Sempre più coppie fanno fronte al problema dell'infertilità: riflessioni di una psicologa

silvia.rotondi
Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta

Sempre più coppie si ritrovano nella condizione di non riuscire ad avere figli.

Le cause sono adducibili a diversi fattori primo fra tutte il fatto che, ad oggi, l’età in cui la coppia decide di avere un figlio si è spostata intorno ai 35 anni per la donna; a differenza di 20 anni fa, in cui questa concepiva il primo intorno ai 22 anni. Inutile dire, come i medici confermano, e molti già sanno, che più si avanza con l’età e maggiore diventa il rischio di non riuscire ad avere figli. Purtroppo però le coppie devono, necessariamente, confrontarsi con i tempi di formazione professionale lunghi, l’accesso al mondo del lavoro che tarda ad arrivare; e la presenza, oggi, di una crisi economica che mette a dura prova la voglia, delle famiglie di aggiungere nuove spese (per la crescita di un figlio) a stipendi già bassi, con cui si fatica ad arrivare alla fine del mese.

Diventa, quindi sempre più importante dare rilevanza alla prevenzione; uomini e donne devo imparare ad avere cura della propria salute riproduttiva che viene spesso trascurata fino a quando il problema non diventa evidente.

Nella donna, specie con l’avanzare dell’età, diventa fondamentale eseguire una volta all’anno la visita ginecologica di routine, in cui possono essere evidenziati problemi ginecologici, fin dalle loro prime manifestazioni.

Inoltre, quando una coppia si scopre infertile, dopo sei mesi e massimo un anno di tentativi, è importante rivolgersi in strutture riconosciute e specifiche ed effettuare visite specialistiche.

Spesso difatti le coppie che arrivano nei Centri di Procreazione Medicalmente Assistita sono esauste dai tentativi, si presentano sovraccaricate dall’ansia e dallo stress, che raggiungono livelli eclatanti; in queste condizioni psicofisiche diventa, davvero difficile procreare.

È ormai confermato e approvato dai medici il ruolo rilevante dello stress ed ansia, che incidono negativamente, sul processo di fecondazione, sia che questa avvenga in modo naturale che assistito.

Alcuni Centri offro approcci multidisciplinari al problema dell’infertilità, e questo costituisce un privilegio per la coppia che può sentirsi contenuta e seguita da un equipe con le tecnologie più valide e al passo con la ricerca scientifica.

Dal punto di vista del contenimento psicologico, un primo approccio rassicurante, per la coppia può costituire la misurazione dello stress ed ansia attraverso test specifici come il F.P.I (The Fertility Problem Inventory) di Cristopher R. Newton e collaboratori, e la versione italiana dello S.T.A.I. (Inventario per Ansia di Stato e di Tratto), Forma Y. A queste misurazioni è fondamentale far seguire un colloquio esplorativo sui risultati ottenuti.

Inoltre, l’uso conciliato di tecniche avanzate di Procreazione Medicalmente Assistita e incontri di counselling, si è dimostrato maggiormente efficace nel ridurre l’ansia della coppia e nella riuscita della fecondazione. In questo senso nella ricerca condotta da Mazure e Greenfeld (1989) su un campione di 200 soggetti di cui il 49% sono donne e il 15% uomini, sottoposti a trattamento FIVET , è stato possibile rilevare che le donne che avevano intrapreso un trattamento di sostegno psicologico, erano riuscite in misura maggiore nella fecondazione.

 

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Data pubblicazione: 11 febbraio 2013

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