La Alopecia fibrosante frontale: patologia da conoscere

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Dr. Giampiero Griselli Dermatologo, Medico estetico

La Alopecia fibrosante frontale è una patologia assai poco conosciuta dai medici, e talvolta poco considerata anche dagli specialisti dermatologi.

Eppure la casistica appare in netto aumento, tanto da creare per essa un registro apposito.

Si tratta di una alopecia, cioè una perdita di capelli di natura cicatriziale, che interessa la regione frontotemporale e le sopracciglia. 

Ha caratteristiche molto simili al lichen planopilare, anche a livello istologico, ma tende ad avere caratteristiche peculiari che fanno supporre una sua possibile indipendenza. O comunque di essere una variante molto particolare.

È appannaggio prevalentemente del sesso femminile, e maggiormente in età postmenopausale, con le dovute eccezioni. 

La diagnosi è prevalentemente clinica e tricoscopica.

Il primo rilievo è l'aumento della distanza tra glabella (area intersopraccigliare) e l'attaccatura dei capelli, che risulta notevolmente aumentata, anche di 3-4 cm) risultando in alcuni casi superiore ai 10 cm)

Il secondo è la alopecia parziale o totale delle sopracciglia. 

Contestualmente la tricoscopia dimostrerà una assenza di capelli velli e "baby hair" alla attaccatura, sostituiti da capelli torti e irregolari , a volte spezzati.

Sempre presente la ipercheratosi follicolari e l'eritema circostante.

Il dermatologo esperto di tricologia non mancherà di ricercare associazioni di altri segni minori....ma la diagnosi ormai è fatta e necessita solo della conferma istopatologica.

E difatti alla istologia post-biopsia si riscontra un infiltrato lichenoide, infiammatorio linfocitario in zona perifollicolare istmica, con ghiandole sebacee assenti.

Diagnosi quindi accertata,a cui segue una prognosi non buonissima in quanto malattia cronica e progressiva.

Nella storia naturale quindi l'area frontotemporale e delle sopracciglia viene nel tempo (anni) interessata da una alopecia cicatriziale permanente. 

Questo impone una terapia adeguata, nel tentativo di impedire il più possibile la progressione. 

Quindi terapie locali con cortisonici (per pomata e per infiltrazione mesoterapica) e talvolta tacrolimus, ma anche terapie sistemiche con finasteride (che consiglio nelle donne in post menopausa), steroidi iniettivi sistemici e talvolta idrossiclorochina.

Importantissima la diagnosi precoce. Se trattata subito sarà certamente più facile impedire il danneggiamento del follicolo ed evitare che vi sia una distruzione dello stesso con conseguente irreversibilità del danno.

Data pubblicazione: 13 settembre 2017

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