La nuova terza età

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Dr. Flavio Cannistrà Psicologo, Psicoterapeuta

Sai che nei prossimi cinque anni il numero degli adulti di età pari o superiore ai 65 anni supererà quello dei bambini di 5 o meno? Che entro il 2050 il numero di ottantenni sarà quasi triplicato? E entro il 2015 il numero degli anziani dei Paesi ad alto e medio reditto aumenterà dell80%?

Cosa vuol dire tutto ciò?
"Che stiamo invecchiando?"
In un certo senso sì. Più specificatamente, vuol dire che l'attenzione all'anzianità è massima, tanto che l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato il 2012 "Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà".

Come influisce su di noi?
Con la considerazione che l'anzianità va rispolverata e vista in nuova luce.
Intanto l'OMS ci dà delle informazioni utili a questo processo, per abbattere ad esempio una serie di stereotipi che si ritrovano nel cosiddetto ageism, il razzismo basato sull'età.
Vediamoli insieme:

Stereotipo 1: le persone anziane hanno oltrepassato la “data di scadenza”
Le persone anziane sono spesso considerate meno produttive dei giovani, anche a causa di un leggero declino fisiologico di alcune funzioni cognitive. In realtà gli anziani mantengono delle notevoli abilità mentali e la capacità di apprendimento, unite all'esperienza acquisita. Anche fisicamente questo è vero: il 16 ottobre 2011, per esempio, il britannico Fauja Singh è diventato il primo centenario a completare una maratona.

Stereotipo 2: le persone anziane sono prive di risorse
Le persone anziane possono essere più vulnerabili nelle emergenze, ma hanno comunque delle ottime risorse. Nel 2007, dopo il ciclone Sidr nel Bangladesh, furono dei comitati di anziani a diffondere messaggi di avvertimento e a compilare liste di aventi diritto agli aiuti. E in Giappone, dopo lo tsunami del 2011, gli anziani hanno rivestito un ruolo importante nelle attività di volontariato, dichiarando di essere meno preoccupati delle conseguenze a lungo termine dell'esposizione a radiazioni.

Stereotipo 3: le persone anziane necessariamente finiranno per soffrire di demenza senile
Capitano ad ogni età delle perdite occasionali di memoria e anche se il rischio di demenza cresce dopo i 60, nella maggior parte dei casi gli anziani sanno gestire la propria vita quotidiana, come gestire le finanze, dare il consenso per cure e interventi medici, richiamare esperienze utili all'adattamento.

Stereotipo 4: le donne anziane valgono meno di quelle giovani
Identificare il valore di una donna con bellezza, giovinezza e capacità di avere figli porta a svalutare il ruolo delle donne anziane. Eppure il loro ruolo nelle famiglie e nelle comunità è importante: si prendono cura del compagno, dei genitori, di figli e nipoti, e in generale si occupano di assistenza. Ad esempio, nell’Africa sub-sahariana, il 20% delle donne di età pari o superiore ai 60 anni nelle aree rurali è il punto di riferimento principale per occuparsi dei nipoti.

Stereotipo 5: le persone anziane non meritano l’assistenza sanitaria
Spesso negli anziani vengono trascurate alcuni disturbi e patologie, liquidate come "condizione normale dell'invecchiamento" e associando così questa fase a stati dolorosi, infermità, incapacità, quando quest'associazione è tutt'altro che scontata. Questo è uno stereotipo generato dalla società, che stabilisce arbitrariamente limiti di accesso a cure, riabilitazioni, prevenzione secondaria, ecc.

Questi sono gli stereotipi descritti nel manuale "Siete pronti? Quello che dovete sapere sull'invecchiamento", che dà molte informazioni interssanti sull'argomento, per aiutare a comprendere una fase della vita con cui siamo in contatto tutti in giorni, direttamente e indirettamente, che possiamo riscoprire e ricostruire a partire dalle nostre percezioni per modificare le nostre azioni. Imparare a percepire la realtà in modo diverso, lontano da limiti (socialmente) auto-imposti è il primo passo per il cambiamento nuovo, produttivo, che porti verso mete preferibili a quelle attuali.

A cura del Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo a Monterotondo e a Roma


Riferimenti bibliografici
Ministero della Salute
(2012). Siete pronti? Quello che dovete sapere sull’invecchiamento.

Data pubblicazione: 23 agosto 2012

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