La mente cognitivamente distorta

eterno.roberta
Dr.ssa Roberta Eterno Psicologo, Psicoterapeuta

Spesso quando parliamo di noi, di quel che ci capita o degli altri, inganniamo noi stessi. 

 Sembra un'affermazione bizzarra ma pensateci un attimo:

quante volte vi è capitato di ingigantire o minimizzare un episodio? Di pensare che tutto sia bianco o nero? O di dare un’interpretazione tutta personale ad un evento, senza prenderne in considerazione altre?

A me sì e tante volte.

Questi esempi sono quelle che noi chiamiamo distorsioni cognitive e fanno parte della nostra mente. Sono una modalità di pensiero disfunzionale perché tendono a distorcere la realtà adattandola alle idee che inconsapevolmente abbiamo su di noi, sugli altri e sul mondo.

Ecco le principali tipologie di distrosioni cognitive:

 

  • INFERENZA ARBITRARIA: trarre conclusioni senza prove evidenti e sufficienti.

Es.: Incontriamo per strada una persona che non vediamo da un po’ di tempo ma non ci saluta. Noi pensiamo che è un antipatico, che ha fatto finta di non vederci, ma forse potrebbe essere stato sovrappensiero e non ci ha notato, non abbiamo le prove.

 

  • ASTRAZIONE SELETTIVA: focalizzare l’attenzione su aspetti particolari di un evento, tralasciandone

Es.: Organizziamo una cena, fila tutto liscio a parte il dolce, che non è lievitato bene. Pensiamo che la cena sia andata malissimo, anche se in realtà solo una cosa non è andata come volevamo.

 

  • GENERALIZZAZIONE: adattare conclusioni derivate da episodi isolati a tante situazioni.

Es.: Quando utilizziamo gli stereotipi attribuiamo ad un’intera categoria di persone un insieme di caratteristiche senza verificarle. “I torinesi sono falsi e cortesi” Siamo tutti così? Ho dei dubbi…

 

  • INGIGANTIRE/MINIMIZZARE: esaltare o ridurre la portata di un evento. In genere si ingigantiscono gli aspetti negativi e minimizzano quelli positivi.

Es.: Se riceviamo delle critiche tendiamo ad enfatizzarle e a dare un peso maggiore mentre se riceviamo un complimento lo sminuiamo (“non me lo merito” o “lo dice solo per farmi piacere”)

 

  • PERSONALIZZAZIONE: interpretare eventi esterni in relazione a se stessi in mancanza di evidenze plausibili.

Es.: Quando succede qualcosa di brutto ci sentiamo in colpa, anche se noi non abbiamo alcuna colpa. “Se avessi fatto così/se avessi detto così…magari non sarebbe successo nulla”

 

  • LETTURA DEL PENSIERO: essere convinti che le persone abbiano determinati pensieri o provino determinate emozioni in assenza di prove.

Es.: “ Se il mio ragazzo mi ama saprà che io mi aspetto che faccia questo per me” ma spesso le persone anche se ci vogliono bene semplicemente ignorano i nostri pensieri/desideri.

 

  • PENSIERO DICOTOMICO: collocare le esperienze in una o due categorie opposte.

Es.: Pensiamo che esista solo il bianco o il nero, non esiste il grigio, è una modalità di pensiero rigido, non ci sono sfumature. Può essere riferito a come vorremmo essere, a qualcosa che facciamo, alle persone a noi care o a ciò che accade intorno a noi.

 

  • DOVERIZZAZIONE: consistono nel dire a se stessi che si dovrebbe fare o si dovrebbe aver fatto qualcosa, quando sarebbe più corretto dirsi che si preferirebbe fare o si avrebbe preferito aver fatto qualcosa.

Es.: “Devo essere una madre perfetta” “Devo essere il più bravo” Non mette ansia??

 

  • PENSIERO CATASTROFICO: pensare di sapere che cosa preserva il futuro, ignorando altre possibilità.

Es.: “E’ inutile provare a fare qualcosa, tanto tutto andrà male e non c’è modo di uscirne”

 

  • RAGIONAMENTO EMOZIONALE: credere che qualcosa debba essere vero perché viene percepito come tale.

Es.: Se proviamo ansia è la prova del fatto che mi devo preoccupare per qualcosa. L’emozione guida il nostro comportamento.

 

Non c’è nulla di strano nell’avere pensieri di questo tipo, tutti li abbiamo e possono risultare anche funzionali per il nostro benessere psicofisico; l’importante è esserne consapevoli e fare un passo indietro quando ce ne accorgiamo, rivedendo il proprio punto di vista. Tuttavia, se non riusciamo a sganciarci da queste distorsioni cognitive, possiamo andare incontro ad un disagio psicologico.

 

Voi quali distorsioni cognitive utilizzate più frequentemente?

 

 

Data pubblicazione: 08 febbraio 2017

Autore

eterno.roberta
Dr.ssa Roberta Eterno Psicologo, Psicoterapeuta

Laureata in Psicologia nel 2010 presso Università degli Studi di Torino - Facoltà di Psic.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Piemonte tesserino n° 6264.

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