La genitoscopia per le infezioni genitali da HPV: cosa si fa in ambulatorio?

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Dr. Giampiero Griselli Dermatologo, Medico estetico

Parte fondamentale dell'approccio medico ai pazienti con sospette lesioni genitali da HPV (Human Papilloma virus) è la genitoscopia.

Essa si inserisce solitamente alla fine di una anamnesi correttamente ottenuta e prima della esecuzione di eventuali esami (tecniche di biologia molecolare:Southern blot, Dot blot,ISH,FISH,PCR) ed ulteriori accertamenti per casi specifici.

Si tratta di un esame obiettivo con l'utilizzo di alcuni ausili.

Le lesioni condilomatose o sospette vanno ricercate con cura , utilizzando una lente di ingrandimento ( o altri mezzi atti ad ingrandire )in tutti i distretti genitali,perineali ,perianali, meato uretrale . Nella donna, anche tramite colposcopia quando sia necessario estendere l'indagine alla cervice uterina.

Nel fare questo è prassi comune rendere più precisa la esplorazione utilizzando alcuni  espedienti.

Test con acido acetico.

Si applica per alcuni minuti  una soluzione di acido acetico al 3-5 %.

Questo acido determina una disidratazione a livello del citoplasma delle cellule, rendendo più evidenti quelle dove è presente una più elevata densità nucleare per effetto della tipica metaplasia, o addirittura displasia.

Si tratta della cosiddetta Reazione Acetobianca.

Purtroppo essa non è specifica , essendo positiva anche in altre condizioni patologiche , quali eczemi , funghi ,etc.

Test di Schiller.

Viene effettuato spennellando sulla mucosa una soluzione acquosa iodo-iodurata (liquido di Lugol).

Si basa su una colorazione che solo i tessuti maturi, ricchi di glicogeno, possono captare in abbondanza, assumendo una colorazione mogano.

Quindi sono itessuti normali a colorarsi , mentre le zone in preda a metaplasia , displasia o tumore NON si colorano

Si tratta della cosiddetta reazione iodionegativa.

Anch'essa è poco specifica , soltanto indicativa.

Successivamente si passa al citologico tramite "brusching" o all'esame istologico , coadiuvato dagli esami di laboratorio.... ma qui siamo già , purtroppo ad un passo oltre.

Il paziente sta passando ad un livello diverso; verosimilmente la diagnosi di lesioni condilomatose o neoplastiche è già stata praticamente fatta!

Data pubblicazione: 26 maggio 2011

1 commenti

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Dr. Luigi Laino
Dr. Luigi Laino

Caro Giampiero,

Aggiungo alla tua utile informazione, un punto che personalmente mi piace sottolineare sempre:

La nostra Specialità (Dermatologia e Venereologia) ci permette di avere tutte le armi a disposizione per una corretta diagnosi:

ad esempio, ad oggi trovo molto utile la dermoscopia in epiluminescenza per identificare alcune "difficili" microcondilomatosi altrimenti poco visibili.

Rispetto alle metodiche che hai citato e che anche tu commenti come non precise (aggiungo addirittura in alcune condizioni foriere di false positività e negatività) questa metodica se indicata,può dare importanti informazioni (grazie anche alla stabilizzazione di alcuni "patterns" specifici)

Rimane a mio avviso il concetto che l'OCCHIO esperto del Dermatologo Venereologo è costantemente sufficiente per la diangosi e la corretta identificazione delle lesioni infettive e dermatosiche genitali.

cari saluti

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