L'uso medico della marijuana

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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo

La marijuana, ovvero le infiorescenze femminili essiccate della pianta Cannabis, contiene principalmente una sostanza (tetraidrocannabinolo) che agisce sul sistema nervoso centrale (psicotropa) il cui uso non è legale. Numerose sono le persone che riferiscono al medico l’inefficacia dei farmaci convenzionali per il trattamento di alcuni sintomi: la marijuana fornisce presumibilmente sollievo dal dolore, nausea, spasticità, e altri sintomi.

Se questo dovesse rispondere alla realtà, è il caso che l'uso medico della marijuana debba essere legalizzata?

I fautori sostengono che la marijuana può essere un trattamento efficace per i sintomi del cancro, AIDS, sclerosi multipla, dolore, glaucoma, epilessia ecc. come emerso da studi osservazionali.

Le molte migliaia di pazienti che fanno uso di marijuana per il trattamento di una serie di sintomi e sindromi lo fanno perché la trovano altrettanto o addirittura più efficace rispetto ai farmaci convenzionali, riferiscono inoltre meno effetti collaterali oltre ad essere meno costosa (il “divieto” ovviamente incrementa il costo).

Gli oppositori della marijuana medica ritengono che sia troppo pericoloso da usare e manca soprattutto l'approvazione legislativa. Inoltre la marijuana può creare dipendenza spingendo l’utilizzatore all'uso progressivo di droghe sempre più pericolose, interferisce con la fertilità, compromette la capacità di guida, interferisce con la funzionalità polmonare (come il fumo in generale) il sistema immunitario ed il cervello (sono riportati casi di schizofrenia da utilizzo cronico di marijuana).

In America sono circa quindici gli stati che hanno legislato l’utilizzo della Marijuana per uso esclusivamente medico nella cura di stati d’ansia, dolore ed insonnia.

 

L'aspetto più notevole della questione è come impostare l’eventuale legalizzazione della marijuana definendo esattamente la corretta procedura prescrittiva che ne eviti gli abusi, la corretta indicazione ed il dosaggio un po’ come si è fatto dopo un lungo iter burocratico per la morfina nella terapia del dolore.

Il problema principale comunque è che attualmente i rilievi clinici sono aneddotici e non ci sono studi clinici controllati che ci possano indicare il dosaggio e la reale sicurezza di questa sostanza; difficilmente ce ne saranno considerato il bassissimo costo alla fonte della marijuana e la scarsa redditività per le case farmaceutiche in caso di commercializzazione legalmente riconosciuta.

 

Sorgenti

1. Neuropsychopharmacol Hung. 2011 Sep;13(3):127-38.

[Clinical characteristics of cannabis-induced schizophrenia spectrum disorder].

[Article in Hungarian]

Makkos Z, Fejes L, Inczedy-Farkas G, Kassai-Farkas A, Faludi G, Lazary J.

Nyírö Gyula Kórház, I. Pszichiátriai Osztály, Budapest, Hungary.

zmakkos@t-online.hu.

2. J Addict Med. 2011 Sep;5(3):221-6.

Self-reported Alcohol and Drug Use in Pregnant Young Women: A Pilot Study of Associated Factors and Identification.

Chang G, Orav EJ, Jones JA, Buynitsky T, Gonzalez S, Wilkins-Haug L.

From the Department of Psychiatry (GC, JAJ, TB, SG), Department of General Medicine and Primary Care (EJO), and Department of Obstetrics and Gynecology (LWH), Brigham and Women's Hospital, Boston, MA; and Department of Psychiatry (GC), Department of Medicine (Biostatistics) (EJO), and Department of Obstetrics and Gynecology (LWH), Harvard Medical School, Boston, MA.

Data pubblicazione: 12 settembre 2011

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