Supplementi dietetici ed aumentato rischio di mortalità

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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo

Gli integratori alimentari sono ampiamente utilizzati nei pazienti anziani, anche se non esiste una reale necessità presupponendo una efficacia degli stessi nella prevenzione di malattie in seguito al presunto “irrobustimento” dell’organismo.

Da un recente studio è emerso che gli integratori alimentari effettivamente sono correlati ad un più alto rischio di morte maggiormente per quelli ad alto contenuto di ferro.
Ovviamente vitamine e integratori alimentari svolgono un ruolo importante nel mantenimento della salute in persone che realmente ne hanno bisogno specie in quelli in cui esistono degli stati carenziali manifestatisi in seguito a varie cause.

Il volume di affari che gira intorno agli integratori alimentari è pari ad un miliardo di dollari annuo a livello mondiale. Sulla base di quanto rilevato dalla “Third National Health and Nutrition Examination Survey”, il 40% degli uomini ed il 50% delle donne di età superiore ai 60 anni assume almeno un tipo di vitamina o integratore minerale. Da un sondaggio della Food and Drug Administration statunitense è emerso che il 73% degli adulti americani utilizzano integratori alimentari con un volume di denaro pari a oltre  20 miliardi $.

Un così ampio utilizzo di integratori alimentari non è supportato dalle linee guida di una buona pratica medica. La US Preventive Servizi Task Force (USPSTF) afferma che non vi sono prove sufficienti per consigliare o sconsigliare l'uso di vitamine A, C, E, o di multivitaminici, acido folico e antiossidanti e poneva preoccupazioni per quanto riguarda l'equilibrio fra i reali benefici verso i possibili danni.

L'American Medical Association raccomanda l’utilizzo di integratori solo nei pazienti anziani in uno stato di malnutrizione in seguito alla ridotta assunzione di cibo da inappetenza.

L’American Dietetic Association consiglia basse dosi di integratori multivitaminici e minerali e per brevi periodi solo in caso di carenze ben accertate.

L'American Heart Association consiglia sane abitudini alimentari, piuttosto che la supplementazione con nutrienti specifici.
Da una revisione Cochrane su 77 studi controllati e randomizzati con 232.550 partecipanti è emerso che non nel caso della Vitamina E vi è un aumentato rischio di sviluppare un cancro alla prostata maggiormente aggressivo e per il Beta-Carotene un maggiore rischio di sviluppare il cancro al polmone tra i fumatori di sesso maschile.



Commento
La limitazione principale di questo studio è stata la sua natura osservazionale, anche se eseguita su una ampia casistica lascia aperta la possibilità di una valutazione non del tutto corretta dei risultati. Attualmente gli integratori alimentari vitaminici e minerali rappresentano un ottimo ausilio per il supporto alimentare dei pazienti ma solo nei casi in cui sia strettamente necessario, per brevi periodi e sotto la supervisione del proprio medico. Questo articolo ha lo scopo sensibilizzare i medici nel prestare molta attenzione alle terapie autosomministrate dai pazienti senza ricetta medica in quanto questi trattamenti sono regolarmente omessi dalla storia clinica di molti pazienti. Allo stesso tempo è un monito ai pazienti a non autosomministrarsi integratori alimentari solo perché li si è visti in televisione o perché gli sia stato consigliato da un amico senza prima aver consultato il proprio medico di fiducia. Il miglior approccio alla propria salute è quello di rispettare il proprio corpo osservando una sana ed equilibrata alimentazione evitando gli eccessi.

 

Sorgente:

Dietary Supplements and Mortality Rate in Older Women. The Iowa Women's Health Study. Jaakko Mursu, PhD; Kim Robien, PhD; Lisa J. Harnack, DrPH, MPH; Kyong Park, PhD; David R. Jacobs Jr, PhD. Arch Intern Med. 2011;171(18):1625-1633. doi:10.1001/archinternmed.2011.445

 

Data pubblicazione: 12 gennaio 2012

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