Chirurgia oncoplastica nel trattamento del cancro della mammella

renatodimarco
Dr. Renato Di Marco Chirurgo generale, Senologo

La combinazione tra chirurgia oncologica e chirurgia plastica, definita "chirurgia oncoplastica", rappresenta una vera rivoluzione nell’approccio alla malattia oncologica della mammella.

Le tecniche chirurgiche “skin sparing e nipple-areola sparing” hanno lo scopo di ottenere la massima radicalità oncologica contestualmente al miglior risultato cosmetico.

Il termine inglese, che letteralmente significa “risparmio della cute e del capezzolo”, sta ad indicare un insieme di tecniche chirurgiche che consistono nell’asportazione della ghiandola mammaria con la conservazione della cute e dell’areola, allo scopo di effettuare una ricostruzione immediata del seno mediante l'inserimento della protesi definitiva.

Da pochi mesi sono inoltre disponibili reti protesiche di titanio o di tessuto biologico che permettono una ricostruzione immediata e definitiva di seni di volume medio-grande,evitando cosi' un intervento chirurgico intermedio di posizionamento di espansore cutaneo.

Nell'ambito della chirurgia oncoplastica esistono poi tecniche di rimodellamento ghiandolare (mastoplastica) nel corso di quadrantectomie piu' complesse come quelle dei quadranti interni o inferiori della mammella.

La ricostruzione mammaria immediata non rappresenta, infatti, un maggior rischio di ripresa locale o sistemica di malattia, bensì permette alle donne mastectomizzate di riconoscersi nella propria immagine corporea, riducendo il forte impatto psicologico che sempre comporta questo delicato intervento.

E’ da considerare, tuttavia, che per poterla realizzare occorre porre le giuste indicazioni chirurgiche. La possibilità di applicare queste tecniche va, pertanto, valutata sul singolo caso oncologico.

Data pubblicazione: 06 novembre 2011

10 commenti

#6
Dr. Renato Di Marco
Dr. Renato Di Marco

Gentile utente 267179, le consiglio di postare nella sezione consulti di "dermatologia" il quesito posto come commento in questa sede. Cordiali saluti

#8
Utente 258XXX
Utente 258XXX

Io sono stata sottoposta a mastectomia bilaterale per ca m.infiltrante; il chirurgo ha effettuato un' incisione a losanga asportando anche il capezzolo; ho fatto la ricostruzione con protesi al silicone sostituendo gli espansori mammari. L'adozione di questa tecnica mi è stata spiegata dal chirurgo senologo con la permanenza di un maggiore rischio di ripresa locale della malattia salvaguardando il capezzolo. E' questo il senso delle Sue considerazioni finali? Ricordo che la mia compagna di stanza d'ospedale ha invece conservato cute e capezzolo e mi aveva spiegato che il chirurgo le aveva asportato più noduli maligni ma non infiltranti. La ringrazio per eventuali delucidazioni.
Buona serata e buon lavoro.

#9
Dr. Renato Di Marco
Dr. Renato Di Marco

Chiedo scusa per il ritardo della mia risposta. Vi sono indicazioni ben precise all'esecuzione della nac sparing mastectomy ( mastectomia con risparmio del complesso areola-capezzolo)che elenco di seguito.
Tale intervento può essere proposto nelle seguenti condizioni
cliniche:
- neoplasia infiltrante o in situ che in base alle indagini clinico-
radiologiche preoperatorie non coinvolga il complesso areola-capezzolo (distanza della neoplasia non inferiore a 3 cm)
- mammelle di dimensioni medio-piccole e con grado di
ptosi minimo/moderato.
Controindicazioni assolute:
- evidenza clinica e strumentale di coinvolgimento patologico
del complesso areola-capezzolo;
- presenza di secrezione patologica ( C4-C5 )
- morbo di Paget del capezzolo
- carcinomi infiammatori
Controindicazioni relative o situazioni controverse da valutare
caso per caso:
- pregressa radioterapia o previsione di radioterapia
- pregressa chirurgia peri-retroareolare
- fumo, diabete, malattie immunitarie
Non sono controindicazioni:
- età della paziente
- stretta vicinanza del tumore alla cute sovrastante
la lesione purchè la si asporti
- pregresso trattamento neoadiuvante
- dimensioni del tumore (tali fattori aumentano il rischio di coinvolgimento del capezzolo, ma se la distanza di sicurezza della neoplasia dal capezzolo è mantenuta tali fattori perdono di significato. Distanza neoplasia-capezzolo : non inferiore a 3 cm)
- multifocalità e multicentricità,
- tipo istologico del tumore
- stato linfonodale.
Cordiali saluti. Dr. R. Di Marco

#10
Utente 258XXX
Utente 258XXX

Grazie per l'esaustiva risposta,
ho capito perchè nel mio caso tale sacrificio si sia reso necessario.
Saluti!

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