“Ti faresti tagliare i capelli da un giardiniere?”

sabrina.camplone
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta

Questo è il titolo, volutamente provocatorio, scelto dall'Ordine degli Psicologi del Lazio per promuovere una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica finalizzata a combattere un fenomeno sempre più dilagante: l'esercizio abusivo della professione di Psicologo.

A tal fine, l'Ordine ha istituito uno Sportello Antiabusivismo, i consulenti legali e i componenti della Commissione Tutela forniranno ogni delucidazione utile a verificare ogni specifica situazione e consiglieranno le eventuali azioni legali da intraprendere.

Il numero di telefono da chiamare è 06 3600 2758, attivo ogni lunedì e mercoledì dalle 10:00 alle 13:00. Inoltre, l'Ordine degli Psicolgi del Lazio, ha redatto un breve eBook gratuito nel quale si illustrano le competenze proprie dello Psicologo e i requisiti formativi e legali che legittimano l'esercizio della professione.

L'eBook inoltre indica alcune domande utili a valutare la correttezza della prestazione professionale ricevuta; oltre ad indicare le modalità per segnalare all'Ordine e all'Autorità Giudiziaria un caso di presunto esercizio abusivo della professione. 

L'eBook è direttamente consultabile previa registrazione al sito:
http://www.ordinepsicologilazio.it/abuso-professione

Per verificare se uno psicologo è iscritto all'Ordine degli Psicologi visita la seguente pagina:
https://areariservata.psy.it/cgi-bin/areariservata/albo_nazionale.cgi

Il reato di abuso della professione di psicologo si configura se il sedicente specialista promette che il suo intervento è in grado di “incidere sulla sfera psichica”, così stabilisce una recentissima sentenza della Cassazione depositata il 22 Agosto 2017, la n.39339, sentenza che ha condannato in via definitiva, Vito Carlo Moccia, fondatore dell'associazione Archeon e i suoi collaboratori.

Il sig.Moccia conduceva seminari formativi su un metodo Archeon e svolgeva attività di “diagnosi e psicoterapia” rivolta a persone che vivevano un disagio psicologico.
In sostanza, utilizzando le informazioni che i pazienti davano sulle loro vite private, i “guru” dell'Associazione insinuavano terribili sospetti sul loro passato, allontanandoli dagli affetti familiari, facendo quindi “terra bruciata” intorno ai malcapitati.

La dott.ssa Lorita Tinelli, psicologa che si occupa da molti anni di consulenza per l'aiuto alle vittime di controllo mentale e di abuso psicologico da parte di sette, sedicenti carismatici e gruppi a carattere totalitario, si è occupata di questo processo fin dall'inizio in qualità di consulente tecnico del Tibunale di Bari.
Il ricorso sul quale si sono pronunciati i giudici riguardava fra i vari aspetti il reato di esercizio abusivo della professione di psicologo.

La tesi sostenuta da ricorso, infatti, affermava che il “guru” dell'associazione, Moccia Vito Carlo, non si sarebbe mai spacciato per psicologo, ma avrebbe utilizzato un metodo “non psicologico” (n.d.r.) per “trattare” i pazienti, cioè il metodo Archeon (o Arkeon), una variante del metodo Reiki (una pratica spirituale di pseudo-guarigioni basate sull'imposizione delle mani sul paziente).

La Cassazione, però, ha rifiutato anche questa motivazione, sostenendo che: ”non è necessario che il soggetto non qualificato si avvalga delle metodologie proprie della professione psicoterapeutica, ma è sufficiente che la sua azione incida sulla sfera psichica del paziente con lo scopo di indurne una modificazione che potrebbe risultare dannosa”.

Questa è l'ennesima vittoria giuridica per la tutela della professione, infatti la Legge si è espressa anche sul fatto che un abusivo non può difendersi dicendo che non faceva diagnosi (la Cassazione ha sottolineato anche che intrattenere approfonditi colloqui “su aspetti intimi della vita dei pazienti, per diagnosticare problematiche psicologiche eventualmente all'origine di disturbi da loro lamentati” è già attività di diagnosi psicologica).
Inoltre non può nemmeno affermare di non commettere abuso poiché non utilizza “tecniche psicologiche”, se il fine dell'attività prestata è quello di modificare la sfera psichica del soggetto.

Solitamente di fronte all'accusa di esercizio abusivo della professione di psicologo le risposte più frequenti sono:
“non sono uno psicologo, sono un counselor” oppure “sono un operatore olistico che utilizza la tecnica...e qui si apre un universo infinito che va dalla coccoloterapia alle pratiche scopiazzate dalle varie discipline orientali fino ad arrivare al coaching e chi più ne ha più ne metta.

Mauro Grimoldi, psicologo ed ex Presidente dell'Ordine Psicologia Lombardia, inoltre evidenzia: ”Una seconda categoria di giustificazioni dei nostri potenziali abusivi (...) ha che fare con l'uso di strumenti e tecniche di natura non psicologica (...). Questo secondo problema è stato recentemente risolto dalla Cassazione, che nel condannare Vito Carlo Moccia come guru del metodo Archeon con la sentenza 39339 del 2017 ha chiarito, ora e forse per sempre un problema che potremmo definire “di prospettiva” e che sarà estremamente utile nella definizione dei futuri procedimenti per esercizio abusivo della professione di psicologo.

Il punto non è quale tecnica decida di utilizzare l'abusivo, che non essendo psicologo non è affatto tenuto a conoscerne teoria e tecniche psicologiche.

La ragione stessa per cui esiste. Il reato di esercizio abusivo della professione di psicologo e di psicoterapeuta è del resto evitare quella particolare e insidiosa forma di “truffa” che induce il paziente, direttamente o indirettamente a credere che l'abusivo possa fare qualcosa di buono per migliorare il proprio stato psichico.

Sentenze importanti come la 14408 del 2011 ci hanno già detto che perfino il semplice colloquio può rappresentare una “tecnica” se ha una specifica finalità (si parla di finalità teleologica, ovvero di orientamento di un azione a uno specifico fine). Oggi la sentenza 39339 ci dice di più: “non è necessario” - recita la sentenza - “che il soggetto non qualificato si avvalga di una delle metodologie proprie della professione psicoterapeutica, ma è sufficiente che la sua azione incida sulla sfera psichica del paziente con lo scopo di indurre una modificazione, che potrebbe risultare dannosa”.

È, questo, un passaggio nuovo in giurisprudenza e decisamente fondamentale! Non tanto perché nel caso specifico del Sig. Moccia il tema riguardasse la promessa implicita di operare una valutazione e diagnosi e, attraverso questa, di incidere sulla psiche del paziente attraverso un processo di cura, quanto proprio perché propone in un certo senso una rivoluzione copernicana: al centro del reato di esercizio abusivo di professione psicologica non c'è la tecnica, ma il paziente.

Se “prometti” di fare qualcosa che induca un cambiamento positivo nello stato psichico di una personapaziente l'esercizio abusivo di professione psicologica è già un dato di fatto.

Un'altra e precedente sentenza affermava che in caso di lucro, cioè se si chiede un corrispettivo è una dimostrazione sufficiente che si è effettua un atto caratteristico di quella professione, quindi se c'è passaggio di soldi, l'esercizio abusivo è facilmente dimostrabile.

La conseguenza di questa sentenza è radicale. Se l'ideatore di una fantomatica setta induce delle persone a credere di poter ricevere un beneficio rispetto al proprio stato psichico utilizzando strumenti e tecniche di origine varia ed eventuale, non ha alcuna importanza l'origine di queste tecniche, se il guru sia colto o ignorante di psicologia, e che cosa realmente egli offra ai suoi sofferenti “discepoli”: ciò che conta è solo ed esclusivamente il fatto che gli prometta più o meno esplicitamente di regalare ad essi un beneficio sul piano psicologico.

È importante perché sono moltissimi i soggetti, dei pranoterapeuti ai counselor passando per i pedagogisti clinici e i filosofi pratici a improvvisare “valutazioni” dello stato psicologico dei propri pazienti e poi promettendo benessere quando non vere e proprie presunte “cure”.(...)Già negli anni scorsi la Suprema Corte aveva chiarito alcuni punti essenziali, tra i quali il fatto che fosse sufficiente un unico atto di esercizio abusivo della professione perché si potesse configurare il reato ex art 348 c.p., il fatto che non sia necessario un pagamento per configurare l'esercizio abusivo di professione ma anche che quando tale pagamento c'è diventa facile dimostrare l'esercizio di abusivismo della professione di psicologo.

Pertanto, questa sentenza pone un ulteriore importantissimo tassello sul piano della tutela della professione di psicologo, infatti chiarisce la centralità delle convinzioni del paziente di fronte alla natura truffaldina di chi millanta una competenza professionale, che non può utilizzare con il paziente senza un'adeguata formazione specialistica.”

Vale la pena ricordare che per diventare psicologi abilitati occorre conseguire una laurea magistrale(quinquennale) in Psicologia, affrontare il Tirocinio post-lauream (annuale) e superare l'esame di Stato che consente l'iscrizione all'Ordine professionale degli Psicologi e che, tale percorso di formazione, ha la durata di sei anni, ai quali si aggiungono altri quattro anni qualora lo psicologo decida di specializzarsi in Psicoterapia.

Va inoltre evidenziato che durante il corso di specializzazione, lo psicologo deve affrontare un secondo tirocinio e un percorso di psicoterapia personale certificato della durata di minina due anni.

Sempre il dott.Grimoldi sottolinea come: "Ancora oggi il reato di esercizio abusivo di professione psicologica è e rimane uno tra i più difficili da perseguire ma non per ragioni tecniche o per l'ambiguità della nostra professione, ma solo per la reticenza a denunciare di chi si è rivolto ad un falso psicologo mettendo in risalto quella che rischia di apparire una leggerezza o una fragilità personale."

L'esercizio abusivo della professione di Psicologo, non può essere debellato a colpi di sentenze penali, è tuttavia doveroso informare l'utenza sull'esito di questi procedimenti penali e sui servizi che l'Ordine degli Psicologi mette a disposizione, al fine di tutelare in modo efficace il diritto alla salute intesa come stabilito dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) già dal 1948 come: ”stato di completo benessere fisico, psichico, sociale e non come semplice assenza di malattia”.

Infine c'è da evidenziare che l'attività di tutela della professione di Psicologo è affidata dalla Legge n.56 del 1989 al Consiglio dell'Ordine degli Psicologi, come recita l'art.12 lettera h: ” vigila per la tutela del titolo professionale e svolge attività dirette a impedire l'esercizio abusivo della professione”.

http://www.psicoterapeuta-pescara.it/docs/modulo-segnalazione-abuso.pdf

 

FONTI:

 

Data pubblicazione: 27 settembre 2017 Ultimo aggiornamento: 17 ottobre 2017

37 commenti

#1
Utente 465XXX
Utente 465XXX

Questo articolo mi lascia molto perplesso.

Premetto che ho avuto esperienza diretta in famiglia con psicologi degni di stima, di quelli bravi che sanno quello che fanno e ti aiutano veramente, in modo simile a come fa un medico specialista anche se uno psicologo non si può considerare un medico e svolge una professione di tipo diverso e forse un po' più difficilmente "decifrabile". Anzi, se oggi ho un lavoro che mi dà soddisfazione è anche grazie a non uno, ma due psicologi (bravi davvero) che sono stati vicino alla mia famiglia in momenti difficili.

Detto questo, io non potrei mai credere che Lorita Tinelli sia una buona psicologa, visto quello che scrive e come si comporta.

Certo che nessuno dotato di un minimo di cervello si farebbe tagliare i capelli da un giardiniere! Però l'esempio non calza, perché quello del giardiniere è un lavoro per lo più manuale e materiale (al massimo ci vuole un po' d'occhio per l'estetica, se proprio) mentre quello dello psicologo è tutta un'altra cosa, non è neanche paragonabile al lavoro né di un parrucchiere né tanti altri lavori. Per cui c'è un passaggio logico del tutto sbagliato.

Il fatto che uno psicologo sia iscritto all'ordine non ne fa un buono psicologo, come nel caso di Lorita Tinelli, mentre il fatto che non sia iscritto non fa di lui un cattivo psicologo, come nel caso di Raffaella Di Marzio e di Vito Carlo Moccia.

L'ordine degli psicologi in sé non è una garanzia di capacità professionale, esattamente come succede con i geometri e i commercialisti, essere iscritti a volte può essere solo indice di protezioni politiche più che di meriti professionali.

#2
Dr. Dott.francesco Malvasi
Dr. Dott.francesco Malvasi

Grazie, Collega, per aver dato ampia visibilità e corretta informazione ai cittadini.
Ricollegandomi a quanto hai pubblicato, invito i Lettori a connettersi a www.francescomalvasi.org, cliccare su Pubblicazioni, e leggere il caso della "Vanna Marchi" di quella che lei stessa definisce da più di 30 anni or sono psicoterapia, somministrando anche test psicologici, formulando diagnosi ecc., a MATERA.

#3
Utente 465XXX
Utente 465XXX

Un'altra notazione che a mio parere squalifica un po' questo articolo e lo rende facilmente interpretabile come tentativo di difendere o reclamizzare la propria categoria, piuttosto che di fare informazione: l'articolo riferisce "molti hanno definito Arkeon una psicosetta"... peccato che il tribunale invece ha stabilito senza incertezze che quella era un'invenzione della Tinelli. Bisognerebbe leggere le carte, parlano chiaro.

#4
Dr. Dott.francesco Malvasi
Dr. Dott.francesco Malvasi

Utente 465202, il fatto che lei non mostri la sua vera identità la dice lunga.
Sia io che la stimatissima Dottoressa Sabrina Camplone abbiamo il dovere deontologico di salvaguardare i cittadini da falsi e sedicenti professionisti.

Ci piacerebbe tanto conoscere quale specie di individuo si nasconda dietro a 6 insignificanti cifre.

#5
Dr.ssa Sabrina Camplone
Dr.ssa Sabrina Camplone

Gent.le Utente 465202,
si reclamizzano i prodotti commerciali non le categorie professionali.
Gli psicologi appartengono ad una categoria professionale quotidianamente attaccata da un sedicenti "professionisti" nei quali si imbattono moltissime persone in un momento di fragilità del loro percorso di vita.
In qualità di professionista ritengo un imperativo etico informare e sensibilizzare l'opinione pubblica su questi temi, e non a caso l'Ordine degli Psicologi ha pubblicato l'ebook, citato al termine dell'articolo, e creato un servizio di consulenza legale rivolta al cittadino.
La Cassazione ha emesso una condanna per il reato di esercizio abusivo della professione di psicologo,
se quelle della dott.ssa Tinelli fossero state "invenzioni" sarebbe stata querelata per il reato di diffamazione, ma le conclusioni della sentenza della Cassazione escludono questa possibilità.
La sentenza è pubblicata in rete la invito a rileggerla così ne comprenderà meglio il significato nonché le sue implicazioni e in particolare come ho scritto:

"“non è necessario” -recita la sentenza- “che il soggetto non qualificato si avvalga di una delle metodologie proprie della professione psicoterapeutica, ma è sufficiente che la sua azione incida sulla sfera psichica del paziente con lo scopo di indurre una modificazione, che potrebbe risultare dannosa”. È, questo, un passaggio nuovo in giurisprudenza e decisamente fondamentale!
Non tanto perché nel caso specifico del Sig. Moccia il tema riguardasse la promessa implicita di operare una valutazione e diagnosi e, attraverso questa, di incidere sulla psiche del paziente attraverso un processo di cura, quanto proprio perché propone in un certo senso una rivoluzione copernicana: al centro del reato di esercizio abusivo di professione psicologica non c’è la tecnica, ma il paziente.
Se “prometti” di fare qualcosa che induca un cambiamento positivo nello stato psichico di una persona-paziente l’esercizio abusivo di professione psicologica è già un dato di fatto."

#6
Dr.ssa Sabrina Camplone
Dr.ssa Sabrina Camplone

Gent.le Utente 465202,

"io non potrei mai credere che Lorita Tinelli sia una buona psicologa, visto quello che scrive e come si comporta"

questo è un suo parere personale, l'imputato non era la dott.ssa Tinelli ma il Sig. Moccia

"L'ordine degli psicologi in sé non è una garanzia di capacità professionale"

L'Ordine professionale certifica la professionalità dello specialista altrimenti chiunque potrebbe chiedere di iscriversi all'albo degli Psicologi e in questo modo non sarebbe possibile alcuna forma di tutela nei confronti dell'utenza.
L'appartenenza all'Ordine professionale inoltre impegna lo psicologo al rispetto del Codice deontologico e lo espone al rischio di un provvedimento disciplinare in caso di violazione.
Nel 1989 è stata emanata la legge n. 56 che ha definito e regolamentato la professione dello Psicologo, cito testualmente l'articolo 1 : "La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito".

Il grado di soddisfazione dell'utente che fruisce del servizio professionale offerto dallo psicologo non può e non deve essere generalizzato e/o strumentalizzato per oggettivare una valutazione soggettiva, che può anche essere legittima ma resta circoscritta all'esperienza di quella persona.
Qualora la persona ritenga che lo psicologo al quale si è rivolta abbia violato il codice deontologico o abbia commesso una qualsivoglia forma di abuso ha tutto il diritto di sporgere denuncia, per questo è fondamentale che ci sia una cornice istituzionale e giuridica che definisca le nostre responsabilità, altrimenti si alimenterebbe ulteriormente la confusione che si sta creando da qualche anno a questa parte.
Non a caso, questa è solo l'ultima di una serie di sentenze che non sono altro che la punta dell'iceberg di un fenomeno che riguarda il proliferare di piuttosto preoccupante di figure pseudo-professionali, che con la loro incompetenza mettono a rischio quando non danneggiano gravemente, la salute menatale delle persone.

#7
Utente 465XXX
Utente 465XXX

Il vostro modo di rispondere è piuttosto indicativo di quanto dev'essere scoperto il nervo che ho toccato. Niente di strano, avrei dovuto aspettarmelo.

@Malvasi
Complimenti per l'aggressività. Quando mi sono registrato su questo sito ho indicato tutti i miei dati, come facevo a sapere che il sistema mi avrebbe assegnato il tal codice? Se c'era la possibilità di inserire un nome utente l'avrei fatto, non vedo il problema. Magari c'era e io non l'ho visto. In tal caso errore mio e chiedo scusa. Mi chiamo Mario Casini. Noto che esprimere un'opinione qui non è cosa molto gradita, se diverge appena appena dalla corrente.

@Camplone
Non discuto né ho minimamente messo in dubbio il giudizio del tribunale in merito al reato per cui si è espresso, al contrario ho sottolineato altri punti delle sentenze che puntualmente la Tinelli passa sotto silenzio... per forza, non tirerebbe acqua al suo mulino; e purtroppo vedo che lei fa altrettanto.

Speravo di stimolare una chiacchierata costruttiva mettendo in luce qualche punto discutibile, se vi sono parso sgarbato (anche se non mi sembrava) mi spiace... ma vedo che invece il vostro comportamento è tutt'altro che da "animali sociali", al contrario prima ancora di esaminare (e magari elaborare) i punti che mi sono permesso di sottoporvi, vi scagliate contro di me spostando l'attenzione.

Sembra più una reazione da stadio che da psicologo.

#10
Dr.ssa Sabrina Camplone
Dr.ssa Sabrina Camplone

Gent.le Sig. Casini,
è Lei che sta cercando di spostare l'attenzione sulla dott.ssa Tinelli quando non è la Collega il focus dell'articolo e tanto meno della notizia.
Cordiali saluti e Buona domenica.

#11
Dr.ssa Sabrina Camplone
Dr.ssa Sabrina Camplone

Gent.le dott.Marino,
ti ringrazio ma credo che di non avere alcun merito, se non quello di aver riportato la notizia relativa alla sentenza di condanna della Cassazione, tra l'altro non è la prima e temo non sarà nemmeno l'ultima.
Inoltre l'intento dell'articolo è quello si maggiore visibilità ad informazioni utili all'utenza relative ai servizi che l’Ordine degli Psicologi ha istituito per combattere l'esercizio abusivo della professione di Psicologo.
Buona domenica.

#12
Dr. Dott.francesco Malvasi
Dr. Dott.francesco Malvasi

Invito i lettori del blog a visitare:
http://www.angeloconforti.it/storie_ital/psico/psico2.htm.

Anche qui, come nel caso Moccia, abbiamo a Fidenza (Parma) un ancora irrisolto caso di esercizio abusivo della Professione di psicologo da parte di un tale, Antonio Fratini (si fà chiamare "ANTOINE") fondatore di una insesistente e non riconosciuta società di psicoanalisi. Si dichiara anche "psicoanimista e onirologo" ????? IL SOLO TITOLO DI STUDIO del quale è in possesso è la Licenza di terza media. In merito è intervenuto più volte anche l'Ordine degli Psicologi della Emilia-Romagna, ma l'abusivo continua imperterrito il suo disonesto lavoro. Dateci un'occhiata!

#13
Dr.ssa Lorita Tinelli
Dr.ssa Lorita Tinelli

Gentilissima Collega,
Ti ringrazio per aver parlato della vicenda Arkeon e del suo esito giudiziario. E' stato un percorso lungo e complesso, come tutte le vicende che si discutono in tribunale, ma finalmente si è concluso con sentenza definitiva e inappellabile. Non sto qui a ricostruire tutta la vicenda, complessa per l'appunto, che sarà argomento di una successiva trattazione scientifica che sto elaborando assieme ad un gruppo di colleghi, tra cui anche giuristi, ma vorrei fare un piccolo accenno agli effetti collaterali di questa vicenda, ben rappresentati, in questa sede dall'azione di tal 'Mario Casini'. In questa intervista (https://quotidianodibari.it/io-perseguitata-e-minacciata-da-arkeon/), rilasciata anni fa, raccontavo cosa avesse comportato per me la questione Arkeon. Da allora finti profili e finti nomi, tutti riconducibili alle medesime persone continuano a 'ruttare nella rete (citazione odierna di Massimo Gramellini)" con una ossessività che pone seri dubbi sulla salute mentale degli stessi. Dico questo proprio per inquadrare ulteriormente il reale contesto degli interventi dell'anonimo 'Mario Casini' in questa pagina e in altre. Termino con un link al mio sito, con ulteriori riflessioni sull'intero caso e il riferimento a tutte le sentenze relative ad Arkeon, sia del Tribunale di Milano sia di quello di Bari, per avere una più ampia idea del fenomeno (http://www.loritatinelli.it/2017/08/23/vito-carlo-moccia-guru-di-arkeon-condannato-definitivamente/). Cordialmente Lorita Tinelli

#14
Utente 465XXX
Utente 465XXX

Visto che il commento di Lorita Tinelli mi menziona (con il solito attacco ad hominem), rispondo.
Probabilmente quando parla di falsi profili si riferisce a quello della sua amica e collega "anti-sette" Sonia Ghinelli alias "Ethan Garbo Saint Germain", tanto attivo quanto evidentemente e ormai notoriamente fasullo.

Link rimosso dallo staff.

PS. Ho tentato di modificare l'account per far visualizzare il mio nome ma non ci sono riuscito. Pardon.

#15
Dr. Luigi Corvaglia
Dr. Luigi Corvaglia

“Il fatto che uno psicologo sia iscritto all'ordine non ne fa un buono psicologo, come nel caso di Lorita Tinelli, mentre il fatto che non sia iscritto non fa di lui un cattivo psicologo, come nel caso di Raffaella Di Marzio e di Vito Carlo Moccia.”

Credo che questo periodo sia quello che racchiude il succo del pensiero del signor Casini. In altri termini, la squalifica di una professionista iscritta all'albo e la valorizzazione di due non iscritti, dei quali uno addirittura condannato per abuso della professione. Ora, tralasciando l' ingrato giudizio sulla dottoressa Tinelli, basato su “ciò che scrive” - in pratica, sulle sue opinioni... - , perché scendere negli attacchi come nelle difese ad personam non è trappola in cui uso scendere, qualche commento sento di poterlo fare. Innanzitutto, se è vero che l'iscrizione ad un ordine non sia garanzia di essere buoni psicologi, è almeno garanzia di avere affettuato studi e tirocinii definiti e controllati, a garanzia dell'utenza, cosa che di certo non figura nel curriculum del citato signor Moccia. E' qui che scorgo un “simpatico” paradosso. Infatti, Il dato oggettivo che il Moccia, qui definito buono psicologo, non si sa se per esperienza personale o semplice preferenza per l'improvvisazione e l'utilizzo selvaggio di tecniche para-psicologiche, sia stato condannato pare non rivestire alcun valore. Ciò squalifica il giudizio di un tribunale che invece diventa parola di qualche Sacra Scrittura quando rigetta l'accusa ad Arkeon di essere una “psicosetta”. Per inciso, il fatto che "molti hanno definito Arkeon una psicosetta" non è certo affermazione sbagliata. Per dirne uno, io sono stato fra questi.
Vede, signor Casini, indipendentemente dal caso di specie, ritengo che il mondo sia migliore quando chi opera sui corpi o sulle menti possa dimostrare di aver praticato percorsi riconosciuti e peggiore quando chi invece non può farlo viene supportato da una rete di spargitori di fango professionali sempre pronti a dare addosso a chi, da volontario e con pochi mezzi, tenta di arginare gli abusi psicologici e le vessazioni di una rete di guru e fiancheggiatori senza scrupoli.

#16
Utente 465XXX
Utente 465XXX

Non so se questo mio commento sarà visibile, noto con rammarico che la censura è ben attiva e vigile anche su questo sito, per cui il mio precedente è occultato ai più.
Comunque, non posso che convenire con il dott. Corvaglia sul (l'unico) suo asserto secondo cui (estendo) è assolutamente e innegabilmente indispensabile che chi svolge una data professione sia qualificato e abbia credenziali, bagaglio culturale ed esperienza per farlo, più che mai se si occupa di cose tanto delicate e "insostituibili" come i nostri cervelli!
Su tutto il resto ho già detto la mia e mi sembrerebbe superfluo ripetermi. Aggiungo solo che è facile bollare un'affermazione come "opinione" nascondendo il riferimento che ho portato a un blog che contiene (e via via conterrà) dovizia di elementi in proposito.
Resto infatti con l'amaro in bocca per questo continuo soffocare opinioni altrui.
Mario

#17
Dr.ssa Lorita Tinelli
Dr.ssa Lorita Tinelli

Ti ringrazio Luigi per il tuo chiarissimo intervento su quelle che sono le dinamiche in questione. Del resto Mario Casini non fa altro che confermarle ogni volta che scrive qui e altrove. Nonostante tu abbia scritto qui che anche tu hai definito Arkeon una psicosetta, il pensiero di Casini è unilaterale da 11 anni. Colpire me a prescindere. E' ovvio che nonostante le sentenze, nonostante le opinioni di altri, nonostante i dati oggettivi di realtà io rappresento per lui l'elemento da distruggere, proprio da disegno hubbardiano (leader di scientology). Io sono il nemico numero uno per aver sollevato una coltre. In fondo è una reazione tipica di certi ambienti e già consolidata nei gruppi mafiosi.

#19
Utente 465XXX
Utente 465XXX

Errata corrige: il mio commento (#14) è tornato visibile.
Inutile invece esprimermi sui "ricamini" di Lorita Tinelli, che sconfinano nella calunnia (<<mafiosi>>!?!), si qualificano da sé.
Mario

#23
Utente 465XXX
Utente 465XXX

... e adesso il mio commento (#14) è visibile, ma è stato rimosso il link al sito che avevo consigliato. Mi pare, il vostro, un "fare informazione" un po' troppo a senso unico.

Gradirei però replicare ad alcune affermazioni.


@Tinelli

Non so con chi mi confonde, ma io non «mi occupo di questa materia da 11 anni», ma da molto meno. Per quanto riguarda il teorema «Arkeon-psicosetta», indipendentemente da chi abbia usato questo termine, è un fatto che come tesi accusatoria è stato smontato dalle risultanze processuali. Quanto al «disegno hubbardiano» cui fa riferimento, è un suo personale convincimento basato su chissà quali processi mentali, e le viene buono come metodo per etichettare chi si permette di esprimere opinioni che lei non condivide. Un interlocutore con cui però rifiuta il confronto parlandone in terza persona come se non fosse presente. Un atteggiamento che francamente non mi attenderei da parte di chi si proclama (a caratteri cubitali) esperto della psiche.


@Corvaglia

Vorrei replicare su alcuni punti:

<<"Ora, tralasciando l' ingrato giudizio sulla dottoressa Tinelli, basato su “ciò che scrive”>>

Mi pare che lei salti un passaggio. Dicevo: «visto quello che scrive e come si comporta», quindi non consideravo solo ciò che scrive. Anche se, a dirla tutta, certe sue esternazioni anche recentissime sono più che sufficienti per farsi un'idea. Lei che è suo amico su Facebook sa bene di cosa parlo.

<<Il dato oggettivo che il Moccia, qui definito buono psicologo, non si sa se per esperienza personale o semplice preferenza per l'improvvisazione e l'utilizzo selvaggio di tecniche para-psicologiche, sia stato condannato pare non rivestire alcun valore.>>

Le suggerisco una rilettura più attenta del mio commento, visto che non ho mai «definito buono psicologo» il Signor Moccia. Ho invece scritto che «il fatto che non sia iscritto non fa di lui un cattivo psicologo, come nel caso di Raffaella Di Marzio e di Vito Carlo Moccia». Brutto vizio quello di alterare il senso di quel che viene scritto per mettere in cattiva luce qualcuno che dice cose non gradite. Se non le gradisce, eviti di leggerle, non è un obbligo; ma non cerchi, mentendo, di attribuire cose non dette.

<<Ciò squalifica il giudizio di un tribunale..>>

Assolutamente no! Anche questa affermazione travisa la realtà, non ho mai scritto nulla di simile, né ho espresso opinioni che lo possano far pensare! Un bel tentativo (fallito) di far credere che io abbia voluto screditare l'operato dei giudici. Niente di più falso. Come ho ribadito in seguito, il tribunale ha applicato correttamente una legge, ma questo non significa che la famigerata legge Ossicini sia una legge universalmente ritenuta giusta: al contrario. Quella sì che la critico e mi auguro che qualcuno vi metta mano per riformarla radicalmente come Dio comanda. Ribadisco che psicologi davvero bravi e competenti ce n'è, e ne verrebbero solo esaltati. Spiccherebbero, come sarebbe giusto fosse.

<<Per inciso, il fatto che "molti hanno definito Arkeon una psicosetta" non è certo affermazione sbagliata. Per dirne uno, io sono stato fra questi. >>

E questo fatto non lo rende più vero, semmai il contrario.

<<Vede, signor Casini, indipendentemente dal caso di specie, ritengo che il mondo sia migliore quando chi opera sui corpi o sulle menti possa dimostrare di aver praticato percorsi riconosciuti>>

Qui finalmente mi degna di una comunicazione diretta: quale onore! Per i corpi sono certamente d'accordo, e la cosa non è in discussione. Per le menti mi permetto di dissentire. Ma qui siamo nel campo delle opinioni e le lascio volentieri la sua.

Mario

#24
Utente 466XXX
Utente 466XXX

Buongiorno, sono stato un adepto di Arkeon per più di 10 anni. Sono tra quelli che si è allontanato dalla propria famiglia perché indotto a credere che mio padre avesse abusato di me da piccolo col consenso di mia madre. Erano le teorie del Moccia. Sono uno di quelli che ha denunciato la dott.ssa Tinelli su comando, pur non avendo visto la trasmissione incriminata. Abbiamo vissuto insieme a mia moglie un clima di tanta rabbia nei suoi confronti, partecipato a riunioni dove si meditava vendetta. Moccia ci diceva di stare tranquilli, che l'avremmo schiacciata come chicchi di riso. La mia rabbia in un primo momento era nei confronti di chi stava minando il mio mondo. Non avevo più una famiglia. Dove saremmo andati io e mia moglie? Poi pian piano quelle riunioni mi sono sembrate esagerate, quello che accadeva in internet, eccessivo. Ho iniziato per la prima volta a leggere e ad ascoltare chi ci criticava. E' stato doloroso. Mia moglie stava facendo un percorso analogo al mio. Poi Carlo si è suicidato, forse anche per tutta quella aggressività e li ho deciso di andare a trovare la Tinelli con mia moglie. Volevo guardarla in faccia. Ci ha accolto, nonostante sapesse che l'avevamo denunciata, ci ha ascoltato con molta professionalità, senza giudicare. Non era un mostro. Fuori dal suo studio siamo andati a rimettere la querela e nei giorni successivi ci siamo riconciliati con le nostre famiglie. Superare le terribili teorie cui ci aveva convinto il percorso Arkeon non è stato semplice. Siamo ricordi ad una vera psicoterapia. Sono contento per la condanna. Devo molto alla dott.ssa Tinelli per averci resi liberi. Siamo in tanti a pensarla cosi. Mi dispiace che l'odio verso di lei persista, in maniera indegna. Peccato che non si voglia capire che le indagini e le condanne non sono azioni della Tinelli, ma di organi istituzionali.
Nick

#25
Ex utente
Ex utente

Ho seguito questa conversazione e ho condotto alcune ricerche anche altrove sui commenti pubblicati da Lorita Tinelli e altre persone in materia. Premetto che non credo all’efficacia degli ordini professionali che sono un’invenzione totalmente italiana, che risale al periodo del fascismo e che sono stati criticati ampiamente da voci sicuramente più autorevoli della mia perché creano caste professionali basate unicamente su privilegi senza dare nessuna reale garanzia ai cittadini.
Credo che sia sufficiente condurre una ricerca anche casuale su Internet per constatare come stanno le cose. Cito Wikipedia che alla voce “ordine professionale” riporta: “Spesso si verificano episodi di cartello (annullamento della concorrenza), e alcune volte episodi di mobbing verso utenti che denunciano il malcostume. Ad esempio, nei casi di ‘malasanità’ o ‘sanitopoli’, l'Ordine dei Medici ha nel passato fatto quadrato attorno a personaggi molto discutibili, o espulso chi denunciava pratiche scorrette”.
Nel caso particolare dell’ordine degli psicologi, ci troviamo in situazioni spesso paradossali come descritto nell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera lo scorso 3 febbraio dove si riporta che 7 membri del consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, tra cui l’ex-presidente, minacciano le dimissioni perché non sono d’accordo con il resto del Consiglio lombardo dell’Ordine (in totale 15 membri) sull’esecuzione di una perizia in tribunale http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_febbraio_03/padre-condannato-abusi-psicologi-c5716af4-e9e7-11e6-a07b-65e8492406d6.shtml . Mauro Grimoldi, ex presidente, dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia dichiara al giornalista che lo intervista: “La perizia è la summa di tutto ciò che non si dovrebbe fare in sede di esame. Il Consiglio non è stato in grado di valutare tutta la gravità dell’atto e delle sue conseguenze”. Gli psicologi “dissidenti” nei confronti dei loro stessi colleghi hanno anche dichiarato che la perizia era stata «così platealmente suggestionata da rendere assolutamente probabile un esito non veritiero». E sulla base di tale perizia un uomo è stato condannato.
Quindi vediamo che persino le autorità più eminenti dell’Ordine non riescono a mettersi d’accordo tra loro su quale sia uno standard accettabile per la professione e si accusino a vicenda, coinvolgendo nel coro anche le critiche dei membri di altri ordini. Della vicenda, un neuropsichiatra infantile, Giuseppe Benincasa, dice: “La perizia è stata condotta in modo assolutamente inadatto a giungere a qualunque conclusione”, mentre il pediatra Vittorio Vezzetti la presenta come «emblematica di un possibile falso abuso», denunciando i mancati accertamenti «contro ogni forma di tutela e contro le linee guida internazionali».
E i casi non si fermano qui, basta ricordare il caso di C.M. nel 2012 dove la Corte di Cassazione ha negato l’accesso alla professione a un laureato in psicologia che aveva numerosi reati penali alle spalle tra cui anche una condanna per esercizio abusivo della professione. C.M. pur essendo uno psicologo regolarmente laureato, aveva totalizzato 60 reati accertati di vario tipo. http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/cassazione-condanne-penali-psicologo-esercitare-1070698/
L’appartenenza a un albo professionale oppure a un ordine professionale in Italia non offre nessuna garanzia reale al pubblico e anzi alimenta false aspettative. Osservando i “contributi” sulla Rete di Lorita Tinelli sono stata colpita da una frase che ho trovato su Facebook dove lei dice: “Che poi scappo solo per togliermi dall’attenzione degli psicopatici, che se fosse per istinto, farei quel che mi riesce meglio al poligono”.
Forse l’iscrizione all’Ordine degli Psicologi prevede anche la concessione del porto d’armi?

#26
Dr.ssa Lorita Tinelli
Dr.ssa Lorita Tinelli

Gentilissima Signora Masotti,
leggo il suo commento e noto che Lei cita un mio post, fuori contesto, tratto dalla mia pagina facebook, dove verifico non averla tra i miei contatti. Che dire? Ritengo che estrapolare una frase da un contesto non renda sempre l'idea corretta delle cose. Anzi rappresenta un'abitudine a volersi convincere del proprio pregiudizio su qualcuno e a voler diffondere quella propria e personale idea.
Per sua informazione e tutela, io non posseggo un porto d'armi nè un'arma, ma avendo frequentato un corso di criminologia dove c'erano laboratori di balistica, mi è permesso di tanto in tanto frequentare un poligono di tiro. Ovviamente, se si informa, è possibile accedervi previa certificazione psichiatrica attestante il buon grado di salute mentale del fruitore della struttura.
Tengo a precisare questo anche perchè, in un momento caldo come l'attuale, postumo alla sentenza Arkeon, alcune persone manifestano particolare interesse per quello che io scrivo nella mia pagina Facebook, per poter elaborare dossier da inviare come segnalazione a diversi organi ufficiali. E' già accaduto negli anni passati e, diciamo che sia io che gli enti con cui collaboro siamo già abituati a questo. Non dico che queste siano le Sue intenzioni, ma è un riflettere qui, per l'analogia argomentativa, su quanto appreso da certi spazi virtuali in cui si dibatte animatamente di queste stesse argomentazioni.
Ciascuno di noi psicologi ha diritto ad una vita privata, come tutti gli altri. Ciascuno ha diritto a scherzare, a commentare e a dire la propria, utilizzando i social nel modo più normale e spontaneo possibile. A meno che il proprio comportamento pubblico non contrasti con il proprio ruolo professionale. Mi spiego con un esempio: se io ridicolizzassi i miei pazienti, sparlassi dei miei colleghi, aprissi pagine e pagine in rete per sostenere la non professionaità dei miei colleghi e cose simili, se io aderissi a teorie alternative e ne proponessi pubblicamente rimedi curativi ai miei pazienti, etc ... allora mi si potrebbe contestare qualcosa. Io il mio codice professionale credo di conoscerlo abbastanza e ad oggi, nonostante le pretestuose segnalazioni che si sono tentate nei miei confronti presso il mio Ordine di appartenenza, partite tutte dallo stesso ambito, risulto ancora regolarmente iscritta.
Riguardo all'utilità o meno degli Ordini Professionali, come in tutte le amministrazioni vi sono orientamenti di poitica professionale diversa e vanno anche bene i confronti sulle idee differenti. Del resto evviva la democrazia! Ed è un'opinione la sua personalissima quella per cui un ordine professionale non serva a nulla. Come ha precedentemente risposto il collega Luigi Corvaglia, l'Ordine verifica un percorso di formazione e di tirocini che ciascuno di noi iscritti è obbligato a fare. L'Ordine soggiace alla vigilanze del Ministero di Giustizia e nel garantire le attività svolte dai professionisti, anche con funzioni disciplinari, deve attenersi alle leggi dello stato.
Chiaramente tutte le organizzazioni sono fallibili, perchè costituiti da esseri umani. Esattamente come sono gli organi di giustizia. Quante volte i tribunali emettono sentenze errate contro innocenti? Vogliamo sostenere che anche i Tribunali siano inutili, che non offrono alcuna garanzia reale e che alimentano false aspettative?
Detto questo, aggiungo che se vogliamo fare un discorso serio e costruttivo possiamo pure farlo, con tutti i limiti che ha uno spazio del genere, ma se ancora sottilmente si tenta un discorso strumentale e fazioso circa la mia persona e la mia professionalità, io sinceramente me ne sottraggo. E non per paura di qualcosa, ma perchè di simili attacchi meschini francamente mi sono abbastanza stancata. Se anche per Lei io non sono una professionista valida "per quello che dico e per quello che scrivo nella mia pagina facebook" o in qualsiasi luogo ricreativo che io frequenti, può segnalarmi all'Ordine di competenza che ha il potere evidentemente decisionale sulla mia professionalità. Aggiungo però che avendo da anni tra i miei contatti Facebook buona parte dei presidenti dei vari ordini di tutta Italia, che leggono i miei stati, sono sufficientemente "sotto vigilanza". E mi permetta la battuta conclusiva: continuare a sostenere la mia scarsa professionalità in questo modo, lede la mia reputazione professionale. Questo sì che può rappresentare una ipotesi di reato.
Buona giornata

#27
Dr. Dott.francesco Malvasi
Dr. Dott.francesco Malvasi

OTTIMA REPLICA, DOTT.SSA TINELLI, nei confronti di tale "Sabrina Masotti". Avrei voluto rispondere alla Sabrina Masotti allo stesso modo. D'altronde è ben noto, che il Sig. Moccia fosse un ex-rappresentante farmaceutico. NON è in possesso di altri titoli di studio legalmente riconosciuti. Oltre al Ministero della Giustizia, l'Ordine Professionale degli Psicologi, è sorvegliato dal MINISTERO DELLA SALUTE, essendo, la Professione di Psicologo riconosciuta come Professione SANITARIA.

#28
Utente 465XXX
Utente 465XXX

@Sabrina Masotti
È proprio questo che intendevo. Il dott. Corvaglia si metta il cuore in pace con la sua tiritera sulle garanzie di serietà degli iscritti all'ordine. Aggiungo che la dott.ssa Di Marzio è stata costretta a lasciare l'ordine proprio a causa dell'uso strumentale che la Tinelli ha fatto degli esposti all'ordine stesso. E se dovessimo andare a esaminare chi fra le due ha seguito dei percorsi educativi e professionali di qualche valore, non credo che l'ex presidentessa del CeSAP vincerebbe nel paragone.

#29
Utente 465XXX
Utente 465XXX

E' singolare notare come dal fulcro del discorso "CONDANNA IN CASSAZIONE" di Vito Carlo Moccia, si scivoli sempre sulla Dott.ssa Tinelli e poi sulla "Lobby degli Psicologi". Manca l'elemento della "cattiva informazione dei media" e il discorso assieme alle dinamiche non cambiano di una virgola rispetto al 2006, quando tutto il caso è scoppiato.
A me fa sempre un certo effetto notare come tutto sia cristallizzato sui soliti elementi anche ora, con la Sentenza di Cassazione.
Il lavoro che facevamo in Arkeon era un lavoro che riguardava la nostra vita, la nostra identità, la relazione mente/corpo, la ricerca del punto di potere che ci permette di relazionarci al mondo. Esattamente questo ci diceva Moccia, che si presentava come Psicologo, dicendo che era inutile iscriversi all'albo perchè lui aveva metodi "superiori" e che la classe degli psicologi fosse solo una lobby autoreferenziale.
Durante i cerchi ci veniva insegnato di stare in tutte le nostre parti, questo era il motivo del nostro lavoro. Vito ci diceva che la parola GRAZIE era il nostro potere più grande per stare dentro noi stessi. Se qualcuno ci avesse detto "Sei un pezzo di merda", la nostra risposta doveva essere "Grazie", perchè se qualcuno offende delle parti di me, significa che queste parti mi servono e mi servono per guardare una parte di me che io non vedo.
Bè Vito, stacci in questa sentenza, che può esserti utile a riflettere e passare dentro le esperienze che hai fatto vivere a tutti noi ed anche al dolore che, attraverso le tue marionette, infliggi ancora alle persone che hanno avuto il coraggio, che non abbiamo avuto noi, di raccontare quello che era "il lavoro".
Anche io, come l'utente che ha raccontato degli "incontri di rabbia" e di organizzazione di azioni contro la Tinelli, ero presente, ma non ho preso parte al piano della denuncia di massa. Ho approfittato del caos per defilarmela e curare le mie ferite. Ed anche io sono ricorsa ad una vera psicoterapia per destrutturarmi rispetto a quella terribile esperienza, dalla quale temevo di non uscire più.
Voglio ringraziare però la Dott.ssa Lorita Tinelli, che ha dovuto subìre tanto in questi anni, anche ora che sembrava che la Giustizia avesse messo un punto. E' abbastanza palpabile che i messaggi precedenti siano pretestuosi e seguano lo stesso disegno di sempre.
Ricordo con affetto anche Carlo. Amico col quale ho fatto un breve percorso in Arkeon.
Mi dispiace non poter firmare il mio messaggio, ma l'amministrazione del sito ha tutti i dati a me riconducibili

#30
Ex utente
Ex utente

Credo che l’articolo pubblicato sul Corriere della Sera (vedi il mio commento precedente) dimostri la mancanza di un reale standard professionale da parte dell’Ordine degli Psicologi. Se stabilire la qualità dell’operato di uno psicologo diventa una questione di democrazia, allora a che cosa serve un ordine che è naturalmente un ente impositivo che non ha nessun tipo di collegamento con un processo democratico. Non dimentichiamoci che questo tipo di istituzione affonda la proprie radici nel periodo del fascismo di Benito Mussolini. E’ un fatto storico accertato. Quanto alla vigilanza del Ministero di Grazia e Giustizia è limitata ad aspetti di legge che non toccano la professione in quanto tale. Sappiamo benissimo che gli ordini hanno totale autorità ed autonomia nelle procedure disciplinari interne e che l’intervento della magistratura avviene solo in casi eccezionali laddove l’iscritto all’ordine abbia commesso reati penali punibili dalla legge, come nel caso di C.M. che ho citato sopra.
Abbiamo quindi codici deontologici scritti da membri dell’ordine per autoregolamentarsi. Si tratta di un controllo molto labile come evidenziato appunto nel post di Wikipedia. Post che indica come una scarsa fiducia negli ordini sia un opinione condivisa da molti in Italia. Non mi risulta che Wikipedia permetta la pubblicazione di materiale alla leggera.
Nel caso di un tribunale la situazione è ben diversa: un collegio giudicante di magistrati decide in base a leggi scritte dal Parlamento e sulla scorta di indagini, mozioni di accusa e prove a difesa portate da avvocati che non hanno nessun collegamento diretto né con i magistrati né con chi ha scritto la legge.
L’espressione della democrazia consiste proprio in elementi che si controbilanciano, nessuno ha il potere di decisione completa che è invece tipico di un regime totalitario. I Consigli degli Ordini definiscono i propri codici deontologici, spesso più una traccia generale che non una regola precisa, e quindi ne accertano le possibili violazioni e infine decidono sulle eventuali sanzioni. Si tratta di un obbrobrio legale che esiste in questa forma solo in Italia e che è un retaggio del fascio littorio. Un meccanismo anacronistico e che nei fatti non funziona, basta vedere i molteplici casi citati sui media.
Inoltre temo che Lorita Tinelli abbia aspettative infondate nei confronti di ciò che lei definisce “buona parte dei presidenti dei vari ordini di tutta Italia, che leggono i miei stati” e che quindi la pongono sotto vigilanza. Non mi risulta che il presidente di un qualsiasi Ordine professionale sia tenuto a intervenire nei confronti degli iscritti di un altro Ordine. E per quel che riguarda l’Ordine degli Psicologi in particolare, se non intervengono evidentemente condividono il suo stile e il suo approccio.
Personalmente ritengo che qualsiasi presenza pubblica di un professionista, che sia su Facebook oppure in un luogo di intrattenimento, debba conformarsi a un codice deontologico professionale e a un linguaggio decoroso che non sia autolesivo nei confronti di se stessi e dei propri “colleghi”. Tutte le professioni hanno un proprio codice di comportamento e non serve un Ordine per imporlo. Ma ciascuno è naturalmente libero di comportarsi come crede, salvo poi non scandalizzarsi se altri riprendono ciò che ha scritto.
Infine una notizia che è già stata resa pubblica dall’interessata non è protetta dalla legge sulla privacy e tanto meno dalle leggi sulla diffamazione nel momento in cui viene riportata fedelmente, e mi sembra che a questo punto lo sia, come confermato dalla diretta interessata: sempre Lorita Tinelli. Ma d’altro canto tutta questa reazione nei confronti di una singola frase e di una domanda sembra oggettivamente un po’ forzata. Coda di paglia?
La ringrazio comunque per il chiarimento sul poligono: non è rassicurante ma per lo meno chiarisce il contesto. Tutti hanno diritto alla propria privacy e a scherzare, a condizione che lo facciano in un luogo privato. Per quel che riguarda Facebook, qualsiasi informazione pubblicata, anche all’interno di un gruppo ristretto, non è protetta.
Cito il manuale pubblicato dal Garante della Privacy in materia: “I social network sono strumenti che danno l’impressione di uno spazio personale, o di piccola comunità. Si tratta però di un falso senso d’intimità che può spingere gli utenti a esporre troppo la propria vita privata, a rivelare informazioni strettamente personali, provocando “effetti collaterali”, anche a distanza di anni, che non devono essere sottovalutati”. Attenzione quindi agli effetti collaterali. Potremmo definirli come il “contraccolpo dei social media”.
Tra i mezzi di comunicazione citati dal Garante rientrano precisamente Facebook, Twitter e molti altri. Tra l’altro il Garante ricorda sempre nello stesso manuale: “La maggior parte dei siti di social network ha sede all’estero, e così i loro server. In caso di disputa legale o di problemi insorti per violazione della privacy, non sempre si è tutelati dalle leggi italiane ed europee”. Attenzione quindi a sventolare possibili collegamenti con persone più o meno influenti che potrebbero offrire protezione. Qui si entra nel dominio del diritto internazionale che non ha particolari simpatie per strutture anacronistiche come gli Ordini professionali italiani.
Infine non si è protetti nemmeno nel caso in cui il contenuto venga cancellato oppure il proprio profilo venga eliminato del tutto. Infatti sempre il Garante scrive: “Se decidi di uscire da un sito di social network spesso ti è permesso solo di “disattivare” il tuo profilo, non di “cancellarlo”. I dati, i materiali che hai messo on-line, potrebbero essere comunque conservati nei server, negli archivi informatici dell’azienda che offre il servizio. Leggi bene cosa prevedono le condizioni d’uso e le garanzie di privacy offerte nel contratto che accetti quando ti iscrivi”.
Quindi nel momento in cui si pubblica qualcosa su Facebook è a portata di tutti. Consiglio una lettura del manuale del Garante e chissà magari potrebbe anche diventare un tema di aggiornamento professionale per gli iscritti all’Ordine degli Psicologi. Sappiamo bene che la legge non ammette ignoranza.

#31
Utente 465XXX
Utente 465XXX

Come scrivevo l'altro giorno, il tempo passa ma le azioni restano uguali, con il solito gioco delle tre carte. Ebbene insinuare che la Tinelli faccia cose 'terribili' e 'poco etiche' è ormai stato detto e ridetto, scritto e riscritto, per cui NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE. Questa pagina sta diventando come il forum dell'ADUC di tanti anni fa. Dotti, medici e sapienti che attaccavano la Tinelli e tutti coloro che osavano parlare della propria esperienza negativa in Arkeon. LOL!

La curiosità mi ha spinto, però, sul suo profilo Facebook e non mi è parso così disdicevole, anzi noto tante azioni di denuncia e prese di posizioni coraggiose su temi sociali più disparati. Ma io non sono tra i suoi contatti e, forse, lei nasconde 'altrove' i suoi 'peccati più gravi'. ROTFLMAO!

Ma non è la Tinelli il punto focale di questo articolo, non è di una sua condanna che si parla, nè sono delegata/interessata io a farle da difensore. Tuttavia più la si mette in mezzo e più si fa il gioco contrario alle proprie aspettative, cosa che l'esperienza non ha purtroppo insegnato.

Piuttosto nessuno si è fatto una domanda su quello che abbiamo potuto subire noi, "seminaristi di Arkeon". Si parla di ordini e non ordini, di quello che fa la Tinelli e nessuno si pone alcun punto di domanda sui frequentatori di questo 'bravo psicologo' che era Vito Carlo Moccia.

L'articolo parla della condanna di una persona che esercitava abusivamente la professione dello psicologo ed io invito tutti a farsi una idea di quello che accadeva durante i lavori di Arkeon, leggendo la testimonianza che segue del Dott. Carlo Fornesi.
http://testimonianzacontroarkeon.blogspot.it/2011/02/testimonianza-di-carlo-fornesi-sulle.html

Carlo Fornesi era un vostro collega, uno psicologo, che è morto suicida poco prima del processo.

Io so di aver incontrato nel lavoro diverse persone autentiche, che come me hanno dovuto abbandonare, in preda alla necessità di risolvere le proprie ferite, quella 'arroganza di credere di farcela da solo', come diceva Vito, per affidarsi a lui. A lui che non aveva un metodo basato su un costrutto scientifico e che invece sperimentava su di noi il suo perverso narcisismo. Eravamo fragili e siamo stati spezzati da un gioco terribile. Ci penso spesso ai miei compagni di viaggio e spero per loro che abbiano ricostruito i pezzi.
Io ho imparato cosa realmente fosse il 'lavorare su se stessi' grazie ad una brava psicoterapeuta, che mi ha permesso di tornare a vivere, anche se a piccoli passi, ricongiungendomi col mio passato e con la mia famiglia.

#33
Utente 465XXX
Utente 465XXX

@Mario
Vede Mario, se io fossi poco cortese dubiterei che lei e la Sabrina Masotti foste due persone differenti, capitate qui per caso.

Io non sono stata testimone del processo perchè a quei tempi troppo destrutturara per poter fare una denuncia. Non ho mai contattato la Dott.ssa Lorita Tinelli, ma ho seguito parzialmente le vicende dai siti e dai forum. Ci sono tante persone che, come me, in questa storia non si sono esposte, per diversi motivi. Poi carte o non carte, figure o non figure, la sentenza di cassazione è un punto importante, che ha messo fine a questa storia, che le piaccia o no.

#34
Utente 465XXX
Utente 465XXX

@Utente 465374

Solo che a conti fatti qui si continua a ignorare (o meglio, a fuorviare per non far vedere) il fatto che la sentenza di Cassazione riguarda solo uno dei numerosi punti del castello accusatorio contro Moccia, mentre tutti gli altri sono stati clamorosamente smantellati dai giudici. Siete voi a sviare la discussione dal soggetto dell'articolo, e mi pare lo facciate di proposito. Basta leggere il mio primo commento per rendersene conto. Ancora all'inizio ho sollevato delle perplessità, e nessuno ha il coraggio di rispondere nel merito. Al contrario, o mi si prende di mira o mi si censura, oppure (tendenza prevalente) si accampa un puerile vittimismo in favore della Tinelli, alimentato da lei stessa e catalizzato dalle (presunte, ma non verificabili) testimonianze di "pentiti" ex Arkeon già rivelatisi inattendibili in sede giudiziaria, come ben documenta il blog da me portato a riferimento.

Mario

#35
Dr.ssa Lorita Tinelli
Dr.ssa Lorita Tinelli

Carissimi, è passato tanto tempo, ma a conclusione di questo post e a dispetto dei tentativi di chi si spaccia per Mario Casini e altri nick a suo sostegno, falsi quanto una moneta di 3 euro, ritengo doveroso raccontarvi che nel dicembre scorso l'Ordine degli Psicologi della Regione Puglia ha devoluto una parte del compenso ricevuto come parte civile del processo Arkeon all'associazione CeSAP da me fondata, che ha per prima raccolto e ascoltato le vittime di Arkeon, collaborando anche alle indagini che hanno portato a processo 11 maestri di Arkeon. In maniera esplicita è stata premiata la nostra azione, malgrado i vari tentativi di discredito della mia persona, anche presso il mio ordine. Tante altre cose sono accadute ancora. Io sono costantemente molestata da questo sedicente Mario Casini, pedinata e minacciata, ma ora la gente ha più chiarezza su come stanno le cose. Per dovere di verità. Un grazie ancora ai colleghi che mi hanno mostrato solidarietà
http://www.loritatinelli.it/2018/12/22/lordine-degli-psicologi-puglia-premia-il-cesap-con-contributo-del-processo-arkeon/

#36
Utente 465XXX
Utente 465XXX

Quante bugie, Lorita Tinelli!
Dovrebbe raccontare un po' delle molestie di cui proprio lei fa oggetto i molti che (come me) osano levare educate proteste alle sue campagne discriminatorie a scopo di lucro.
Ma non credo sia questa la sede, come non lo sarebbe stato nemmeno per il commento ai danni dell'associazione Arkeon che lei ha tanto infamato e che la magistratura ha riconosciuto oltre ogni ragionevole dubbio NON essere ciò che lei la descriveva (sanzionando soltanto un unico aspetto e facendo decadere tutto il resto delle vostre assurde, reboanti accuse).

#37
Utente 465XXX
Utente 465XXX

PS. Di nuovo non figura il mio nome, ma Utente 465202 = Mario Casini.

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