Venghino, signori, venghino

francascapellato
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta

 

 

Il grande circo della rete

 

 

Lo confesso: ultimamente trascorro su Facebook più tempo di quanto vorrei.

Ieri un amico ha pubblicato la foto di una modella anoressica. Lo scopo era quello di denunciare il mondo ipocrita della moda, che a parole combatte l’anoressia, ma in realtà la favorisce e la sfrutta.

La foto era palesemente un falso, ritoccata pure male: il bellissimo volto della modella era malamente appiccicato ad un corpo scheletrico, allo scopo di impressionare chi lo guardava: c’era un palese contrasto fra un viso angelico e perfettamente in salute e il torace sul quale le costole erano coperte solo dalla pelle.

Ho commentato che la foto era taroccata, ma altri utenti mi hanno fatto notare che l’anoressia “è proprio così, anche peggio”. L’importante era che l’immagine fosse shoccante, che rappresentasse la realtà era opzionale.

L’altro giorno un’amica peraltro colta mi ha trasmesso un messaggio allarmistico e mal scritto, che avrei dovuto inviare a mia volta a 15 contatti: Mark Zucker, il fondatore di facebook, avrebbe cancellato chi non rispondeva, allo scopo di ripulire Fb dagli utenti inattivi per farlo funzionare meglio. Le ho subito risposto che il signor Zucker probabilmente aveva di meglio da fare, e poco dopo si è scusata perché le avevano confermato che era una bufala, e vecchia, per giunta.

In questi pochi mesi di iscrizione ho visto filmati (falsi) di cani usati come esche per squali, comunicati (falsi) arricchiti da filmati (interpretati ad hoc) di ritrovamenti di esplosivo al plastico nelle torri gemelle, oggi sta girando la foto del panda terrorizzato dal terremoto in Giappone che abbraccia un custode dello zoo. Peccato che la foto sia del 2006 e lo zoo sia quello di Pechino!

Mi ha colpito come i messaggi, specie se accompagnati da foto o filmati, vengano considerati attendibili, in modo totalmente acritico.

Lo stesso succede con i filmati inseriti su You Tube: non c’è possibilità di discriminare, se non con il buon senso, reportage reali da goliardate, invenzioni o scherzi.

Mi sono venuti in mente gli spettacoli di moda nei secoli scorsi alle fiere o nei circhi: si passava dalla donna barbuta, spesso autentica perché affetta da disturbi ormonali, alla donna sirena, ai bambini con due teste, a improbabili mostri degli abissi.

La gente accorreva con la scusa della curiosità “scientifica” a vedere fenomeni che spesso erano palesi artefatti e credeva nella realtà di quanto vedeva coi propri occhi.

I falsi erano così frequenti che, quando venne importato in Occidente il primo esemplare imbalsamato di ornitorinco, gli scienziati ritennero che fosse l’opera di un tassidermista particolarmente abile.

Qualche decennio fa si diceva “l’ho visto in televisione” e tanto bastava perché la notizia fosse ritenuta attendibile, mentre oggi sappiamo che un abile gioco di inquadrature e di montaggio può modificare la lettura di qualunque notizia.

Ora il problema è più complesso perché le informazioni sul web nascono da fonti non controllabili, chiunque può diffondere notizie vere o bufale, e l’interattività fa sì che si possa “infiammare” la rete giocando coi sentimenti degli utenti.

E’ veramente difficile sul web, ripeto, discriminare l’informazione di qualità da quello che definirei “pornografia mediatica”: il gusto dell’immagine splatter o shoccante, vera o falsa, per impressionare, con la scusa ipocrita di informare.

“Venghino, venghino, signori e signore! Più gente entra, più bestie si vedono!” gridavano gli imbonitori delle fiere.

Conclusione? Del web non si può più fare a meno, è l’invenzione più rivoluzionaria degli ultimi 50 anni, secondo me, però prudenza e soprattutto chi ha figli giovani li istruisca: sulla rete non c’è solo il rischio pedofili, ogni informazione va recepita in modo critico.

 



Data pubblicazione: 15 marzo 2011

5 commenti

#1
Dr. Enrico Conti
Dr. Enrico Conti

Condivido le Tue preoccupazioni, d'altra parte, bisogna insegnare a discriminare i tipi di rischio: Perdere soldi per colpa dei disonesti del web è un conto, essere agganciati in ambiti relazionali pericolosi (e ne possono essere vittima anche gli adulti!), è altro e molto più pericoloso. I buontemponi invece, che non mancano mai in ogni epoca, non fanno molto male con i loro scherzi via internet. Se qualcuno basa il proprio livello informativo su questi ultimi, il problema è serio.....:-)

#2
Dr.ssa Franca Scapellato
Dr.ssa Franca Scapellato

"Se qualcuno basa il proprio livello informativo su questi ultimi, il problema è serio..." verissimo: molti giovani e giovanissimi non leggono i giornali (se non a scuola perché sono obbligati) né guardano le news in tv, la loro fonte è la rete, oppure Twitter...

#3
Medico di medicina generale
Medico di medicina generale

E' interessante scoprire come siamo passati dalla fase precedente, quella nella quale il compito era reperire le informazioni, a quella ultima, nella quale il punto è valutare l'attendibilità delle troppe informazioni disponibili. Mai come in questa fase è cruciale lo spirito critico e la capacità di mettere in discussione ogni input ricevuto. E, inevitabilmente, viene in mente come in Italia, negli ultimi anni, i media hanno progressivamente eroso combattuto qualsiasi tendenza critica e consapevolezza allo scopo di alimentarci forzatamente con papponi senza alcuna sostanza. Ma la Rete consente ancora dei paragoni tra le informazioni, specie quando ci si rivolga a fonti meno polarizzate come quelle di altri paesi. E' per questo che la politica cerca sempre più di controllare la Rete, in Italia.

#4

Considerazioni giustissime. C'è chi ritiene che l'informazione ufficiale sia manipolata (inevitabile), e che internet rappresenti il solo modo per informarsi "davvero" (idealizzazione del mezzo).
In realtà la rete è così piena di fuffa che cercare informazione di qualità non è facile, e spesso richiede tempo, oltre che senso critico. Anche perché la fuffa fa molto più parlare di sé...

E il web, con la sua struttura "multimediale" (link, video, multitasking vari legati all'uso contemporaneo del pc) ha l'ulteriore limite di stimolare più la curiosità (e la distrazione) che non l'approfondimento e la riflessione.

Chissà come evolverà, fra una ventina d'anni.

#5
Dr.ssa Franca Scapellato
Dr.ssa Franca Scapellato

@Elisa: infatti, quello che cercavo di dire è che internet è di per sé autorevole, quindi qualunque cosa venga pubblicata ha lo stesso peso, il che non rende democratica l'informazione, ma solo la confusione.
Ci vogliono strumenti culturali per decodificare l'informazione, per esempio, a proposito di una discussione in atto sul nostro forum:
http://www.informazione.it/a/B1C07F1B-9AF3-4299-B390-CA4C1C97393E/Capitale-dello-stress-a-Roma-ansia-e-attacchi-di-panico
sembra che il 44% dei romani soffra di attacchi di panico! E' una scemenza, ma riempirà il portafoglio di chi la diffonde, il direttore dell'Istituto di Neuroscienze Globale (bel nome,no?)

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!