L’amore “affamato”: la dipendenza d'amore

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Questo articolo nasce a seguito delle costanti richieste di consulenze ricevute su Medicitalia durante gli ultimi mesi, riguardanti le pene d’amore e le sue cure.

Amori conflittuali, collerici e dipendenti, si alternano a coppie asimmetriche formate da partners spesso irrisolti sul piano psichico che tentano di trovare la cura dei malanni dell’anima, nella coppia e nell’amore.

L’amore è curativo?
Lenisce le ferite dell’infanzia?
Può aiutare a crescere?

L’amore, seppur considerato in ambito psicologico una dolce droga, non è quasi mai curativo, né terapeutico, ma necessita per il suo nutrimento e soprattutto per la sua sopravvivenza all’usura del tempo, la compresenza di due protagonisti “adulti” ed equilibrati.
Da cosa sono mossi gli “amore/dipendenti”?
Un’originaria mancanza d’amore, porta con sé tutta una serie di tante altre mancanze e lacune, che inevitabilmente andranno a sfociare nel rapporto di coppia, spesso compromettendolo.
La dipendenza d’amore nasce da una ferita d’infanzia, che da qui in poi, chiamerò “ferita dei non amati”.
La “ferita dei non amati”, è spesso la causa di una carenza di “fiducia di base” e di amore verso se stessi che di conseguenza si ripercuote sul partner e sul legame d’amore.

Cosa accade nella psiche e cuore del bambino che non è stato amato adeguatamente ?

Di fronte ad un genitore algido e non disponibile sul piano affettivo, il bambino può tentare di mantenere il suo equilibrio psichico, cercando di minimizzare il comportamento dipendente verso il genitore evitante, ma solitamente effettua poi, uno " spostamento di tipo difensivo" verso l' altro genitore o figure genitoriali vicarianti, come nonne e zie.
Chi ha sperimentato quell’antica e dolente ferita, non sarà mai capace di “amarsi” e di “amare” e vivrà il legame con modalità illusorie, come se questo avesse un significato riparatore o di risarcimento affettivo.

La "ferita dei non amati", correla spesso con un quadro di possibile “dipendenza affettiva”:
il partner più debole e fragile, si lega irreversibilmente al partner più forte e dominante, lasciandosi nutrire e guidare nella vita, ogni possibile assenza o distanza genererà nell’altro/a lo sconforto ed angoscia più cupa.

Molto spesso alcuni genitori, con le loro modalità di comportamento e stile di affettività, hanno lasciato insoddisfatti i bisogni infantili, non nutrendoli adeguatamente.
Queste voragini psichiche, sono spesso dalla difficile elaborazione e cura e si riproporranno poi nei successivi legami d’amore, creando delle inevitabili asimmetrie nella coppia.

Questi bambini poco amati durante l’infanzia, cresceranno con la consapevolezza di non valere mai abbastanza, di non essere mai degni di un sentimento importante, puro e totalizzante e saranno candidati ad un possibile “mal d' amore”.
L' affettività rimarrà sempre il loro tallone d' Achille e si percepiranno spesso vulnerabili ed un passo indietro rispetto al mondo ed agli altri.
Quando all’interno della coppia uno dei due partners ha questo storico di sofferenza, questi cercherà di adeguarsi alle richieste del partner dominante, per paura dell’abbandono, instaurando legami simbiotici e fusionali, non riuscendo a reggere la distanza dal mondo dell’altro.

Una relazione d' amore deve adempiere ai bisogni di protezione e di sicurezza, ma nei casi di partner vulnerabili e dipendenti, tanto più forte è il legame che si svilupperà e tanto maggiori saranno le minacce potenziali che possono minacciare il legame.
L' amore, in chi soffre di dipendenza, diventa una droga, una vera e propria necessità psico/fisica, fino a trasformarsi in gioia e dolore della stessa vita.
Trattasi di un “amore affamato”, bisognoso, dipendente….ed all’interno del legame “vittima e carnefice” si alternano, nutrendo e mantenendo in vita la dipendenza affettiva.
Questi amori, sono amori caratterizzati da un desiderio massiccio e mai del tutto appagato di amore assoluto e fusionale (nutrito sempre e comunque da angosce abbandoniche), spesso abitati dalla necessità di conferme da parte dell’altro/a oltre che caratterizzati da una “fame d’amore” atavica.

Una consulenza individuale o di coppia, diventa la strada maestra verso la chiarificazione e tutela del legame.

Data pubblicazione: 14 novembre 2013 Ultimo aggiornamento: 21 novembre 2013

4 commenti

#1
Utente 163XXX
Utente 163XXX

Concordo che i traumi infantili possano contribuire a costruire la nostra visione delle relazioni adulte ma non sono d'accordo che sia necessariamente così. Conosco persone che sono state persino abbandonate dai propri genitori e sono riuscite a diventare degli individui positivi per loro stessi e per gli altri. Dunque eventuali atteggiamenti di dipendenza aggressiva verso gli altri non sono giustificabili, le persone "traumatizzate" non vanno consolate o peggio giustificate, ma vanno integrate e normalizzate, perchè gli eventi traumatici possono accadere a chiunque ma non tutti scelgono di costruire rapporti malati.

#2
Utente 271XXX
Utente 271XXX

Ora quello che pensavo della mia ex-ragazza, dei suoi rapporti con genitori e familiari ed anche la morbosità verso me, ha trovato conferma in questo articolo.

#4
Utente 514XXX
Utente 514XXX

Non sono riuscito a leggere tutto l'ottimo articolo....troppo dolore.... complimenti alla psicologa per aver descritto con competenza un aspetto molto complesso e delicato.

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