lo psicologo può esprimere la sua opinione sui farmaci?

a.devincentiis
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta
Quando uno psicologo entra nel merito della farmacologia affermando che , secondo la sua opinione, per quella psicopatologia i farmaci non sono necessari , sta invadendo il campo della medicina?

Ritengo che lo psicologo fa certe affermazioni sulla base del proprio modello teorico di appartenenza per il quale è abilitato a parlare.

Affermare che una determinata psicopatologia è l'espressione di un conflitto psichico e/o relazionale grazie al quale il farmaco non avrebbe un ruolo significativo nella soluzione del suo problema, NON è una invasione di campo ma l'affermazione del proprio modello teorico ed eziopatogenetico di riferimento per il quale si ha l'autorizzazione legale ad esprimersi.

Se un antropologo afferma che non ci vuole la medicina per sedare un tarantolato, perchè ques'tultimo sta solo esprimendo una tradizione culturale, fa un'invasione nel campo nella medicina o sta sostenendo un concetto che fa parte del suo modello di studi e per il quale è abilitato a parlare?

Il medico può solo fare una obiezione, ossia secondo il suo punto di vista e secondo il suo modello medico può non essere d'accordo con un altra teoria ed affermare che lì il farmaco è necessario.

Ma non è corretto che accusi lo psicologo di invasione di campo.

Se lo Stato stabilisce l'insegnamento universitario di una disciplina che vede una malattia mentale come l'espressione di una dinamica intrapsichica o relazionale, se un decreto (si vedano declaratorie ministeriali sulla professione di psicologo di seguito) abilita quest'ultimo ad entrare nel merito della psicopatologia e se , secondo il proprio modello etiopatogenetico (psicodinamico, relazionale, cognitivo ecc) tale psicopatologia è l'espressione di una dinamica la cui soluzione non implica l'utilizzo di farmaci, lo psicologo che afferma questo , secondo la sua teoria accettata, non sta commettendo nè un atto medico nè un'invasione di campo. Sta discutendo secondo le sue competenze teoriche riconosciute dallo Stato.!

NON sarebbe contraddittorio dichiarare esperto qualcuno in un campo (la psicopatologia) e, nello stesso tempo, limitare l'opinione dell'esperto nel suo stesso campo?

sulla base delle declaratorie ministeriali sulle competenze professionali che qui riporto sarebbe una vera contraddizione:

Decreto Ministeriale 4 ottobre 2000
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 24 ottobre 2000 n. 249 - supplemento ordinario n. 175
Settori scientifico-disciplinari.
http://cercauniversita.cineca.it/php5/settori/elenco.php?gruppo=M-PSI#M-PSI/01

M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica: “… Il settore comprende le competenze scientifico-disciplinari concernenti lo studio dei fondamenti e dei correlati biologici e fisiologici del comportamento e delle funzioni percettive, cognitive ed emotive, nell’uomo e negli animali, di più immediato interesse psicologico,
anche in relazione alle attività motorie e sportive. In generale,
comprende le competenze scientifico-disciplinari concernenti i rapporti tra
strutture nervose e attività psichica. Comprende anche le competenze scientifico
disciplinari relative ai metodi e alle tecniche di studio caratteristici
degli studi del settore.”

M-PSI /07 Psicologia dinamica: “… Il settore comprende le competenze scientifico disciplinari che considerano da un punto di vista psicodinamico e psicogenetico le rappresentazioni del sé, i processi intrapsichici e le relazioni interpersonali
(familiari e di gruppo), nonché le competenze relative alle applicazioni di
tali conoscenze alla analisi e al trattamento del disagio psichico e delle psicopatologie…”

M-PSI /08 Psicologia clinica: “…Nei campi della salute e sanitario, del
disagio psicologico, degli aspetti psicologici delle psicopatologie (psicosomatiche,sessuologiche, tossicomaniche incluse), dette competenze, estese
alla psicofisiologia e alla neuropsicologia clinica, sono volte all’analisi e alla soluzione di problemi tramite interventi di valutazione, prevenzione,riabilitazione psicologica e psicoterapia.”


Uno psicologo non può certo prescrivere i farmaci perchè sarebbe un atto medico (nè vuole farlo sulla base del suo paradigma teorico) nè può sottrarre le cure dopo una prescrizione medica, perchè sarebbe un'invasione di campo, ma, sulla base di quanto detto, può esprimere la sua opinione sull'utilità o meno di un intervento farmacologico sul disagio psichico senza compiere alcun abuso della professione medica poichè lo Stato gli riconosce competenze nel campo della psicopatologia per la quale e tenuto ad esprimersi.
Data pubblicazione: 18 dicembre 2010

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