Protesi al Pene: Più il chirurgo è esperto minore è il rischio di infezione

gabriele.antonini
Dr. Gabriele Antonini Urologo, Andrologo, Chirurgo plastico

E' quello che è emerso in una recente pubblicazione sull’americano Journal of Urology dal titolo “Impact of Surgeon Case Volume on Reoperation Rates after Inflatable Penile Prosthesis Surgery” dell’urologo Ifeanyi C. Onyeji del dipartimento di urologia della Columbia University Medical Center di New York. E' stato studiato quanto conti il volume chirurgico del singolo chirurgo e di quanto questo dato possa influenzare le percentuali di reintervento nei pazienti che si sottopongono a impianto di protesi peniena. gabriele.antonini_Copia_di_Protesi_Idraulica_Gabriele_Antonini_Urologo_Andrologo_RomaSono stati esaminati il numero di interventi per protesi peniene dal 1995 al 2014 nel database del New York Statewide Planning and Research Cooperative System. E' stata eseguita un'analisi multivariata per valutare quanto il volume dei casi chirurgici potesse influenzare le percentuali riguardanti i reinterventi di protesi peniene. L’analisi e’ stata stratificata sulla base di quelle che sono le indicazioni al reintervento in modo da poter determinare se la mole di interventi effettuati da un singolo chirurgo abbia un effetto analogo sulle complicanze infettive e non. Un totale di 14,969 uomini è stato sottoposto a impianto di protesi peniena. Il follow-up mediano è stato di 95,1 mesi (range 0,5-226,7) dal momento dell'impianto. I tassi totali di reintervento, reintervento per infezioni e reintervento per complicanze non infettive, sono stati rispettivamente 6,4% 2,5% e 3,9%. Impianti effettuati da chirurghi con un basso volume di impianti avevano maggiore probabilità di richiedere un reintervento per infezioni, ma non per complicazioni non infettive. L'analisi multivariata ha dimostrato che paragonati a pazienti operati da chirurghi nel quartile più alto di volume di casi annui (più di 31 casi all'anno), pazienti operati da chirurghi nel quartile più basso (0-2 casi all'anno), nel secondo quartile (3-7 casi all'anno) e nel terzo quartile (8-31 casi all'anno) sono stati rispettivamente 2,5 2,4 e 2,1 volte con maggiore probabilità di richiedere un re-intervento per infezione della protesi peniena. Concludendo i pazienti operati da chirurghi con un alto tasso di impianti hanno minore probabilità di richiedere il reintervento dopo impianto di protesi peniena rispetto a quelli operati da chirurghi con un tasso più basso. Questa tendenza sembra essere correlata all'associazione tra il volume chirurgico e il rischio di infezione della protesi. L’impianto di una protesi peniena viene indicato in tutte le forme di disfunzione erettile che non rispondono ad altri presidi terapeutici o nei casi in cui i trattamenti farmacologici siano controindicati o abbiano determinato la comparsa di importanti effetti collaterali. Una protesi peniena è la migliore opzione chirurgica per il trattamento degli uomini con disfunzione erettile. Un impianto del pene può essere effettuato in qualsiasi paziente affetto da Disfunzione Erettile (DE) organica. La maggior parte di questi problemi non riescono a risolversi spontaneamente con trattamenti non chirurgici. Temporeggiare ad effettuare un impianto significa avere un notevole ed irreversibile accorciamento del pene causato dalla scarsa ossigenazione dei corpi cavernosi. Cosa ancor più grave nei pazienti affetti da induratio penis plastica. Attualmente i rischi infettivi si sono ulteriormente abbassati grazie ad una tecnica chirurgica molto rapida con accesso infrapubico. La tecnica Minimally invasive penile prosthesis implant, messa a punto negli Stati Uniti, ha la caratteristica di essere mini-invasiva e dunque rivoluzionaria: L’innovazione sta tutta nella tecnica utilizzata per posizionare l’impianto protesico: si effettua una incisione infrapubica alla base del pene di appena 2 cm per l’impianto delle protesi peniena idraulica. gabriele.antonini_Pompa_Protesi_Idraulica_Gabriele_Antonini_Urologo_Andrologo_RomaL’intervento dura venti minuti, contro i 60 minuti di quello tradizionale. A tutto beneficio del dolore post operatorio, che è quasi inesistente, e del rischio di infezioni che diminuisce considerevolmente ed è prossimo allo zero per cento. Con questo nuovo approccio i tempi chirurgici si sono notevolmente abbreviati a tutto vantaggio contro i rischi infettivi. Già dopo 7 giorni dall’intervento si può attivare il sistema e la ripresa dell’attività sessuale comincia a un mese di distanza.

In allegato un link con il video di un paziente con problemi di disfunzione erettile che ha deciso di impiantare una protesi peniena. E' un vero e proprio documentario che ripercorre tutte le tappe dalla visita medica passando per l'intervento chirurgico descritto nei suoi passaggi tecnici fino alla completa ripresa dell'attività sessuale.

http://www.antoniniurology.com/primo-documentario-sullimpianto-di-una-protesi-al-pene/ 

Data pubblicazione: 03 gennaio 2017

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