E' corretta la pubblicità dei farmaci antidolorifici?

Da alcuni anni assistiamo ad un autentico bombardamento pubblicitario mediatico, in particolare televisivo, avente per oggetto la terapia sintomatica del dolore.

Siamo arrivati al paradosso di varianti dello stesso nome commmerciale per tipi diversi di cefalea (anche quella da raffreddore!).

Pur rispettando l'utilità di tali farmaci, credo però si impongano delle considerazioni e preoccupazioni:

  • la tendenza all'automedicazione che già trova terreno fertile con Internet;
  • la tendenza all'abuso tenendo anche presente che nessuno di tali farmaci è esente da effetti collaterali talora gravi.
  • Trascurare e superare la diagnosi, ad esempio nella cefalea tensiva, che è quella più comune, il sintomo può regredire con tecniche di rilassamento talora banali quali dormire, mangiare, isolarsi in un ambiente tranquillo..., talaltra specifiche o in casi cronici selezionati con l'utilizzo di miorilassanti ed antidepressivi per periodi limitati di tempo.
    E' invece esperienza comune il contatto con pazienti che prima di arrivare dal medico hanno una lunga storia di abuso di antidolorifici e che mostrano perplessità nell'apprendere che tali farmaci non sono risolutivi.
  • Criptare una patologia importante, come ad esempio la cefalea può essere - per fortuna raramente - il sintomo di patologie cerebrali più serie che subiscono un ritardo di diagnosi proprio perchè "nascoste" dall'uso degli antidolorifici

Ci sarebbero ancora molte altre considerazioni ma non mi dilungo ulteriormente. Desidero solo in conclusione stressare 3 concetti:

  1. la diagnosi medica deve precedere assolutamente la terapia;
  2. i farmaci pubblicizzati per la cefalea ed il dolore in generale sono solo sintomatici, certamente utili ma che non risolvono la patologia che causa il dolore.
    La risoluzione del dolore è possibile solo curando la causa e la corretta terapia può essere prescritta esclusivamente dal medico
    ;
  3. pur rispettando le esigenze commerciali delle aziende farmaceutiche, sarebbe necessario che i messaggi pubblicitari fossero controbilanciati da un'adeguata informazione per i cittadini su quanto sinteticamente sopra esposto.

 

Data pubblicazione: 20 febbraio 2018 Ultimo aggiornamento: 17 ottobre 2019

4 commenti

#1
Dr. Otello Poli
Dr. Otello Poli

L'artico è quanto mai opportuno e ben strutturato. Focalizza un problema quano mai attuale ed in progressiva accentuazione. La pubblicità di farmaci analgesici al bisogno è pressante, fuorviante e priva di qualsiasi informazione circa l'uso prolungato e sovente inappropriato. Tutti i -dol -act -fast ecc pubblicizzati altro non sono che una modalità per aumentare l'abuso dei farmaci medesimi senza mai porre il problema sulla domanda: perché il dolore? Senza suggerire di ricercare la causa ed eventualmente trattare questa o effettuare un approccio di profilassi. Lo scritto merita certamente di essere portato a livello 3.

#2
Dr. Antonio Ferraloro
Dr. Antonio Ferraloro

Assolutamente condivisibile l'analisi del Collega Enzo Rossi ed il commento dell'amico e Collega Otello Poli.

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