Siamo acqua e acqua ritorneremo

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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare

"L’acqua è un bene comune o un bene economico? Perché, pur essendo la risorsa più abbondante, è sempre più scarsa? Qual è la relazione fra scarsità e sistema produttivo e stili di vita? Esiste una connessione fra la mancanza di accesso all’acqua potabile e le multinazionali? È un caso che le guerre dell’acqua aumentino in maniera esponenziale? Quali sono le ragioni e gli effetti della privatizzazione? Quali le responsabilità dei governi? Chi decide realmente sulle risorse? A nome di chi? Sulla base di quale legittimità?

Esploriamo insieme i luoghi della resistenza alla mercificazione dell’acqua, le reti e i percorsi di ripubblicizzazione dei servizi idrici e dell’immaginario collettivo."

 Apro questo Blog dedicato al Bene Comune Acqua con queste domande cruciali dello splendido libro "Geopolitica dell'Acqua" di Margherita Ciervo pubblicato nell'luglio del 2009 (*).  

Alle sue domande aggiungo le mie. 

L'Acqua è un bene finito? Qual'è la relazione tra scarsità dell'acqua, povertà e malattie nei paesi sfruttati? E nei paesi sfruttatori esistono poveri che soffrono e muoiono di sete?

Come viene ridotta in modo drammatico la già scarsa disponibilità dell'acqua? Solo con l'erogazione da parte delle Multinazionali delle risorse idriche già ridotte o anche distruggendo la qualità di questo prezioso liquido indispensabile per la vita?

Chi e come inquina l'acqua?

Chi ci difende dall'inquinamento?

Come si fa a sapere se le sostanze inquinanti provocano le malattie? Chi sono le cavie umane?

Se si sa che determinate sostanze sono inquinanti, come mai non si creano sistemi di rilevamento adeguati per tracciare una mappa delle aree contaminate?

Gli inquinanti provocano tumori? Sono causa di malformazioni congenite? Inducono malattie degenerative? Esistono Registri nazionali di tutto il territorio italiano?

Se sì', esiste una mappa epidemiologica comprensiva di tutti questi eventi che ne descriva la distribuzione sul territorio italiano? 

Se no, che cosa possiamo fare per difenderci come cittadini?

I medici cosa possono fare?

 Per cercare di rispondere in modo semplice, comprensibile ed esaustivo a tutte queste domande faremo un viaggio insieme alla ricerca del rapporto esistente tra Qualità dell'Acqua e Diritto alla Salute.

 

Margherita Ciervo

Geopolitica dell'Acqua - Di chi è l'acqua

Editore:Carocci Editore

  • Data pubblicazione:Luglio 2009
  • Formato:Libro - Pag 188 - 13x21
  • Ultima ristampa:Luglio 2010
Data pubblicazione: 02 giugno 2011 Ultimo aggiornamento: 05 maggio 2016

7 commenti

#1
Dr. Mario Corcelli
Dr. Mario Corcelli

proprio per questo l'ACQUA deve restare PUBBLICA; proprio per questo, a mio parere, bisogna votare Sì al referendum del 12-13 giugno pv.

#2
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

Se l’acqua è più salata
c’è poco da ridere

di SALVO FICARRA e VALENTINO PICONE



Fate finta di essere seduti a teatro, in attesa di seguire un comico che sta per fare il suo monologo. Adesso il comico entra in scena tra gli applausi della gente, guadagna il centro del palco e comincia: “Signore e signori, buona sera. Come saprete già, vogliono privatizzare l’acqua. Però dicono che non privatizzano l’acqua, ma privatizzano la gestione dell’acqua (risate). Spiego meglio… Dicono che l’acqua rimane pubblica, solo che se la vuoi te la vendono i privati (risate). Dicono che in questo modo miglioreranno i servizi di fornitura (risate). Dicono che dietro la privatizzazione dell’acqua non ci sono interessi di nessuna lobby (risate). Dicono pure che le bollette non aumenteranno” (risate). Fine del monologo, applausi e sipario.

Adesso segnate con una X le battute che vi hanno fatto più ridere, tra quelle che vi abbiamo segnalato noi… Fatto? Bene. Se avete segnato con la X tutte le battute da noi indicate, vuol dire che la pensate esattamente come noi.

Il cabaret – come diceva un nostro carissimo amico – è quella cosa, ca i cristiani arririnu… ma ci fussi ri chianciri”. La verità, insomma, è che il nostro amatissimo Paese si è trasformato in un enorme palcoscenico, dove per far ridere basta raccontare la realtà così com’è, senza aggiungere altro. Non c’è bisogno di ricorrere a paradossi, forzature ed esasperazioni. Da noi è tutto molto più facile: apri un giornale e ti veni r’arririri… anche se in realtà ci fussi ri chianciri.

Per esempio: è stato dimostrato ampiamente che il nucleare è antieconomico e pericoloso? (Prova ne è che stanno chiudendo le centrali atomiche in tutta Europa). Non importa, da noi si propone di fare il nucleare (risate). Ancora: è stato dimostrato ampiamente che laddove l’acqua è stata privatizzata i servizi non sono migliorati e le bollette si sono triplicate? Non importa. Noi la privatizziamo lo stesso (risate). Ci fussi ri chianciri… ma arriremu.

Forse perché una parte, dentro ognuno di noi, vuol continuare a pensare che in fondo in fondo si tratta di battute, semplici battute paradossali come tante se ne sentono in giro. Oppure perché una parte di noi – forse quella più ingenua – crede ancora che la privatizzazione dell’acqua sia una bufala mediatica, fatta un po’ per gioco e un po’ per provocazione, come quella di Orson Welles che alla fine degli anni Trenta annunciò per radio l’arrivo dei marziani sulla Terra, gettando nel panico un’intera nazione. Una fissaria insomma, una minchiata col botto.

Ma purtroppo non è così, la privatizzazione dell’acqua è una cosa seria (risata). Una cosa talmente seria che dovrebbe gettare nel panico un’intera nazione, proprio come avvenne in America quando si pensò che stessero sbarcando gli alieni. E invece il nostro bel Paese, tronfio e arrogante, non si interroga minimamente su questi quesiti, ma si limita a dibattere in televisione intorno al plastico di questo o di quell’omicidio.

La domanda di partenza è sempre la stessa: perché non c’è la giusta indignazione da parte di tutti quanti noi? Forse perché hanno privatizzato anche le nostre idee, o forse, più semplicemente, perché abbiamo scambiato il tutto per un enorme spettacolo di cabaret dove niente è da prendere sul serio.

Votare contro la privatizzazione dell’acqua ai prossimi referendum potrebbe essere un modo come un altro per dare una prima sbirciatina fuori da questo teatrino. Ci dobbiamo rendere conto che l’acqua, così come l’aria, è un bene pubblico e inalienabile. Insomma, il 12 e il 13 giugno mettiamo da parte i plastici e le scaramucce politiche e andiamo a dire la nostra… giusto per non perderci in un bicchier d’acqua… privata (risate).

Questa rubrica è uscita sulla prima pagina di Repubblica Palermo il 29 maggio 2011

#3
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

Campagna per il Referendum - Acqua pubblica: l'unica soluzione fisiologica!

Messaggio a tutti coloro che lavorano nella Sanita' per la Salute Bene Comune.

In questi giorni comunicate a tutti che noi, operatori della Salute, siamo schierati per difendere la gestione Pubblica e Partecipata dell'Acqua, unico modo non solo per garantire i 40 litri gratuiti proposti dalla Legge di iniziativa popolare del Forum dei Movimenti per l'Acqua, oltre che da ONU e OMS, ma anche e soprattutto per controllarne davvero la Qualita' e difendere i cittadini dalle malattie prodotte dall'inquinamento.

Mettiamo tutti il segnalibro "Acqua pubblica l'unica soluzione fisiologica" nei nostri camici ....per proteggere tutti i cittadini!

Poi scattate una foto e aderite alla Campagna "Acqua pubblica: l'unica soluzione fisiologica" inviandola su FB a http://www.facebook.com/media/set/?set=a.1963504839996.2111172.1014093332
:)

Grazie della partecipazione.

#4
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

Gli oncologi italiani si schierano compatti contro il nucleare.

Come anticipato nei giorni scorsi, arriva oggi dal congresso Asco di Chicago, il più importante incontro mondiale di oncologia, l'appello dell'Aiom, l'associazione italiana di oncologia medica, a votare sì al referendum del 12 e 13 giugno. «Il nucleare è la cosa più cancerogena che esista - sottolinea il presidente dell'Aiom Carmelo Iacono - e non è controllabile, come ha dimostrato Fukushima. Lasciamo stare le centrali, puntiamo sulle energie alternative, che sono poco inquinanti e non presentano i rischi enormi per la salute che ha il nucleare».

Per gli oncologi, insomma, non ci sono dubbi: «Troppi rischi per giustificare i benefici. Anche perchè non rischia solo chi è vicino alla centrale nel caso, come abbiamo visto non improbabile, di incidente: pensiamo al mare, ai pesci, e quindi alla catena alimentare, le coltivazioni. Già la battaglia contro i tumori è dura, non ci sembra proprio il caso di aumentare ulteriormente i rischi, e che rischi. E sia chiaro, a scanso di equivoci: la nostra non è una presa di posizione politica, ma esclusivamente tecnica, da scienziati. Non si può che andare a votare - conclude Iacono - e votare sì»

Fonte: http://www.unita.it/italia/nucleare-gli-oncologi-italiani-fa-male-votare-si-1.300642

#5
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

I medici Radioterapisti oncologi per il SI al Referendum

Un invito a votare sì viene dall’associazione più direttamente legata al dramma degli incidenti nucleari. “In quanto radioterapisti oncologi, crediamo sia importante dare un segnale chiaro e netto a favore del sì al referendum sul nucleare”: lo ha dichiarato, a sei giorni dal referendum, l’Airo, l’Associazione italiana di radioterapia oncologica. Sono medici che sanno di cosa parlano perché hanno a che fare con la radioattività tutti i giorni: “Non neghiamo quanto le radiazioni siano state utili nel campo della cura dei tumori, ma questa è cosa ben diversa dalle radiazioni prodotte come effetto delle sviluppo energetico, radiazioni che andrebbero a colpire tutti indiscriminatamente con grandi rischi per la salute della collettività”.


http://cianciullo.blogautore.repubblica.it/?ref=HREC1-1

#6
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

La Francia nucleare in ginocchio per la siccita'

Un cambio radicale della gestione delle risorse idriche e dell'energia si impone non solo in Italia. In Francia esplode la crisi idrica, in un Paese dove le centrali nucleari rubano alla collettività quantità ENORMI DI ACQUA potabile

Infatti il raffreddamento delle centrali elettriche nel 2006 ha assorbito 19,1 miliardi di m3 d'acqua dolce, cioè il 57% dei prelievi totali d'acqua del paese che utilizza le centrali per tenere in piedi la sua "force de frappe" atomica; una parte di quest'acqua, il 93%, viene restituita ai fiumi, mentre la quota consumata (cioè utilizzata in torri evaporative) ed emessa in atmosfera rappresenta il 22% (1,3 miliardi di m3) di tutta l'acqua consumata in Francia.

Se serviva una ennesima dimostrazione del legame strettissimo tra acqua-nucleare e ambiente l'abbiamo sotto gli occhi. I contadini e gli agricoltori francesi sono disperati il costo del grano e' aumentato del 100% e il mais del 30%.

Il governo sta per decidere un finanziamento di 1 miliardo di euro (!) per sostenere agricoltori e contadini, ma anche se piovesse da oggi alla fine di giugno tutti i giorni le colture di quest'anno sono perse in quanto le precipitazioni estive sono troppo violente e il suolo e' ormai troppo arido per accogliere progressivamente quest'acqua.

Cosa succederebbe ala nostra acqua e ai nostri contadini e agricoltori in Italia se venissero installate centrali nucleari altrettanto idrovore?

Facciamo girare queste informazioni: le foto dei campi bruciati e sterili della Francia nucleare valgono più di milioni di parole!!

I francesi non hanno i Referendum alle porte per poter decidere, noi italiani SI, SI, SI, SI.



Per chi conosce il francese i riferimenti sono:

- http://www.lemonde.fr/planete/article/2011/06/10/sarkozy-annonce-un-plan-d-aide-aux-eleveurs-victimes-de-la-secheresse_1534297_3244.html

- http://www.lemonde.fr/tele-zapping/video/2011/06/09/telezapping-secheresse-le-mal-est-fait_1534233_811987.html#ens_id=1518484

#7
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

Francia: la follia dell'Acqua regalata all'Atomo invece che restituita alla Terra

In termini di sicurezza delle centrali si parla sempre e solo di terremoti e possibili attentati. Mai di altri rischi guarda caso legati all'acqua: in eccesso come i Tsunami, oppure in difetto come le siccita', eventi giudicati dalle multinazionali del nucleare sempre "statisticamente altamente improbabili".

Or bene, della possibilita' di un tsunami devastante abbiamo gia' visto in Giappone e quel Paese ora e' in ginocchio non tanto per i danni gravissimi in vite e beni perduti (danni comunque finiti), quanto soprattutto per la fusione dei noccioli dei reattori di Fukushima che peseranno per millenni su quel territorio perso per sempre: danni perenni .
Con la piccola diversita' che se Chernobyl e' avvenuta nelle immense distese poco abitate dell' infinita terra russa, questo spaventoso disastro e' esploso in una nazione-isola super abitata e dove ogni metro quadrato e' una risorsa preziosissima. Come l'Italia, penisola si', ma altrettanto affollata.

A tre mesi esatti dall'olocausto giapponese dovuto a immense quantita' d'acqua riversate dal mare sulla terra, ora in Francia si assiste ad un altro dramma nucleare questa volta per l'assenza di acqua dal cielo, che da mesi non scende nel Continente europeo. Siamo gia' sotto i livelli pluviometrici dell'ultima grande siccita' del 1976. Solo che oggi, a differenza di allora, Parigi si trova dover affrontare questa emergenza climatica con sulle spalle 19 centrali nucleari che rubano all'agricoltura e all'allevamento il 57 % dell'acqua potabile. Buona parte cosi' della poca acqua disponibile, nonostante una legge che lo impedisce, viene pompata dalle centrali per scongiurare il rischio di default. E la terra dei campi francesi brucia.

Si realizza cosi' l'altra grande temutissima evenienza di rischio di default per le centrali nucleari: la mancanza di acqua. Senza acqua le centrali devono essere ridotte al minimo della loro funzione e i gestori devono estrarre le barre di materiale fissile per ridurre il piu' possibile la richiesta di acqua. Ma si tratta di 59 reattori in 19 centrali che comunque, anche al minimo regime, richiedono enormi quantita' di acqua per essere raffreddati. Del resto i reattori non possono essere spenti. Se l'acqua manca del tutto o non copre a sufficienza il cuore del reattore si ha il surriscaldamento e poi la fusione del nocciolo, come a Fukushima. La Francia rischia il black-out estivo per dare da bere all'Atomo invece che alla Terra.

Viene cosi' smascherata, una volta per tutte, la grande bugia raccontata dalle lobbies italiane sulla Francia "grande esportatrice di energia grazie al nucleare". Diversamente da quanto raccontato la Francia importa e ha importato enormi quantita' di energia guarda caso proprio dalla Germania in situazioni di necessita' simili e proprio per la labilita' del suo sistema tutto centrato sulle centrali atomiche. Oggi, pero', la Germania con la scelta di uscire rapidamente dal nucleare e con molte sue centrali in dismissione anticipata, non e' in grado di soccorrere la Francia. Inoltre pochi sanno che se e' vero che l'Italia importa molta energia dalla Francia in buona parte lo fa per ragioni di pura speculazione energetica. Tra l'altro la nostra produzione attuale e' gia' ben superiore al picco massimo di richiesta mai realizzata in Italia.

In poche parole il sistema rigidissimo delle centrali nucleari costringe la Francia a produrre sempre le stesse quantita' di energia anche quando ne servirebbe di meno. I furbi italiani (ma non solo) comprano dalla Francia questa energia a prezzi stracciati per l'eccesso di offerta alla Borsa dell'Energia, magari di notte, per rivenderla agli stessi francesi a prezzi ben piu' alti quando la richiesta aumenta, magari il giorno dopo nelle ore diurne!...
Verrebbe da dire (in negativo) e' il mercato bellezza!

Il risultato e' che il sistema di produzione dell'energia basato sul nucleare e' molto piu' costoso e dispersivo di quanto si voglia far credere per la sua rigidita' intrinseca . Inoltre e' molto piu' fragile ed esposto a gravissimi rischi di collasso perche' la vita reale e' molto diversa dal quella numerica astratta descritta dai modelli statistici che le lobbies nucleari cercano di rivendere ai cittadini.

Le conseguenze infatti di questa combinazione di crisi idrica e di riduzione drastica dell'energia disponibile sul Mercato stanno intanto producendo sulla Francia nucleare, in Europa e nel mondo diversi fenomeni disastrosi sul cibo.

La Francia e' il piu' grande esportatore di grano d'Europa. La FAO sperava che la produzione europea quest'anno aumentasse del 3-5% per compensare la caduta della produzione in Cina e India dovuta alla combinazione micidiale di freddo e siccita' manifestatesi quest'anno in eccesso anche in Asia. Ebbene, non solo l'Europa non e' riuscita ad aumentare la produzione di grano, ma in Inghilterra e' diminuita del 24% , in Germania del 7% e dell'11% in Francia. Ne conseguira' un inevitabile aumento dei prezzi del grano e di tutti i cereali con pesanti ricadute sui farinacei per l'alimentazione umana e quella animale. Crescita dei prezzi gia' in corso da settimane. Impennata, tra l'altro, favorita dai pesantissimi nubifragi del Nord Dakota, stato americano grande esportatore di grano duro soprattutto verso l'Italia. Stiamo gia' pagando il dazio climatico a questo modello di sviluppo.

Allo stesso modo sono in pesantissima crisi gli allevatori francesi che non sanno piu' come fare per dare da bere e da mangiare ai loro animali.

Intanto il governo francese sta chiedendo ai cittadini di ridurre i consumi di energia, come, allo stesso modo, in Giappone ha dovuto farlo il governo del premier Naoto Kan. Il sistema industriale francese, in faticosa uscita dalla crisi mondiale, si trova cosi' assolutamente impreparato a questa improvvisa mancanza di energia, carenza che non lo aiutera' di certo a venir fuori dalla crisi.

Risulta dunque evidente ancora una volta di piu' come acqua e nucleare siano intimamente collegati nell'industria dell'atomo in un abbraccio mortale con pesantissime ricadute su ambiente e in particolare su qualita' di vita e cibo. Spetta a noi, almeno qui in Italia, sciogliere una volta per tutte questo venefico abbraccio con il voto referendario.

Ma, soprattutto, se vogliamo trarre un insegnamento da quanto sta avvenendo intorno a noi, allora dobbiamo anche capire che l'unica strada e' quella di consumare di meno conservando il nostro Pianeta e allo stesso tempo proteggendone l'Ambiente.
Se non lo facciamo noi cittadini, imponendo dal basso un cambio radicale alla politica liberista in auge, la spinta folle al consumo infinito di Beni Comuni, per definizione finiti, non si fermera' . Non saranno certo a farlo i partiti, votati all'ideologia dello sviluppo e del PIL, ne' le lobbies economico-finanziarie che spingono ciecamente verso l'esaurimento di tutte le risorse disponibili.

A poche ore dal voto referendario e' bene che tutti vadano alle urne per far pesare la loro opinione su temi fondamentali come Acqua ed Energia nucleare, non disgiunti dalla Giustizia uguale per tutti. Gli annunci del disastro che ci attende sono attorno a noi. Restiamo umani e apriamo bene gli occhi per riconoscerli e fermarli in tempo. Ne va della nostra vita e, in prospettiva, quella dei nostri discendenti: e' in gioco il futuro dell'Umanita'.

Pensiamoci.

Buon voto a tutte e tutti.

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