questi avvenimenti o comunque di interpretarli come manifestazioni psichiche, senza mai dunque abbracciare ipotesi metafisiche.

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In un futuro non remoto, sarà in conclusione possibile immaginare realisticamente che potremo contare su una nuova e più diretta forma di comunicazione tra individui e che i messaggi cervello-cervello potranno divenire molto comuni e anche a più basso costo. Tutto ciò, come ricordano anche gli autori della ricerca, avrà evidenti ricadute anche sociali e dovrebbe in ogni caso accompagnarsi a riflessioni di natura etica oltre che a un adeguamento della legislazione in materia di comunicazione a scenari probabilmente non più così lontani.

Fonti:

PloS ONE, August 19, 2014: “Conscious Brain-to-Brain Communication in Humans Using Non-Invasive Technologies”

Science Daily, September 3, 2014

United Press International (UPI), Science News, Sept. 5, 2014

 

Data pubblicazione: 01 ottobre 2014

12 commenti

#2
Dr. Alessandro Raggi
Dr. Alessandro Raggi

Si Giselle,
davvero interessante e fa piacere che ci sia anche un Italiano nel gruppo di ricerca.

#3
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Finalmente finirà l'epoca di telefonini, smartphon, iPade computer ecc. (Uhmmm!!!???)

#5
Utente 299XXX
Utente 299XXX

Finalmente la scienza fa un ulteriore passo avanti!

#6
Psicologo
Psicologo

Interessante articolo ma sopratutto il riferimento a un grande come C. Jung.

#7
Utente 324XXX
Utente 324XXX

Molto interessante. Mi farebbe piacere approfondire. Nell'esperimento i soggetti coinvolti sanno di trasmettere/ricevere un pensiero. Ma nell'ipotesi il destinatario non fosse preavvisato, riceverebbe ugualmente? D'altra parte come si potrebbe conoscere il risultato se il ricevente non fosse stato preavvertito, dal momento che in tal caso non potrebbero essergli attaccate le apparechiature destinate a registrare i segnali provenienti dal cervello?

#8
Specialista deceduto
Dr. Antonio Vita

Stupefacente - Meno male il riscatto di Jung, da stregone o istrione a uno scienziato dell’anima che ha ipotizzato quello che scientificamente si va progressivamente provando.
Sì, se ne sai di più diccelo. Come chiede l'utente del #7.
Grazie della comunicazione. Ciao

#9
Dr. Alessandro Raggi
Dr. Alessandro Raggi

Le neuroscienze stanno progressivamente confermando le ipotesi di Freud e Jung, ma credo che necessiteremo di molti anni ancora per comprendere più a fondo la profondità e la complessità della natura umana.

#10
Specialista deceduto
Dr. Antonio Vita

Freud l'aveva predetto.... un giorno, le conquiste della scienza, della medicina e della psichiatria saranno tali che non avremo più bisogno della psicoanalisi per guarire le forme isteriche e nevrotiche. Allora, ai suoi anni ed ancora oggi, c'è necessità della psicoterapia di ogni tipo e di ogni scuola. Ma tutto procede velocemente nella conquista di nuove frontiere.

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