Terapie non convenzionali applicate alla malattia di Parkinson
La malattia di Parkinson rientra nel quadro delle cosiddette malattie neurodegenerative, essa ha un andamento cronico e progressivo con sintomi quali tremore, rigidità, bradicinesia e instabilità posturale.
La causa è riscontrata in una perdita progressiva dei neuroni dopaminergici dalla substantia nigra dell'encefalo, la quale perdita crea disabilità nel controllo del movimento da parte del malato parkinsoniano. Tra i trattamenti convenzionali, abbiamo in primis la somministrazione di dopamina per os sotto forma di L-dopa, al fine di ristabilire la quantità del neurotrasmettitore perso, a causa delle lesioni fondamentali della malattia e che causa i sintomi sopraddetti, in alternativa o in aggiunta, si usano stimolanti dei recettori postsinaptici striatali quali il Pramipexolo e/o inibitori delle MAO-B come la Selegilina (il cui uso è un pò desueto) o la Rasagilina;applicazione trovano anche dopaminoagonisti non ergolinici come la Rotigotina, applicata sotto formulazione transdermica!
Accanto a queste terapie convenzionali, si stanno ultimamente affacciando alcune non convenzionali, delle quali, numerosi trials clinici hanno valutato l'efficacia, quali Medicina tradizionale cinese, Omeopatia/Omotossicologia, Tai Chi, Qigong, Yoga e Mindfulness! Quest'ultima, ha comportato per questi pazienti parkinsoniani, un miglior controllo del movimento e una ridotta percezione del dolore, tuttavia gli studi effettuati ne hanno valutato solo l'efficacia a breve termine e non è mai stato incluso il follow up!
La medicina tradizionale cinese si è da sempre interessata all'argomento, visualizzandolo in uno squilibrio tra il Gan(fegato) e Shen(rene), causante la sindrome ''tremorigena'' (così considerata in Oriente), provando a nutrire lo Yin dei primi due e sopprimendone lo Yang, ma anche qui gli studi hanno mostrato una certa disomogeneità.
Il Tai Chi Chuan e il qigong, sono entrambi di derivazione cinese! La prima è un'arte marziale (stile interno del Kung Fu), i cui movimenti sono però lenti ed armoniosi,simili ad una danza e volti a stimolare i vari meridiani del corpo (i medesimi dell'agopuntura), utile oltre ai malati di Parkinson in questione, anche a persone affette da problemi ortopedici, purchè seguite da personale esperto,il Qigong invece, è una ginnastica legata anch'essa alla medicina tradizionale cinese, che non ha nulla a che vedere con le arti marziali...entrambe,se di accompagno alla terapia convenzionale farmacologica, hanno dimostrato, sia pur con evidenze minime, di alleviare i sintomi motori del Parkinson!
Lo yoga è una ginnastica con tecniche ed esercizi metodici, che incorpora meditazione e respirazione, i cui studi nei malati di Parkinson,asseriscono agire sul benessere fisico e mentale dei medesimi! L'agopuntura invece,e una pratica orientale,ormai sempre più in uso anche in occidente, basata sull'infissione di aghi lungo alcuni dei canali energetici del nostro corpo (in cui scorre l'energia invisibile Qi di concezione orientale ), i quali canali, secono questo tipo di medicina, verrebbero squilibrati in corso di malattia; tale infissione ristabilirebbe la giusta circolazione del Qi all'interno dell'organismo malato...nel nostro caso nel malato di Parkinson!
Gli studi in proposito tuttavia, non hanno evidenziato reale efficacia,ciònonostante ne verrebbe comprovata una migliore sensazione di benessere fisico,anche se un interessante studio di neuroimaging a proposito, avrebbe mostrato una maggiore attivazione delle aree prefrontali dei pazienti sotto terapia di agopuntura,rispetto a quelli di controllo!
L'omeopatia/omotossicologia prevede in caso di Malattia di Parkinson, un drenaggio della matrice extracellulare per cominciare, quindi una terapia di fondo che comprende diversi composti pluralisti a base di ignatia, moschus,organoterapici(cerebrum suis),selenium,ecc...spesso in accordi di potenza,successivamente una immunobioterapia a base di sostanze che agiscono in antitesi all'IL-1 e infine una terapia nervina a base di NGF,BDNF,CTNF omeopatizzati, diluiti alla 4CH, da accompagnarsi ad una terapia alimentare a base di fibre,vitamine,omega-3 e antiossidanti come il resveratrolo!
Considerazioni personali:
quelle sopracitate, essendo pratiche complementari, necessitano dell'avallo del medico curante o dello specialista neurologo che segue il singolo paziente,personalmente ritengo migliori le terapie omeopatiche/omotossicologiche di cui sopra e l'agopuntura, anche in riscontro degli studi effettuati, da affiancare eventualmente alla terapia convenzionale (magari, qualora il paziente dovesse risponderne bene,riducendo la dose del farmaco convenzionale stesso),mentre yoga, tai chi, qigong e mindfulness, possono recare qualche beneficio nel movimento e benessere mentale,ma non modificare, nè il quadro, nè l'andamento della malattia!
dr.Giuseppe,Christian De Sanctis
Fonti:
Medico e Paziente n° 6-2017
La Medicina Biologica N° 148 (2/16)