Novità: classificazione dell'adesione vitreomaculare, trazione e foro maculare

luigimarino
Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale

NUOVA CLASSIFICAZIONE dell' ADESIONE VITREOMACULARE , TRAZIONE e FORO MACULARE

Gruppo di studio internazionale sulla trazione vitreoretinica

 

ADESIONE VITREO MACULARE (VMA)

 

definizione:

  • corticale posteriore del vitreo staccata dalla superficie della retina nell'area perifoveale
  • adesione della corticale a livello maculare entro un raggio di 3 mm dalla fovea
  • nessun cambiamento anatomico della superficie foveale o degli strati retinici

 

CLASSIFICAZIONE

a seconda dell' area di Adesione

  • FOCALE minore o uguale a 1500 micron
  • ESTESA superiore a 1500 micron

a seconda della presenza di patologie retiniche associate:

  • isolata 
  • concomitante

 

TRAZIONE VITREO MACULARE (VMT)

definizione:

  • corticale posteriore del vitreo staccata dalla superficie della retina nell'area perifoveale
  • adesione della corticale a livello maculare entro un raggio di 3mm dalla fovea
  • presenza di distorsione della superficie foveale, cambiamenti strutturali intraretinici e / o innalzamento della fovea al di sopra dell'epitelio pigmentato retinico ma senza interruzione a tutto spessore degli strati retinici

 

CLASSIFICAZIONE

a seconda dell' area di Adesione

  • FOCALE minore o uguale a 1500 micron
  • ESTESA superiore a 1500 micron

a seconda della presenza di patologie retiniche associate:

  • isolata

  • concomitante

 

FORO MACULARE A TUTTO SPESSORE (FTMH)

 

definizione:

  • corticale posteriore del vitreo staccata dalla superficie della retina nell'area perifoveale
  • adesione della corticale a livello maculare entro un raggio di 3 mm dalla fovea
  • Lesione foveale a tutto spessore che interrompe tutti gli strati maculari della membrana limitante interna (ILM) all'epitelio pigmentato retinico (RPE)


CLASSIFICAZIONE

In base alle dimensioni (misurazione effettuata nel punto piu' stretto del foro tramite una linea tracciata parallelamente all'epitelio pigmentato retinico):

- piccolo (inferiore o uguale a 250 micron)

- medio (superiore a250 micron ed inferiore a 400 micron)

- grande (maggiore di 400 micron)

 

in base alla presenza o assenza di trazione vitreo maculare (VMT)

 

in base alle cause

- primario (dovuto alla trazione vitreo maculare VMT)

- secondario (direttamente associato a patologie o traumi in assenza di trazione vitreo maculare pre-esistente VMT)

 

LA VITREOLISI FARMACOLOGICA CON INIEZIONE INTRAVITREALE SI APPLICA SOLO NEI CASI DI FORI MACULARI CON VMT

 

 

 

FORO MACULARE LAMELLARE (LMH)

- superficie foveale irregolare

- deiescenza negli strati foveali piu' interni

- schisi intraretinica, tipicamente tra lo strato plessiforme esterno e nucleare esterno

- presenza dello strato dei FOTORECETTORI RETINICI

 

PSEUDOFORO MACULARE

- margini foveali ispessiti ed introflessi

- presenza di membrana epiretinica

- profilo maculare con margini ripidi

- assenza di perdita di ssostanza di tessuto retinico 

 

Bibliografia 

Duker J.S., et al, The international vitreomacular traction study group classification of vitreomacular adhesion, traction and macular hole, Ophthalmology 2013; 120: 2611 - 2619

 

Data pubblicazione: 13 aprile 2015 Ultimo aggiornamento: 18 aprile 2015

4 commenti

#1
Dr. Luigi Marino
Dr. Luigi Marino

L’ocriplasmina (Jetrea, Alcon) apre un nuovo capitolo terapeutico il farmaco è stato approvato dalla Commissione Europea il marzo scorso.
L’ocriplasmina (Jetrea, Alcon) offre infatti una reale opzione farmacologica al trattamento delle trazione vitreoretiniche e vitreomaculari (VMT), dei pucher maculari, delle membrane epiretiniche trazionali in valida alternativa alla chirurgia vitreoretinica.
Le trazioni vitreoretiniche e vitreomaculari VMT sono patologie lentamente progressive legata all’avanzare dell'età che, se non prontamente affrontate e curate, possono dare all’inizio distorsione delle immagini, poi deficit del visus con riduzione dell'acuità visiva e soprattutto perdita della visione centrale.
Questo tipo di patologie dell’interfaccia vitreoretinica si manifesta generalmente in persone dopo i 50 anni, in cui si e’ gia’ verificato il processo para-fisiologico di alterazione del vitreo sino ad un distacco del vitreo parziale, posteriore, o totale.

Queste alterazioni del corpo vitreo ed il distacco di vitreo, una alterazione legata spesso all’avanzare dell’età, spesso avviene in maniera incompleta.
Tra le zone più a rischio di alterazioni vitreoretiniche e della creazione di membrane epi retiniche trazionali vi è la macula, la macchiolina sul fondo della retina, l’area centrale della retina con più elevata concentrazione di fotorecettori (coni e bastoncelli) queste micro adesioni tra vitreo e superficie retinica in questa zona della retina cosi’ importante e delicata possono provocare trazioni di varia entità, danneggiando questa struttura retinica cosi essenziale per la visione nitida e provocando nei casi piu’ gravi la formazione di fori maculari a tutto spessore.

Fino ad ieri, per i nostri pazienti con trazioni vitreoretiniche e vitreomaculari (VMT) eseguivamo delle visite medico oculistiche di controllo trimestrali o semestrali, semmai con esame OCT e fluorangiografia individuando la soluzione terapeutica della chirurgica vitreoretinica solo negli stadi avanzati o quando ci trovavamo di fronte ad un drammatico calo del visus o della qualita’ di vita del paziente.

Nel passato vi era un forte rischio di una evoluzione peggiorativa del fenomeno trazionale vitreo retinico con danni importanti alla retina o alla macula proprio nel periodo che dedicavamo alle visite di controllo o genericamente al periodo di osservazione e comunque affrontare un intervento microchirurgico di vitrectomia, per quanto in ottime mani, era un condizione con rischio elevato, come tutta la microchirurgia retinica che offre sempre sorprese non sempre positive.

L’ocriplasmina (Jetrea, Alcon) promette che con una sola iniezione intravitreale, puo’ dissolvere le fibre proteiche che causano l’adesione vitreoretinica o vitreomaculare anomala, completando rapidamente e senza traumi il processo di distacco del vitreo e facilitando la spontanea chiusura dell’eventuale foro maculare creatosi.

L’ ocriplasmina (Jetrea, Alcon) ci permette inoltre di intervenire molto più precocemente e sicuramente sulle alterazioni dell’interfaccia vitreoretinica, negli stadi iniziali, in quelli meno meno avanzati, prevenendo rapidamente la progressione drammatica della malattia ed assicurando una prognosi molto lunga e serena.

La sicurezza e l’efficacia del farmaco ocriplasmina (Jetrea, Alcon) sono state testate nei due studi clinici MIVI e TRUST, a cui hanno partecipato per circa 3 anni diversi pazienti nei migliori centri clinici e nei migliori ospedali, universita’ negli USA e in Nord Europa.

Entrambi MIVI e TRUST gli studi hanno dimostrato che l’ocriplasmina è in grado di risolvere e trattare le situazione di altrerazioni dell’interfaccia vitreo retinica ma soprattutto le trazioni maculari e di provocare la chiusura spontanea dei fori maculari in circa il 30% dei casi, con complicazioni lievi o moderate e transitorie.

L’ocriplasmina (Jetrea, Alcon) e’ oggi la piu’ importante innovazione nel trattamento delle trazioni vitreoretiniche e vitreo maculari (VMT) e ci permettera‘ ( il farmaco non e’ ancora disponibile in ITALIA) di evitare un intervento di chirurgia vitreoretinica e di fornire un nuovo approccio terapeutico sempre più precoce per molti pazienti anche con i sintomi ed i segni iniziali di questa malattia.

LUIGI MARINO

CONSIGLIERE AIMO

ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI OCULISTI

www.oculistiaimo.it



N.B. L' Autore non ha alcun interesse commerciale con ALCON.

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OCRIPLASMINA

#2
Dr. Luigi Marino
Dr. Luigi Marino

l vitreo è una sostanza a consistenza gelatinosa, trasparente e incolore, che riempie la cavità interna del bulbo oculare. In un occhio giovane e sano, il vitreo è perfettamente trasparente, omogeneo e compatto e consente perciò il passaggio inalterato della luce. Allo stesso tempo, la consistenza del vitreo permette il mantenimento della forma sferica dell’occhio e mantiene la retina adesa al fondo oculare.

Il vitreo è costituito al 99% di acqua e da un’impalcatura costituita da fibre collagene e altre molecole che ne determinano la consistenza gelatinosa. Il naturale processo di invecchiamento comporta spesso alterazioni chimiche e fisiche del vitreo. Tali alterazioni, che diventano in genere evidenti dopo i 50 anni, possono portare alla rottura delle fibre che costituiscono l’impalcatura del vitreo, con conseguente liquefazione e contrazione del vitreo stesso.

La contrazione del vitreo ne determina il distacco dalla parte posteriore dell’occhio e quindi dalla retina. Questo fenomeno, noto come distacco posteriore del vitreo, avviene di solito in modo asintomatico; talvolta, però, le aderenze tra il vitreo e la macula, la parte centrale della retina, sono tali da determinare una trazione sulla macula stessa. Se questa trazione perdura nel tempo, si origina una condizione oculare nota come trazione vitreomaculare (VMT) che può determinare visione sfuocata o distorta o addirittura l’insorgenza di foro maculare o di edema maculare trazionale, condizioni che possono provocare la perdita della visione centrale, la visione fine e dettagliata che ci consente di svolgere azioni di fondamentale importanza, quali riconoscere un volto, leggere, lavorare, guidare etc.

Fino ad oggi, l’unico trattamento per la trazione vitreomaculare è stata la vitrectomia, un sofisticato intervento di chirurgia intraoculare che si associa ad un certo disagio post-operatorio e a possibili complicanze che, anche se molto rare, possono talora presentarsi.

Le problematiche inerenti alla vitrectomia hanno reso estremamente auspicabile la messa a punto di un trattamento farmacologico in grado di risolvere la trazione vitreomaculare senza dover ricorrere all’intervento chirurgico. La ricerca ha recentemente portato allo sviluppo di una molecola denominata ocriplasmina (o microplasmina), una proteina che, iniettata nell’occhio, è in grado di “tagliare” con una lisi enzimatica le fibre che fanno aderire il vitreo alla macula, permettendo un distacco completo senza causare danni.

L’efficacia e la sicurezza dell’ocriplasmina sono state valutate in due studi clinici pubblicati recentemente sul New England Journal of Medicine. Gli studi hanno dimostrato che il farmaco è in grado di risolvere la trazione vitreomaculare mediante un’unica somministrazione del principio attivo mediante iniezione intravitreale, pur generando, in taluni casi, l’insorgenza di effetti collaterali o complicanze di varia entità e significato.

La Food and Drug Administration (FDA) negli USA ha già approvato l’utilizzo dell’ocriplasmina nel trattamento delle trazioni vitreomaculari. L’Agenzia Europea per il Farmaco (EMA) ha espresso un parere positivo sull’ocriplasmina e il farmaco sarà commercializzato presto anche in Europa. Si tratta del primo farmaco per il trattamento della trazione vitreomaculare e si stima che esso potrà curare una grandissima popolazione di pazienti affetti da questa condizione oculare.

#3
Utente 578XXX
Utente 578XXX

Prof Marino ottimo articolo, sempre al top i suoi. Ad oggi il farmaco resta ancora non disponibile in Italia? Infine chiederei un suo importante parere:sono saltato giù da una sedia atterrando su un pavimento di piastrelle.
Purtroppo sono atterrato a gambe tese e senza ammortizzare neppure con la metà anteriore dei piedi ma con quasi tutto il peso sui talloni e ho sentito il contraccolpo (rinculo) negli occhi.
Il mio problema è che mi sono sottoposto in precedenza ad interventi alla retina di crio e laser ecc e ho ancora delle aree pericolose e sottili.
In queste situazioni prende scossoni il vitreo che tira la retina oppure direttamente la retina? A sensazione gli occhi hanno preso una brutta incassata.
Devo andare a farmi visitare?

#4
Utente 578XXX
Utente 578XXX

Per cortesia siete disposti. rispondere?

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