Il modello cognitivo degli attacchi di panico

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Dr.ssa Carmela Petrillo Psicologo, Psicoterapeuta

L'attacco di panico è definito come un'improvvisa manifestazione di ansia e si caratterizza per la presenza di sintomi fisici, come ad esempio palpitazioni, sudorazione, capogiri, sensazione di soffocamento, e sintomi cognitivi, quali paura di impazzire, di morire, eccetera.

Chi soffre di attacchi di panico teme che sensazioni fisiche o stati mentali, di per sé innocui, siano il segno di pericolo imminente. Ad esempio, può interpretare una semplice sensazione di peso al petto, come sintomo di un attacco cardiaco.

Ciò determina preoccupazione e ansia. Le sensazioni corporee e gli stati mentali conseguenti vengono interpretati in maniera catastrofica, generando ulteriore ansia. Si innesca così un circolo vizioso che conduce all'attacco di panico.

 

attacco di panico

Secondo il modello di Clark, uno stimolo interno o esterno, che la persona considera minaccioso, genera ansia, con i relativi sintomi somatici (palpitazioni, respiro affannoso, ecc.) e cognitivi (sensazione di irrealtà, confusione mentale ecc.). L'erronea interpretazione di questi sintomi, fa aumentare l'ansia e intrappola la persona in un circolo vizioso.

In seguito al verificarsi dell'attacco di panico, intervengono:

  • Attenzione selettiva: concentrare maggiormente l'attenzione sul proprio corpo, per scorgere segnali che potrebbero innescare un nuovo attacco di panico; ciò rende più sensibili a certi segnali e favorisce l'attivazione del circolo vizioso;
  • Evitamento: tendenza ad evitare le situazioni che la persona ritiene possa favorire il panico (ad esempio, mezzi pubblici, traffico, folla);
  • Comportamenti protettivi: hanno lo scopo di evitare le conseguenze temute, ma in realtà hanno solo l'effetto di mantenere il problema e di impedire la disconferma delle interpretazioni erronee (ad esempio, portare sempre con sé i farmaci, controllare il respiro).

 

Clark D.M. (1986), A cognitivemodel of panic. Behaviour Researchand Therapy, 24, 461-470. 

Wells A. (1999), Trattamento cognitivo dei disturbi d'ansia, McGraw-Hill.

 

 

 

Data pubblicazione: 16 maggio 2017

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