Adolescenza senza "no!"

francescacarubbi
Dr.ssa Francesca Carubbi Psicologo, Psicoterapeuta

La SIP (Società Italiana di Pediatria), nel suo rapporto del 2010, ha evidenziato come il rapporto tra adulti e adolescenti sia caratterizzato da un'assenza pressoché totale di sani "no!": spesso si assiste ad una carenza strutturale di regole, di comportamenti e relazioni autorevoli, ovvero contraddistinti sia da empatia, accettazione dell'altro, sia dalla capacità di porre limiti a comportamenti inaccettabili.

Questa funzione simbolica del "no!", rientra in quella caratteristica, sinonimo di maturità emotiva e specchio di salute mentale, che Rogers definisce congruenza, ovvero la capacità di essere appieno se stessi, autentici, senza distorcere la propria esperienza emotiva e senza mettere in atto atteggiamenti di circostanza (Rogers, 1957).

Nel caso concreto, la congruenza sarà attualizzata dal genitore nella sua capacità di comunicare regole educative coerenti e stabili, senza avere il timore di ferire l'altro (ad esempio regole sugli orari di uscita con glia amici, regole antidroga e così via....). Ma tutto accompagnato da affettività profonda e dialogo aperto e costruttivo, senza dimenticare il rispetto dell'altrui individualità e personalità.

Occorre sempre ricordare, infatti, che un comportamento educativo autorevole mira a far apprendere al ragazzo, in modo responsabile, cosa sia un comportamento scorretto e non a trasmettere messaggi di vergogna e di colpa, che possano minare la sua autostima, con conseguente perdita di fiducia nelle proprie potenzialità. Scopo dell'educazione è, infatti, rendere l'adolescente il primo agente di scelta, libero e responsabile, nel suo percorso di crescita e ciò può avvenire solo se questi impara ad apprendere dai suoi errori.

Quindi, la congruenza diviene fondamentale nel responsabilizzare l'individuo, poiché permette alla persona, da un lato, di porre eventuali limiti, e, dall'altro, di conservare la capacità di accettare incondizionatamente i sentimenti sottostanti: "mamma e papà sono figure simboliche della famiglia... [...]. La funzione materna riguarda l'accudimento, la sopravvivenza, la nutrizione, mentre la paterna è la tutela, la protezione ma anche la proibizione [...]. La difficoltà a non sentirsi dire "no!"è un punto fondamentale con cui si confrontano i ragazzi in adolescenza" (Rodriguez in recalcati, 2011, pag. 162).

Data pubblicazione: 06 agosto 2012

2 commenti

#1
Utente 255XXX
Utente 255XXX

Sono assolutamente d'accordo con questo articolo.
Sono mamma di un ragazzo di 14 anni e mi rendo conto quanto sia difficile porre delle regole e soprattutto farle rispettare.
La risposta frequente da parte di mio figlio è "ma lo fanno tutti", oppure "solo io devo avere degli orari e delle regole", come se tutti i suoi amici più o meno della stessa età fossero liberi di fare ciò che vogliono a tutte le ore del giorno e della notte (es. facebook, scambi di sms) e in parte è così. In maniera implicita a volte controllo e mi rendo conto che il mondo degli adolescenti è poco protetto dagli stessi genitori che, per superficialità, per stanchezza o per voler essere "amici" dei propri figli, permettono loro di vivere come adulti.
Fortunatamente, se pur con molta fatica, scontri e discussioni spesso mi rendo conto che mio figlio riflette sulle nostre discussioni e dopo un periodo di elaborazione mi dimostra di aver capito, questo mi riempie di orgoglio e soddisfazione....speriamo continui così.

#2
Dr.ssa Francesca Carubbi
Dr.ssa Francesca Carubbi

Gentile Signora, infatti i nostri ragazzi, per quanto, apparentemente, cerchino di ribellarsi alle norme ed alle regole, nella sostanza, nel momento in cui attuano un comportamento provocatorio, richiedono aiuto e dialogo verso quelle figure di riferimento, che sono percepite lontane e, come dice anche lei, poco protettrici: i giovani hanno bisogno di ascolto, dialogo, accettazione e sano controllo. Elementi, questi, che fanno percepire al ragazzo di essere una persona importante e degna di attenzione e preoccupazione. Da qui, i ragazzi, come ha evidenziato nel suo commento, amano il confronto costruttivo e tendono a perdere fiducia verso chi attua un'educazione lassista o autoritaria: le ultime ricerche sulla prevenzione dei comportamenti a rischio ha mostrato come il monitoraggio o controllo comportamentale da parte dei genitori rappresenti uno dei fattori di protezione più importanti, affinché il ragazzo non si avvicini, ad esempio, all'uso di sostanze (Bonino, et. al., 2003).
Cordialmente
Dr.ssa Francesca Carubbi

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!