Cancro del pancreas, screening e diagnosi precoce. A che punto siamo?

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Cosa hanno in comune Steve Jobs, Luciano Pavarotti, Patrick Swayze, Aretha Fanklin, Joan Crawford, Rex Harrison, Henri Mancini?

Sono tutti morti per un cancro al pancreas!

Un recente lavoro appena pubblicato su Annali of Surgery mette a fuoco i termini della questione.

Attualmente la quarta causa di morte per cancro negli Stati Uniti con una sopravvivenza media dei pazienti ai quali viene diagnosticata una malattia resecabile chirurgicamente del 15-20% a 5 anni.

Il problema è che nella stragrande maggioranza dei pazienti il tumore viene diagnosticato quando non più resecabile ed a questo stadio la sopravvivenza a 5 anni è vicina a zero!

Appare quindi evidente l’ urgente necessità di identificare uno strumento di screening per la diagnosi precoce così come si è fatto per i tumori di mammella, colon retto e prostata con verosimili vantaggi sulla sopravvivenza.

Un recente lavoro ha definito la ‘finestra’ di tempo tra la presenza del tumore non diagnosticabile clinicamente e la sua evidenza sintomatica: circa 15 anni. Un intervallo di tempo quindi ragionevole nel quale identificare la malattia precocemente.

Purtroppo la posizione anatomica del pancreas costituisce un ostacolo ad una semplice valutazione con tecniche di immagine e il momento nel quale la malattia diventa sintomatica, in genere con calo di peso ed ittero senza dolore, coincide con lo stadio avanzato di malattia difficilmente curabile.

La spinta verso la necessità di una diagnosi precoce nasce anche dal fatto che le recenti statistiche dimostrano che la malattia diagnosticata in fase iniziale e trattata in centri ad alto volume permette di ottenere buoni risultati con una mortalità operatoria limitata al 3%, rispetto al 25-30 % di alcuni decenni fa.

Al momento attuale quindi sono in esame ben 162 marker serici, ovvero sostanze dosabili nel sangue il cui valore aumentato sarebbe indice di malattia.

Nessuno di queste però ha soddisfatto i criteri sufficienti per essere utilizzato come strumento di screening ed il più noto di questi, il cosiddetto CA 19.9 è utilizzato solo per identificare una eventuale ripresa di malattia in pazienti già operati con intento curativo ma non come strumento di diagnosi precoce.

Le tecniche di diagnostica per immagine in grado di identificare il tumore del pancreas sono l’ ecografia, l’l ecoendoscopia, la colangiopancreatografia retrograda, la tac, la risonanza magnetica e la pet.

Purtroppo nessuna di queste per diverse ragioni può essere utilizzata come efficace strumento di screening nella popolazione generale.

Si è preferito quindi al momento attuale concentrare l’ attenzione sui gruppi di pazienti a rischio ovvero coloro che presentano un aumentato rischio di sviluppare la malattia per le seguenti ragioni:

  • età (il 97% dei tumori viene diagnosticato in persone oltre i 45 anni)
  • obesità
  • fumatori
  • diabetici
  • pazienti affetti da pancreatite cronica.
  • alcune sindromi genetiche

 

Anche in questi gruppi selezionati di pazienti per fattori rischio tuttavia non vi è evidenza che le metodiche sopra descritte possano essere utilizzate in modo efficace come strumento di screening.

Sembra quindi opportuno al momento concentrarsi sulla riduzione del fattori di rischio modificabili mediante correzione delle abitudini di vita ed alimentari, in attesa di uno strumento adeguato.

La battaglia contro il cancro del pancreas per il momento è persa.

 

Fonte: Ann Surgery, 2013;257 (1): 17\26

Data pubblicazione: 09 marzo 2013

Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

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17 commenti

#2
Dr. Andrea Favara
Dr. Andrea Favara

Al lungo elenco va aggiunto probabilmente Pietro Mennea.

#4

Non sono informato sulle potenzialità diagnostiche del "Bioscanner" e quindi non entro più di tanto nel merito.
Vorrei però fare qualche considerazione, soprattutto su quanto afferma l'utente che ha qui risposto.
Se non sbaglio il bioscanner è usato in alcuni ospedali italiani per la diagnosi di tumore della prostata già da qualche anno.
Se non ha la diffusione che probabilmente meriterebbe, i motivi possono essere diversi, quali la non ancora completa affidabilità o il limitato utilizzo che non consentirebbe un sicuro screening in tutti gli organi.

In ogni caso l'apparecchio non potrebbe mai essere concorrenziale con apparecchiature diagnostiche per immagini (RM;TC;Angiografia),poichè, ai fini terapeutici (medici o chirurgici) è essenziale conoscere morfologia,sede,estensione del tumore, quindi non comprendo come e perchè le "multinazionali" (quali? La Siemens, la CGE e altre produttrici di tali apparecchiature) dovrebbero ostacolare la diffusione del Bioscanner.

Credo infine che, qualora il bioscanner rilevasse un "segnale" di tipo infiammatorio,ciò non giustificherebbe nè una terapia antitumorale nè l'asportazione dell'organo, ma forse neanche la biopsia poichè nella "fase antinfiammatoria" essa sarebbe negativa per cellule tumorali.

Buona Domenica a tutti

#6
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

@ Utente 291190

Non conosco lo strumento, ma se lo usano all' IEO e davvero è valido, ci penserà ben Veronesi a spingerne la sperimentazione clinica!
Ormai è di moda fare dietrologia e accusare le lobbies delle multinazionali di sabotare le ricerce di prodotti utili e poco costosi.
Se fosse vero tutto quello che è scritto nei link, dovrebbe esserci la corsa a commercializzarlo, visto che non si pone in antitesi ma a complemento di indagini con macchine più costose come la Risonanza Magnetica e la TAC. Infatti serve per lo screening, mentre gli altri esami servono per valutare dimensioni e rapporti del tumore già diagnosticato, per il follow-up ecc.
Apparecchi così -sempre che sia vero che sono affidabili ecc. ecc.- servirebbero non egli ospedali ma negli studi dei medici (anche dei medici di famiglia) e quindi non farebbero alcuna concorrenza a indagini più costose!
La General Electric, che costruisce e vende ecografi costosi e sofisticati, a creato e commercializzato anceh un ecocardiografo per medici di base, grande poco più di un I-phone. Con questo i medici possono fare un ecocardiogramma veloce per diagnosticare le cardiopatie più semplici; e siccome agli ospedali dovrebbero arrivare solo le patologie complesse, o gli esami di secondo livello, si venderanno più apparecchi di alta gamma.

#7
Utente 291XXX
Utente 291XXX

Infatti il senso di tale strumento deve essere esattamente questo: fare screening veloci e poco costosi su ampie fasce della popolazione per diagnosticare precocemente patologie che non vengono scoperte se non fino a quando non è troppo tardi e perché? Perché fare screening per patologie, poco comuni per cui il rapporto costi su benefici è basso: in pratica fare ecografie a "caso" un po' a tutti ogni po' sarebbe troppo costoso ( ma probabilmente efficacie) così che si preferisce non farle( ma si può risparmaire sulla salute??) se invece si diffondesse, come dice giustamente la dottoressa Lestuzzi, in tutti gli studi medici tale strumento, in pochi minuti si farebbe l'esame in modo veloce a molti e poi, se la macchina segnalasse qualcosa, si farebbbero esami certamente più approfonditi e mirati. Ma allora perché, dato che è stata sviluppata da oltre 10 an e da quanto si legge da studi e articoli sembra realmente efficacie e rivoluzionaria, non la conosce quasi nessuno persino in ambito ospadeliero?

#8
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Appunto: perché? Forse non è così affidabile come si dice. Anche perché dovrebbe servire anche per lo screening del tumore della prostata, che non è affatto raro. Certo è altamente improbabile che sia "perchè le le multinazionali che ci guadagnano sopra impediscono la diffusione"

Soprattutto, mi lascia allibita l'affermazione " Svegliatevi gente, vi fanno morire per i loro interessi!!" Gli interessi di CHI?

Suvvia! Siamo ragionevoli!


#9
Utente 296XXX
Utente 296XXX

Ragionevole sarebbe darla in dotazione ai medici di base non mettere in dubbio una sperimentazione andata piu' che a buon fine e non mettere in dubbio invece la potenza delle multinazionali. Il cancro e' il male del secolo qualsiasi presidio usato per la diagnosi merita attenzione..perche' non se ne parla?

#10
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Ripeto la domanda: QUALI multinazionali? A chi può giovare che venga ritardata la diagnosi del cancro del pancreas o della prostata? Tumori tra l'altro che vengono trattati soprattutto con chirurgia e radioterapia, non con farmaci costosi. E' semplicemente assurdo.

#12
Ex utente
Ex utente

Veramente Aretha Franklin è viva e vegeta e non ha avuto mai un cancro al pancreas

#14
Utente 347XXX
Utente 347XXX

Una risonanza addome con contrasto negativa esclude un tumore del pancreas ?

#16
Utente 347XXX
Utente 347XXX

La tac é un esame piú attendibile ?

#17
Dr. Andrea Favara
Dr. Andrea Favara

Sensibilita' e specificita' sono sovrapponibili, e in nessun caso del 100%.

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