Ictus (stroke emorragico): quando è indicato l'approccio chirurgico?

otellopoli
Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno

L'esame di neuroimaging di scelta in urgenza cerebrovascolare neurologica/neurochirurgica è la TC cranio che consente di visualizzare il sanguinamento in tempo "zero".

La procedura neurochirurgica nello stroke emorragico è assolutamente indicata nei casi di:

emorragie in fossa cranica posteriore con diametro > 3 cm, deterioramento dello stato di coscienza a seguito di cono di pressione sulle strutture troncoencefaliche e rischio di incuneamento delle tonsille cerebellari nel forame magno;

- idrocefalo tri-ventricolare secondario ad invasione/ostruzione emorragica del IV ventricolo e/o dell'acquedotto del Silvio;

emorragie lobari di dimensioni > a 50 cm3, deterioramento dello stato di coscienza a seguito di cono di pressione e rischio di erniazione trans-tentoriale dell'uncus ippocampale con compressione sulle strutture troncoencefaliche;

emorragie associate a rottura di aneurisma o di MAV (malformazione artero venosa) in caso di possibilità di approccio della struttura vascolare sanguinante.

Nei restanti casi, ad esempio le emorragie in cosìdetta sede tipica ovvero peri-capsulare dovuta al sanguinamento da fissurazione/lesione delle arterie perforanti talamo-striate è previsto il trattamento conservativo neurologico con supporto dei parametri vitali in attesa del riassorbimento ematico e la formazione di cavità poroencefalica.

In estrema sintesi quanto sopra illustrato rispecchia le linee guida SPREAD.

Data pubblicazione: 02 ottobre 2013

Autore

otellopoli
Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso Università La Sapienza Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 35412.

Iscriviti alla newsletter

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche ictus 

Contenuti correlati