Un cane fiuta il cancro alla prostata

paola.scalco
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo

Dal sito del Corriere della Sera, nella sezione della Salute dedicata allo Sportello Cancro, riporto la notizia di un impiego del migliore amico dell'uomo (mai definizione fu più calzante, vista la notizia....) che ha suscitato in me un misto di curiosità e stupore. In un ospedale parigino un cane è stato addestrato a fiutare nell'urina dei pazienti la presenza del cancro alla prostata e pare riesca a farlo con notevole successo, ossia con una precisione del 91%. Ciò accade perchè l'urina di chi ha una neoplasia prostatica ha un odore particolare e questo potrebbe essere utilizzato per il miglioramento dei test biochimici attualmente utilizzati nella diagnosi di tale malattia. Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero della rivista European Urology.

Data pubblicazione: 31 gennaio 2011

Autore

paola.scalco
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo

Laureata in Psicologia nel 1994 presso Università degli studi di Padova.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Piemonte tesserino n° 1724.

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5 commenti

#2
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Il Corriere riporta la notizia come un novità assoluta. In realtà il fiuto dei cani a scopo diagnostico (specie per i tumori) viene studiato da molto tempo, esattamente dal 1989, cioè da quando Lancet ha fatto una prima segnalazione ad opera di un dermatologo inglese che ha fatto la prima descrizione e che ha dato il via a numerose segnalazioni analoghe.
La prima è stata quella di Trudi, un dalmata che ha salvato la vita alla sua padrona scoprendo un melanoma di cui nessuno si era accorto. Erano mesi che si ostinava ad annusare quel piccolo neo sulla gamba, solo quello, anche attraverso i vestiti. Alla fine Gill Lacey, la sua padrona, insospettita da tanta insistenza (il cane continuva a leccare il nevo), l'ha fatto controllare e ne ha scoperto la natura maligna. Il tumore, in fase precoce, è stato asportato, e non ci sono state conseguenze, come ha confermato la stessa Trudi, cessando di fiutare quel punto della gamba.
Le successive segnalazioni hanno fatto scartare l'ipotesi, avanzata in un primo momento a proposito di Gill, che potesse trattarsi solo di una fortunata coincidenza.E tutti gli studi successivi ne hanno dato conferma. Quindi si tratta di un tema scientificamente molto serio.

#3
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Notizia non nuova ed ogni tanto ripresa, come già riferito dal collega Salvo.

Aspettiamo Unità cinofile, ben addestrate, all'interno di ogni laboratorio ospedaliero!

Poveri animali!!

#4
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Sono state usate le api per ca. al polmone, ed un gatto saltava sul letto di coloro che sarebbero morti in 2-3 giorni in un cronicario per anziani.

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