Efficacia dell'omeopatia: scienza e informazione

alessandro.scuotto
Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

Ha avuto recente diffusione la notizia che l'omeopatia sia inefficace. Questa informazione è "rimbalzata" sul web in diversi spazi informativi a carattere generale, per lo più con effetto sensazionalistico, ma con poca critica scientifica.

La notizia parte da un documento del "National Health and Medical Research" australiano che, si badi bene, è un rapporto e non è uno studio scientifico. Infatti non è stato pubblicato su nessuna rivista scientifica regolarmente indexata o consultabile sui comuni motori di ricerca specifici (PubMed).

La critica nei confronti di un tentativo strumentale di informazione sulla salute basata su vizi di forma e pregiudizi scientifici non può essere che ferma, e rinvio per questo alla lettura delle opinioni di alcuni dei più autorevoli studiosi italiani di omeopatia nel link sottostante

Omeopatia: la replica allo studio australiano

La mia opinione è che il taglio con il quale è stata condotta e diffusa questa indagine risenta proprio degli errori che talvolta vengono imputati alla ricerca in omeopatia: autoreferenzialità, selezione arbitraria delle fonti, conclusioni indirizzate dal pregiudizio (e dal gradimento), sottrazione dei pazienti a cure efficaci.

In conclusione è davvero disdicevole che in alcuni casi l'ostinazione nel voler confinare l'omeopatia (e altre Medicine non Convenzionali riconosciute dall'OMS) nel contesto delle pseudoscienze ricorra con tale facilità a metodologie pseudoscientifiche.

Data pubblicazione: 30 marzo 2015 Ultimo aggiornamento: 14 aprile 2015

12 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Io personalmente non credo all'efficacia dell'omeopatia

#2
Ex utente
Ex utente

Dr Scuotto,con tutto il rispetto,io non mi curerei mai con l'omeopatia.Non riesco a capire come una sostanza presente in concentrazioni infinitesimali possa dare benefici concreti nella cura delle patologie.

#3
Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

@utente 348127
La ringrazio per il suo intervento che mi permette di sottolineare un aspetto a mio avviso rilevante. Riservo la parola"credere" ad argomenti sul tema religioso, in ambito medico preferisco circoscrivere il ragionamento alle prove di efficacia attraverso dimostrazioni empiriche o - se ne abbiamo le conoscenze - fisiopatologiche.
Ciò detto, naturalmente rispetto - e qualsiasi collega medico lo farebbe - la sua posizione: qualora avesse bisogno di un intervento terapeutico si secglierà òa metodologia convenzionale.

#4
Ex utente
Ex utente

Buongiorno dott. Scuotto, ho forse usato impropriamente il verbo "credere" perché noto i risultati su un mio amico, che si cura con l'omeopatia da anni (forse da 20) e sta sempre male. diciamo che abbina le cure omeopatiche a quelle tradizionali, ma tenga conto che questo mio amico va pure dall'iridologo, dall'osteopata, dall'agopuntore, etc. insomma, gli mancano solo i santoni e i maghi. devo dire che, tra tutti questi che ha provato, l'unico che ha (temporaneamente) risolto qualcosa è l'agopuntore

#5
Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

@utente 359570
Mi permetto di separare il suo intervento in due parti. La prima è una legittima scelta che non ha bisogno di spiegazioni e/o giustificazioni e rientra nel concetto che ho espresso nella replica all'utente che l'ha preceduta.

Per quanto riguarda la comprensione del meccanismo d'azione, sono lieto che si ponga questa domanda: è quello che facciamo tra gli addetti ai lavori in ogni ambito terapeutico formulando ipotesi che nel corso della storia potranno essere confermate o confutate.

La storia della medicina è costellata di esempi di applicazione pratica di una terapia prima che se ne comprendessero i meccanismi. Per esempio non conosciamo ancora bene come "funzionino" i farmaci beta-bloccanti che si usano dagli anni '60. Ancor più eclatante è stato l'impiego dell'acido acetilsalicilico: nella seconda metà del '700 E. Stone dimostrò l'efficacia della corteccia di salice, in pieno '800 sono stati isolati i principi attivi, nel 1897 inizia la produzione industriale della forma acetilata da parte della Bayer, e siamo arrivati al 1971 per comprendere che è un inibitore della ciclossigenasi.

#6
Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

Gentile utente 348127,
la sua replica contribuisce a chiarire alcuni punti di vista che talvolta conducono a conclusioni differenti.

Il suo amico - come ogni persona sofferente - può scegliere in modo autonomo il tipo di intervento al quale sottoporsi e potrà corroborare questa scelta con conoscenze scientifiche, empiriche, magico-religiose... ed ottenere o non dei risultati in funzione della sua aspettativa.
La persona al quale il suo amico si rivolge per la problematica di salute ha un insieme di conoscenze e di esperienze che derivano dagli studi e dalla pratica professionale. Orbene, se la persona a cui il suo amico si rivolge è un medico, questi - in scienza e coscienza - traccerà un iter diagnostico e terapeutico appropriato.
Ciascun medico - in virtù del suo stato - è consapevole dei limiti e delle applicazioni delle sue conoscenze; ciò ha fatto sì che si determinassero delle specializzazioni e che il cardiologo e l'ortopedico - pur conservando la visione unitaria dell'individuo - assolvessero compiti diversi.
L'omeopatia non è una specializzazione intesa nei termini correnti, ma è una disciplina medica che richiede anni di studio ed esperienza clinica; ha notevoli potenzialità di cura, ma ha anche molti limiti e condizioni nelle quali è inapplicabile (o soltanto parzialmente applicabile). La scelta di poter utilizzare una terapia omeopatica dipende fondamentalmente da queste considerazioni e MAI da negazioni dei principi di medicina convenzionale.
Questi principi sono ben chiari ai medici, talvolta lo sono un po' meno ai pazienti. Ecco perché un compito importante del medico è quello di dare informazione chiara affinché chi si rivolge alla sua opera possa effettuare una scelta consapevole e responsabile.

#7
Ex utente
Ex utente

Dottore, che le devo dire... da profano prendo per buono quello che lei mi sta spiegando adesso. io credo che chi si rivolge presso medici "alternativi" lo fa, in primis, per paura di non avvelenarsi l'organismo con presunte sostanze chimiche tossiche del medicinali convenzionali. in secondo luogo, ci sono quelli che vanno dall'osteopata (o dall'agopuntore e da altri) dopo che hanno sperimentato un fallimento su loro stessi delle cure mediche tradizionali. c'è da dire che anche le cure mediche "normali" talvolta falliscono e spesso sbagliano anche i medici tradizionali. una cosa che ho invece riscontrato in molti medici convenzionali è la loro assoluta cecità nel voler capire le tematiche della medicina alternativa. ci sono dei medici (e sono tanti, lei suppongo lo sappia più di me) che negano nel modo più assoluto che ci si possa curare con dei sistemi che non sono quelli proposti da loro

#8
Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

Gentile utente @348127,
l'obiettivo di questo blog è quello - nei limiti delle mie conoscenze - di contribuire a fare chiarezza su alcuni argomenti e si allinea allo spirito che condividiamo sul sito di Medicitalia.it, nel quale troverà opinioni anche divergenti, ma ispirate da onestà intellettuale e disponibilità personale.

Colgo l'occasione per sottolineare il fatto che NON esistono "medici alternativi"!
Esistono soltanto delle possibilità terapeutiche (e diagnostiche) alternative che possono essere percorse in base ai principi inderogabili di scienza e coscienza, laddove "scienza" sta per conoscenza della materia sul piano teorico ed esperienziale, "coscienza" sta per un'azione rivolta al benessere della persona che si rivolge all'opera del medico.

Ciò che segnala nel post precedente - il rischio di tossicità con i farmaci convenzionali - è purtroppo vero, ma è spesso sopravvalutato dai non addetti ai lavori poiché l'approccio terapeutico corretto mira sempre ad un rapporto rischio/beneficio vantaggioso. Questo è uno dei compiti del medico e, mi creda, non sempre facile.

Concludo con una considerazione sulla contrapposizione tra convenzionale e non-convenzionale. E' vero che alcuni medici hanno (in tutti e due gli ambiti, si badi bene, non soltanto tra coloro che adoperano esclusivamente la medicina convenzionale) una posizione rigida, ma questo fa parte della varietà del panorama umano e noi medici non apparteniamo ai robot! :-)

#9
Ex utente
Ex utente

Dott. Scuotto, non esisterà la medicina "alternativa", ma esiste quella non convenzionale (è indicata anche in questo sito per richieste di consulti). non è che cambiando il termine da "alternativa" in "non convenzionale" cambi poi tanto la sostanza. cerchiamo di capirci. ribadisco che io ho qualche perplessità se volessi farmi curare con l'omeopatia, però non nego a priori che questa possa portarmi dei benefici. le sostanze chimiche contenute nei farmaci fanno bene per una cosa e male per altre, ma questo è un po' lo scotto da pagare se ci si vuole curare. non dimentichiamoci che anche in natura esistono dei veleni potentissimi e altrettanto tossici, né più e né meno di quelli contenuti nelle medicine che si comprano in farmacia

#10
Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

Gentile utente 348127,
devo pregarla di prestare maggiore attenzione a quanto ho scritto perché - per citare un noto film - "le parole sono importanti".

Ho scritto che "non esistono medici alternativi" con il preciso intento di segnalare che l'ispirazione, la metodologia e le applicazioni di chi opera in questa professione sono in buona sostanza sovrapponibili.
La espressione "medicine non convenzionali" è una scelta precisa di traduzione italiana di quelle che lingua inglese viene, di volta in volta, nominata “Complementary Medicine”, “Alternative Medicine”, “Unconventional Medicine”, “Traditional Medicine”.
Se ne avesse voglia la invito, per i dettagli, alla lettura del breve articolo pubblicato sul sito e del quale allego il link
https://www.medicitalia.it/minforma/medicine-non-convenzionali/819-medicine-non-convenzionali-che-cosa-sono-quali-sono.html

Ciò detto, accolgo con piacere la evoluzione del suo pensiero dal primo "non credo..." al più recente "ho qualche perplessità se volessi farmi curare con l'omeopatia, però non nego a priori che questa possa portarmi dei benefici".
Penso che abbiamo esaurito questo piacevole scambio di opinioni e colgo l'occasione per augurarle una buona salute.

#11
Ex utente
Ex utente

Altrettanto buon lavoro a lei. comunque avevo letto bene il suo testo e ne condivido in parte i contenuti

#12
Utente 215XXX
Utente 215XXX

L'efficacia dell'omeopatia è scientificamente dimostrata.... basta vedere come alcuni farmaci omeopatici, consentano, ad esempio,di abbassare il p.s.a o regolare la pressione, oppure alleviare la stipsi... poi è ovvio che l'omeopatia, cosi come la medicina convenzionale abbia dei limiti... mia madre, ad 80 anni, è guarita da continui episodi di tracheiti con febbre e tosse cronica, grazie ad un medico omotossicologo e fitoterapeuta, con la medicina convenzionale non aveva ottenuto nulla, anzi cicli di antibiotici e cortisone le avevano sicuramente abbassato le difese immunitarie...

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