"Finalmente" un funerale!

In una delle pochissime giornate assolate di questa estate bizzarra, percorrevo in auto stancamente una strada statale della pianura padana. I campi verdissimi e sterminati, i casolari sparsi e distanti non consentivano di sapere se c’era vita contadina o se c’era stata già lustri fa. Il sole quasi al tramonto disegnava lunghe ombre di alberi solitari o in filari contrapposti a formare un tunnel di fronde a salutare il mio passare simile alle spade incrociate ad arco ad onorare e ben augurare il matrimonio di un militare.

L’aria tersa del cielo di un azzurro cangiante verso il rosso di un bel tramonto lombardo, il canto un po’ lugubre e monotono del cuculo in lontananza, quello delle cicale che smette e quello dei grilli che inizia, mi davano serenità e i miei molti pensieri andavano a un mondo che non c’è più.

La quotidianità della vita contadina, gli uomini già all’alba nei campi, le donne nella corte di un casolare a preparare cene frugali, ma appetitose e sane, gli strilli e i giochi dei bambini attorno agli ampi grembiali delle loro madri o su un cavallo a dondolo di cartapesta, i comignoli fumanti di scoppiettanti focolari, riempivano di nostalgia il mio cuore e il mio animo.

Con un occhio al contachilometri e un altro all’asfalto dipinto da quei falsi giochi di luce che il sole si diverte a fare, la strada era diritta e il poco traffico mi lasciava ancora con sicurezza ammirare i campanili di piccoli agglomerati di case e da queste poco distanti alti cipressi a far intuire la presenza ai loro piedi di piccoli camposanti, custodi di corpi e di ricordi di tempi lontani.

Pensavo alla asetticità delle odierne sale parto, alla stanza di una povera casa contadina dove una donna metteva al mondo la sua creatura senza lo sguardo indiscreto di un preoccupato marito doverosamente tenuto a distanza, piuttosto che presente per una ipocrita condivisione di un evento che è intimo ed esclusivo della donna che sta diventando madre.

Pensavo ai funerali di oggi, alla frettolosa funzione religiosa, al sermone stampato di un sacerdote che non conosce la persona cui raccomanda l’anima a Dio, alla bara riposta nel carro funebre che velocemente si confonde nel traffico indifferente.

Immerso in questi pensieri, una inaspettata lunga teoria di auto, apparve. Costretto, mi fermai. Pensai a un incidente, ma poco dopo dalla strada che incrociava la mia vidi procedere lentamente un carro funebre.

Davanti un sacerdote con i paramenti sacri e due chierichetti, uno per parte ai suoi lati, un terzo davanti a portare un crocefisso, dietro la bara un nutrito corteo di parenti e amici della persona defunta.

Rimasi incredulo, non poteva essere vero! So di una legge, in vigore ormai da molti anni, che vieta i cortei funebri nelle strade pubbliche credo, al fine di non interrompere la corsa allo shopping o in discoteca o al cartellino di un intransigente luogo di lavoro.

Non so se e per quali motivi in quel paese della bassa padana sia stata ottenuta una deroga, ma scendendo dalla mia auto e rimanendo in piedi al passaggio di quel corteo “di altri tempi”, ho pensato che, almeno in un posto di una assolata campagna lombarda, i morti si rispettano ancora!

 

 

Data pubblicazione: 06 agosto 2014

9 commenti

#1
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Alcuni anni or sono ho assistito anche io ad un funerale anomalo.
I sacerdoti officianti piangevano ed erano commossi: era morta una signora molto attiva in parrocchia ed alla Caritas; aveva anche aiutato economicamente e logisticamente 2 di quei sacerdoti, quando lontani dal proprio paese erano arrivati in Italia.
Il primo, ed unico, funerale sentito dai sacerdoti.

#2
Dr. Fabio Fedi
Dr. Fabio Fedi

Grazie a Giovanni per aver voluto condividere con noi un momento così toccante, tantopiù con una prosa realistica e gradevole, ponendo l'attenzione su come la vita moderna renda frettolosi e routinari alcuni momenti che meriterebbero ben altra solennità, a prescindere da chi sia stato il "de cuius". Bravo!

#3

Fabio, ti ringrazio del commento e dell'apprezzamento per me.
Avrei bisogno più spesso della tua partecipazione, sempre corretta anche nel dissentire e professionale nei contenuti, nelle varie discussioni che affronto sia in qualche blog che più spesso in SpazioMedici
Grazie!

#5
Utente 258XXX
Utente 258XXX

Non conosco l'esistenza della deroga a cui Lei si riferisce, nella bassa padana ho purtroppo partecipato a molti funerali simili.
I sacerdoti amici di famiglia hanno condiviso il ns. lutto; gli altri ci hanno dato conforto officiando il rito del commiato nella fede indipendentemente dalla loro partecipazione personale che non può essere pretesa.

#6

Probabilmente la norma riguarda solo le città. Il mio racconto voleva esaltare proprio quanto ancora delle tradizioni non è andato perduto.
In una grande città non tutti hanno il sacerdote di famiglia e il mio riferimento è un altro aspetto di quelle abitudini e tradizioni che si sono perse o si stanno perdendo,ma che al di fuori degli agglomerati urbani ancora per fortuna resistono.

#7
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Io credo che non ci sia una norma precisa che vieta i funerali a piedi. Credo che semplicemente sia un problema logistico: se la chiesa dista alcuni chilometri dal cimitero è abbastanza logico seguire la bara in macchina(così ho fatto io all' ultimo funerale a cui ho partecipato). Se poi i chilometri sono addirittura decine (penso a persone che vengono seppellite in una tomba di famiglia in un altro paese) è più semplice darsi appuntamento in cimitero. Dove però il prete fa un' altra breve funzione. Per chi decide di farsi cremare, poi, il funerale di solito termina con la cerimonia in chiesa.
Quanto a "bei" funerali, quelli degli alpini, dove vengono gli altri alpini, con bandiera e gagliardetto, e cantano quelle bellisssime canzoni ("Signore delle cime" in testa) sono veramente commoventi.

#8

E' logico che se una persona muore a Milano e deve essere seppellita a Palermo il corteo funebre sarebbe un pò....faticoso!
Il fatto è (chiederò informazioni al riguardo)che anche se la Chiesa dista poche centinaia di metri dall'abitazione del defunto, il corteo a piedi non si fa.
Fino a un trentina o forse più di anni fa, anche a Milano, mi capitava spesso di vedere il traffico bloccato per far passare il corteo funebre. Ora questo non si verifica più!

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