Berlusconi ha l'uveite: ma che cos'è?

L'ex premier negli anni passati è stato in cura per un'uveite bilaterale (così dicono i comunicati stampa), infiammazione degli occhi che gli ha impedito di essere presente al processo Ruby.

Ma cos'è l'uveite?

L'uveite, per definizione, è un'infiammazione dell'uvea, il tessuto intermedio, vascolare, dell'occhio che comprende iride, corpo ciliare e coroide.

Il corpo ciliare (ciliary body), che produce l'umore acqueo, liquido che determina il "tono" del bulbo oculare.

Quali sono le cause dell'uveite?

Ci sono diverse cause di uveite, incluse le patologie autoimmuni (come la sarcoidosi, l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la malattia di Behcet, la spondilite anchilosante), le infezioni (come la sifilide o la toxoplasmosi) e i traumi.

La maggioranza delle uveiti, però, sono "idiopatiche", hanno cioè una causa sconosciuta.

Quali sono i sintomi dell'uveite?

Nell'uveite possono essere presenti alcuni o tutti i seguenti sintomi:

  • Dolenzia oculare.
  • Rossore oculare.
  • Fotofobia (ipersensibilità alla luce, con aumento del dolore in presenza di luci forti).
  • Visione offuscata, annebbiata.
  • Visione di corpi mobili.

Quali sono i segni clinici dell'uveite?

A parte l'arrossamento dell'occhio, gli unici altri segni visibili di uveite sono microscopici e possono essere visti da noi oculisti con l'aiuto di un biomicroscopio o lampada a fessura. Piccole particelle biancastre (accumuli di globuli bianchi) possono essere visualizzati osservando il fondo oculare o osservando la porzione anteriore dell'occhio che si trova immediatamente dietro la cornea (la camera anteriore).

Quali sono i diversi tipi di uveite?

I diversi tipi di uveite sono classificati in base alle parti del uvea che ne sono interessate: irite (se interessa l'iride), ciclite o uveite intermedia (se interessa il corpo ciliare), coroidite (infiammazione della coroide), o panuveite (tutte e tre le parti del uvea).

Le uveiti possono anche essere classificate in base alle cause: autoimmuni (se associate ad una malattia autoimmune dell'organismo), infettive (se causata da batteri, virus, funghi o altri microrganismi), traumatiche, o idiopatiche (quando non c'è nessuna causa identificabile).

Quali altre condizioni mediche sono associate all'uveite?

Diverse malattie autoimmuni possono essere associate all'uveite: sarcoidosi, lupus, artrite reumatoide e sclerosi multipla, per citarne alcune. Possono essere associate all'uveite anche diverse infezioni sistemiche: la tubercolosi, la malattia di Lyme, la sifilide, l'herpes zoster (fuoco di Sant'Antonio), ecc.

Come viene diagnosticata l'uveite?

Diagnostichiamo l'uveite ponendo alcune domande sui sintomi, sia a carico degli occhi sia a carico dell'intero organismo (ad esempio, facciamo domande sui dolori alle articolazioni, variazioni di peso, eruzioni cutanee, ecc.). È buona norma prendere nota anche di tutte le condizioni patologiche preesistenti e la storia familiare del paziente che viene da noi in osservazione.

Viene misurata la vista e la pressione degli occhi. Successivamente, si osservano con attenzione i bulbi oculari, sia nella parte anteriore sia in quella interna posteriore (fondo oculare).

Anche se ci sono diversi tipi di uveite, hanno tutte una cosa in comune: l'infiltrazione delle cellule bianche del sangue all'interno dei vasi sanguigni dell'uvea e nelle immediate vicinanze. Queste cellule bianche permeano il tessuto uveale e si distribuiscono all'interno degli occhi. La presenza di globuli bianchi è ciò che noi oculisti cerchiamo al momento della diagnosi. Usando una lampada a fessura, possiamo rilevare senza troppe difficoltà gli accumuli di globuli bianchi.

Qual è la cura per l'uveite?

Dato che l'uveite è una malattia infiammatoria, il trattamento primario mira a tenere sotto controllo l'infiammazione. Ciò può essere ottenuto con steroidi in forma di colliri, iniettati intorno agli occhi (iniezione parabulbare), per via orale o per via endovenosa, a seconda della gravità della infiammazione.

In alcuni casi, si possono utilizzare alternative agli steroidi (come indometacina, methotrexate, ecc.).

La durata del trattamento può protrarsi per una settimana, mesi o anche anni, a seconda della causa che determina l'uveite.

Se la causa è infettiva, si potrà prescrivere un farmaco antinfettivo (ad esempio antibiotici, antivirali o antimicotici) per combattere l'agente infettivo responsabile dell'uveite.

Qual è la prognosi per le uveiti?

La prognosi varia enormemente: alcuni tipi sono miti e si verificano solo una volta, senza più ripetersi. Altri recidivano più volte nel corso degli anni, vanno e vengono con intervalli apparentemente casuali ed imprevedibili. Altri tipi ancora, non si debellano mai del tutto e si protraggono per anni, richiedendo un trattamento antinfiammatorio cronico.

Quali sono le complicanze dell'uveite?

L'uveite può determinare molte complicazioni potenzialmente gravi, che possono anche portare ad una permanente, irreversibile perdita della vista. Per questo motivo, è imperativo che l'uveite venga trattata rapidamente e nel miglior modo possibile.

Se l'infiammazione continua in maniera incontrollata, le complicanze possono includere aumenti improvvisi o cronici della pressione oculare che, a loro volta, possono portare a danni permanenti dei nervi ottici, con conseguente perdita irreversibile della vista (glaucoma). L'infiammazione può anche danneggiare le cellule della cornea e della retina, causando accumuli che offuscano la visione e danni strutturali, talvolta irreversibili.

Per queste ragioni, l'uveite dovrebbe idealmente essere trattata in maniera aggressiva. I farmaci usati per il trattamento dell'uveite possono avere dei propri effetti collaterali, alcuni dei quali anche gravi. Il compito di noi oculisti, spesso in accordo con il medico curante del paziente, è quello di bilanciare i rischi ed i benefici dei farmaci, tenendo conto dei danni potenziali che possono derivare da un'uveite non adeguatamente curata.

Può prevenire l'uveite?

Non è facile pensare di poter prevenire l'uveite, specie se pensiamo che la maggioranza dei casi sono "idiopatici" (= causa sconosciuta), ma si può comunque provare a ridurre la possibilità di ammalarsi di uveite adottando delle misure di buon senso, proteggendosi da possibili traumi e infezioni. Si possono, per esempio, usare occhiali protettivi quando ci si impegna in attività rischiose e si può avere una buona igiene delle mani e degli occhi, che protegge da possibili contaminazioni infettive.

Le malattie autoimmuni sono spesso genetiche (cioè ereditarie) e, forse, le terapie geniche in futuro potranno eliminare o almeno mitigare queste malattie e le uveiti ad esse correlate.

La prevenzione delle riacutizzazioni dell'uveite richiede un attento monitoraggio, con visite oculistiche periodiche. La terapia deve spesso essere regolata e modificata, in base alle variazioni dei segni clinici e dei sintomi riferiti dal paziente.

 

Data pubblicazione: 08 marzo 2013 Ultimo aggiornamento: 17 febbraio 2016

36 commenti

#5
Ex utente
Ex utente

Chi è affetto da uveite può presenziare ad un processo?

#8
Ex utente
Ex utente

Eh beh se non è straordinario questo caso, quale dovrebbe esserlo? ;-)

#9
Dr. Mario Corcelli
Dr. Mario Corcelli

«Medici nazisti su indicazione di un tribunale stalinista sono andati da Berlusconi e hanno emesso un verdetto disgustoso, ma a questo punto siamo al di là di ogni dialettica normale e di fronte allo scatenamento di una persecuzione che essendo fatta da fanatici ha perso anche ogni senso del limite». Durissimo Fabrizio Cicchitto...

MEDICI NAZISTI?

conosco da vicino i due medici che sono stati incaricati dalla Corte d'Appello di visitare Berlusconi
il medico-legale Goj e l'oculista Troiano
sono due professionisti preparati, seri ed integerrimi

è mai possibile che tutti coloro che non siano compiacenti ai voleri del re
debbano essere insultati da cortigiani come Cicchitto?

#10
Ex utente
Ex utente

Da cittadino italiano spero che l'ordine dei medici prenda una chiara posizione contro questo violento e ingiustificato attacco politico. E soprattutto che chieda un chiarimento sulla diversità dei pareri del primario del san raffaele e dei medici mandati per la visita fiscale. Ovviamente con tutte le conseguenze che ciò comporta. Perchè se ci sono delle responsabilità vanno accertate.

Faccio solo notare che nel frattempo la situazione italiana è drammatica: non abbiamo un governo, la disoccupazione giovanile è altissima, le famiglie non riescono ad andare avanti, le imprese chiudono. Eppure la politica (se tutto ciò si può chiamare politica) continua solo a parlare di se stessa. D'altronde è ciò che ha voluto il 30% degli italiani. Ma il restante 70% è stufo!

#11
Dr. Mario Corcelli
Dr. Mario Corcelli

Domanda a Utente 274362
Non mi è chiaro il suo intervento.
Vuol forse dire che quei due medici, avendo espresso un parere contrario a quello dei medici personali di Berlusconi, hanno fatto un "violento e ingiustificato attacco politico"?
E che c'entrerebbe l'Ordine dei Medici in tutto questo; forse che esprimere opinioni contrarie sarebbe sempre un segnale di malafede e di disonestà?
E che c'entra la situazione italiana drammatica con la visita fiscale nei confronti di Berlusconi?

#12
Utente 219XXX
Utente 219XXX

Il blog si riferiva ad una patologia oculistica in un sito ad interesse medico-scientifico. Per questa ragione non butterei il discorso in politica.

#13
Dr. Mario Corcelli
Dr. Mario Corcelli

Concordo con l'utente 219318; il mio non era un intervento politico; semplicemente ho ritenuto doveroso da parte mia difendere due colleghi che conosco personalmente e che ritengo onesti e integerrimi e che sono stati definiti "nazisti".
Qui non c'entra la politica, ma il rispetto delle persone.
Io rispetto i colleghi Zangrillo e Bandello dell'ospedale San Raffaele, come rispetto i colleghi Goj e Troiano; per favore, però, si dica al Cicchitto di lasciar fuori i medici dalle dispute politiche e soprattutto di non offendere persone che nemmeno conosce dando loro del nazista.

#14
Dr. Antonio Pascotto
Dr. Antonio Pascotto

Per l'utente 274362:

Il caso è straordinario, e Lei ha perfettamente inteso il senso dei miei puntini sospensivi. In medicina, in ogni caso, è previsto che vi possano essere opinioni differenti riguardo una medesima questione. Conosco anch'io il bravo collega Pasquale Troiano e, a mio avviso, la valutazione espressa nel merito dimostra ancora una volta la sua serietà professionale.

E' giusto fare notare (caso mai ce ne fosse bisogno) che "la situazione italiana è drammatica" ma in tutto questo, in effetti, la faccenda Berlusconi-legittimo impedimento non ha nulla a che fare.

Grazie, comunque, per la Sua opinione. Se fossimo tutti un po' più attivi contro le macroscopiche inadempienze politiche, forse, non ci troveremmo in queste condizioni...

#15
Ex utente
Ex utente

Rispondo al post 9 del dr. Corcelli.
Il "violento e ingiustificato attacco politico" è stato fatto da Cicchitto a due medici (quelli inviati per la visita fiscale). Aggiungerei anche che è un attacco tanto comico quanto rozzo, perchè fa solo ridere l'idea di un tribunale comunista che invia medici nazisti. Diciamo che forse solo questa involuta goliardia "allegerisce" il discorso che invece è molto serio. E proprio per questo l'Ordine dei medici dovrebbe esigere RISPETTO verso chi fa parte della categoria ed ha subito un attacco durissimo (i medici nazisti usano persone sane come cavie, torturavano i prigionieri, sterilizzavano persone affette da malattie genetiche, ecc. ecc.).

Per quanto ho capito, il parere contrario a quello dei medici della visita fiscale è stato espresso dal primario del san raffaele. Ora, siccome la medicina si basa su diagnosi scientifiche, o si motiva il proprio parere oppure si ammette che si è dichiarato il falso (con le conseguenze del caso). Un medico è medico e basta a prescindere che sia del san raffaele, mandato da un tribunale o personale di un potente... la medicina è una e non si può formulare una diagnosi in base a fattori politici. Altrimenti ci si prende le proprie responsabilità. Che poi siano possibili errori, differenze tra le diagnosi è un altro conto. Ma la malafede non si può accettare. E siccome parliamo di uveite, non credo che ci sia spazio a chissà quale grande dibattito. LA QUESTIONE è FIN TROPPO CHIARA.

#16
Dr. Antonio Pascotto
Dr. Antonio Pascotto

E' vero, sono d'accordo. Sulla diagnosi di uveite non si può discutere, ed infatti tutti i medici concordano. E' sulla necessità di ricovero che si può opinare e, come ho detto nel precedente post, il ricovero rappresenta davvero un evento straordinario. ;-)

Buona serata!

#17
Ex utente
Ex utente

Rispondo al post 12 del dr. Pascotto.
Questa vicenda del legittimo impedimento ha molto a che fare con la situazione drammatica italiana: ci sono problemi urgentissimi a cui la politca DEVE dare risposta e invece ogni giorno assistiamo a una politica che si occupa soprattutto dei suoi problemi giudiziari (giusto per rimanere sul generale). Se la priorità fosse l'Italia, ora i giornali non parlerebbero di Berlusconi e i suoi processi. Po pensare che tra poco ci sarà una manifestazione SOLO per difendere interessi di parte quando l'Italia sta franando fa solo capire quanti anni luce i politici siano dalla realtà.

#18
Dr. Mario Corcelli
Dr. Mario Corcelli

All'Utente 274362.
Più che un attacco politico, quello di Cicchitto ai due medici fiscali è stato uno squallido attacco personale, squallido perché si vuole trascinare su un terreno politico l'operato di due professionisti che con la politica nulla ha a che fare.
D'altra parte, lo stesso avviene per la Magistratura, quella che condanna sarebbe comunista, quella che assolve sarebbe imparziale?

Per tornare sul piano tecnico medico-legale, concordo con Antonio Pascotto; qui la differenza non sta nella diagnosi di uveite, ma nel suo profilo medico-legale; non mi pare che Bandello, prescrivendo un ricovero, avesse voluto significare l'impossibilità del paziente a presenziare ad un processo; certo, la necessità di un ricovero per una uveite rappresenta un fatto straordinario, ma teoricamente non è necessariamente giustificazione di un legittimo impedimento.
Non vedo quindi, alcun contrasto tecnico fra un giudizio "clinico" di un ricovero per uveite ed un giudizio "medico-legale" di compatibilità con la presenza al processo; si tratta di due ambiti differenti.

In questa solo "apparente divergenza tecnica" fra due professionisti (Troiano e Bandello) l'Ordine dei dei Medici non c'entra; se mai, l'Ordine dovrebbe intervenire, e mi aspetto che lo faccia, per difendere i due medici fiscali dallo squallido insulto di "nazista".

#20
Ex utente
Ex utente

Bene, adesso è tutto chiaro. Da cittadino non medico per me era interessante capire perchè i pareri dei medici presentavano alcune differenze (su cui poi si è giocata la richiesta del legittimo impedimento). Fatta salva la buona fede di tutti i tre medici coinvolti, le divergenze possono essere del tutto comprensibili e quindi non dovute a influenze politiche.

#21
Ex utente
Ex utente

Che dire allora? Tanti auguri di pronta guarigione all'onorevole Berlusconi! :-)

e "menomale che Silvio c'è", altrimenti sai che noia a parlare sempre di disoccupazione, suicidi, giovani disperati, debito pubblico, crisi dell'eurozona...

#22
Dr. Mario Corcelli
Dr. Mario Corcelli

Antonio, complimenti a te per averci spiegato che cosa sia l'uveite; da parte mia, ci tenevo a evidenziare la differenza fra "giudizio clinico" e "giudizio medico-legale".

#26
Dr. Mario Corcelli
Dr. Mario Corcelli

La conferma che la differenza di giudizio fra il clinico e il medico-legale è tecnicamente non in contrasto reciproco la dà lo stesso Zangrillo.
Infatti, Zangrillo a TMNews ha detto:
"Quello di cui si dissertava oggi era vedere se c'era un impedimento assoluto e questo a noi non compete".
È quanto ha affermato Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi nel corso di una conferenza stampa tenuta all'ospedale San Raffaele insieme con il primario di Oftalmologia Francesco Bandello. Sempre in merito alla visita fiscale a cui è stato sottoposto oggi Silvio Berlusconi ricoverato da ieri al sesto piano dell'ospedale fondato da don Verzè, Zangrillo ha spiegato il suo pensiero facendo un esempio: "Io sono primario di terapia intensiva e noi siamo abituati a trasportare qualsiasi tipo di paziente, chiunque può andare ovunque: l'impedimento assoluto in medicina è un accadimento molto raro perché, ad esempio, anche un paziente in coma può andare ovunque".

#34
Utente 294XXX
Utente 294XXX

Complimenti Dr. Corcelli, sono certo che tantissimi utenti hanno apprezzato il suo intervento. Grazie.

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