Lo sport fa male?

Nota: date le polemiche che si stanno scatenando nei commenti, sia chiaro il significato di questo articoletto, che si sintetizza in quello che ho scritto nei successivi commenti, e cioè:
  1. Lo sport fa bene
  2. Come tutte le cose che fanno bene, anche lo sport può avere alcuni effetti collaterali, ed è giusto che siano noti affinchè ciascuno scelga lo sport più adatto a sè
  3. Non ho mai invitato nessuno a passare la vita in poltrona ad ingrassare
  4. Chiunque sostenga il contrario sta solo cercando di fare polemica gratuita.
Quindi, vi prego. Andate oltre il titolo. Leggete con serenità e spirito critico.
Grazie: -)

 

Scrivo questa news stimolato dal recente blogpost di un collega: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2537-lo-sport-aumenta-l-autostima.htmlLo-sport-aumenta-l-autostima

Lo sport stimola la produzione di endorfine, che aiutano a sentirsi bene, a dimenticare i guai e migliorano anche le difese immunitarie.

Lo sport allena il corpo e la mente. Lo sport migliora la funzionalità cardiovascolare e respiratoria.

Lo sport alza la soglia del dolore, facendo scomparire quei piccoli disturbi che sono tipici di chi è più sedentario.

Lo sport consente di scaricare le tensioni e contribuisce al mantenimento di un equilibrio psicofisico adeguato.

Lo sport è un'efficace terapia nell'ansia, nella sindrome da burn-out, e nella convalescenza dopo gravi malattie, come anche sottolinea il collega Salvo Catania.

 

Vero, tutto vero. Lo sport fa bene. Ma fa anche male. Non esiste nulla che faccia SOLO bene.

Anche il cibo più sano, al di fuori di una dieta bilanciata, e in quantità eccessive, può risultare nocivo. Anche il farmaco che ha salvato più vite in tutta la storia della medicina, se mal somminitrato, può diventare un micidiale veleno.

Ed anche lo sport può fare male.

Senza arrivare a quegli "stati di coscienza alterata", che nel pieno dell'esaltazione agonistica potrebbero farci arrivare a prendere a testate i nostri avversari, è possibile farsi male anche nella pratica degli sport amatoriali, ed i nostri Pronto Soccorso sono pieni di questi casi.

Ma non voglio soffermarmi su questi aspetti, pane forse per i traumatologi, bensì su altri aspetti più di mia competenza.

Ciascuna attività sportiva si basa sull'esecuzione di un gesto atletico, che può essere molto semplice ed elementare, oppure molto complesso e composto da diversi gesti, che mettono in moto ampi segmenti del corpo, coinvolgendo moltissime strutture.

Ebbene, più il gesto è semplice e ripetitivo, e più espone lo sportivo a tutte quelle sindromi da "overuse e overload" che sono tipiche anche delle malattie professionali: tendiniti, tendinosi, dolori cronici, contratture muscolari, sindromi da intrappolamento neurologico periferico.

Non a caso, esistono molte di queste patologie che una volta vennero indicate con dei nomi pittoreschi come "gomito del tennista" (epicondilite), "gomito del golfista" (epitrocleite), "spalla del giavellottista" (s. da impingement subacromiale), "ginocchio del saltatore" (tendinopatia rotulea), "ginocchia del calciatore" (varismo del ginocchio), "frattura del pugile" (del colletto del V os metacarpalis), "lesione dello sciatore" (lesione del legamento collaterale ulnare del pollice, detta anche l. di Stener), "frattura del marciatore" (frattura metacarpale da stress), "piede d'atleta" (quest'ultima è una micosi, cioè una patologia dermatologica, non ortopedica, ma tant'è).

 

Occupandomi di patologia degenerativa articolare, un tempo appannaggio solo della terza età o di esiti di terribili malattie articolari o brutti traumi, mi accorgo che oggi sempre di più si assiste ad una diminuzione dell'età di insorgenza dell'artrosi o di altri fenomeni degenerativi articolari, anche in pazienti altrimenti "sani". Pazienti che in genere praticano una intensa attività sportiva.

E' noto come le arti marziali, la danza classica, la pallanuoto, il calcio ed il tennis portino all'artrosi dell'anca, soprattutto nei soggetti con fattori predisponenti quali il conflitto femoro-acetabolare;

L'artrosi del ginocchio è più tipica in calciatori e "runners", soprattutto in quei soggetti che hanno avuto traumi in passato e che continuano a praticare il loro sport dopo una meniscectomia o una ricostruzione legamentosa.

 

In realtà il problema non è tanto la disinformazione: quasi tutti i pazienti sanno che, nel loro caso specifico, il loro sport preferito fa loro DEL MALE.

Come il fumatore che sa quanto sia nocivo il suo vizio, ma continua a fumare. Il problema è che quasi nessuno vuole smettere. Né il fumatore, né lo sportivo incallito.

Il calciatore che a forza di palleggiare s'è fatto venire la pubalgia, la prima cosa che in ambulatorio ti chiede è: "quando posso ricominciare a giocare?".

E non a caso sono stati descritti i cosiddetti "knee abuser": quei soggetti cioè che abusano del loro ginocchio (ed in generale delle loro articolazioni), continuando a praticare all'estremo il loro sport preferito nonostante quadri artrosici sempre più destruenti.

Ho visto persone di 40 anni con ginocchia "da protesi", che dopo avere speso migliaia di euro in giro per l'Italia in interventi chirurgici, acido ialuronico da 200 euro a fiala, terapie fisiche, anti-infiammatori, integratori alimentari, cartilagini di squalo e altre sciocchezze mi dicevano con le lacrime agli occhi (GIURO) "dottore, la corsa è tutta la mia vita, io non voglio passare il resto dei miei giorni a fare solo nuoto e ciclismo!".

Incredibile ma stra-vero. Potere dello sport, quando ti entra nel sangue come una droga.

 

Messaggio finale?
Lo sport è come una medicina: in generale fa bene, ma se non lo si sa amministrare può essere nocivo. "Può avere degli effetti indesiderati. Leggere attentamente le avvertenze. Se il sintomo persiste, sospendere la somministrazione e consultare un medico".

Data pubblicazione: 06 ottobre 2012 Ultimo aggiornamento: 08 febbraio 2016

112 commenti

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#13
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Caro Salvo,
ottimo commento.

Solo sulla frase "I benefici sono infinitamente superiori agli ipotetici rischi" ho un commento da fare: è vera nella STRAGRANDE maggioranza dei casi, ma non può essere considerata assoluta e valida per CHIUNQUE. Ad esempio, se l'ottantenne cardiopatico ed osteoporotico rinunciasse ad andare a cavallo, forse sarebbe meglio.
E guardate che non sono casi limite! Oggigiorno queste cose sono all'ordine del giorno.

Invito tutti quelli che desiderano intervenire ad argomentare correttamente come Salvo per arricchire la conversazione.
Ripeto che le semplici risposte da tifoseria o gli elenchi dei benefici dello sport (che riconosco e che sono noti a tutti, e che esulano dagli scopi del post) non vengono pubblicate.

#14
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Rileggendo, non sono stato forse chiaro.

Studio osservazionale su due campioni
1) Ultrasettantenni da sempre sovrappeso e danni definitivi..."ortopedici"
2) Ultrasettantenni da sempre agonisti e danni definitivi ortopedici

Ovviamente la variabile interessante sarebbe quella di sapere QUANTI del primo e del secondo gruppo "frequentano i tuoi ambulatori"

Tra un anno ci fai una pubblicazione ed io cambierò ...forse....idea

(^_________________________________^)

#15
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Caro Salvo,
scrivevamo insieme.
il mio precedente post era in risposta al tuo primo.

Certamente si può fare uno studio di questo tipo.

Ma voglio ricordare a te al nostro utente che ha risposto che lo scopo del mio post non era quello di stabilire il rapporto rischio/beneficio nella pratica delle attività sportive.

Anzi, posso già risponderti candidamente che probabilmente IN GENERALE il rapporto rischio/beneficio pende dalla parte del beneficio.

Il mio post serviva solo a sottolineare UN aspetto di un discorso molto più ampio, un aspetto che spesso non viene preso in considerazione: cioè quello della patologia articolare degenerativa in ALCUNI tipi di sport.

Al dì là del titolo del post, volutamente "goliardico", ridurre il mio post ad una battaglia "sport sì/sport no" secondo me significa non andare al di là del titolo.

Facciamo salvi per un momento tutti i benefici conosciuti dello sport, e facciamo salvi anche tutti i rischi dello sport: quello cardiovascolare (a volte), quello di lesioni traumatiche, quello di patologie da overuse e overload.
Questi rischi li cito nel post, ma NON è questo il tema del post.
Facciamo conto che tutti siamo consci di TUTTI questi benefici e di tutti questi rischi.

Bene, adesso ci concentriamo sul tema del post, che è il seguente e che deve diventare il tema dell'eventuale dibattito:

Parliamo di ARTROSI. Lo sapevate che alcuni sport, più di altri, sono a rischio di artrosi?
Lo sapevate che -ad esempio- un ciclista ed un nuotatore professionisti sono infinitamente MENO a rischio artrosi di un runner amatoriale?

E' verissimo che il soggetto obeso e sedentario consuma le sue articolazioni. Ed è verissimo che il soggetto in forma e sportivo che pratica attività ad elevato impatto articolare consuma le sue articolazioni.

Lo scopo del post non è stimolare l'utenza a cercare di stabilire se il soggetto gonartrosico medioavanzato di mezza età debba scegliere la strada dell'obesità o piuttosto quella della maratona.

Lo scopo è quella di avvisarlo:

"Ehi, tu, quarantenne obeso e sedentario con problemi di artrosi!
Ehi, tu, quarantenne strasportivo e in forma che corre 5 ore la settimana e ha problemi di artrosi! VOI DUE siete il target del mio post! Ascoltatemi! Lo sapevate che entrambi conducete uno stile di vita che potrebbe portarvi anzitempo alla necessità di grossi interventi chirurgici?!?! E lo sapevate che sarebbe semplice modificare il vostro stile di vita per ridurre questo rischio?
Bene, adesso che lo sapete fate le vostre valutazioni, poi decidete in coscienza"

:-)))

La domanda che mi pongo è la seg

#16
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Emanuele è chiaro che quando parlo di sport intendo che cia sia una preselezione del tipo di sport. Se l'indicazione è corretta sin da bambini questo innconveniente non si verifica.

>>se l'ottantenne cardiopatico ed osteoporotico rinunciasse ad andare a cavallo, forse sarebbe meglio>>

Ahi...ahi...ahi... ma perchè l'ottantenne è cardiopatico e osteoporotico ??? (vedi che ci scordiamo sempre della Prevenzione Primaria in Medicina ).
Non è un caso che il ...suo cavallo non lo sia, e non lo sarà se continua a trottare portando in giro il suo padrone, cardiopatico ed osteoporotico . Parlo per paradossi.

Tu nel tuo ambulatorio non puoi fare studi epidemiologici ma solo osservazionali, perchè ti manca il resto della popolazione SANA.
Vedi tutte e solo le complicanze dello sport.
Perchè uno sportivo dovrebbe andare dall'ortopedico se non ha infortuni di alcun genere ? E' solo un esempio.



#17
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Continuiamo a scrivere insieme... qui rispondo al post 14:

il bias è dovuto al fatto che, per questioni generazionali, i settantenni di oggi sportivi da una vita sono molti meno di quelli sedentari da una vita. Forse tra una trentina d'anni lo studio sarebbe più bilanciato.

#18
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

>>"Ehi, tu, quarantenne obeso e sedentario con problemi di artrosi!><

Ma questo è il punto e ci ho discusso INVANO con un altro cardiologo.

Lo sport va incoraggiato da piccoli . Se all'obeso gli fai fare la maratona a quaranta anni, si consuma non solo le articolazioni.

Ecco perchè questi messaggi sono nefasti per i giovani che leggono.
Sono catastrofici per i giovani perchè si fanno vedere i rischi piuttosto che i vantaggi che sono di GRAN lunga superiori.

Pretendere dall'obeso di far sport senza una LUNGHISSIMA gradualità è come spingere il paracadutista a gettarsi senza paracadute.

In questi casi spuntano gli scienziati che fanno gli studi osservazionali ( e non si sognano mai di leggersi quelli epidemiologici) sui paracadutisti spiaccicati sul terreno per concludere che....il paracadutismo è letale (^____^)

#19
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Certo, corretto.
Però da quello che scrivi sembrerebbe che artrosico sia solo chi non ha mai praticato prevenzione primaria, cioè non abbia mai fatto sport.
Troppo tardi quando sei obeso ed artrosico, iniziare a far maratone...

Ma esiste anche un paziente artrosico diverso: quello che fin da bambino ha iniziato a giocare a calcio, a 12 anni ha avuto la prima distorsione, a 14 la prima meniscectomia, a 17 la prima ricostruzione del crociato, a 25 la seconda, con un ginocchio già gravemente artrosico.

Non mi interessa se a tutti i suoi coscritti il calcio fa bene.... :-)

A LUI devo consigliare di smettere, perchè nel suo caso è una pratica autodistruttiva. Tutte queste piccole lesioni e questi interventi lasciano tracce indelebili nell'articolazione.

Poi giustamente, tutti questi "knee abuser" si indignano all'idea della protesi e all'idea del fatto che la ricerca sulle staminali non sia ancora riuscita a rigenerare la cartilagine....

Anche perché circola grande disinformazione: molta gente, vedendo gli sportivi di alti livello in tv è convinta che TUTTO sia riparabile, e invece non è così....

#20
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Si stiamo scrivendo a raffica in contemporanea.

Io questa discussione l'ho fatta più volte con altri colleghi di altre discipline. Forse è meglio discuterne dinnanzi ad un aperitivo a Milano.

Nel deserto ho conosciuto solo ultrasettanteni (soprattutto francesi) che facevano 180 km no stop di corsa e non avevano mai conosciuto un ortopedico, un cardiologo e uno psicologo.

La mia conclusione è quindi quella dell'utente .

#21
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

>>A LUI devo consigliare di smettere, perchè nel suo caso è una pratica autodistruttiva>>

Scriviamo la stessa cosa. Ma le modalità della somministrazione dei messaggi non sono condivisibili.
Non siamo d'accordo sul tipo di comunicazione e non su altro. Ai miei corsi di Milano mi hai ascoltato , riferita agli ostacoli della comunicazione, quanto sia nefasta per il paziente la percezione del rischio esagerata del medico rispetto a quella reale.
Riguardo a questo esiste una priorità

A LUI si devrebbe dire che
1)IN PRIMIS LO SPORT FA BENISSIMO A LUI e che NON DEVE SMETTERE
2) A LUI lo sport del Calcio è controindicato e gli si propone una alternativa.

Vedi che scriviamo la stessa cosa ?

#22
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Assolutamente si, scriviamo la stessa cosa. Ma me ne ero accorto da un pezzo. Sono solo punti di vista differenti dello stesso, sfaccettato, problema.

La mia condotta è proprio quella da te descritta...

Ma -concedimi una battuta ancora: hai mai provato a dire ad un runner o calciatore sfegatato di cambiare e darsi al nuoto o al ciclismo?!? Hai idea di cosa ti risponde quello? :-))))

#23
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Su questo sono perfettamente d'accordo con te.

Per i calciatori è tempo perso proporre sport alternativi di "scarico" perchè inguaribili nella cocciutaggine. Idem per i runners, salvo quelli cui potresti proporre di dedicarsi al thriathlon.

http://www.senosalvo.com/Storia_di_un_tapascione-parte_X.htm

E ti garantisco che quelli non li rivedi più nei tuoi ambulatori di ortopedia per tutte le ragioni (scarico) che non sto qui a spiegare perchè ovvie.E loro accettano perchè comunque non togli loro la corsa che è diventata una delle principali dipendenze della loro vita.

#26
Ex utente
Ex utente

ma perchè ci sono molte persone che facendo una moderata attività fisica (30 minuti di passeggiata al giorno) conducono una vita sana e senza problemi? io credo che non tutti si possono permettere il tempo per fare tutta questa attività sportiva... e credo che forse l'attività intellettuale sia altrettanto appagante e meritoria di attenzione. senza dimenticare che a una corsa estenuante o a una nuotata solitaria in piscina io preferisco una bella chiacchierata con amici cari. se poi la giornata fosse di 48 ore avrei molto tempo per fare tutto. nella vita credo che stare bene con se stessi, facendo ciò che piace, sia la soluzione migliore. poi ognuno sceglie ciò che dona benessere.

#30
Ex utente
Ex utente

Ho letto le cose che mi ha postato, dr. Catania. Devo però ammettere che si sta facendo una grande confusione. Sembra quasi che parlare dei possibili effetti collaterali di una intensa attività sportiva sia una bestemmia (vedi il parere dell'utente). Nessuno negherebbe che lo sport fa bene: aiuta a tenersi in forma, a rilassarsi e ad aumentare il proprio benessere generale. A me per esempio piace fare passeggiate molto lunghe all'aria aperta, andare in bici, nuotare possibilmente al mare. Sono però tutti passatempi, non sono iscritto a nessun club sportivo e non mi considero un semiatleta. Anzi, le uniche volte che mi sono iscritto in palestra mi sono annoiato da morire fino a lasciare quell'attività ripetitiva e poco costruttiva. Poi ognuno ha le sue personali inclinazioni: a me piace soprattutto lavorare "di testa" e ho cercato più occupazioni intellettuali che sportive; ad altri piace più "scaricarsi" con gare e esercizi intensi e, i più dotati, intraprendono la via dell'agonismo fino a farne una professione. Ma leggendo queste cose sembra che o si è un atleta o si ha la salute compromessa. Il dr. Cardella ha fatto bene a mettere in guardia da alcuni rischi a cui si sottopone il corpo facendo attività sportiva, ma mica ha consigliato di passare le giornate in poltrona! qualsiasi attività, sportiva o intellettuale, presenta vantaggi e controindicazioni. a me sembra che ogni volta si faccia una polemica su cose così evidenti! piuttosto preoccupiamoci delle strutture sportive del tutto carenti in Italia...

#31
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Il link in #29 del Dott. Catania riporta a un utente che ha deciso di postare fuori dal blog il suo parare, e mi accusa di disinformazione.
Mi dispiace per due motivi:
1) perché ho sempre cercato di fare dell'"anti-disinformazione" la mia bandiera, e questo è il motivo per cui sono uno dei consulenti più attivi ed entusiasti di medicitalia;
2) perché lo ha fatto fuori di qui, e se Salvo non avesse segnalati il link, non me ne sarei neppure accorto.

In ogni caso gli ho risposto direttamente lì.

#32
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Caro Utente 128160,

nel Suo post #30 Lei sintetizza il mio pensiero: bravo.

1) Lo sport fa bene
2) Come tutte le cose che fanno bene, anche lo sport può avere alcuni effetti collaterali, ed è giusto che siano noti affinchè ciascuno scelga lo sport più adatto a sè
3) Non ho mai invitato nessuno a passare la vita in poltrona ad ingrassare
4) Chiunque sostenga il contrario sta solo cercando di fare polemica gratuita.

#33
Utente 118XXX
Utente 118XXX

Utente 188160:gentile utente se lei vuole realizzare il potenziale salutistico che lo sport le permette di raggiungere e che annovera i benefici che sono elencati nel blog non si illuda di essere sulla buona strada:con una buona passeggiata di mezz'ora i suoi valori ematici restano inalterati,non controlla il peso etc.Purtroppo affinchè questo avvenga lei deve avere in mente due paradigni :intensità dell'allenamento(che deve essere medio-alta) e quantità(inteso come impegno orario).Non pensi che questa sia roba da superatleti:qualunque amatore si attiene a queste regole.Inoltre consideri che "lavorare di testa" oppure fare attività fisica saltuaria senza aderire ad alcun programma di allenamento e senza metodo può rientrare sotto la voce "passatempo" ma non "sport"

#34
Ex utente
Ex utente

all'ultimo utente. immagino che lei sia un appassionato di sport che forse pratica anche per lavoro. lei esprime un'opinione di parte, un'opinione appunto che non trova conferma nella posizione ufficiale della medicina. quindi, a me meno che ci sia una nuova scoperta, io considero una moderata attività fisica sufficiente per il benessere di ogni persona, come sostiene anche la medicina ufficiale. poi sono sempre pronto a rivedere le mie idee se qualcuno mi fornisce dati scientifici.

#35
Utente 118XXX
Utente 118XXX

All'utente 128160: le cito uno studio tenuto molto in considerazione che è l'"Harvard Alumni Health Study" condotto su 17000 soggetti secondo cui la curva del rischio cardiovascolare diminuisce con l'aumentare delle ore di attività fisica concludendo:Total physical activity and vigorous activities showed the strongest reductions in coronary heart desease risk. Moderate and light activities, which may be less precisely measured, showed nonsignificant inverse associations".Lo stesso studio collega il consumo calorico settimanale tra le 2000 e 3000(non da attivita' moderata direi) calorie come ottimale per la riduzione del rischio di ictus:"In conclusion, physical activity is associated with decreased stroke risk in men, including older men. A decreased risk was observed at energy expenditures of 1000 to 1999 kcal/wk, with further risk decrement seen at 2000 to 2999 kcal/wk but not beyond".Vorrei citare anche la meta-analisi di Sammitz che ha incrociato i risultati di tantissimi studi giungendo al risultato che: "I risultati sostengono una relazione inversa tra l'incremento dell'attività fisica e la mortalità, sia se si prendono in considerazione attività strutturate quali l'esercizio e lo sport sia le attività del tempo libero, della vita domestica, della vita lavorativa e quelle correlate agli spostamenti. La riduzione della mortalità dovuta all'incremento del tempo dedicato all'attività fisica è risultata più ampia per la pratica dell'esercizio vigoroso e per le attività da moderate a vigorose del tempo libero rispetto alle attività moderate della vita quotidiana, compresi gli spostamenti attivi. La riduzione della mortalità relativa, corrispondente alla pratica dell'attività fisica moderata e vigorosa è stata rispettivamente del 14% e del 26%, supportando il messaggio che "un po' è bene, di più è meglio".Come vede non è solo un'opinione di parte

#36
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Dobbiamo chiarire che su questo tema abbiamo discusso a lungo tra colleghi nel forum non visibile agli utenti e per questo non eravamo entrati nel vivo.

Riassumo sinteticamente quanto espresso dal sottoscritto

1) Esistono oltre a numerosissimi studi osservazionali, cui bisogna dare valore relativo, diversi studi invece non solo affidabili , ma soprattutto costituiscono una pietra miliare epidemiologica su questo tema perchè eseguiti su campioni di oltre 50.000 soggetti e seguiti per oltre 50 anni. Sono studi quasi tutti scandinavi (il più importante quello del Karolinska), svedesi, norvegesi e finlandesi. Sono studi epidemiologici che studiano TUTTA la popolazione dall'età di 18 anni per oltre 40 anni e concludono che la mortalità nei sedentari sovrappeso è DOPPIA rispetto ai praticanti dello sport. L'altra variabile considerata è che la maggior parte dei sedentari è anche fumatrice, mentre rari sono i fumatori tra i praticanti dello sport. E il fumo è ritenuto uno dei fattori di rischio più importanti.

2) Sui rischi cardiovascolari ci sono studi osservazionali che demonizzano l'attività sportiva , ma perchè i ricercatori si sono occupati delle complicanze dello sport, ignorando il resto della popolazione praticante e non praticante. Non hanno alcun valore epidemiologico se non come studi osservazionali utili per porre ipotesi di lavoro.

3) CI SONO LE EVIDENZE che tagliano la testa al toro sui rischi cardiovascolari.

Il Congresso Mondiale della Medicina dello Sport che si sta svolgendo in Italia è stato aperto dalla lettura magistrale introduttiva del Presidente della Federazione della Medicina dello Sport italiana con queste parole
>> Non abbiamo dati sulle morti dei soggetti nella pratica sportiva
considerata globalmente.
Ce li abbiamo e rigorosamente registrati quelli che si riferiscono alle morti di atleti professionisti e dilettanti ( per ovvie ragioni). Ebbene
a) Tra gli atleti professionisti negli ultimi 50 anni la mortalità è ZERO. ZERO, ZERO, ZERO, ZERO.
I casi clamorosi di Curi, Bovolenta e Morosini trovano spiegazioni in fibrillazioni aritmogene GENETICHE (vuol dire che probabilmente sarebbero morti anche al supermercato non essendo state riconosciute)
b) Tra il milione e cinquecentomila (sic!) dilettanti negli ultimi 50 anni la mortalità è di 14.

Dico io quale sia la mortalità per morti improvvise nel resto della popolazione italiana : 70.000 morti all'anno !!!!!!

#37
Utente 118XXX
Utente 118XXX

mi ricollego a quanto detto dal dott.Salvo Catania per fare questa osservazione:La demonizzzione dello sport è di per se ingiustificata e le morti da sport trovano spiegazione in anomalie del soggetto che occasionalmente vengono a galla.Molti soggetti con anomalie cardiache muoiono in treno o durante qualunque altra attività ma mai nessuno ha demonizzato queste o trenitalia!Dire anche che lo sport ha delle contraindicazioni è pure errato se non si aggiunge "nei limiti della specificità di quel singolo sportivo e delle sue metodiche di allenamento".Leggendo ovunque in questo blog si ha conferma di quanto detto:"E' noto come le arti marziali, la danza classica, la pallanuoto, il calcio ed il tennis portino all'artrosi dell'anca, soprattutto nei soggetti con fattori predisponenti quali il conflitto femoro-acetabolare"; bene è chiaro che quel soggetto non è predisposto organicamente a quel tipo di sport se si dedica ad esso se ne assume la responsabilità,non si può commettere l'artifizio logico di attribuire la volontà nevrotica di un singolo di andare contro i dettami della medicina e del buon senso come fosse una prerogativa negativa dell'attivita'fisica stessa;lo stesso dicasi del 40enne con "le ginocchia da protesi" che vuole continuare a correre;si è di fronte alla nevrosi un pò come dire che perchè alcuni finiscono nelle cliniche del sesso l'attività sessuale in genere può essere controindicata quando essendo la sua finalità il piacere e la procreazione vanno solo indicate le corrette modalità di prevenzione delle malattie trasmissibili.Quando il dottor Caldarella mi scrive "lei non è costretto ad allenamenti massacranti perchè lo fa solo a livello amatoriale"mette l'accento proprio su queto elemento nevrotico che niente a che vedere con una concezione sana dello sport.Chi può "costringere a massacrarsi" se non un nevrotico?I ponti sono fatti per unire due strade opposte e facilitare il passaggio:se qualcuno soffre di vertigini e sviene oppure decide di buttarsi di sotto ciò giustifica l'anas dall'avvertire con un cartello di fare attenzione ai ponti?

#38
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Caro Utente 11812,

sono contento che Lei sia tornato, e ancor di più che ha raccolto il mio invito: è "andato oltre il titolo", ha letto con attenzione e ha compreso il messaggio che voglio inviare. Arriva persino a dire "si legge ovunque in questo blog che..." e mi cita alla lettera.
Insomma, sono contento che siamo arrivati a renderci conto che sostanzialmente io e Lei siamo d'accordo.

Sono anche contento che il dibattito sui benefici cardiovascolari a colpi di letteratura scientifica possa dirsi "esaurito per completezza", giacché, come ho più volte sottolineato, è un dibattito che considero Off-Topic (cioè fuori tema).

Ora sarò io a citare Lei: "bene è chiaro che quel soggetto non è predisposto organicamente a quel tipo di sport se si dedica ad esso se ne assume la responsabilità,non si può commettere l'artifizio logico di attribuire la volontà nevrotica di un singolo di andare contro i dettami della medicina e del buon senso come fosse una prerogativa negativa dell'attivita'fisica stessa"

Lei ha centrato il punto.

Il problema che sollevo io è che Le assicuro che un soggetto che ha praticato con passione un determinato sport fin dagli albori della Sua vita, arrivato all'età critica dei 40 non accetta di buon grado l'idea di aver sempre praticato uno sport inadatto alla propria conformazione fisica.
E ritorno all'esempio del runner a cui consiglio di mollare la corsa in favore di nuoto e ciclismo. Nel migliore dei casi mi fa un sorrisetto di compatimento...

Comunque, non è solo una questione di conformazione fisica... Le faccio un paragone.

Prendiamo l'attività di NUTRIRSI.

Per usare le Sue parole, anche nutrirsi è una attività dall'elevato "potenziale salutistico". Anzi, per assurdo, nutrirsi è ancora più salutare che fare sport: se non mangio muoio di fame, mentre posso anche vivere senza lo sport.
Ma il potenziale salutistico del nutrisi, perche dalla "potenza" passi all'"atto", deve essere sapientemente sfruttato. Bisogna variare la qualità degli alimenti, dosare con moderazione, limitare alcuni cibi, etc...
Oltre al potenziale salutistico, il nutrirsi ha un potenziale distruttivo: se io mi metto a nutrirmi esclusivamente con un chilo di burro assunto tre volte al dì (per assurdo), la mia salute non ne gioverà di certo.

Ma affermando che il nutrisi ha in sè sia un potenziale salutistico (o meglio "salutare") sia un potenziale distruttivo non sto affatto demonizzando l'atto del mangiare. Sto solo dicendo una verità riconosciuta da tutti, e neppure troppo originale.

Ecco, per l' sport (in generale) è lo stesso: nessuno demonizza, se praticato con intelligenza e sapienza (magari grazie ANCHE ai consigli di uno specialista) si può sfruttare appieno il suo potenziale salutare. Praticato male, con attrezzatura inadeguata, con esercizi scorretti, senza adeguata preparazione, con allenamenti massacranti, senza rispettare la guarigione dai piccoli infortuni e così via, lo sport può realizzare il suo potenziale distruttivo. Il potenziale (sia salutare che distruttivo) è prerogativa dello SPORT. La capacità di metterlo in atto è prerogativa dello sportivo.

Poi, come dice Lei (e come dicevo anche io) ci sono alcuni sport che per alcune persone vanno bene e per altre no.
E comunque, tornando al paragone col cibo, ci sono sport più "sicuri" e sport che vanno praticati con maggior attenzione, in quanto il loro potenziale nocivo è più facilmente scatenabile.
Ad esempio paragonerei l'insalata al nuoto: hanno un potenziale nocivo più difficilmente scatenabile.
Prenda poi un piatto di pastasciutta, e lo paragoni alla corsa: in una dieta bilanciata fa benissimo, ma occhio a non esagerare. La corsa può fare benissimo, ma attenzione ai traumi articolari ripetuti che sono la principale fonte di usura delle articolazioni.
E poi ci sono i dolci: anche questi importanti (vuoi mettere il benessere e le endorfine liberate da un pezzo di cioccolato?) ma occhio perchè potrebbero fare davvero male. E qui si può fare il paragone con la nobile arte del pugilato: uno sport che secondo me fa benissimo alla mente e al carattere, ma al corpo un po' meno... anzi, in alcuni casi fa male anche alla mente (il software), perché come è noto i microtraumi ripetuti dell'hardware non sono il massimo a lungo andare....

Inoltre: specifico che non ero io che le diceva che Lei non è costretto ad allenamenti massacranti in quanto non professionista. Era un utente.

E' però vero, ahimé, che vedere i professionisti in TV a volte fa pretendere, agli amatori, un po' troppo....
Ma su questo ci tornerò più avanti, ora ho scritto già tanto.

EC

#39
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Questa è una vera certificazione di invalidità, seppur temporanea.

https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/325721-sport-e-malattia-oncologica.html

>>Il mio oncologo curante mi ha detto che la sera del 31 posso ballare quanto voglio>>
Ma quanta bontà e comprensione (^___^)….limitata al 31 dicembre……(sic!)

Noi medici, nell’ipotesi più benevola siamo bravi, competenti e “umani”, ma anche in questo caso purtroppo apparteniamo a due sottocategorie
a) Quelli che, sullo stesso caso clinico, vedono il bicchiere “mezzo pieno”
e
b) Quelli che lo vedono perennemente “mezzo vuoto”

Solo che il modo di comunicare dei “mezzo vuoto” è un passo indietro persino rispetto al “ principio di beneficità” ( che già non è condivibisibile) formulato dal buon Ippocrate…..2500 anni fa !
Speriamo che il 2013…..ci porti bicchieri ….almeno “mezzo pieno”.

#40
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Clamorosa conferma ...che lo sport fa male ! (^___^)

Anche il mitico Fauja Singh,101, notissimo in tutto il mondo tra i maratoneti per avere cominciato a correre la maratona per la prima volta all'età di 89 anni ( con allenamento giornaliero di 16 km !) , è stato convinto a smettere di correre maratone .....perchè "forse non è più il caso..." (^___^)

http://www.corriere.it/sport/13_febbraio_01/maratoneta-piu-vecchio-ritiro_c36c07b0-6c8b-11e2-9729-7dce41528d1f.shtml

#41
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Sono riuscito a trovare anche un video che dimostra "quanta pena suscitano questi maratoneti" che a 101 anni trascinano il loro corpo per le strade di tutto il mondo (*) [( vedi commenti su spazio medici su questo tema]

http://vitv.it/un-indiano-completa-la-maratona-a-100-anni__1223711795001.html

(*) Questo signore all'età di 90 anni aveva completato la maratona in 5 ore. Se avessero partecipato a quella maratona tutti gli iscritti di Medicitalia è molto probabile che il nostro Singh sarebbe arrivato tra senz'altro tra i primi cento, ad essere pessimisti per lui. (^_____^).
Scherzo ovviamente.............ma non tanto....

#42
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Da sportiva dilettante, posso dire che -senza essermi mai dedicata alla maratona- ma avendo fatto sci per 50 anni e sci-alpinismo per 25, alpinismo, camminate in montagna (per un periodo, da giovane, mi piaceva correre in montagna) e -soprattutto- avendo fin da ragazzina la passione di camminare a lungo, mi sono trovata comunque a dovermi orerare due volte al menisco poco dopo i 40 anni e -all'ultimo intervento- l'ortopedico ha trovato le cartilagini usurate. Ormai da alcuni anni non posso correre e per camminare ho bisogno di scarpe con suola ammortizzata. Che mi sono procurata e con cui continuo a camminare quanto posso. Mi sono arresa alla bicicletta e alla cyclette (che trovo milto noiose), ho fatto aquagym... insomma ho accettato di rivedere le attività fisiche in base alle mie patologie indotte da altre patologie.
QUESTO è il problema di certi sportivi. Quello che piange perché non può correre ma "solo" nuotare e andare in bicicletta (che stimolano lo stesso la produzione di endorfine) si fa del male.

Come cardiologa, ovviamente consiglio a tutti di fare regolare attività fisica, ma i "malati" di sport mi creano problemi, visto che in realtà anche loro sviluppano coronaropatie, e non lo accettano (qui andiamo un po OT: lo sportivo ad alto livello non accetta che il suo corpo lo tradisca)

Non sono del tutto d'accordo con l'affermazione:
>>a) Tra gli atleti professionisti negli ultimi 50 anni la mortalità è ZERO. ZERO, ZERO, ZERO, ZERO.
I casi clamorosi di Curi, Bovolenta e Morosini trovano spiegazioni in fibrillazioni aritmogene GENETICHE (vuol dire che probabilmente sarebbero morti anche al supermercato non essendo state riconosciute)
b) Tra il milione e cinquecentomila (sic!) dilettanti negli ultimi 50 anni la mortalità è di 14.<<

Perché non è chiaro se si riferisca alla morte improvvisa o alla morte per infarto, e se si riferisca alla morte in gara o anche in allenamento. E' vero che -con i controlli obbligatori- gli atleti agonisti muoiono di morte improvvisa meno dei non atleti, perché eventuali problemi come la malattia aritmogena del ventricolo destro o sindrome del QT lungo vengono s coperti e si possono attuare gli interventi terapeutici necessari. Così come il test da sforzo annuale identifica quelli con ischemia silente. Ma qui allora c'è un bias: gli atleti agonisti muoiono di meno perché sono più sani o perché sono selezionati?

Un paio di esperienza personali:
Appassionato di sci di fondo, poco più che 50enne, riferisce di avere un transitorio senso di oppressione toracica "quando rompe il giro del respiro" (teoricamente, al raggiungimento della FC di allenamento, dopo il riscaldamento), poi può continuare tranquilalmente per 3 ore senza problemi. Ipotesi diagnostica: "Walk-through angina", faccio un test da sforzo. Al test da sforzo sopporta un ottimo carico di lavoro (da atleta allenato), e solo all'acme ha discomfort toracico e segni di ischemia all'ECG, che regrediscono prontamente con il recupero. E' normoteso, ha una frequenza a riposo di 50/m', per cui non gli do betablocacnte ma prenoto la coronarografia. Gli spiego il problema. Lui mi chiede se in attesa della coronarografia può fare attività fisica. Gli dico che può fare solo la fase di riscaldamento, evitando le giornate molto fredde e stando attento a mantenersi a uno sforzo che sia meno della metà di quello che ha fatto sul tapis roulant. POchi giorni dopo va a fare fondo e muore improvvisamente sulla pista... ma mi riferiscono che era su una salita soprannominata "l'ammazzavecchietti". Mi sento in colpa, ovviamente, anche se ho il forte sospetto che lui abbia fatto in realtà uno sforzo molto superiore a quello che gli avevo "concesso".

Due settimana fa faccio un test da sforzo a un paziente 50enne, istruttore di nordic walking, già iscritto ai campionati italiani di sci "master". Test da sforzo positivo per ischemia silente. Programmo la coronarografia (4 febbraio), gli do un betablocacnte e gli dico di non fare sport fino all'esame. Lui cerca di estorcermi il permesso di fare almeno la gara di discesa.

Due giorni fa visita di arruolamento per uno studio che stiamo facendo sulla cardiotossicità da capecitabina, che può dare ischemia a riposo e da sforzo anche in soggetti senza alcun rischio cardiovascolare. Il paziente la deve prendere per 5 settimane in associazione alla radioterapia per un carcinoma del retto avanzato. Nel nostro protocollo si fa un test da sforzo dopo due settimane e uno alla fine della chemio. Lui fa un' arte marziale impegnativa (con calci e attività isometrica). Gli consiglio di soprassedere per le 5 settimane della chemio, per prudenza, o per lo meno di limitarsi a attività aerobica legegra. Lui non vuole e chiede piuttosto di fare a meno della chemio! Gli chiedo se tra una pausa di 5 settimane dallo sport e un carcinoma del retto avanzato sceglie di non cuarre il tumore... alla fine contrattiamo uno stop di due settimane, test da sforzo e poi nuova contrattazione.

Come il collega di cui sopra, che ha ginocchia e anche da far paura, sa che è colpa dello sport ma lo fa lo stesso... il mondo è bello perché è vario. Ci sono anche quelli che si impongono automutilazioni, ci sono quelli che con la cirrosi epatica continuano a bere, le anoressiche che si lasciano morire di fame, gli pneumologi che fumano 40 sigarette al giorno, i cardiologi obesi e sedentari...

#43
Utente 291XXX
Utente 291XXX

Sono d'accordo con il dr. Caldarella (in parte) lo sport non solo quello professionale ma ancor peggio quello fatto amatorilmente è dannoso, lo sport a lungo andare fa invecchiare prima da distrurbi del sonno e da assuefazione l'inventore dello jogging e morto a 52 anni per infarto quando vedo in giro quei ranner sudati con dei visi sciupati altro che dettossinare l'organismo sono belli che disidratati quello che fa bene è il movimento sotto inteso come camminare fare le pulizie di casa perche no una nuotatina andare in canoa ma in modo semplice senza strafare e mantenersi per tutta la vita col giusto peso forma.

#44
Utente 291XXX
Utente 291XXX

Sono d'accordo con il dr. Caldarella (in parte) lo sport non solo quello professionale ma ancor peggio quello fatto amatorilmente è dannoso, lo sport a lungo andare fa invecchiare prima da distrurbi del sonno e da assuefazione l'inventore dello jogging e morto a 52 anni per infarto quando vedo in giro quei ranner sudati con dei visi sciupati altro che dettossinare l'organismo sono belli che disidratati quello che fa bene è il movimento sotto inteso come camminare fare le pulizie di casa perche no una nuotatina andare in canoa ma in modo semplice senza strafare e mantenersi per tutta la vita col giusto peso forma.

#45
Utente 118XXX
Utente 118XXX

X l'utente 291622 :Lo sport fa bene, e' un enunciato universalmente accettato,certo si puo' dire che ci sono delle controindicazioni per alcuni soggetti,che un abuso o l'esecuzione senza regole comporta dei rischi (che possono tranquillamente essere evitati dotandosi di una cultura sportiva,e indagando il proprio profilo genetico),ma di certo non e' accettato quello che lei dice ossia dire che lo sport fa male,tout court,perche' le evidenze scientifiche dicono esattamente il contrario.Non e' vero che da disturbi del sonno(http://www.teamsalute.it/Pub/Patologie/Insonnia/Lo-sport-favorisce-il-sonno.aspx?idpage=15724) e non e' assolutamente vero che fa invecchiare prima:chi fa sport mantiene il peso corporeo e apppare piu' giovane della sua eta' cronologica.Linventore del jogging e' morto non a causa dell'attivita sportiva,ma perche' non associava ad essa un buon stile di vita,(oltre ad avere una non favorevole predisposizione genetica,fonti:http://en.wikipedia.org/wiki/Jim_Fixx) e avere una coscienza alimentare,non fumare,non abusare di alcolici rientra in quelle regole di cui uno sportivo deve per forza di cose dotarsi.Inoltre,veda,dal puntoo di vista di quei runner sudati,purtoppo lei puo' apparire non proprio in forma come crede di essere,e lo strafare ha una connotazione soggettiva,infatti quello che per lei appare tale,per altri e' normale routine

#46
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

x 291622
>>lo sport a lungo andare fa invecchiare prima da distrurbi del sonno e da assuefazione l'inventore dello jogging e morto a 52 anni per infarto quando vedo in giro quei ranner sudati con dei visi sciupati altro che dettossinare l'organismo sono belli che disidratati>>

La tentazione è stata quella di non rispondere perchè l'ha fatto egregiamente il nostro utente 11812, ma a me è rimasta una curiosità : ma dove è andata a cercare tanta disinformazione, perchè sul sito www.disinformazione.it non c'è traccia di questo tema? (^___^)
1) L'inventore dello jogging è vero che sia morto a 52 anni, ma a quell'età c'è arrivato dopo che l'intero suo albero genealogico era stato sterminato da cardiopatie genetiche con una sopravvivenza media specie della linea maschile < ai 31 anni, vale a dire che con il suo stile di vita ha raddoppiato la sopravvivenza media della sua famiglia.

2) Invecchiamento, disidratazione ??? A lei non allego i numerosi studi epidemiologici che recitano in tutt'altra direzione.

Le consiglio però per sua curiosità di aspettare la conclusione di una tra le centinaia di maratone che si disputano nel mondo ogni mese allorchè si premiano le categorie OVER 90 .

Ne interroghi uno a casaccio di questi vecchietti, ma prima se li faccia indicare perchè si mimetizzano bene presentando TUTTI però le seguenti caratteristiche
a)dimostrano non più di 60 anni
b) sono DRITTI come il palo della Lap Dance
c)abbronzati, ma non conoscono il termine melanoma
d) hanno la pressione delle modelle anoressiche e una frequenza a riposo che non supera i 50
e) se li interrogasse sul termine prostata pensano ad un frutto esotico e sull'osteoporosi pensano si tratti di una infezione fungina da prevenire curando l'igiene dei piedi
f) hanno varcato l'ultima volta l'uscio dello studio di un medico
in occasione delle vaccinazioni dell'obbligo scolastico (per questo i medici che scrivono che lo sport faccia male non ne hanno conosciuto uno)
g) "sono belli disidratati"...e forse questo è vero, ma loro preferiscono essere disidratati che pasciutelli ed obesi con la pensione dell'invalidità e/o dell'accompagnamento.

#47
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Poichè si continuano a citare patologie associate alla pratica sportiva mi piacerebbe cambiare la domanda : l'ATTIVITA' SESSUALE FA MALE ?
SIIIIIIIIIII !!! Se seguiamo certi ragionamenti (vedi Epatiti, sifilide, gonorrea HPV ecc ecc). Eppure è la BASE DELLA VITA !


#48
Utente 118XXX
Utente 118XXX

Quello che non si vuol capire e' che come nell'attivita' sessuale bastano degli accorgimenti per evitare le mst,nella pratica sportiva esiste un lungo capitolo che e' quello della "prevenzione dell'infortunio" associato a quello della "gestione dell'infortunio",con entrambi la funzione di evitare ulteriori e progressivi danni permanenti all'organismo.Quindi il soggetto che molte volte se li e' procurati,e' un individuo che non ha saputo o voluto ascoltare i segnali premonitori che il suo fisico gli inviava,e non si e fermato prima per recuperare o guarire,incorrendo quindi in lesioni ben piu' gravi.Esistono infatti dei protocolli collaudati che indicano la correttta gestione dell'allenamento,compresa quella dei carichi di lavoro.Non si puo' additare la pratica sportiva di causare danni,ma e' solo la volonta' nevrotica di quel singolo sportivo che esulando dal buon senso(come per esempio chi volesse correre una gara con la tendinite in atto),oppure nella carenza d'informazione sulle meodiche,fa si che una pratica salutare possa dare spunto nei non praticanti per una sua condanna.Frasi che leggo in alcuni post:"Come il collega di cui sopra, che ha ginocchia e anche da far paura, sa che è colpa dello sport ma lo fa lo stesso",non possono sperare di trovare quindi accettazione,infatti non e' colpa dell'attivita' sportiva,ma dell'aver fatto della propria disciplina un'oggetto di fissazione eccessivo tale,da essere incorso in lesioni permanenti quando l'attivita' era controindicata.Se si sceglie di lanciarsi dal balcone e fratturasi non si puo'dare la colpa all'asfalto,per cui non si puo' indulgere nella citazione di casi di chi privo di buon senso, non si e' voluto o saputo monitorare,indagare il proprio profilo genetico,assumere uno stile di vita adeguato per colpire lo sport.Tolti questi casi,in cui la colpa risiede nel singolo e non nell'attivita' in se e altre sporadiche eccezioni,lo sport rimane una pratica che forma il fisico e lo spirito dell'uomo.

#50
Utente 291XXX
Utente 291XXX

mha io continuo a ripetere che lo sport a livello profesionistico è sopratutto amatoriale fa male, è ripeto lo SPORT noooo l'attività fisica che ben diversaaa.

1) attività fisica intendo camminare fare le pulizie di casa farsi una nuotata in mare ma senza esagerare andare in canoa andare a cavallo fare yoga allungamento muscolare ci sono tantissime cose da fare queste cose fanno benissimoooooo.

2) lo sport come maratona mini maratona nuotate esagerate palestra è altri sport non fanno altro che non portare nessun beneficio al corpo è alla mente.

3)dr. Catania lei scrive di maratoneti over 90 sii ci sono ma sono delle eccezioni come dire chi fuma muore di cancro non è cosi c'e gente che fuma da anni non si ammala è gente che non ha mai fumato si è ammalata.

4)nessuno dice di oziare stare seduto per ore mangiare a sbafo ma tra il dire e il fare c'e di mezzo il mare è lo ripeto LO SPORT FA MALE LO SPORT FA MALE si all'attività fisica.

5)il padre della medicina Ippocrate nei suoi aforismi ci sono pagine piene di quello che gli sto scrivendo che lo sport e una pratica massacrante per il corpo.

#51
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Avevo provocatoriamente lanciato la domanda sulla attività sessuale pensando proprio all’aforisma
“la vita è una malattia terminale sessualmente trasmessa”

Gentile utente,
grazie dei preziosissimi aggiornamenti sulla scienza medica. Senza il suo contributo resteremmo ignoranti a vita. Non tenendo conto che gli aforismi di Ippocrate recitano in tutt’altra direzione in un contesto sullo “stile di vita, ma pur prendendolo per buonissimo, così la facciamo contenta, Le sarà sfuggito che 2500 anni dopo dei poveri ricercatori scandinavi , svedesi (Karolinska) e finlandesi in particolare, piuttosto che pontificare con aforismi, hanno sudato (pure loro ) le fatidiche sette camicie e si sono presi la briga di seguire l’intera popolazione a partire dalla visita di leva (18° anno di età) per oltre 55 anni ed hanno concluso che i “fessi disidratati “, che a Lei fanno pena perché sudano, avevano RADDOPPIATO il tasso di sopravvivenza media rispetto a quelli che non avevano praticato attività sportiva, anche perché converrà anche Lei, che il campione dei fessi disidratati, proprio perché tiene, alcuni anche ossessivamente, molto alla prestazione, non FUMA e NON E’ IN SOVRAPPESO e ben volentieri vorrei spiegarle ma mi rendo conto che non sarà facile che questi 2 sono i Fattori di Rischio principali delle malattie croniche e di MORTE con il massimo rispetto per gli aforismi di Ippocrate e dei colleghi che collezionano trionfanti infortuni o patologie “da sport”, confermando quanto l’altro utente saggiamente ha cercato di spiegarle invano :

IL BILANCIO TRA SPORT E PATOLOGIE DA SPORT E’ NETTTTTTTTTTTTTTTISSSSSSSSSSSSIMAMENTE FAVOREVOLE per chi fa attività sportiva !

[(vanno esclusi ovviamente da questo bilancio favorevolissimo quelli che lo praticano servendosi di scorciatoie (doping, integratori, ormoni ecc) che nulla ha a che vedere con lo sport].

Lei resti pure della sua idea, io della mia, ma poiché questa non è più una discussione di medicina ma una chiacchierata da bar tra un bianchetto e l’altro (^___^) …MI ARRENDO volentieri… perché dopo il primo bianchetto (=20 g di etanolo) l’alcol fa male (*) e pertanto per me la discussione si chiude qui con tanti affettuosissssssssimi salutiiiiiiiiiiii !


(*) …….anche perché ora il mio “algoritmo di Crowdsourcing” mi fa sorgere il sospetto di chi possa celarsi dietro l’account Utente 291622 : gli stessi concetti come un disco rotto : “andare in canoa andare a cavallo fare yoga allungamento muscolare…” ecc. ecc…tra l’altro SEMPRE nello stesso ordine logico.

Ma l’utente potrà senz’altro smentirmi scrivendo il suo vero nome e cognome er di cosa si occupa nella vita.
Perché io non ci metto nome cognome e faccia ?
In fondo avere opinioni differenti non è mica una cosa di cui ci si debba vergognare.

Risalutissimiiiiiiiiii !

#52
Utente 291XXX
Utente 291XXX

Dr. Catania Buongiorno lei mi da l'impressione di essere un pò troppo aggressivo nei commenti, non ho nessuna intenzione di litigare, lei è pur sempre uno scienziato oncologo.......!!!!!!!!

Mi chiamo Paolo Di Nardo ho 30 anni laureato in Architettura,alto 1,88 per 78 chili non sono obeso e fuori forma ho avuto un passato da atleta ho giocato nella pallanuto del posillipo per anni fino a 22 anni poi sono passato nel" mondo della moda " facendo prima l'indossatore e poi il modello a livello nazionale con Rocco Barocco Frank Morello Pasquale Sabino e Miuccia Prada.

Sò benissimo ciò che dico lei e bravo a girare le carte in tavola e come tutti quelli assuefatti dallo sport come lei si accanisce con molta goliardia a chi la pensa diversamente da lei.

E ripeto non sono un medico ma sono stato uno sportivo e oggi faccio ATTIVITA FISICA per mantenermi e stare in forma.

Spero che lei non mi offenda più il mio pensiero e questo poi sono aperto a qualunque discussione in materia.

Distinti Saluti.

#53
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Bene così ci siamo . Lasci perdere lo scienziato per favore. Ora che non è più anonimo ben volentieri resto della mia idea e ancora di più ben volentieri rispetto la sua.

Anzi ne sono sono sempre più convinto perchè conferma le mie idee.

>>ho avuto un passato da atleta ho giocato nella pallanuto del posillipo per anni fino a 22 anni>>

Questo è il punto cruciale ! Lei a trenta anni è già educato "a mantenere lo stato di forma" perchè è stato forgiato dallo sport.
Grazie per l'assist !

Avrei voluto rivedere la sua vita, manca ovviamente la controprova, se a 15 anni invece di motivarlo alla pallanuoto qualcuno le avesso proposto (proposta per ottantenni) " facciamo una passeggiatina al giorno di mezz'ora "? (^__^)...a quale paese Lei li avrebbe mandati.

I giovani nella fase dell'adolescenza possiamo educarli solo con lo sport per sottrarli alle patatine , alla cocaina e alla birra con la motivazione della competizione. Poi in età avanzata troveranno da soli altre motivazioni per "mantenere lo stato di forma", come è accaduto a Lei.

Come vede io non giro le carte in tavola e grazie per avermi dato l'esempio proprio Lei che diffondere il messaggio "lo sport fa male" sia solo diseducativo, fuorviante e nocivo.

Spero di aver chiarito meglio il mio pensiero.

Tanti saluti !

#54
Utente 118XXX
Utente 118XXX

E' sufficiente mettersi d'accordo su cosa sia sport o attivita' fisica...se vogliamo dare una dimensione minimalista allora valgono le raccomanddazioni dell'OMS:http://www.azioniperunavitainsalute.it/Raccomandaz_Oms ;senza pero' aspirare a diventare una ferrari e correre la maratona in due ore e mezzo,vi sono delle indicazioni degli adddetti ai lavori che indicano un quadro medio ma ottimale della propria performance e che include:la capacita' di correre 10 km almeno in un ora,oppure un tot di vasche in piscina,la frequenza di allenamento deve essere almeno 3 - 5 volte aalla settimana per lo spport di resistenza,affiancato negli altri giorni da esercizi di potenziamento,flessibilita' etcc,chi non rispecchia questo modello e' un "low trainer" ossia un individuo che si illude ddi aver realizzato il potenziale salutistico dello sport,ma i suoi parametri vitali restano inalterati.Inoltre non tutti gli sport ono uguali,quelli di reesistenza sono il "core" le attivita' coomplementari(pesistica stretching) sono la ciliegina sulla torta(contribuisconoo a bruciare calorie e a tonificare).Quindi bisogna stare attenti a considerare di cosa si parla quando si dice sport,nel mometo in cui non si hanno in mente la quantita' e la qualita'inserite in un programma serio di allenamento.

#55
Utente 291XXX
Utente 291XXX

Vero verissimo!!!!! ciò che ha scritto dr. Catania.

I giovani nella fase dell'adolescenza possiamo educarli solo con lo sport per sottrarli alle patatine , alla cocaina e alla birra con la motivazione della competizione. Poi in età avanzata troveranno da soli altre motivazioni per "mantenere lo stato di forma", come è accaduto a Lei.


Io sono nato in una bellissima citta Napoli dove è facile cadere in cattive abitudini di vita,lo sport mi ha tenuto lontano dà tutto ciò,però però torniamo all'inizio del dibattito i problemi dello sport Dr.Caldarella

Vero, tutto vero. Lo sport fa bene. Ma fa anche male. Non esiste nulla che faccia SOLO bene.

Sono ancora in contatto con alcuni miei compagni di vecchie glorie e bellissimi ricordi dove io sono stato il piu fortunato lascindo lo sport a quei livelli e facendo altro, adesso le spiego perchè.


1)le parlo di 6 miei compagni della mia mitica squadra che hanno più o meno la mia stessa età è le dirò che sono" penosi" scusi il termine.

Se li vede sembrano che hanno almeno 12 anni in più con tantissimi dolori ortopedici ma la cosa che mi ha stupito di più è stata la SCOLIOSI tutti storti, oltre già ad avere reumatismi con sintomi dolori al cuore,ossa,reni in qualche caso problemi di polmoni tipo asma.

Io sono per l'attività fisica perchè no una corsetta ci stà ma non c'e bisogno di maratone di tanti chilomentri in bici farsi 10 km in piscina ammazzarsi in palestra non c'e motivo perchè poi a quel punto diventa come una droga.

hèè come stare troppe ore al sole poi la pelle riporterà i danni il fisico come lo tratti cosi ti ricambierà.

Lei lo sa benissimo non è il cibo lo sport che tiene lontano le malattie purtroppo non è così, io non conosco nessun sportivo ultra centenario; gli over 90 maratoneti che scrive lei hanno incominciato sicuro in tarda eta forse dai 40 50 a fare jogging il cuore riporta tutte le cicatrici di ogni maratona corsa.

In conclusione concordo pienamente tutto ciò che ha scritto Dr. Emanuele Caldarella.

Mi dispiace non commento utente 11812 non sono un personal trainer.


Distinti Saluti.
Paolo


#56
Utente 291XXX
Utente 291XXX

Vero verissimo!!!!! ciò che ha scritto dr. Catania.

I giovani nella fase dell'adolescenza possiamo educarli solo con lo sport per sottrarli alle patatine , alla cocaina e alla birra con la motivazione della competizione. Poi in età avanzata troveranno da soli altre motivazioni per "mantenere lo stato di forma", come è accaduto a Lei.


Io sono nato in una bellissima citta Napoli dove è facile cadere in cattive abitudini di vita,lo sport mi ha tenuto lontano dà tutto ciò,però però torniamo all'inizio del dibattito i problemi dello sport Dr.Caldarella

Vero, tutto vero. Lo sport fa bene. Ma fa anche male. Non esiste nulla che faccia SOLO bene.

Sono ancora in contatto con alcuni miei compagni di vecchie glorie e bellissimi ricordi dove io sono stato il piu fortunato lascindo lo sport a quei livelli e facendo altro, adesso le spiego perchè.


1)le parlo di 6 miei compagni della mia mitica squadra che hanno più o meno la mia stessa età è le dirò che sono" penosi" scusi il termine.

Se li vede sembrano che hanno almeno 12 anni in più con tantissimi dolori ortopedici ma la cosa che mi ha stupito di più è stata la SCOLIOSI tutti storti, oltre già ad avere reumatismi con sintomi dolori al cuore,ossa,reni in qualche caso problemi di polmoni tipo asma.

Io sono per l'attività fisica perchè no una corsetta ci stà ma non c'e bisogno di maratone di tanti chilomentri in bici farsi 10 km in piscina ammazzarsi in palestra non c'e motivo perchè poi a quel punto diventa come una droga.

hèè come stare troppe ore al sole poi la pelle riporterà i danni il fisico come lo tratti cosi ti ricambierà.

Lei lo sa benissimo non è il cibo lo sport che tiene lontano le malattie purtroppo non è così, io non conosco nessun sportivo ultra centenario; gli over 90 maratoneti che scrive lei hanno incominciato sicuro in tarda eta forse dai 40 50 a fare jogging il cuore riporta tutte le cicatrici di ogni maratona corsa.

In conclusione concordo pienamente tutto ciò che ha scritto Dr. Emanuele Caldarella.

Mi dispiace non commento utente 11812 non sono un personal trainer.


Distinti Saluti.
Paolo


#57
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Gentile architetto, io le parlo del grande valore educativo dello sport, che si avvale della componente positiva della competizione
(conosce altre alternative oltre quella di portare i giovani in seminario?) e Lei si ostina a voler spaccare il capello in due sulla differenza tra attività sportiva ed attività fisica che si può proporre dopo l'andro-menopausa e non certo nell'adolescenza

Parliamo due lingue diverse e pertanto in questa discussione io mi fermo qui.

#58
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Ma questa non è una opinione personale

1) Doppio trapianto di polmone ed ha corso poi 12 volte la maratona di N.York in barba ai suoi medici che gli avevano consentito qualche "passeggiatina in cortile"

2) >>In Italia l’ANED (Associazione Nazionale Emodializzati) organizza da alcuni
anni le Olimpiadi invernali per trapiantati, con buoni risultati sportivi oltre che di partecipazione. Alcuni trapiantati di cuore hanno portato a termine con successo la maratona di New York, altri fanno paracadutismo, eccetera.>>

http://www.amicidelfegato.it/Allegati/opuscolo1scuole2006.pdf

2) Sei bypass ....alla maratona di N.Y.

http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=8780

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/02/06/

http://blog.ok-salute.it/salute-storie-lettori/2012/03/30/ho-corso-con-

http://www.prevenzione-cardiovascolare.it/archivio/archivio_text.php?ca


3) La maratona di N.York oltre a pluritrapiantati di cuore, fegato, pancreas, pazienti oncologici che hanno appena ultimato le terapie e altro, raccoglie ogni anno l'adesione di MIGLIAIA di diabetici da tutto il mondo

http://salute.doctissimo.it/il-diabete/vivere-con-il-diabete/diabete-sp

>>Il Dr. Bekka coinvolge regolarmente alcuni dei suoi pazienti diabetici in prove sportive. Tour de France, scalata del Kilimangiaro e persino maratona di New York… queste sfide sono state tutte accolte dai malati. Secondo questo medico, "prove simili permettono di prendere la propria malattia in modo diverso. Quando un paziente riesce a superare il traguardo di una maratona, si rende conto che tutto è possibile. È un'emozione grandissima. Correre per 42 km significa respingere i propri limiti, e anche comprendere che si è in grado di controllare il proprio corpo e, di conseguenza, la propria malattia". >>

4) Non siamo affatto pionieri irresponsabili. I malati che praticano sport sono ormai strastudiati ed i risultati sono quelli che ho riportato. Ci sono addirittura campioni di trapiantati che fanno di tutto anche a livello agonistico

>>Del nostro gruppo - spiega Franceschini - fanno parte persone trapiantate che vogliono testimoniare la qualità di vita dopo il trapianto; siamo in venti, due trapiantati di cuore, un trapiantato di fegato e 17 trapiantati di rene. Dal 1993 al 1996 abbiamo partecipato a diverse gare agonistiche, poi abbiamo capito che era giusto testimoniare la qualità di vita che si ha dopo un trapianto e abbiamo girato l’Italia da Vipiteno fino a Pantelleria>>

http://www.regione.emilia-romagna.it/archivi/saluter/newsletter/articol

#59
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Un interessantissimo studio chiarisce finalmente molti aspetti sull’amletico dubbio : per la salute è meglio correre o camminare ?
In realtà non l’ha chiarito del tutto perché non è possibile una chiara risposta al pari del dubbio : “ si vuole più bene alla mamma o al papa?” (^__^).

Lo studio è stato condotto da Lawrence Berkeley su un campione di 50.000 persone ( 30.000 runners e 20.000 camminatori). Il test è stato ripetuto a distanza di 6 anni.

Le conclusioni sono veramente interessanti soprattutto se integrato con un altro studio condotto presso l’Università of Wyoming che ha spiegato (studiando..l’appetito dei due campioni) indirettamente il perché di alcuni dati sorprendenti del primo studio.
Infatti secondo questo ultimo studio
• I corridori dopo lo sforzo non hanno un appetito particolare e mediamente mangiano 200 calorie in meno rispetto a quelle bruciate [ Ergo CORRERE AIUTA a DIMAGRIRE]

• I camminatori invece hanno un bilancio di calorie diverso nel senso che ingurgitano il 50% di calorie in più rispetto a quelle spese : saldo negativo e quindi sforzo INUTILE per dimagrire. [Ergo CAMMINARE AIUTA POCO A DIMAGRIRE]

Ma allora non serve a niente camminare ? TUTT’ALTRO ! Serve a star meglio ed è più utile per le malattie del cuore, come dimostrano i dati del primo studio.

1)Fa bene per dimagrire
• Corsa : 0,9 calorie bruciate per Kg e per Km percorso. In 5 km si bruciano 270 Kal
• Camminata veloce : 0,5 cal x Kg x Km. In 5 Km si bruciano 150 Kal

2)Diminuzione rischi pressione alta
• Corsa: -4,2%
Camminata veloce : -7,2%

3) Distribuzione dei rischi di problemi cardiaci
• Corsa :- 4,5%
• Camminata veloce: -9,3 %

4) Diminuzione del colesterolo
• Corsa : -4,3 %
• Camminata veloce : -7%

5)Diminuzione del rischio diabete
• Corsa :12 %
• Camminata veloce :12 %

Conclusioni :
• Pro corsa : Aiuta a perdere peso in maniera più efficace
• Contro corsa: a lungo andare in soggetti non allenati affatica le giunture del ginocchio.

• Pro Camminata veloce : Riduce i rischi di malattie del cuore
• Contro camminata veloce : affatica (postura .Si cammina correttamente poggiando prima i talloni) la colonna vertebrale.

RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE : se si decide di fare attività fisica l’ideale sarebbe quello di alternare un giorno di corsa con un giorno di camminata veloce.

#61
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Clamorosa svolta scientifica sul binomio alimentazione +attività fisica! Ieri sul sito del New York Times è stata commentata l’ultima scoperta scientifica svedese che presenta risvolti veramente clamorosi.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23825961

Lo studio era già stato pubblicato, oltre che su Pubmed, da
http://www.ludc.med.lu.se/

Di che si tratta ? Sin qui abbiamo sempre parlato del binomio alimentazione + attività fisica. Ora sembra che l’attività fisica sia più importante della stessa alimentazione e probabilmente invertiremo l’ordine di efficacia nella Prevenzione Primaria , in ATTIVITA’ FISICA +ALIMENTAZIONE.
Secondo due studi contemporanei , uno della Lund University Diabetes Centre e l’altro del Karolinska Institute, l’attività fisica non solo fa bene per tutte le ragioni che abbiamo spiegato, e ormai scontato, ma VA A MODIFICARE direttamente la nostra mappa genetica producendo vantaggi duraturi nel tempo, e con tutta probabilità, passando dai genitori ai figli.
Quelli che attribuivano “la propria pancia” dando la colpa ai geni (dell’obesità) non hanno scuse se ritrovano i chili di sovrappeso anche nei figli. Non sono i geni dell’obesità responsabili, ma i “geni della pigrizia e sedentarietà” oltre ovviamente alle cattive abitudini alimentari trasmesse ai figli.
Perché correre, o fare attività fisica in generale , fa bene? La parola chiave è “metilazione”, ovvero il procedimento con cui i geni si modificano e cambiano il loro modo di interagire con il resto del corpo.
Sin qui i ricercatori hanno sempre ritenuto la dieta come forza propulsiva di queste mutazioni : a seconda del cibo che si mangia , il nostro DNA cambia modo di comportarsi e alza o diminuisce il rischio di contrarre determinate malattie, diabete in testa. Ma adesso la svolta : l’alimentazione è solo uno dei fattori , non il principale. Non basta mangiar sano, bisogna mettersi la tuta da ginnastica e sudare.
Protagonisti del primo studio un campione di maschi adulti svedesi in salute ma con abitudini sedentarie. Grazie alle nuove tecniche viene tracciato il profilo dei loro geni , poi vengono schedati in base a conformazione muscolare, misura del girovita, pressione sanguigna e i livelli di colesterolo. A questo punto per le cavie umane inizia la “tortura” quotidiana : sei mesi di esercizio fisico con tanto di personal trainer a sorvegliare i loro sforzi e garantire uno standard minimo. Dalla corsa , in prevalenza, alla attività aerobica e i benefici arrivano come previsto, cioè migliorano tutti i parametri in studio, ma la vera sorpresa per gli scienziati è il CAMBIAMENTO DEL PROFILO DEI GENI, come se anche loro fossero andati a correre o in palestra e fossero più efficaci nel difenderci dagli assalti esterni. E , altro fattore determinante e rivoluzionario, ad essere maggiormente interessato quella parte del DNA che riguarda il peso e la possibilità di ammalarsi di diabete.
Il secondo studio ha dimostrato che i primi ad essere interessati nel cambiamento sono i muscoli e che gli effetti arrivano immediatamente, cioè sin dal primo allenamento. Questo studio ha rivelato che quelli che si impegnano di più nell’allenamento sono premiati con modifiche radicali e durature non solo dei parametri considerati (peso, pressione colesterolo), ma anche delle modifiche genetiche a carico del proprio genoma.

#62
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Ulteriore e autorevolissima riconferma sintetizzata da un editoriale di SCIENCE che conferisce ulteriore importanza alla attività fisica nella prevenzione del diabete, malattie cardiovascolari e tumori.

Si può essere snelli e sedentari (falsi magri) e rischiare di più dei soggetti sovrappeso, ma che presentano una distribuzione periferica del grasso e una buona distribuzione muscolare provocata da una intensa attività fisica.
In altre parole grassi e sani, si può se attivi.

Sembrava una rivoluzione, la ricerca dei Centers for Disease Control and Prevention, pubblicata a gennaio su Jama: condotta su quasi 3 milioni di americani ribaltava i dogmi più solidi della medicina (cioè che i chili di troppo sono causa di malattie cardiovascolari, diabete e cancro) mostrando che mostravano una categoria di persone in sovrappeso che vivono più a lungo.
I medici a gennaio erano saltati sulle sedie. Salvo accorgersi che a ribaltare il vecchio assioma è di fatto un nuovo metodo per calcolare l'obesità. Non più il vecchio indice di massa corporea basato solo su due parametri (peso in kg e il quadrato dell'altezza in metri), ma un algoritmo complicato (e più preciso) che inserisce nelle variabili anche forma del corpo, circonferenza della vita, rapporto fra massa grassa e massa magra e altezza.
Il nuovo sistema chiamato Absi (A Body Shape Index) è stato messo a punto l'anno scorso dai ricercatori del City College di New York. E viene sposato da Science, una delle riviste scientifiche più prestigiose d'America.
"L'indice di massa corporea non tiene conto della distribuzione del grasso. Il tessuto adiposo dell'addome predispone a diabete e malattie cardiovascolari, mentre quello distribuito in zone periferiche sembra essere più innocuo per la salute. La massa magra (cioè i muscoli) al contrario sono un indicatore di salute "perché smaltiscono la maggior parte del glucosio che assumiamo con l'alimentazione"

Così si spiega lo studio di Jama: il 10 per cento degli americani che è sovrappeso, ma ha un metabolismo perfettamente funzionante (pratica sport, ha insulina e zuccheri a livelli normali) ha un rischio di ammalarsi inferiore rispetto all'8 per cento di persone con il peso nella norma, ma poca voglia di muoversi, pancetta, scarsa capacità di produrre insulina per smaltire gli zuccheri e alto rischio di ammalarsi di diabete.

Science in questi giorni scrive che l’indice di massa corporea ormai obsoleto non tiene conto della distribuzione del grasso. Il tessuto adiposo (grasso) dell’addome predispone a diabete e malattie cardiovascolari, mentre quello distribuito nelle zone periferiche (es cosce ) sembra più innocuo per la salute . La massa magra (cioè i muscoli) al contrario sono un indicatore di salute perché smaltiscono la maggior parte del glucosio che assumiamo con l’alimentazione.

Ecco perché quel 10 % della popolazione americana che è sovrappeso , ma ha un metabolismo perfettamente funzionante perché pratica intensa attività sportiva ( e quindi ha anche massa magra ben rappresentata, valori di insulina e zuccheri del sangue normali) ha un rischio di ammalarsi inferiore rispetto all’8% delle persone con peso nella norma, ma che avendo poca voglia di fare attività fisica ha una muscolatura scarsamente rappresentata, la pancetta, scarsa capacità di produrre insulina per smaltire gli zuccheri ed alto rischio di ammalarsi di diabete.

Ormai quindi è chiaro che il grasso dell’addome associato a scarsa muscolatura, a differenza di quello delle altre parti del corpo, è più soggetto ad “infiammazione” e mette in circolo sostanze che promuovono l’aterosclerosi ed alcuni tumori. Pertanto il rapporto fra massa grassa e massa grassa è un indicatore molto più preciso dell’indice di massa corporea. Per misurarlo esistono degli apparecchi che si chiamano BIOIMPEDENZIOMETRI. Alcuni modelli, non troppo accurati ma semplici da usare, sono già in vendita, applicati alle bilance.

Oltre all’indice di massa corporea anche il concetto di CALORIA viene oggi messo in discussione. Un articolo su Scientific American di agosto , cioè appena pubblicato, svela quanta variabilità ci sia dietro al conteggio che troviamo sulle etichette dei cibi, e che risale a tabelle messe a punto nell’ottocento. Ad esempio uno stesso alimento fornisce energia diversa se è crudo o cotto : in questo secondo caso la digeribilità , quindi l’assorbimento di calorie aumenta. Se è ricco di proteine o integrale : in entrambi i casi c’è più fatica a digerirlo, quindi le calorie assorbite diminuiscono. E se l’intestino è popolato da alcuni tipi di batteri che facilitano l’assimilazione, e che non a caso sono presenti in grandi proporzioni nelle persone obese.

#63
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Caro Emanuele (intanto approfitto per salutarti perché non ci vediamo da un po' di tempo) guarda che bella domanda provocatoria per me (^_^), mi fa l'utente su
https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/90-l-attivita-fisica-riduce-il-rischio-di-morire-prematuramente-soprattutto-per-tumore-e-infarto.html

>>>>116. Utente 278256 il 08/10/2013 ha scritto:
Provenendo io e mio marito da una famiglia funestata da tanti tumori abbiamo sempre incoraggiato il nostro giovane figlio a coltivare la passione per la corsa, sino a che un ortopedico che lo sta seguendo per un problema al gomito non lo ha terrorizzato sui rischi per le sue ginocchia pur ammettendo che a carico di queste articolazioni non c'è nulla di patologico o fuori della norma.
Che dobbiamo fare ? Lei non è ortopedico ma cosa farebbe con suo figlio in una situazione come la nostra?

Io ho dovuto (^__^) dare una risposta provocatoria...per gli ortopedici. Che ne pensi ?

>>>117. Dr. Salvo Catania il 09/10/2013 ha scritto:
Cosa farei con mio figlio ? Intanto cambierei ortopedico (^___^)
Scherzi a parte per la mia battutaccia, e me la consenta, ma mi viene spontanea come medico che ha praticato sport agonistico per oltre 40 anni e che per interesse personale ha seguito la letteratura della medicina sportiva .Da medico sarò o no in grado di interpretare quanto viene riportato dalla letteratura? Con il limite e riserva che io non sono un ortopedico e quindi le mie affermazioni vanno prese con il beneficio dell’inventario.
In altre parole è verissimo che esistano sport (calcio, corsa, pallavolo, sollevamento pesi, discipline di lotta ecc) che a lungo andare mettono a repentaglio le articolazioni del ginocchio più di altri sport come nuoto e ciclismo. E in questo senso l’ortopedico ha ragionissima da vendere.
Ma gli ortopedici vedono i pazienti quando c’è già patologia e facendo un sondaggio anamnestico è sin troppo facile trovare un capro espiatorio esempio nella corsa agonistica. Questa è l’evidenza, ma se si vanno a vedere gli studi epidemiologici si evince che è verissimo che un ginocchio “malato” sia destinato a peggiorare se si continua a correre, ma è altresì vero che un ginocchio SANO corre meno rischi di malattia degenerativa della cartilagine con la corsa che con la camminata normale. Stupefacente ?
Niente affatto perché nel mese di luglio di quest’anno sono stati pubblicati 2 studi, uno epidemiologico su 75.000 runners ed uno che spiega il perché di questi risultati stupefacenti che relegano a mero pregiudizio la raccomandazione che sembrava ovvia di camminare piuttosto che correre nella prevenzione delle patologie degenerative della cartilagine del ginocchio.
Il primo studio è stato condotto da Paul Williams del Lawrence Berkeley National (California).
L’obiettivo dello studio era proprio quello di sfatare l’idea comune che carichi di lavoro ripetuti sul ginocchio ad ogni falcata potessero alterare la cartilagine dell’articolazione e quindi favorire patologie degenerative. Pare proprio che non sia così, ANCHE QUANDO GLI SPORTIVI NON SONO PIU’ GIOVANI hanno meno probabilità di andare incontro ad una osteoartrite rispetto ai loro coetanei non sportivi.
A un patto però : che le loro GINOCCHIA SIANO SANE IN PARTENZA.
La spiegazione è rimasta un mistero sino a che alcuni ricercatori della Queen’s University di Kingston (Ontario) non hanno studiato cosa succede, dal punto di vista biomeccanico, quando si corre e quando si cammina e soprattutto perché si corrano meno rischi con la corsa rispetto alla camminata su una data distanza uguale . Molti medici infatti raccomandano ai loro pazienti di camminare e non correre per prevenire problemi alle ginocchia.
I risultati sono stati pubblicati su Medicine& Science in Sport &Excercise.
Riassumo l’esperimento saggiato su un campione di dilettanti corridori con ginocchia SANE e che tramite dei sensori capaci di monitorare i movimenti sono stati invitati dapprima a correre e poi a camminare su un percorso disseminato di rilevatori in grado di misurare l’impatto dei piedi sul terreno.
Conclusioni : i corridori “colpivano” il suolo con una forza pari a otto volte il loro peso corporeo quando correvano e pari a tre volte quando camminavano.
Ma con una significativa differenza : quando si corre , si viene a contatto con il terreno un numero di volte significativamente inferiore rispetto a quando si cammina e per un lasso di tempo inferiore.
Il bilancio è pari per la corsa e la camminata sul rischio di mettere a repentaglio le articolazioni del ginocchio. Ma a far pendere i benefici verso la corsa ci ha pensato Ros Miller dell’Università of Maryland che ha interpretato questi studi ricordando che una sollecitazione ciclica della cartilagine del ginocchio provocata dalla corsa ha un effetto addirittura positivo perché stimola le cellule a rigenerarsi.>>

#64
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Questo thread è altamente interessante.
Ho letto tutto.
Io dalla mia posso solo che essere d'accordo col Dr. Caldarella in quanto ho da pochi mesi diagnosticata una condropatia femoro-rotulea, e vi assicuro che per uno gran sportivo questo significa entrare in un ...TUNNEL.
Ho 36 anni, in sostanza ho sempre praticato palestra da quando ho 17 anni e praticato running da quando ne ho 20, forse in sovrappeso per la corsa (per i troppi muscoli essendo 182cm per 87/92 kg) ma anche per avere i piadi piatti del terzo grado diagnosticati solo quest'anno, anche se il problema lo accuso solamente sul ginocchio DX (ma tenete presente che queste cose succedono spesso anche a persone nel peso "corretto" e con podologia regolare, non ci sono regole universali).
Ho fatto laserterapia, due iniezioni di HYMOVIS che dopo 10 giorni da fine ciclo sento che comincia a fare il suo lavoro, e poi fisioterapia nel senso di ginnastica propriocettiva per il ginocchio con particolare sviluppo del muscolo vasto mediale. Sentite, ne ho lette di ogni, è vero quando si dice che su internet c'è tutto ed il contratio di tutto. Ci sono ortopedici che appena mi han visto mi han consigliato il lateral release nonostante la mia rotula dalla risonanza non risulta nemmeno in eccessiva iperpressione. Poi sento di gente che ha avuto più danni che miglioramenti col lateral release e la plastica al vasto mediale ma soprattutto hanno patito i dolori dell'inferno POST operatori.
Ho quindi veramente capito come sia importante pensare al futuro, ad invecchiare meglio, salvaguardando le articolazioni, signori miei.
Ma questo lo si capisce solamente quando si entra nel TUNNEL e si fa fatica a trovare un'uscita, perché indietro è davvero difficile se non impossibile tornarci.

#65
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Però una domanda al Dr. Caldarella, per cortesia: in un post (del 6/09/2012) lei ha scritto che vi sono studi che dimostrano che chi soffre di iperpressione rotulea dopo 6 mesi di fisioterapia l'85% dei pazienti sta bene e non necessita di alcun tipo di intervento. Mi potrebbe dire per cortesia di quali studi si tratta o dove posso anch'io studiarli?
Grazie.

#66
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

>>Ho quindi veramente capito come sia importante pensare al futuro, ad invecchiare meglio, salvaguardando le articolazioni, signori miei.>> Condivisibile la sua raccomandazione, ma non può essere estesa alla popolazione generale.

E la spiegazione la dà correttamente Lei stesso
>>forse in sovrappeso per la corsa per i troppi muscoli essendo 182cm per 87/92 kg) >>

#67
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

>>Ho quindi veramente capito come sia importante pensare al futuro, ad invecchiare meglio, salvaguardando le articolazioni, signori miei.>> Condivisibile la sua raccomandazione, ma non può essere estesa alla popolazione generale.

E la spiegazione la dà correttamente Lei stesso
>>forse in sovrappeso per la corsa per i troppi muscoli essendo 182cm per 87/92 kg) >>

#68
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Si poi aggiunsi: "ma tenete presente che queste cose succedono spesso anche a persone nel peso "corretto" e con podologia regolare, non ci sono regole universali)" perché difatti è così, anche in runners magri come un chiodo e appoggio giusto capitano le condropatie.

#69
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Si ho visto quello che ha aggiunto, ma evidentemente perché non ha chiarissime le idee sulla differenza tra CAUSE e FATTORI DI RISCHIO di una specifica patologia (legga il mio commento n 63 e lo studio che ho allegato è recentissimo e non l'ho certo fatto io).
Forse certe raccomandazioni le lascerei fare ai ricercatori che hanno chiarito molto bene questo aspetto.
Pur tenendo conto della sua personalissima esperienza.

#70
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Complimenti per il post Dottore, che avevo letto ieri.
Quindi secondo lei per un ginocchio con iniziali alterazioni artrosiche (sto rispondendo bene alla viscosupplementazione con HYMOVIS) possono andare bene bicicletta e nuoto evitando la corsa?
Questo è quello che mi pare di aver capito concludendo.



#72
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Io non sono un ortopedico e quindi sul quesito specifico sarebbe meglio che lo facesse uno specialista perché ovviamente ogni caso è diverso dagli altri.

Le rispondo però come ultramaratoneta (ex) per quasi mezzo secolo.
http://www.senosalvo.com/senosalvo_sport.htm

Ultramaratoneta (gare anche di 200 km ed oltre no stop) che conosce l'esperienza di migliaia di ultramaratoneti. Ci accomunava una caratteristica : in caso di primi segni di infortunio a carico delle articolazioni (specie ginocchia) si passava a sport di scarico (nuoto). Quindi MAI inattività assoluta, ma SEMPRE recupero ATTIVO. Poi si passava alla bici+nuoto e mediamente nel giro di 6-9 mesi si tornava alla corsa senza problemi.
Quasi tutti , come il sottoscritto, infatti praticano il triathlon
(nuoto-bici-corsa)
http://www.senosalvo.com/Storia_di_un_tapascione-parte_X.htm

#73
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

72. Dr. Salvo Catania il 30/11/2013 ha scritto:
Io non sono un ortopedico e quindi sul quesito specifico sarebbe meglio che lo facesse uno specialista perché ovviamente ogni caso è diverso dagli altri.

Le rispondo però come ultramaratoneta (ex) per quasi mezzo secolo.
http://www.senosalvo.com/senosalvo_sport.htm

Ultramaratoneta (gare anche di 200 km ed oltre no stop) che conosce l'esperienza di migliaia di ultramaratoneti. Ci accomunava una caratteristica : in caso di primi segni di infortunio a carico delle articolazioni (specie ginocchia) si passava a sport di scarico (nuoto). Quindi MAI inattività assoluta, ma SEMPRE recupero ATTIVO. Poi si passava alla bici+nuoto e mediamente nel giro di 6-9 mesi si tornava alla corsa senza problemi.
Quasi tutti , come il sottoscritto, infatti praticano il triathlon
(nuoto-bici-corsa)
http://www.senosalvo.com/Storia_di_un_tapascione-parte_X.htm

#75
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Alla faccia, complimenti per le sue performance sportive!
Tra queste migliaia di maratoneti infortunati che lei ha visto recuperare c'era anche qualche condropatico rotuleo con problemi di cartilagine?

#76
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Non so se ci fosse "qualche condropatico rotuleo" perché non ci ho fatto uno studio su questa esperienza. Le posso riportare solo l'evidenza che la maggior parte di coloro che erano stati marchiati come "finiti per la corsa" a causa di lesioni croniche alle cartilagini delle ginocchia, grazie a quel "recupero attivo" cui facevo cenno nel precedente post(triathlon) sono tornati a partecipare e concludere gare della distanza non inferiore ai 180 km no stop su terreni sconnessi ed accidentati (montagna e deserto).

#77
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Consideri le mie risposte sempre dalla parte dell'ultramaratoneta e non dalla parte del medico (se si è anche medici tuttavia è più facile comprendere meglio molti fenomeni).

#78
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Quello che scrive da speranza Dottore.
Ci ho riflettuto abbastanza in questi giorni.
Tuttavia cerco di capire quale è il processo che succede stando a riposo per quanto riguarda la cartilagine, dove teoricamente dove c'è un'infiammazione della cartilagine spesso c'è anche, almeno, una iniziale artrosi, che come sappiamo è spesso descritto come un processo degenerativo.

#79
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

La mia era una considerazione generale su una evidenza. Al quesito tecnico che mi pone non mi sento di rispondere perché come medico mi occupo di altro, anche se come medico curioso e praticante sportivo ho studiato su me stesso quanto riportavo sui precedenti commenti.
Può darsi che come medico sia pazzo o da radiare, ma nessuno può contestarmi in fatto di coerenza, tant'è che nel mio campo su cui mi reputo sufficientemente competente, consiglio alle mie pazienti CON METASTASI OSSEA (altro che cartilagine infiammata !) di tornare ad una vita ATTIVA. Ho appena risposto così su

https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/90-l-attivita-fisica-riduce-il-rischio-di-morire-prematuramente-soprattutto-per-tumore-e-infarto.html

#81
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Mi scuso per la mia sporadica partecipazione al blog, ma in alcune fasi della propria vita il tempo scarseggia ed alcuni aspetti vengono necessariamente un po' sacrificati nella scala delle priorità...

Per quanto riguarda l'articolo che mi chiedeva, ho risposto all'utente nella mail privata che mi ha inviato.
Quanto ai discorsi.... filosofici :-) sull'artrosi:

L'artrosi non è una vera e propria malattia. E' espressione dell'invecchiamento articolare e si manifesta -tra le altre cose- con l'usura della cartilagine. Avvengono alterazioni a livello biochimico nei proteoglicani componenti la cartilagine, con conseguente perdita qualitativa del tessuto e sua aumentata fragilità, con progressiva usura, favorita nella maggior parte dei casi da un sovraccarico focale: finchè la forza e le pressioni sono equamente distribuite sulla cartilagine, l'usura è minima. Quando si verifica un sovraccarico focale, inizia l'usura, che tende poi ad accelerare sempre più.
Se venga prima l'uovo (il difetto bioumorale) o la gallina (il difetto biomeccanico) non mi è dato di saperlo, ma verosimilmente si tratta di meccanismi plurifattoriali che mi/ci sfuggono.
In definitiva: quando l'artrosi comincia NON la si può arrestare. Procede, e la storia clinica ha un andamento con fasi degenerative croniche a cui si sovrappongono fasi infiammatorie acute.
Si può sperare di andare alchimisticamente ad influire sui fluidi bioumorali con mille pozioni magiche da assumere per os, si può andare più empiricamente (e scientificamente) a lavorare sulla reologia articolare con la viscosupplementazione, ma l'unico fattore determinante è il cambiamento dello stile di vita.
Ed ha ragione il Dott. Catania: non ha senso fermarsi. Fa male. Se io ho una vecchia auto con cui ho fatto (e vinto) delle corse, l'unico modo per farla durare è tenerla bene, in maniera maniacale, e METTERLA A RIPOSO dalle competizioni. Ovviamente non fa bene neppure dimenticarla in un garage, qualunque motore necessita di girare per rimanere efficiente.
La chiave sta nel trovare il modo giusto per amministrare al meglio la nostra articolazione malandata, senza chiederle quello che non può più darci, ma senza neppure considerarla un segmento "malato" da mettere a riposo.
Facile a dirsi....

#82
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Dalla parte dell'ultramaratoneta, l'esempio della macchina vecchia
lo trovo magistrale ed esaustivo.

#83
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Dalla parte dell'ultramaratoneta, l'esempio della macchina vecchia
lo trovo magistrale ed esaustivo.

#85
Utente 291XXX
Utente 291XXX

mhaa che dire l'equilibrio è la vèra medicina lo jogging di 4 km 3 volte a sett. è un elisir di lunga vita mezzamaratona e ulramaratone e fuori dal normale non serve.

www lo sport fatto con intelligenza

#86
Dr. Andrea Annoni
Dr. Andrea Annoni

Forse il vero equilibrio nella vita in generale è quello da ricercare per sé stessi. E che non si sposa certo con il cercare di imporlo agli altri definendo, sempre per gli altri, ciò che normale e ciò che non lo sia. Nessun commento sull'intelligenza altrui per scelte diverse dalle nostre :-)))

#87
Dr. Andrea Annoni
Dr. Andrea Annoni

Forse il vero equilibrio nella vita in generale è quello da ricercare per sé stessi. E che non si sposa certo con il cercare di imporlo agli altri definendo, sempre per gli altri, ciò che normale e ciò che non lo sia. Nessun commento sull'intelligenza altrui per scelte diverse dalle nostre :-)))

#88
Utente 246XXX
Utente 246XXX

"I giovani nella fase dell'adolescenza possiamo educarli solo con lo sport per sottrarli alle patatine , alla cocaina e alla birra con la motivazione della competizione. Poi in età avanzata troveranno da soli altre motivazioni per "mantenere lo stato di forma", come è accaduto a Lei."
Non è corretto,esistono molte altre attività.
Gli scacchi,suonare strumenti musicali(classici) e videogames.
Tutte queste attività hanno dimostrato un'aumento di intelligenza e nelle prime due un'aumento anche della disciplina dell'individuo.

#89
Utente 246XXX
Utente 246XXX

Ovvio che la mia tesi concorda con quella del dottor Emanuele Caldarella.
Lo sport,così come in tutte le cose non bisogna mai abusarne.
Inoltre io dal mio punto di vista credo che bisognerebbe non solo valutare gli aspetti puramente salutistici,ma anche quelli di tempo.
Se io per vivere 5 anni di vita in più, devo fare due ore di sport al giorno,il risultato non vale il tempo impiegato,in pratica ogni settimana è come se gettassi un giorno intero per lo sport,quindi è come se sprecassi ogni anno 52 giorni ,supponendo una vita media di una persona sedentaria di anche soli 70 anni avrei sprecato quasi 9 anni(ho escluso i primi 8 anni di vita).Secondo me ,bisogna sempre puntare al risultato migliore nel minor tempo possibile,se faccio sport per la pressione alta,credo sia più intelligente usare dei farmaci e il tempo che avrei impiegato per lo sport lo utilizzi per uscire con donne,viaggiare o giocare a scacchi.Ovvio che il discorso cambia se nella propria vita si ha solo il pensiero fisso dello sport.Nella vita l'unica cosa che conta è fare ciò che ci piace,tutto il resto è fuffa(mio punto di vista,ovviamente).La vita è troppo breve,vale la pena cercare di costruirsela solo con ciò che amiamo fare.
Cordiali saluti

#90
Utente 118XXX
Utente 118XXX

Utente 246045 Gli scacchi,videogames etc tutte bellissime attività ma nulla hanno a che vedere con l'attività fisica cosi' come il collezionare francobolli nulla a che vedere con l'attività sessuale.Il concetto di abuso è soggettivo,chi fa sport non lo fa con l'ottica di vivere 5 anni in piu' ma solo perche' ama svolgere quella attività quindi non spreca nulla.E' sempre bene evitare di assumere farmaci,e puntare se possibile a risolvere un problema con del sano moto.Forse non lo sa,ma cosi' come esiste una "morte da sport" esiste in medicina una "morte iatrogena" dovuta all'uso inconsulto di farmaci.

#91
Utente 246XXX
Utente 246XXX

Buonasera,la ringrazio per il contenuto della sua risposta,ma non lo condivido.
Gli scacchi sono riconosciuti dal coni come sport,ripeto riconosciuto dal coni,come lo è il calcio,la pallavolo ecc.
Comunque in parte condivido il concetto che se si ama fare sport una persona ne faccia molto,però se lo si fà pensando al dimagrimento o al vivere a lungo per me il gioco in quel caso non vale il tanto tempo usato.Moderatamente si,agonisticamente no.
Comunque volevo chiedere un'informazione al dottore Catania che comunque ho notato è sempre molto gentile e disponibile verso tutti,ho poco tempo fà letto uno studio o meglio le conclusioni di uno studio che se fosse vero(non sono riuscito a trovare l'indirizzo in pubmed)allora anche io dovrei ricredermi sull'attività sportiva....questo studio parlava di 2930 soggetti sportivi analizzati per 6 anni ,che hanno praticato mi sembra 2900 o un pò di più kilometri sia in corsa e chi in marcia e pare che in 6 anni non c'è stata alcuna morte per infarto o morte improvvisa ,ma solo a due di questi hanno riscontrato problemi di modeste entità all'apparato cardiocircolatorio,ora se tutto questo fosse vero sarebbe favoloso,anche se non potendo io verificare in modo preciso questo studio non posso concludere niente.Per caso lei dott.Catania o qualsiasi altro utente ne è a conoscenza?
Vi ringrazio anticipatamente

#92
Utente 246XXX
Utente 246XXX

Buonasera,la ringrazio per il contenuto della sua risposta,ma non lo condivido.
Gli scacchi sono riconosciuti dal coni come sport,ripeto riconosciuto dal coni,come lo è il calcio,la pallavolo ecc.
Comunque in parte condivido il concetto che se si ama fare sport una persona ne faccia molto,però se lo si fà pensando al dimagrimento o al vivere a lungo per me il gioco in quel caso non vale il tanto tempo usato.Moderatamente si,agonisticamente no.
Comunque volevo chiedere un'informazione al dottore Catania che comunque ho notato è sempre molto gentile e disponibile verso tutti,ho poco tempo fà letto uno studio o meglio le conclusioni di uno studio che se fosse vero(non sono riuscito a trovare l'indirizzo in pubmed)allora anche io dovrei ricredermi sull'attività sportiva....questo studio parlava di 2930 soggetti sportivi analizzati per 6 anni ,che hanno praticato mi sembra 2900 o un pò di più kilometri sia in corsa e chi in marcia e pare che in 6 anni non c'è stata alcuna morte per infarto o morte improvvisa ,ma solo a due di questi hanno riscontrato problemi di modeste entità all'apparato cardiocircolatorio,ora se tutto questo fosse vero sarebbe favoloso,anche se non potendo io verificare in modo preciso questo studio non posso concludere niente.Per caso lei dott.Catania o qualsiasi altro utente ne è a conoscenza?
Vi ringrazio anticipatamente

#93
Utente 246XXX
Utente 246XXX

Ho dimenticato di rispondere a questo intervento"Forse non lo sa,ma cosi' come esiste una "morte da sport" esiste in medicina una "morte iatrogena" dovuta all'uso inconsulto di farmaci."
Ovvio che non ci deve essere un uso inconsulto,ma io di principio non sono neanche contro all'uso dei farmaci che può prescrivere un medico,per come la vedo io,i farmaci o gli integratori alimentari se usati con giudizio e coscienza possono facilitarci di molto la nostra vita,non vedo perchè per forza arrampicarsi sugli specchi bagnati.Se io per motovi lavorativi non posso fare un'alimentazione sana tipo la mediterranea non vedo cosa può essere dannoso prendersi per brevi periodi un'aiuto come il supradyn o qualsiasi altro multivitaminico.Comunque non voglio continuare altrimenti andiamo fuori discorso e non sarebbe corretto nei confronti del Dott.Caldarella.
Cordiali saluti

#94
Utente 246XXX
Utente 246XXX

Ho dimenticato di rispondere a questo intervento"Forse non lo sa,ma cosi' come esiste una "morte da sport" esiste in medicina una "morte iatrogena" dovuta all'uso inconsulto di farmaci."
Ovvio che non ci deve essere un uso inconsulto,ma io di principio non sono neanche contro all'uso dei farmaci che può prescrivere un medico,per come la vedo io,i farmaci o gli integratori alimentari se usati con giudizio e coscienza possono facilitarci di molto la nostra vita,non vedo perchè per forza arrampicarsi sugli specchi bagnati.Se io per motovi lavorativi non posso fare un'alimentazione sana tipo la mediterranea non vedo cosa può essere dannoso prendersi per brevi periodi un'aiuto come il supradyn o qualsiasi altro multivitaminico.Comunque non voglio continuare altrimenti andiamo fuori discorso e non sarebbe corretto nei confronti del Dott.Caldarella.
Cordiali saluti

#95
Utente 118XXX
Utente 118XXX

Utente 246045 Anche io gioco a scacchi,e so quello che dice,sono un grandissimo sport per la mente,ma dal punto di vista dell'attivita' fisica equivalgono a passare del tempo alla tv.Su questo non ci piove.I farmaci quando si possono evitare e' molto meglio,soprattutto per far scendere i valori sballati con dieta e moto.

#96
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

#92. Utente 246045. Mi scusi del ritardo, ma non ho presente lo studio cui fa riferimento. Se riuscisse ad avere maggiori informazioni per la ricerca ce le alleghi.

#97
Utente 346XXX
Utente 346XXX

Io sono proprio uno di quei sportivi di cui parla il Dott.Caldarella.
Mi hanno riscontrato un F.A.I. sui femori dx-sx l'anno scorso dopo tanti consulti ortopedici sbagliati, mi hanno consigliato dopo aver fatto una cura on acido Iarulonico, di fare un'artroscopia!!!
Che ancora non ho deciso di effettuare.
Premetto che io da sempre ho giocato a Calcio e fatto Running a livello amatoriale, invece mi sono allenato quasi ogni giorno nella Kickboxe a livello agonistico per una 15 di anni.
Iniziò tutto con un piccolo dolorino all'inguine, fino ad arrivare ad avere una limitata apertura delle gambe.
Purtroppo dopo aver lasciato la Kickboxe per evidenti problemi alle gambe ed essendo sempre stato orientato su questi sport, adesso faccio Judo e Brazilian Jiu Jitsu che sono sempre sport da contatto.
Comunque mi hanno consigliato di fare solo bici o nuoto.
Io sono uno di quelli che dopo tanti anni di questi tipi di sport, ho mollato la Corsa e il Calcio ma non riesce a rassegnarsi a lasciare la lotta.
Penso che si dovrebbe arrivare nel futuro come si fa adesso con i vaccini da piccoli, riuscire a poter dare indicazioni dopo attente visite specifiche sul tipo di sport agonistico da evitare dall'adolescenza.
So che la mia è un'utopia, essendo io stesso vittima di queste visite non riuscite, mi hanno curato per anni per problemi muscolari ed invece avevo l'artrosi che proseguiva nelle anche.
Speriamo che la medicina faccia passi avanti da poter avere rimedi non chirurgici.
Fredy

#98
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Fredy, per quanto mi riguarda concordo con Lei . E non è affatto in contrapposizione con i miei commenti precedenti che prendevano in esame altri aspetti del tema.

#99
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Fredy, per quanto mi riguarda concordo con Lei . E non è affatto in contrapposizione con i miei commenti precedenti che prendevano in esame altri aspetti del tema.

#100
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Caro Fredy,

di sicuro ci si arriverà... il problema è l'altra faccia della medaglia dell'iperspecializzazione di oggi.

Mi spiego meglio: Il FAI è conosciuto e trattato relativamente da poco. E' una patologia sconosciuta addirittura ad un certo numero di ortopedici "generici". I primi a descrivere il FAI (e a trattarlo) sono stati i chirurghi dell'anca. Senza questi superspecializzati studiosi, probabilmente ancora il FAI sarebbe sconosciuto. Ma al tempo stesso, il fatto che i chirurghi dell'anca si occupino solo di chirurgia e non di ortopedia dell'età evolutiva, di cui si occupano ortopedici generici, pediatri e ortopedici pediatrici, fa sì che questi ultimi non siano altrettanto informati.
Ma è ovvio che io non posso far visitare il mio bambino da 100 specialisti diversi per poter fare una "mappa" di tutte le patologie a rischio e quindi capire i comportamenti corretti da adottare nella vita.
Con il tempo i pediatri ed i generici impareranno a gestire bene queste patologie, ed al tempo stesso inizieranno a "trascurare" un po' patologie più "vecchie", meno gravi o meno frequenti, ma magari al momento più conosciute.

Distinti saluti
EC

#101
Ex utente
Ex utente

caro Caldarella sono un atleta,ho fatto nuoto,tennis,basket,e dai 13 anni in poi kickboxing,sempre in maniera agonistica.Commento 2 cose,anzitutto da sportivo condanno totalmente qualunque atteggiamento che inciti a non praticare lo sport,ovviamente è vero che lo sport,specie se da contatto,espone il nostro corpo agli infortuni,ma che senso ha avere un apparato locomotore se non lo si usa??E sti cazzi se da vecchio ti viene l'artrosi,meglio un novantenne che ha vissuto d'un novantenne depresso grasso e pantofolaio.E glielo dice un ragazzo che ha preso(e dato)botte,avuto distorsioni,slap lesion,frattura del setto nasale...ma tornando indietro lo rifarei.L'altro punto che commento è il fai.Io infatti ho avuto 2 anni fa una brutta trocanterite,tramite rx ed artrormn mi fu diagnosticato il fai e venni operato l'anno scorso all'anca sn.Adesso a distanza d'oltre un anno credo non mi farò operare l'altra in quanto comunque nonostante riesca a fare corsa,nuoto e pesi non riesco a dare calci,o meglio li posso dare,ma poi l'anca mi fa male per una settimana ed in questo caso non posso riprendere.Le chiedo che senso abbia sottoporsi ad un'artroscopia per evitare la protesi se tanto una volta eseguita l'artroscopia hai delle limitazioni da protesi...tanto vale aspettare e mettersi la protesi a 50 anni,visto che anche dopo l'artroscopia hai limitazioni...no????mi faccia sapere il suo parere
saluti

#102
Ex utente
Ex utente

caro Caldarella sono un atleta,ma che senso ha avere un apparato locomotore se non lo si usa??E sti cazzi se da vecchio ti viene l'artrosi,meglio un novantenne che ha vissuto d'un novantenne depresso grasso e pantofolaio.E glielo dice un ragazzo che ha preso(e dato)botte,avuto distorsioni,slap lesion,frattura del setto nasale...ma tornando indietro lo rifarei.L'altro punto che commento è il fai.Io venni operato l'anno scorso all'anca sn,adesso a distanza d'oltre un anno credo non mi farò operare l'altra in quanto comunque nonostante riesca a fare corsa,nuoto e pesi non riesco a dare calci,o meglio li posso dare,ma poi l'anca mi fa male per una settimana ed in questo caso non posso riprendere.Le chiedo che senso abbia sottoporsi ad un'artroscopia per evitare la protesi se tanto una volta eseguita l'artroscopia hai delle limitazioni da protesi...tanto vale aspettare e mettersi la protesi a 50 anni,visto che anche dopo l'artroscopia hai limitazioni...no????mi faccia sapere il suo parere
saluti

#103
Dr. Emanuele Caldarella
Dr. Emanuele Caldarella

Caro utente,

come Lei sa ogni caso clinico è a sè stante. Mi dispiace che Lei non sia rimasto soddisfatto dell'intervento a cui è stato sottoposto, ma la grande maggioranza delle persone a cui proponiamo l'artroscopia rimane soddisfatta del risultato. Naturalmente, se i risultati fossero sempre come quelli che lamenta Lei, la procedura non avrebbe tutto questo successo.

Quanto al "senso"... il senso c'è ed è semplice: è lo stesso motivo per cui una persona passa la vita ad andare dal dentista. Che senso ha spendere un sacco di soldi e di tempo in igiene, ablazioni del tartaro, otturazioni e chi più ne ha più ne metta? Tanto vale farsi strappare tutti i denti e mettere una bella protesi....

Ecco, questo discorso (paradossale) è esattamente il parallelismo, trasportato all'odontoiatria, del discorso che fa lei.

Bisogna cercare di curare il proprio corpo per quanto è possibile e per quanto questo ci possa far stare bene. Solo quando non è possibile si passa a terapie più radicali, che hanno certo i loro pro, ma anche i loro contro ed i loro rischi.

E badi bene: chi le parla è soprattutto un chirurgo PROTESICO.

#105
Utente 246XXX
Utente 246XXX

Salve dott . Salvo Catania, volevo chiederle un parere su una cosa che mi preoccupa ed essendo io un ipocondriaco vorrei saperne di più in merito.
Io lavoro come operaio e durante la giornata consumo tante calorie,gli sforzi che faccio sono completi, dal camminare al portare oggetti anche pesanti, comunque per darle un'idea io tutti i giorni consumo mediamente 3500-3800 kcal.
La cosa positiva è che io pur mangiando molto non solo non mi ingrasso ma stò enormemente migliorando la mia composizione corporea.
Purtroppo fino a due anni fa ero fortemente obeso, ero 1.75 metri per 140 kili.......ora invece sono molto informa e con molta massa muscolare infatti peso 80 kili. Questo ottimo risultato oramai è da più di 10 mesi che rimane stabile anche grazie a tutto il lavoro che svolgo.
La mia domanda però è la seguente ,tutta questa attività che svolgo non è pesante a livello cardiaco?Dovrò aspettarmi di campare meno delle altre persone?
Ho letto che questi lavori vengono definiti usuranti per questo motivo,ma se penso a mio nonno e ai tantissimi contadini che sono campati oltre gli ottanta anni la cosa non mi torna molto??
Potrebbe dirmi gentilmente che ne pensa?
Con la scusa auguro a lei e al dott.Emanuele Caldarella buona Pasqua!!

#106
Utente 246XXX
Utente 246XXX

Non posso scrivere altri messaggi?

#107
Utente 385XXX
Utente 385XXX

Non ho mai letto cosi tante cavolate in poco tempo,sono 10 anni che faccio sport,ero 140 kili adesso sono 100 kili,40 kili in meno e ce voluto molto tempo per poterli perdere!!Lo sport eccessivo non solo fa' male ma potrebbe anche uccidervi,non ascoltate questi medici ciarlatani ma chi ha veramente esperienza alle spalle!!Oggi stesso un ragazzo di 43 anni è morto mentre correva,un ragazzo che da anni ascoltava medici come voi,e guardate che fine ha fatto!!Bisogna sempre ascoltare i consigli di chi ha esperienza alle spalle,i medici possono dire questo e quest altro e non sempre hanno ragione perché loro si basano solo su calcoli matematici o su statistiche false!!mi ricordo quel famoso medico che mi mise le mani al collo e disse che non avevo nulla di grave,quando invece dagli esami risultavano tutti i valori bassi ed una carenza di ferro impressionante!!se sn ancora qui e per miracolo!!attenti,state molto attenti allo sport eccessivo,bastano 30 minuti di passeggiata al giorno,detto da svariati atleti professionisti,basta anche far il workout giornaliero,ginnastica ritmica,suderete tantissimo ma non sforzate il cuore e non rischiate nulla,godetevi la vita perché è solo una!!ascoltate sempre il vostro corpo!!

#108
Dr.ssa Angela Pileci
Dr.ssa Angela Pileci

Che bello questo articolo che vedo solo ora! Certamente anche lo sport amatoriale deve essere prescritto dal medico e infatti oggi tutte le associazioni sportive lo prevedono. D ' altra parte so perfettamente quanto sia difficile rinunciare al proprio sport preferito che è diventato una passione. Nella mia esperienza (kick-boxing) io ho visto in palestra che i traumi peggiori si riscontrano non solo nel movimento ripetuto ma anche nel gesto atletico eseguito in maniera scorretta. Ecco perché anche io ritengo che, se da una parte lo sport fa benissimo per un sacco di ragioni, dall' altra chiunque voglia praticare uno sport dovrebbe sottoporsi più spesso a consulenze mediche e non giungere dal medico solo dopo un infortunio. E magari scegliere lo sport da praticare anche tenendo conto del parere del dottore.
Complimenti all ' Autore per questo utile articolo

#109
Utente 806XXX
Utente 806XXX

Gentilissimi,
davvero interessante questo articolo.
Rimane però un disaccordo tra specialisti, soprattutto per quel che riguarda il punto di vista cardio-vascolare.
Per esempio tra i cardiologi presenti su Medicitalia (non faccio nomi ma chi frequenta un pò questo sito sa a chi mi riferisco) ve ne sono ameno un paio che indicano nella camminata l'attività fisica migliore, sconsigliando vivamente altre attività di più intense o di tipo isometrico configurandole come dannose per i cuori più sani.
Qui (e nella letteratura scientifica portata come esempio) invece si nota invece molto chiara una esortazione a fare sport il più intenso e il più frequente possibile (previo controllo cardiologico periodico).
Chi ha ragione? Qual'è l'orientamento che dovremmo seguire per garantirci la migliore salute possibile (premettendo ovviamente la parità di stile di vita sano: no fumo, no sovrappeso, no abuso di alcol.....ecc)?
La seconda domanda è: volendo aderire ad una pratica sportiva intensa, cosa ne pensate dei corsi organizzati in palestra? TRX, spinning e cose così. Lo chiedo perché a me personalmente non piacciono la corsa, ciclismo o il nuoto e mi piacerebbe sapere se tramite una assidua frequenza di questi corsi si può raggiungere una intensità allenante tale da definirmi sportivo dilettante/amatoriale.
Grazie!!

#110
Dr. Maurizio Cecchini
Dr. Maurizio Cecchini

Porgo io una domanda: perche' viene chiesto annualmente un ECG, visita cardiologica ed ECG sotto sforzo a chi fa sport?
Perch'e se facesse solo bene basterebbe una sola visita la prima volta...poi...dovrebbe sempre migliorare...o no?

Ed invece non viene chiesta alcuna visita a chi gioca a carte o a scacchi? O a chi cammina?

#111
Utente 474XXX
Utente 474XXX

Buongiorno, articolo interessante, sapreste consigliarmi un libro per approfondire l'argomento?

#112
Dr. Maurizio Cecchini
Dr. Maurizio Cecchini

Non conosco libri di divulgazione.
Se avesse una certa preparazione in medicina e cardiologia le consiglio i seguenti testi:

A.M. KATS: FISIOLOGIA DEL CUORE - PENSIERO SCIENTIFICO EDITORE

F.L. DINI : FISIOLOGIA CLINICA DELL'APPARATO CARDIOVASCOLARE Casa Editrice Scientifica Internazionale.

Arrivederci

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