Le allergie alimentari sono la causa più comune di anafilassi. Le reazioni allergiche alimentari “ vere “ possono essere innescate da quantità anche piccole di un determinato alimento o suo derivato, hanno un’insorgenza acuta / subacuta e possono essere potenzialmente pericolose per la vita.
Le intolleranze alimentari non mettono mai a rischio di vita, hanno un esordio graduale ed i sintomi sono " dose dipendenti ", ovvero, possono avvenire in caso di abuso di un determinato alimento o se questo viene consumato molto spesso.
La celiachia (enteropatia da glutine) è una malattia autoimmune ereditaria attivata dal consumo di glutine, una lipoproteina costituita a sua volta da due proteine, la gliadina e la glutenina, presenti nel frumento, farro, orzo e segale. Quando una persona affetta da celiachia consuma glutine, innesca una reazione auto-immune che danneggia permanentemente i villi nel piccolo intestino determinando conseguente malassorbimento di vari nutrienti.
In fase acuta / subacuta, i celiaci lamentano spesso emicrania, astenia, costipazione o diarrea, intolleranza al lattosio, carie e vomito. A lungo termine è dimostrata in questi pazienti una pericolosa alta incidenza di osteoporosi, infertilità, disturbi della tiroide, malattie neurologiche (tra cui la depressione), malnutrizione e tumori gastrointestinali.
Con il termine di intolleranza al glutine, condizione nota come sensibilità al glutine non celiaca (NCGS), ci si riferisce alla manifestazione di sintomi di disagio e disturbi gastrici causati da una risposta infiammatoria in cui però i villi intestinali non sono mai distrutti. Recentemente, la sensibilità al glutine non celiaca ha ricevuto il riconoscimento medico internazionale di una condizione medica legittima, pur non avendo marcatori genetici o endoscopici specifici.
Le suddette condizioni possono peraltro coesistere nello stesso paziente, in particolare nei pazienti celiaci vi è spesso riscontro di allergia alimentare sintomatica.
Sia che si tratti di allergia alimentare, di intolleranza, di malattia celiaca o altre condizioni mediche (NCGS), la best practice per produttori e fornitori di generi alimentari è quello di assumere tutte le suddette condizioni come potenzialmente pericolose per la vita e quindi si procede generalmente all’esecuzione di tutte le procedure corrette per evitare l’esposizione con l’alimento incriminato.
Produttori e fornitori creano quindi opzioni di menù senza glutine e/o menù privi di alcuni o tutti gli otto allergeni più comuni (latte, arachidi, frutta a guscio, uova, soia, grano, pesce e crostacei) : questi otto alimenti causano il 90% di tutte le reazioni allergiche alimentari. Per quanto riguarda la celiachia, lo standard generalmente accettato per considerare un alimento "senza glutine" è una quantità di 20 mg/kg di glutine; questo, visivamente, equivale più o meno alla testa di un piccolo perno.
In presenza di sintomi specifici e familiarità per celiachia è opportuno discutere del problema con il proprio medico curante ed eventualmente intraprendere un percorso guidato immunologico / allergologico / gastroenterologico.
La ringrazio per avermi risposto. Volevo chederle un ultima cosa, uno dei suoi colleghi mi ha risposto dicendomi che si trattava di cancro, ictus o morte improvvisa se non smetevo di fumare..ora io l'ho so che fumando non mi aiuta ma veramente si può trattare di una cosa cosi grave? Come li dicevo prima sei mesi fa quando ero andata al ps visitandomi mi hanno detto che era bronchite acuta. La ringrazio nuovamente cordiali saluti