Protesi mammarie PIP: un danno per le donne e per i chirurghi

claudiobernardi
Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico

Dopo la Francia, è allarme anche in Italia sulle protesi mammarie PIP. Fabbricate dal 2001 dall’azienda francese Poly Implant Prothese (Pip), esse sono finite sotto accusa perchè riempite con silicone diverso da quello dichiarato alle autorità sanitarie e destinato invece ad usi industriali.

Le autorità francesi preposte al controllo di tutti i dispositivi medici, solamente nel 2010 hanno preso la decisione di ritirarle dal mercato e questo notevole ritardo ha comportato un danno sia per le pazienti che per il chirurgo che, inconsapevole della truffa e fidandosi della certificazione europea, ha continuato ad utilizzarle.

Rispetto al rischio per le pazienti va sottolineato che, stando ai dati scientifici in possesso, non c'è una relazione tra silicone di tipo industriale e aumento di incidenza di cancro, ma esiste un'evidenza clinica di rezioni infiammatorie croniche.

Il consiglio per le pazienti portatrici di protesi PIP è quello di contattare il chirurgo senza allarmismi, e sarà lui stesso a decidere i controlli da effettuare e la condotta terapeutica migliore.

Voglio infine rassicurare le mie pazienti perchè non ho mai utilizzato protesi PIP.

 

Data pubblicazione: 21 dicembre 2011

3 commenti

#1
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Caro Claudio quanto mai opportuno questo post per fare chiarezza poichè siamo bombardati da mail di pazienti preoccupatissimmi, alcuni dei quali non sanno neanche quale tipo di protesi sia stata loro "rifilata".
Mi inserisco in questa interessante (perchè si hanno pochi dati certi) discussione sperando di dare un piccolo contributo alle preoccupazioni dei nostri utenti.

1) A mio parere il rischio in senso oncologico è attualmente, in assenza di dati affidabili, sovrastimato perchè l'incidenza registrata in portatrici di protesi PIP non è significativamente diversa da quella della restante popolazione non operata.

2)Resta quindi e non sembra sovrastimato il rischio di rottura superiore a quello delle altre protesi. Ma è un dato reale ? Probabilmente no, perchè da quando si è scoperto quale fosse il tipo di silicone utilizzato per le PIP, queste rotture sono state enfatizzate oltre misura. Esiste uno studio con un registro per le rotture delle altre protesi ? Probabilmente no !

3) Conclusioni : ha senso correre alla sostituzione come provvedimento d'urgenza ?
Non lo sappiamo , ma probabilmente no.

4) Se l'utente che mi richiedesse un consiglio fosse una mia familiare le raccomanderei di fare una Risonanza Magnetica mammaria senza mezzo di contrasto

http://www.senosalvo.com/approfondimenti/quando_perche_fare_RMM.htm

per studiare precauzionalmente lo stato delle protesi e pertanto non condivido la scelta di molti chirurghi interpellati dai pazienti che si limitano a prescrivere una ecografia mammaria (forse in attesa della rottura ?????)

#2
Dr.ssa Maria Luisa Pozzuoli
Dr.ssa Maria Luisa Pozzuoli

Caro Claudio, grazie mille per questa tua doverosa precisazione, siamo bombardati da richieste e crisi di panico ed è ovvio che in tutto ciò ci siano fenomeni di "sciacallaggio", e a rimetterci sono le pazienti. Un caro saluto

#3
Dr. Claudio Bernardi
Dr. Claudio Bernardi

In effetti è un caos. Come AICPE (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica) stiamo cercando di formulare linee guida che si discostino dai diktat francesi di espiantare immediatamente tutte le protesi PIP. Già abbiamo inviato notizie sulla nostra Newsletter e speriamo di inviare a presto una risoluzione definitiva comune con le altre società di chirurgia estetica europee. Ci vediamo al Sies a Bologna e ne parliamo.

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